Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: BeaS    18/11/2020    2 recensioni
Nessuna delle due si sarebbe immaginata che le cose sarebbero andate a finire così, ma prima o poi avrebbero dovuto fare qualcosa. Un passo alla volta e tutto sarebbe andato bene, dovevano solo venirsi incontro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 1
 
Sarebbe stato tutto pronto a momenti, era l’intera giornata che cucinava, senza contare tutti i preparativi del giorno precedente. Era stanca, il lavoro in quell’ultimo periodo si era fatto sentire di più, ma d’altro canto era il sindaco di quella città, cosa si poteva aspettare se non del grande lavoro da fare?
Ed Emma? Emma era un secondo lavoro, da quando avevano stretto “amicizia”, o trattato di pace, come si ostinava a ribattere lei ogni qual volta che la bionda prendesse l’argomento. Senza ombra di dubbio non si poteva dire che Emma fosse una persona facile da gestire, ma come lei d'altronde. L’improvvisa felicità dello sceriffo nel festeggiare il ringraziamento le stava facendo venire una forte emicrania, suo figlio era molto più calmo e diligente rispetto alla madre biologica. Quest’anno sarebbe stato diverso il Ringraziamento, aveva invitato la signorina Swan come tutti gli anni, ma sarebbe stato il primo con tutta la loro famiglia allargata.
Dopo che sua sorella Zelena si era  trasferita a Storybrooke l’anno precedente, il divorzio con il suo ex marito e i vari problemi con i legali per la custodia di sua figlia Robin, finalmente potevano passare insieme la prima festività dopo tanti anni che erano state divise dalle loro vite. Ha sempre amato sua nipote Robin, ma sfortunatamente in quanto sindaco di una città è difficile sfuggire agli improvvisi impegni che i vari cittadini le fornivano ogni giorno, così riuscivano a vedersi  forse una volta ogni due mesi. Infondo Boston non era così vicino e anche Zelena aveva i suoi impegni, in fin dei conti era uno degli avvocati più importanti nella grande città. Dopo il divorzio e la nascita di Robin però, ha iniziato a ricordare il valore della famiglia, soprattutto dopo la perdita del padre, rimasto solo in seguito la morte della moglie avvenuta anni addietro. Regina è stata molto contenta di sapere che la sorella sarebbe venuta a vivere vicino a lei e che avrebbe aperto uno studio legale proprio li nella sua città.
Zelena già conosceva il resto della “famiglia”, ormai Regina e Mary Margaret si erano riappacificate da anni, con un grosso aiuto da parte della signorina Swan. Senza di lei probabilmente, Regina porterebbe ancora rancore a Mary Margaret per ciò che era successo quando erano molto più giovani. Si erano conosciute il primo anno di college alla Storybrooke University, avevano stretto subito amicizia. Regina aveva trovato in  lei l’amica che non era mai riuscita a trovare in nessuno. Si erano trovate. Avevano molti orari in comune e anche quando non li avevano una delle due restava in biblioteca a studiare per aspettare che l’altra uscisse per poter tornare a casa insieme. Mary Margaret si era trasferita da poco da Portland per frequentare l’università di Storybrooke e caso fortuito aveva trovato una casetta molto carina e modesta non lontano dall’immensa casa in cui viveva Regina quando si trovava ancora sotto il tetto dei suoi genitori. Così nel giro di davvero pochissimo tempo erano diventate amiche, ma sfortunatamente Mary Margaret al secondo anno decise di candidarsi come rappresentante del consiglio degli studenti della Storybrooke  University, ritenendo di poter migliorare molte cose nel corpo studentesco. Tutto ciò avvenne alle spalle di Regina, la quale si era già candidata, aveva la vittoria in mano. Per il semplice fatto che in quella università a nessuno interessava di fare il rappresentante del consiglio degli studenti, ma contro Mary Margaret avrebbe perso sicuramente. Nuova arrivata, solare, gentile, aperta ad ascoltare tutti, faceva amicizia con chiunque, spiritosa e brava con i bambi, proprio per questo stava studiando per diventare maestra. Completamente l’opposto di Regina, lei non faceva amicizia con nessuno, non era disposta ad ascoltare, a lei non