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Autore: Nana_Hale    24/11/2020    1 recensioni
Dopo il finale di serie avevo bisogno di sfogare la mia frustrazionen e rabbia e ho gettato queste parole su un documento per svuotarmi la mente. Spero possa aiutare qualcun' altro che come me avrà gli incubi per sempre dopo quella puntata.
DESTIEL. TANTA DESTIEL. SWEET, CUTE AND ROMANTIC
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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PREMESSA
Questa one shot si svolge DOPO la fine della serie, quindi è SPOILER per chi non l'ha ancora vista!!!
Ps: Consiglio di ascoltare la canzone, "I can't hold back" dei Survivor duranrte la lettura facendola partire insieme a Dean!
Pss: I dialoghi sono in inglese per permetterere meglio il confronto con la canzone!

Le gomme di baby frenarono sul terreno sterrato davanti al piccolo rifugio che Dean riconobbe subito come SUO; tutto in legno, semplice, si sentiva anche da lontano il profumo degli alberi che dovevano essere stati usati per costruirlo: pino e faggio.
Il portico coperto era intimo, con solo un dondolo sgangherato che sembrava stare in piedi per miracolo. Non credeva di amare i dondoli, e invece lo trovò stupendo, messo proprio nel punto giusto. 
Lo sentiva sotto la pelle che era la sua casa, il suo nido, per tutta l'eternità.
Scese dall'Impala richiudendo la portiera cigolante e si avvicinò guardando la casetta in ogni dettaglio. Già ne amava ogni venatura del legno, ogni chiodo, ogni scheggia. Era semplicemente perfetta, realizzata da qualcuno... che evidentemente lo conosceva meglio di quanto conoscesse se stesso.
Si sentì quasi in soggezione quando salì il primo gradino scricchiolante, poi il secondo, il terzo, fino ad arrivare sotto al portico.
Si voltò per dare un'occhiata al panorama: principalmente bosco, alberti che rendevano il rifugio privato, chiuso in mezzo ad un mare verde e marrone.
Perse qualche secondo a rimirare la vista prima di aprire la porta e finalmente entrare all'interno.
Aveva qualcosa di incredibilmente familiare quel posto: quasi senza pareti, una scala, sempre in legno, che evidentemente portava alla stanza da letto; un salottino con la tv, divano e potrona, da una parte, un piccola cucina un po' arrugginita dall'altra, il tutto illuminato dalla luce del sole che entrava da una bella finestra bianca
Scorse con lo sguardo per tutta la casa, sentendo solo il rumore di uccellini e vento fra le foglie venire dall'esterno. Poi qualcosa di scintillante sul mobile della cucina attirò il suo sguardo: un mangianastri. Chiuse la porta d'ingressp alle sue spalle e si avvicinò subito curioso, ci appoggiò una mano sopra mentre con l'altra scorse le cassette appoggiate lì accanto in una scatoletta di legno.
Ne sollevò una per leggere alla luce il nome scritto sull'etichetta.
"Survivor..."   
Sussurrò, poi annuì soddisfatto e la infilò nel mangianastri.
Stava per premere play quando il suo sguardo notò qualcosa vicino alla porta d'ingresso, qualcosa che non aveva notato quando era entrato: un appendiabiti. 
Niente di straordinario. un comune appendiabiti in ferro, ma quando strinse gli occhi si accorse che non era vuoto, che c'era qualcosa appeso sopra. Spostò appena la testa lasciando che luce colpisse il trench e bastò una frazione di secondo per farglielo riconoscere immediatamente.
Sentì il cuore salirgli in gola con un balzo e iniziare a battere freneticamente nelle sue tempie.
Strinse i denti e si guardò attorno agitato alla ricerca di... lui.
Ma niente.
Pensò subito di mettersi a correre, di andare a cercarlo per tutta la casa, per tutto il paradiso se fosse stato necessario.
Le gambre fremevano per l'improvvisa scarica di adrenalina e il suo cuore martellava incessante, sempre più veloce, ma poi, con un profondo senso di vergona, si ricordò che non aveva mai dovuto rincorrerlo, mai in più di 10 anni... gli era sempre bastato dire il suo nome per vederlo comparire alle sue spalle, a volte troppo vicino, facendogli quasi sempre venire un infarto.
Un leggero sorrisino malinconico gli increspò le labbra. Quanto era stato stupido? Cieco e stupido.
L'agitazione che sentiva fino a poco prima improvvisamente si trasformò in paura, una terribile e soffocante paura che dopo tutto quello che era successo, dopo quello che NON gli aveva detto... se avesse chiamato il suo nome... lui non sarebbe apparso.
Sospirò distrutto, si girò lentamente e riaprì lo sportellino del mangianastri, ma si bloccò con la mano a mezz'aria prima di tirare fuori la cassetta.
No.
No, ora basta.
Non posso più stare zitto.
Non VOGLIO più stare zitto.
Spinse la cassetta dentro di nuovo e schiacciò play facendo partire la musica che inondò subito la stanza con una chitarra e un leggero pianoforte di sottofondo.
"I know you are here... Cas..."
Sussurrò trattenendo poi il respiro ma non sentì niente, nessun rumore di ali che si chiudono, nessun boato alle sue spalle. 
Niente.

