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Autore: LalaMalfoy    21/11/2020    0 recensioni
Dal Capitolo 1: Sirius e James divennero amici così, in modo talmente naturale che sembrava fosse scritto, in modo talmente ovvio che era come se non ci fosse un prima, come se loro fossero stati fatti per trovarsi, per diventare fratelli.
La storia della vita di Sirius, della fratellanza con James e dell'amicizia con i Malandrini. La storia dei loro sette anni ad Howarts e di come, nonostante i grandi ostacoli da superare quali i Black la guerra e Voldemort, sono diventati una famiglia.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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~ Perché? ~

"Sirius"

Il bambino di soli sette anni alzò controvoglia la testa dal cuscino per puntare lo sguardo su quello del fratello minore che lo osservava dalla porta della stanza. A giudicare dal buio fuori dalla finestra doveva essere notte fonda e tutto quello che voleva fare era dormire, ma non poteva ignorare quel bambino smilzo così simile a lui a cui voleva un bene dell'anima.

"Reg" sbuffò con la voce impastata dal sonno "Che vuoi?" 

"Posso dormire con te? C'è un mostro nella mia camera" 

"Magari è solo Kreacher" rispose Sirius con un ghigno, aveva sempre odiato quell'elfo, ma facendogli spazio sotto le coperte

Regulus si accoccolò accanto a lui e, un attimo dopo aver appoggiato la testa sul suo petto, si era già addormentato. Sirius rimase a guardarlo per un po' pensando a quanto era fortunato ad avere un compagno di giochi in quella casa grande e silenziosa, poi lo strinse forte e si addormentò anche lui. 

Quando si svegliò la mattina dopo l'altra metà del letto era vuota e solo il caldo rimasto sulle lenzuola confermava che la presenza del suo fratellino non fosse stata solo un sogno. Regulus probabilmente si era alzato prima e si era allontanato per non rischiare che la madre lo scoprisse lì, non voleva farla arrabbiare e sapeva benissimo che la donna considerava la sua un'azione da deboli, per nulla degna di un Black. 

I sentimenti rendono deboli, i Black non hanno sentimenti.

Scese a fare colazione dove trovò giù tutta la sua famiglia seduta a tavola. A capotavola suo padre Orion stava leggendo La Gazzetta del Profeta, sua madre Walburga, seduta alla sinistra del marito, mangiava la sua colazione con una rigidità e una compostezza artefatte e innaturali e lo stesso cercava di fare il piccolo Regulus. Sirius prese posto alla destra del padre, nel posto che gli spettava in quanto primogenito, e iniziò a mangiare velocemente tutto quello che Kreacher gli aveva messo nel piatto.

"Sirius" 

L'occhiata furiosa e il tono gelido di Walburga bastarono a farlo sedere più composto e a cominciare a mangiare ad una velocità adeguata, sapeva cosa sarebbe successo se non avesse obbedito. Ne era testimone la lieve cicatrice non ancora totalmente rimarginata che aveva sul braccio, inflittagli dalla madre qualche giorno prima perché aveva incidentalmente rotto un soprammobile di inestimabile valore. Quel giorno per la prima volta Sirius si era chiesto se l'oggetto avesse più valore di lui dato che quello non doveva essere nemmeno sfiorato mentre lui era stato picchiato in conseguenza alla sua azione.

Orion uscì di casa molto presto e poco dopo arrivò il loro precettore e i due bambini passarono l'intera mattinata a ripetere nozioni assieme a quell'uomo serio e noioso che sembrava non essere mai contento nella vita. Sirius non ricordava di averlo mai visto sorridere, si arrabbiava se sbagliavano ma non si complimentava mai quando facevano giusto.

Pranzarono in silenzio assieme a Walburga, poi questa disse "Devo uscire a fare delle compere, sarete affidati alle cure di Kreacher, mi raccomando comportatevi come si deve perché mi riferirà ogni cosa non appena sarò di ritorno" 

I due bambini annuirono in silenzio e, finito di mangiare, andarono a sedersi in salotto per una partita a scacchi. Sirius vinse facilmente e si divertì a prendere in giro il fratellino per un po', poi si alzò e si affacciò alla finestra per guardare fuori. Rimase in silenzio a lungo fino a quando Regulus non prese la parola

"Sir, cosa c'è di interessante lì fuori?"  

A quel tempo Sirius non sapeva che diversi anni dopo quella domanda gli sarebbe tornata in mente in circostanze meno serene, non sapeva che avrebbe avuto una risposta molto più veritiera a quella domanda, non aveva idea che lì fuori c'era tutto un mondo che a loro era stato negato conoscere.

"Ci sono due bambini che giocano" rispose solo, poi un'idea gli illuminò gli occhi di una luce che ormai Regulus aveva imparato ad associare ad un guaio imminente "Andiamo a giocare con loro?" 