interessavano i problemi degli sconosciuti… Regina desiderava diventare rappresentante perché le avrebbe fornito crediti  extra per fare domanda al comune, lei già desiderava diventare sindaco, era quello a cui stava aspirando: amministrare la città in cui è nata e cresciuta. Lei ci teneva davvero a quella città, come aveva ricevuto tanto da questa, tanto voleva darle e sapeva che poteva riuscirci. Purtroppo Mary Margaret  non era stata calcolata tra i suoi piani, e come è facile da supporre, Regina non vinse contro questa. Da quel momento, da quando scoprì che la sua migliore amica si candidò alla sua stessa carica, lei decise di chiudere con tutti e tutto, si chiuse completamente in se stessa e focalizzò tutte le sue energie nello studio. Solo grazie a questo, grazie ai suoi risultati riuscì ad ottenere un posto da tirocinante nel comune, ma non fu per niente facile, anche i suoi genitori facevano fatica a parlare con la figlia, che cambiò anche nel carattere e nel privato con la sua famiglia. Solo dopo anni, e dopo che iniziò a sentirsi realizzata Regina riuscì ad allentare la presa e a godersi di più la vita. Fino al punto di adottare un figlio anni dopo, nonostante non avesse un compagno, ma questo a lei non è mai interessato. La sua famiglia era felice e  sapevano che il bambino che sarebbe arrivato sarebbe stato benissimo con la sua nuova mamma e soprattutto con loro.
“ Mamma!” è la voce proprio di quest’ultimo che spezza i suoi pensieri. Ormai aveva cambiato voce il piccolo e non solo, si faceva ogni giorno sempre più alto. Aveva quindici anni ed erano oramai erano sei anni che anche Emma era tornata nella vita del figlio, ed inevitabilmente anche nella sua. All’inizio aveva avuto problemi con quest’ultima, ma grazie all’aiuto dei suoi genitori aveva capito che Henry aveva bisogno anche della madre biologica, ed Emma aveva bisogno del figlio. Le ci volle molto tempo per capirlo, ma Emma non le stava togliendo proprio niente, non le stava rubando il figlio, anzi, le deve molto. Grazie a lei ha trovato una seconda famiglia, e ormai da diversi mesi non riesce a smettere di pensare come potrebbe essere costruire una famiglia con la bionda, vivere insieme, svegliarsi e vedere subito i suoi occhi, condividere tutto con lei, andare a dormire nello stesso letto, andare a cena fuori, passare le sere a vedere un  film con lei e con loro figlio. Tutti questi pensieri sono colpa proprio dello sceriffo Swan, che un  giorno fece una stupidissima battuta su una potenziale relazione tra di loro e da quel momento non riuscì più a smettere di pensarci. Era inutile mentire a se stessa, Emma le piaceva da molto più tempo di quanto lei si aspettasse. Forse da quando aveva capito che la bionda voleva solo aiutarla e cercare una famiglia. Quella che non aveva mai avuto. La trovò in una piccola cittadina del Maine, proprio con loro.
“Mamma, tutto ok?” è la voce del figlio a riportarla tra di loro
“Si tesoro, ero solo sovrappensiero. Tu sei pronto?” lo squadrò da cima a fondo. Ormai il suo principino era grande e anche solo una camicia per il giorno del Ringraziamento poteva evidenziare come stesse crescendo bene e sarebbe diventato un uomo stupendo, e non solo esteticamente.
“Si mamma, ho sistemato tutto. Anche la camera mia” disse il figlio con sguardo malizioso. Sperando in una piccola ricompensa per poter rimanere sveglio più a lungo con il resto della famiglia quella sera.
“So che gioco stai giocando, ricordati di chi sei figlio. Hai fatto solo il tuo dovere, ciò che tutti i giovani della tua età dovrebbero fare.” Ribatté la Regina, sapendo già cosa voleva chiederle il figlio. Cercò di nascondere un sorriso spontaneo che le sarebbe spuntato a breve, succedeva ogni qualvolta che il figlio cercasse di ricattarla con dei giochini, proprio come faceva la madre biologica.
“Dai mamma, non chiedo molto. Solo di restare un po' di più con voi.” Regina distolse lo sguardo per cercare di non farsi corrompere dal figlio. Da quando è arrivata Emma lei aveva iniziato ad ammorbidirsi sempre di più e faceva persino fatica a guardare il figlio negli occhi senza sentirsi un minimo in colpa senza digli di no.
“ Va bene” alla fine aveva ceduto, lo sapeva.
Henry era già pronto ad esultare “ Ma…” lo sapeva, c’era sempre un ma con sua madre. Pero in fin dei conti sapeva che sarebbe andata bene, non era mai stata troppo dura con le punizioni.
“Resterai sveglio finche Robin resterà sveglia, dopo di che andrai a letto anche tu. Lo sai che tua cugina vuole sempre giocare, ma quando inizia a farsi tardi crolla. E a quel punto crollerai anche tu, intesi?”
Henry ci pensò un attimo. Robin era una bambina molto esuberante, piena di energie e sempre disposta a giocare, ma ormai sapevano tutti che la piccola aveva i suoi orari e oltre la mezzanotte non riusciva mai ad andare, però sapeva arrivarci benissimo. Il problema era sempre che se si fosse fermata un attimo sarebbe caduta a terra dalla stanchezza.
“ Va bene, mezzan… Eh stare sveglio finché non si addormenta Robin. Grazie mamma” le diede un bacio e fece per uscire dalla cucia per andare sul divano.
“Fermo li piccolo, porta questo a tavola e guarda se manca qualcosa per favore” a quel punto Henry si girò, prese il vassoio che gli porse la madre e andò a portarlo sulla tavola.
Regina si girò verso il forno, controllando la cottura del tacchino. Non mancava molto, pochi minuti e lo avrebbe tirato fuori per infornare nuovamente le sue famose lasagne. Aveva deciso di non farle per quella serata, voleva rinnovare un po' la tavola per questi festeggiamenti, ma c’era sempre il fattore Emma. Sapeva che le sue lasagne le piacevano davvero tantissimo e  proprio per questo non era riuscita a non farle, solo per renderla felice. Solo per vedere la bionda felice, una felicità così piccola ed insignificante, ma provocata da lei. Poteva vivere solo di questi piccoli momenti, quindi cercava di approfittarne più che poteva.
Sentì il campanello suonare e distrarla dai suoi pensieri. Si pulì le mani su un canavaccio e si diresse alla porta. Era molto emozionata per quella serata, non lo avrebbe mai ammesso a nessuno, neanche sotto tortura, ma era davvero felice di poter passare una serata tutti insieme.
Aprì la porta e si ritrovò davanti sua sorella con una piccola Robin di quattro anni tra le braccia.
“Zia Regina!” urlò la nipote appena la vide. Fu inevitabile sorride per Regina, amava la sua principessa dagli occhi verdi. Si avvicinò a Zelena e prese la figlia dalle sue braccia, iniziò a baciarla tutta e a farle le pernacchie sul collo. Sapeva che non avrebbe resistito molto, era il suo punto debole.
“ Zia basta, basta, basta!” iniziò ad urlare, mentre scalciava per potersi liberare dalle grinfie di Regina. La zia la mise giù e la vide correre nel suo vestitino rosa, con giacchetto e cappello abbinato spedita in salotto, dove sapeva che avrebbe trovato il suo cuginetto preferito, e anche unico. Regina si girò nuovamente verso la porta per salutare la sorella. Quello che non si aspettava però era di vedere anche Mary Margaret dietro la rossa, accompagnata da David. Volse lo sguardo verso Zelena, come a chiedere informazioni e infatti la sorella intuendo la sua domanda le rispose subito.
“Ci siamo incontrati qui fuori tutti insieme e… voilà!” si in effetti era probabile che si potessero incontrare, visto che aveva detto a tutti lo stesso orario. Neanche se ne accorse, troppo presa dai suoi pensieri, che si ritrovò Mary Margaret tra le braccia. Da quando avevano ripreso i rapporti, dopo le varie lotte, la maestra era tornata quella di sempre, e anche gli abbracci erano tornati con maggior frequenza. Non che a Regina non facessero piacere, ma lei non era comunque Mary Margaret e aveva sempre avuto un po' di problemi con i contatti fisici, ma sembrava che la maestra volesse recuperare tutti quegli anni persi. Dietro di loro si trovava David, il marito di Mary Margaret. Erano sposati da quasi dieci anni ormai e poco più di due mesi fa la maestra aveva annunciato che la loro famiglia si sarebbe allargata. Regina era così contenta per loro, se lo meritavano, dopo tanti sforzi che avevano fatto per avere un bambino. Sapeva che sarebbero stati dei fantastici genitori.