"Non abbiamo il permesso di uscire di casa" la debole protesta di Regulus venne subito spenta dall'entusiasmo del maggiore che si mise di buona lena a convincerlo 

"In fondo sono solo due bambini come noi, che male c'è?"

Come noi. 

Kreacher stava pulendo i piani superiori quindi i due bambini, facendo molto piano, riuscirono ad uscire senza farsi vedere. Scesero gli scalini davanti a casa e si avvicinarono alla bambina dal momento che l'altro bambino sembrava essersene andata

"Ciao" il primo ad avvicinarsi fu Sirius, da sempre più coraggioso ed estroverso del fratello minore "Sono Sirius, lui è mio fratello Regulus, abitiamo qui vicino. Possiamo giocare con voi?" 

"Che nomi strani" osservò la piccola con tutta l'innocenza di una bambina "Io sono Jane, abito in quella casa lì" indicò un portone dall'altro lato della strada "Ho sette anni, voi invece?" 

"Ne ho sette anche io" rispose Sirius con un sorriso felice "Reg invece è piccolo ne ha solo sei"

"Mio fratello Mike ne ha già otto" disse Jane con un sorriso timido ma contenta di fare nuove amicizie "è andato dentro a prendere il pallone, potete giocare con noi se volete"

In quel momento fu di ritorno anche Mike che, dopo una veloce presentazione, accettò volentieri di far giocare i due bambini con loro e iniziarono a lanciarsi la palla facendo dei semplici passaggi. 

"Sir" sussurrò Regulus al fratello in un attimo di pausa "Credo siano dei Babbani" 

"Credo anche io" gli rispose il fratello ripensando a quante volte i genitori avevano detto che i Babbani erano inferiori a loro e avevano ripetuto che dei Black non dovevano mischiarsi con la feccia 

"Ma in fondo stiamo solo giocando, no?" aggiunse dopo un attimo di incertezza

Non riusciva a vedere niente di male in quella bambina dalle trecce bionde che le scendevano ai lati della testa, gli occhi azzurri e dolci e il timido sorriso sempre sulle labbra. Indossava un vestitino rosa con dei fiori disegnati e delle scarpette dello stesso colore e aveva una macchia di cioccolato sulla guancia per il panino che aveva mangiato poco prima e che aveva gentilmente offerto anche a loro anche se lo avevano cortesemente rifiutato.

Vedeva la sua stessa passione per gli scherzi e lo stesso luccichio birbante negli occhi azzurri del ragazzino che ora era fermo davanti a lui e rideva a crepapelle per lo scherzo che avevano appena fatto spaventando Jane e Regulus. Aveva i capelli leggermente lunghi tenuti indietro grazie ad un codino basso e ormai scomposto a causa delle corse, una maglietta a maniche corte a righe e un paio di pantaloncini corti che lasciavano scoperte le ginocchia sbucciate dai tanti pomeriggi passati a giocare in strada.

"Sirius! Regulus!"

Il gelido e furioso richiamo della madre fece trasalire entrambi i Black che si diressero subito verso di lei. Sirius salutò con un breve e veloce cenno i due nuovi amici prima di seguire il fratello. La donna li afferrò per le braccia e dopo essersi assicurata di non essere vista dai due bambini li trascinò in casa.

Walburba aspettò di rientrare in casa prima di sfogare la sua rabbia sui figli e mentre li sgridava, non solo verbalmente, per come avevano deciso di passare il pomeriggio Sirius si fece avanti e prese la colpa per entrambi prendendo un sonoro schiaffo.

"Non potete stare con loro, sono Babbani, sono la feccia. Voi siete superiori e non potete mescolarvi" fece un attimo di silenzio e poi disse "E ora andate nelle vostre stanze e non vi muovete da lì fino a quando Kreacher non vi dirà di scendere per la cena"

Regulus uscì silenziosamente dalla stanza mentre Sirius si fermò

"Perché?" chiese ponendosi per la prima volta quella domanda

"Perché il tuo sangue ti rende nobile, superiore agli altri" disse Walburga con tono duro

"Sì, ma perché?" insistette il ragazzo

"Non ti ho educato come un bambino insolente e capriccioso" si infuriò allora Walburga colpendolo di nuovo "Va in camera tua prima che mi arrabbi davvero!"

Sirius non rivide quei due bambini a lungo, li osservava giocare dalla finestra ma Kreacher controllava che non si azzardasse mai più ad uscire.

E anche se avevano passato insieme un solo pomeriggio Mike e Jane divennero il primo dei tanti momenti che cambiarono completamente la vita del primogenito dei Black. Quello fu il giorno in cui per la prima volta si fece delle domande, in cui si chiese il perché degli insegnamenti dei genitori e come mai la madre non gli avesse dato una risposta valida.

Quello fu il primo segno delle due strade diverse che avrebbero preso i fratelli Black, il curioso ribelle e il devoto silenzioso.

Per diverso tempo però sarebbero stati ancora due semplici bambini, due fratelli che giocavano nelle stanze e per i corridoi di quella grande casa.

   
 
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