Finalmente Mary Margaret si  staccò da lei per cedere il posto al marito, David avvolse un braccio attorno alle spalle di Regina e le diede un bacio sulla guancia. Il rapporto tra i due non è mai stato come quello tra le due donne. Regina e David si incontrarono un giorno in facoltà. Lei stava studiando su una panchina tra una lezione ed un’altra, aveva un buco di due ore e in quelle occasioni ne approfittava sempre per studiare. Dopo poco che aveva cominciato a leggere un libro, un ragazzo si avvicinò a lei e gentilmente le chiese se il posto accanto a lei fosse vuoto. Era molto cario, biondo con gli occhi azzurri, un viso pulito senza barba, e un sorriso che on gli lasciava le labbra. Fu lui il primo a rompere il ghiaccio, gli disse che stava aspettano che la sua ragazza uscisse da lezione. Mancava ancora molto alla fine, e lui aveva deciso di venire in anticipo, non si sapeva mai. Regina odiava essere interrotta mentre studiava, specialmente per cose futili, ma qual ragazzo era così genuino e voleva solo chiacchierare con una sconosciuta che non riuscì a dire di no. Così facendo continuarono a parlare finché non giunse l’ora per Regina di andare in aula e lasciò li David pochi  minuti, tanto sapeva che sarebbe arrivata la sua ragazza. Così di defilò Regina, odiava arrivare in ritardo.
I due si rincontrarono altre volte fuori la facoltà e ogni volta era piacevole parlare, senza pretese, senza sentire il bisogno di dover dire per forza qualcosa, solo per il piacere di farlo. Regina non aveva un amico da tanto tempo e dopo più di un mese che parlava con questo ragazzo misterioso era felice di dire che finalmente stesse iniziando ad apprezzare la sua compagnia. L’ennesimo giorno che si trovavano su quella panchina a parlare, la ragazza di David arrivò prima e Regina non fu per niente felice di vedere ce si trattava di Mary Margaret, così appena ella si trovò tra le braccia di lui, scappo senza dire nulla. Se la ritrovava sempre in mezzo, non riusciva a fare qualcosa o a parlare con qualcuno che la mora si trovasse sempre davanti ai suoi occhi. Dopo svariate settimane che Regina e David non si incontravano finalmente il biondo riuscì a trovarla. Si trovava li, sulla loro panchina, il che gli fece ben sperare, visto che lei non si faceva viva da giorni ormai. Parlarono a lungo, David scoprì chi era lei dopo poche settimane che parlavano, Mary Margaret glielo disse, ma lui continuò a parlare con lei. Non era interessato a vecchi diverbi che aveva avuto la su ragazza nel passato, se per di più si era sincerato che l’altra persona non era così male come tutti davano a credere. Regina fu molto felice di sentire queste parole da lui, non la giudicò, mai. Fu molto sincero quel giorno, una cosa che Regina apprezzò molto. E così il rapporto tra i due andava avanti da tanti anni ormai, indipendentemente dal fatto che Regina e la moglie fossero  in conflitto. Si era creato un bellissimo rapporto tra di loro, che non si era mai incrinato neanche prima, quando Regina era ancora in conflitto aperto con Mary Margaret.    
Felice di rivedere David lo strinse tra le braccia e si fece cullare da quel profumo così familiare ormai. Si scanso, poi, per farlo passare dicendogli di mettere la bottiglia di vino in frigo che appena fossero stati pronti per mettersi a tavola l’avrebbero aperta. Non fece neanche in tempo a girarsi che sentì una folata di vento freddo e il profumo di Emma tra le narici, il profumo di lei, dei suoi capelli, della sua giacca, profumo di Emma…
I suoi occhi si legarono subito a quelli verdi della bionda, e sul volto di Emma spuntò un bellissimo e sincero sorriso.
“Regina” era a mala pena udibile, soave, delicato, stava accarezzando il suo nome e lei sicuramente non poteva interrompere la magia che si era creata tra i loro sguardi. Sfortunatamente ci pensò qualcun altro ad interrompere quella magia. Due figure dietro di Emma si fecero più vicine, rendendo palese la loro presenza.
“Anna, Elsa?! Che ci fate qui?” Regina era alquanto stupita di trovarle entrambe sul suo portico di casa.
“Ecco, mi dispiace non averti avvisato prima Regina, ma non lo sapevo neanche io. Anna ed Elsa, sono arrivate ora da New York, per farmi una sorpresa. Non sapendo che per il Ringraziamento sarei venuta a cena da te, pensavano che non lo avrei festeggiato, come ero solita fare. Ti dispiace se si aggiungono due posti a tavola?”
No, sicuramente Regina non se lo sarebbe aspettato questo colpo di scena. Però aveva imparato ad aspettarsi di tutto da quando conosceva Emma, e aveva imparato a mettere in conto tutto. Ingoiando un grosso rospo in gola, fece uscire un sorriso e si rivolse alle due sorelle dietro la bionda.
“Certamente, non c’è nessun problema. Come state care? È da tanto che non ci vediamo.” Ed era proprio così, Regina già conosceva le due. Gliele aveva presentate Emma un anno fa esattamente. Elsa ed Anna erano due vecchie amiche di Emma, si erano conosciute quando la bionda era poco più che ventenne e girava di città in città per trovare un lavoro. Nella grande mela sarebbe stato più facile trovarne uno, infatti fu proprio grazie a queste due che Emma si stabilì a New York per un po' di tempo. All’epoca le due avevano uno dei più famosi bar a Broadway e offrirono un posto allo sceriffo. Col passare degli anni, e dei problemi, Emma cambiò di nuovo città e le sorelle riuscirono ad allargare i loro affari fino a possedere bar, pub, discoteche e ristoranti nel quartiere. Erano diventate delle vere e proprie impresarie, chiesero anche ad Emma di tornare ma la bionda rifiutò perché ormai aveva trovato casa sua. Così le due ragazze decisero di andare a trovare ogni tanto Emma quando potevano. Le feste erano sempre il momento migliore, o almeno quando non lavoravano e anche le loro di famiglie erano impegnate in altro, altrimenti si sa… le feste sempre in famiglia.
 
Anna fu la prima ad avvicinarsi a Regina, la quale era molto più espansiva con la rossa, rispetto alla sorella maggiore. Con la quale faceva veramente fatica a stare a contatto, non che Elsa avesse qualcosa che non andasse, era una persona stupenda. Una ragazza alta, capelli biondo chiari quasi tendente al bianco, fisico asciutto, slanciata e sempre vestita impeccabilmente quasi come lei. Elsa è una di quelle ragazze che non si può non amare, caratterialmente simile a Mary Margaret nella bontà d’animo, forte come Emma e riservata come Regina. Un equilibrio indistruttibile, unica pecca che davvero Regina non riusciva a sopportare era il fatto che aveva con Emma un rapporto così bello ed intimo che sembrava che le due stessero insieme da anni. Era palese il fatto che Elsa fosse la confidente di Emma, a volte molto di più di Regina che praticamente vive insieme a lei giornalmente, ma quando si trattava di cose delicate Emma si rifugiava in Elsa e quando le sorelle erano venute a Storybrooke in precedenza capitava a volte che le due bionde si allontanassero per parlare indisturbate e tornavano dagli altri sempre più felici che mai. Era inevitabile che la gelosia di Regina crescesse, a maggior ragione se sapeva che c’era stato qualcosa tra le due in passato.
 
Fece accomodare Anna dentro casa sua e strinse la mano ad Elsa, la quale le aveva sempre riserbato un bellissimo sorriso, a differenza sua.
“Regina, è sempre un piacere vederti. E grazie per la tua ospitalità, se avessimo saputo che Emma era impegnata non avremmo mai fatto questa improvvisata.” Aggiunse la bionda, grata che Regina avesse acconsentito.
“Figurati cara, più siamo e più sarà bello.” Un fondo di verità c’era, perché ormai aveva cominciato a capire che la felicità è fatta di amore ed amicizia, anche se con Elsa non si poteva esattamente definire tale.
L’importante è che ora c’erano tutti e che le sorprese fossero finite per la serate, proprio non le sopportava.
 
 
 
Emma si lasciò andare sullo schienale della sedia, era decisamente piena. Tutte le volte che mangiava da Regina si ritrovava ad essere più piena di una botte. Ovviamente non poteva non apprezzare la cucina del sindaco, la più buona che lei avesse mai mangiato, non che ne avesse mangiate tante si chiaro. Poi la cena era passata più che piacevolmente, tra una bottiglia di vino e l’altra si erano fatte le undici passate, ma a lei sembrava di essere arrivata da cinque minuti. Quando si passa del tempo di qualità le ore volano e lei questa cosa ha iniziato a non sopportarla più. Odiava che le ore passassero così velocemente, era talmente tanto infantile da odiare il tempo, solo perché non poteva più ammirare quello spettacolo che aveva davanti agli occhi. Regina Mills.
Dio, non riusciva più a distogliere lo sguardo da lei, lo faceva solo quando vedeva che il sindaco si girava verso di lei, per non essere beccata, ma a parte questo quale altro motivo poteva portarla a non ammirarla? Nessuno ovviamente. Mesi fa aveva accettato il fatto che le piacesse la madre adottiva di suo figlio, era dura da digerire. Lei non ha mai provato una forte attrazione, non come quella e provarla per Regina non era per niente semplice, niente lo sarebbe stato. Dopo tanti bicchieri di scotch e cento e una chiamate con Elsa alla fine aveva smesso di combattere le sue insicurezze e aveva deciso di fare un passo avanti. Un passo piccolo piccolo, le aveva spedito dei fiori. L’aveva fatto per settimane, sperando che Regina capisse chi fosse, anonime, perché non aveva tanto coraggio da dirle direttamente chi fosse e quali fossero le sue intenzioni. Un rifiuto da parte di Regina sarebbe stato davvero difficile da mandare giù. Quindi ci aveva provato, ma aveva fallito, miseramente. Dopo poco tempo Regina iniziò a spazientirsi per quei doni anonimi, così decise di smettere e di cominciare ad ammirarla da lontano.
 
“Emma tutto bene? Emma?” solo dopo diversi secondi si rese conto di fissare Regina da troppi minuti. Venne richiamata alla realtà proprio da questa.
“Si scusami, ero sovrappensiero.” Cercò di buttarla li per non avere troppe domande.
“Aspetta, ti aiuto a sparecchiare.” Le disse la bionda, visto che aveva rifiutato categoricamente l’aiuto di Mary Margaret siccome era incinta, la sorella era occupata con la figlia sul tappeto della sala e sapeva che se l’avesse lasciata andare la piccola sarebbe scoppiata a piangere, e l’aiuto delle due sorelle siccome erano ospiti. Poteva farcela da sola. Ma un aiuto da Emma non si rifiuta mai. Le rivolse un sorriso di gratitudine ed entrambe andarono in cucina, depositando sul bancone i piatti.
“Lascia che ti aiuti, dopo tutto quello che hai fatto.”  Disse Emma
“Non ce n’è bisogno, sono solo due piatti.” Le rispose Regina prendendo i piatti dal bancone e mettendoli nel lavabo.
“Tu fai sempre tanto Regina. Tutta la cena di oggi, aver accettato Elsa ed Anna qui inaspettatamente. So quanto ti è costato, non mentire con me. Posso almeno aiutarti a fare due piatti?” Le chiese con gentilezza e guardandola dritto negli occhi. Sembrava che le stesse chiedendo molto di più che semplicemente di fare i piatti insieme.
“Va bene, grazie.” Le rispose Regina, grata che la bionda avesse deciso di non andarsene e restare li con lei.
Cominciarono a sistemare la cucina insieme, in un silenzio così gradevole, come se vivessero nella loro bolla personale.
“Allora…” cominciò Regina, cercando di rompere un po' il ghiaccio, non che ce ne fosse bisogno, ma desiderava parlare un po' con la bionda. Dati i vasti impegni non si vedevano da un po' di giorni. “ Come sta andando con Capitan eyeliner?” sicuramente questo non sarebbe stato l’argomento preferito di Regina, ma era davvero curiosa di sapere come stesse andando con quello strano, strano era dire poco, ragazzo. Voleva sincerarsi del fatto che non fosse successo niente tra i due, ma non poteva starci più di tanto male. Emma non era sua, poteva fare ciò che voleva, quindi avrebbe ingoiato tutta la gelosia che aveva in corpo e avrebbe accettato qualsiasi sua decisione.
 “In realtà niente sta andando. Non c’è assolutamente nulla tra me e il capitano Jones e mai ci sarà. È venuto qui a Storybrooke solo per il caso della ragazza scomparsa a Boston mesi fa.” Concluse Emma in tono tranquillo.
“Non si direbbe, è da quando è qui che ci prova con te. Ti avrà invitato ad uscire almeno due volte…. A settimana, tutte le settimane. Non molla la presa.” Cercò di sottolineare il fatto perché era palese che ci fosse qualcosa che Emma le stesse nascondendo. Come lei non doveva mentire ad Emma perché se ne sarebbe resa conto, Emma non doveva mentire con lei.
“Che succede Emma? Sembri così esausta.”
Emma sbuffo, si mise una mano tra i capelli per portarli indietro e alzò gli occhi al cielo.
“È proprio così. Io non gli ho mai detto in faccia di no, ai suoi inviti. Ho sempre divagato e detto che ero impegnata, non vuole gettare la spugna…” prese un altro respiro profondo e puntò gli occhi su quelli di Regia che si stava asciugando le mani con un canavaccio mentre si avvicinava sempre di più alla bionda, appoggiando un fianco all’isola della cucina. Rimase in silenzio, aspettando le bionda decidesse di continuare quando avrebbe voluto lei.
“Killian ha deciso di prendere una stanza da Granny’s. Vuole restare più tempo qui, a sua detta per visitare di più la città. Vorrei solo non dargli false speranze.” Disse la bionda “Non è lui la persona che mi interessa.” Disse quest’ultima frase putando gli occhi in quelli marroni di Regina, continuando a fissarla, cercando di trasmetterle tutti i suoi sentimenti, facendole capire che aveva occhi solo per lei.
Regina trattenne il respiro. Era arrabbiata e spaventata allo stesso tempo. Molto arrabbiata con quel capitano da strapazzo per continuare a provarci con Emma, nonostante lei gli abbia fatto capire in modo palese che non fosse interessata. Quante volte deve dire di no una donna per liberarsi di un uomo? Ci avrebbe fatto una bella chiacchierata, rispedendolo al paese dei balocchi dal quale era arrivato.
Dall’altra parte Regina era estremamente spaventata dagli occhi di Emma. Cosi profondi, verdi, con delle striature più chiare, puntati come due fanali sui suoi. Sembrava che stessero scavando dentro i lei, stavano cercando di dirle qualcosa. Non è lui la persona che mi interessa. Io? Pensò Regina. Non era possibile, Emma non si sarebbe mai interessata ad una persona come lei. Emma era troppo buona per stare insieme ad una stronza del genere.
Tentò di convincersi di questo mentre Emma cominciava ad avvicinarsi sempre di più, il braccio appoggiato sull’isola della cucina si stava avvicinando pericolosamente al fianco del sindaco. Il cuore della mora stava correndo come un cavallo, ad ogni passo di Emma andava sempre più veloce. Riuscì a sentire la mano calda di Emma anche con il tessuto del vestito che riusciva a dividere le loro pelli. Era cosi delicata, la stava accarezzando, ma appena la sua mano riuscì a prendere tutto il fianco si strinse leggermente, e tenne una presa ferrea ma non soffocante o invadente.
Regina fece scendere lo sguardo sulla mano di Emma, per capire se stesse succedendo davvero. Vide la bionda drizzare le spalle, leccarsi le labbra e portare anche l’altra mano sul fianco sinistro del sindaco. Ormai era in trappola, quella trappola bellissima che si chiamava Emma Swan.
“Emma, che stai facendo?” Regina non riusciva più a capire niente, la vicinanza dello sceriffo le stava facendo defluire tutto il sangue sulle guance e le fece diventare il respiro corto. Senza aver fatto niente praticamente, ma non si erano mai trovate così vicine prima d’ora.
“Non si vede?” disse Emma come se fosse tutto ovvio, tutte le sue intenzioni, i suoi pensieri e le sue prossime mosse.
La bionda cominciò ad avvicinarsi sempre di più, aprì leggermente le labbra, per poter respirare meglio. Una ciocca di Regina si fece avanti sul suo volto, Emma la guardo e sorrise. Come se quella ciocca volesse giocare con lei e si fosse frapposta tra loro due. La prese tra le sue dita, la accarezzò e puntando di nuovo gli occhi su quelli di Regina gliela portò dietro l’orecchio sinistro.
Regina ormai aveva smesso di respirare, non perché non ci riuscisse, ma perché si era dimenticata di farlo. Ormai la sua mente era talmente tanto impegnata a capire cosa stesse succedendo e a realizzare la vicinanza della bionda, che non si ricordò più di espirare ed inspirare.
Erano molto vicine, solo pochi centimetri le separavano. Così vicine che Emma poteva sentire quel buonissimo profumo di mele di Regina, quasi lo poteva gustare in bocca come se fosse una mela gustosa.
 
“Sorellina, dove tieni i cerotti?” ci pensò Zelena a far esplodere la loro bolla. Riuscirono a separarsi appena in tempo, Regina riprese in mano il canavaccio ed Emma si piegò a chiudere la lavatrice. Forse si piegò un po' toppo velocemente, perché prese lo spigolo della macchina proprio sulla caviglia destra ed iniziò a sbraitare dal dolore.
“Dio santo che male, maledetto aggeggio.” Inveii contro la lavastoviglie.
“Linguaggio Signorina Swan.” Disse Regina appena si rirese dal suo stato catatonico. “Non è colpa della mia lavastoviglie se tu non sei coordinata. Lei sta ferma li da anni, da prima che arrivassi tu” ribatté Regina senza badare allo sguardo della bionda.
“Appena Tom e Jerry hanno finito di discutere, potreste dirmi dove sono i cerotti? Robin si è grattata una vecchina cicatrice e le esce un po' di sangue.” Disse in modo tranquillo Zelena.
“Sta bene? Si è fatta male?” iniziò subito a preoccuparsi Regina per la nipote.
“Si si sta bene, mi serve solo un cerottino. Ora si sta tenendo un tovagliolo sulla ferita.” Le spiegò velocemente la più grande.
“In bagno, secondo scaffale a sinistra trovi i cerotti di Alice nel paese delle meraviglie, dalle uno di quelli. Sono i suoi preferiti.” Il sindaco aveva fatto vedere quel cartone alla nipote settimane fa, e la piccola si era praticamente innamorata di Alice. Così decise di comprarle quei cerotti appena li vide al supermercato.
“Grazie sorellina” disse Zelena mentre già aveva preso la strada per il bagno. Neanche un secondo dopo tornò in dietro, facendo sporgere solo la testa nella cucina e aggiunse “Ah, sbrigatevi a tornare in salotto che giochiamo tutti insieme.”
Appena se ne riandò Regina lasciò uscire un sospiro di sollievo che aveva trattenuto tutti quei minuti in sua presenza. Volse lo sguardo verso Emma e la vide sorridere.
Non riusciva a capire cosa ci fosse di divertente, sua sorella stava per scoprirle in una situazione compromettente. Non troppo, visto che non era successo assolutamente nulla, ma erano comunque troppo vicine.
Emma si fece davanti a lei, sempre con quello sguardo spavaldo. Mise le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans e si sporse leggermente verso Regina, sempre tropo vicina a quest’ultima.
“Riprenderemo il nostro discorso Regina. In fondo…. avevo appena cominciato.” Si rimise in posizione eretta e si girò verso l’uscita della cucina per tornare dagli altri. Si girò solo un attimo per guardare ancora la mora negli occhi e le fece un occhiolino. Continuando a tenere le mani nelle tasche posteriori e sorridendo come una bambina Emma uscì dalla cucina, lasciando il sindaco li da solo con i suoi pensieri.
Cosa diavolo era appena successo?
 




Angolo Autore:
Holaaa, allora questa è la mia prima fanfiction, non ho mai scritto prima d'ora. Quindi, non siate magnanimi, sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate. Anche solo una riga andrà bene. Avevo voglia di scrivere su Emma e Regina, un mondo privo di mangia, mi era venuta l'ispirazione e boom. Ancora non so bene in che direzione andrà la storia, ma spero che vi piaccia.

BeaS
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: BeaS