Sentì le lacrime salire nei suoi occhi ad una velocità spaventosa e li chiuse per il bruciore terribile. Se lo meritava, per aver esitato, per aver lasciato andare Cas senza lottare, per non averlo salvato, per averlo trattato così male e così tante volte. Per essere stato sempre zitto, per aver negato a se stesso ogni possibilità, per non aver detto Ti-
"Dean?"
Gli venne quasi un infarto e si voltò di scatto ritrovandosi Cas sull'ingresso della porta aperta, nessuna cravatta, nessuna giacca, le maniche della camicia bianca arrotolate fino ai gomiti, e gli occhi più blu, più intensi e più belli di tutto il fottutissimo pianeta terra e anche del maledetto paradiso.

There's a story in my eyes

"Cas..." Rispose lui cercando di riprendere fiato mentre la musica continuava ad uscire dal mangianastri alle sue spalle rendendo l'atmosfera involontariamente romantica.
"I am...not an angel anymore..." Disse Cas come prima cosa, come se volesse scusarsi per essere arrivato dopo 5 secondi e non due. Abbassò lo sguardo pulendosi le mani una contro l'altra e solo allora Dean notò che erano sporche di terra.
Aggrottò la fronte e capì solo in quel momento che quello che Bobby aveva detto, che Cas aveva aiutato Jack a costruire il paradiso,voleva dire... letteralmente. Con le sue mani. Cas aveva costruito FISICAMENTE la casa dei sogni di Dean in ogni particolare.
Sentì una vampata di calore avvolgerlo improvvisamente al solo pensiero.

Turn the pages of desire

Guardò Cas immobile senza dire una parola, mentre nella sua testa si agitava un tornado di pensieri incontrollabili.
Cas era lì, Cas era umano, Cas era vivo, beh, no, vivo no, ma era in paradiso. Nel suo paradiso, Erano in paradiso insieme. Lui e Cas. Cas e lui. Cas, Cas, Cas, CAS.
"Jack turned me into a human... to free me from the Empty and..." Spiegò Cas ma non proseguì oltre vedendo Dean venire verso di lui e fermargli proprio davanti ai suoi piedi.
Pensò che Dean dovesse dirgli qualcosa, in cuor suo ci stava anche sperando, e ci sperava così tanto che avrebbe potuto sbriciolarsi in mille pezzi se anche solo Dean avesse aperto la bocca per dirgli Ciao.

Now it's time to trade those dreams

Ma Dean non disse nulla. Si limitò a fissarlo come se fosse la prima volta che lo vedeva, e in un certo senso lo era. Era la prima volta che Dean lo guardava sapendo che quell'uomo gentile, bellissimo e testardo tanto quanto lui, poteva essere completamente, totalmente, disperatamente suo.
Cas lo guardò imbarazzato per tutto quel silenzio coperto solo dalla musica che arrivava dal mangiacassette. Non era mai stato a disagio in silenzio insiema a Dean, ma il modo in cui lo stava guardando ora  era... diverso.

For the rush of passion's fire

Prese coraggio e tentò di parlare di nuovo, di spezzare quella tensione fin troppo forte che non riusciva più a reggere, ma all'improvviso sentì le dita di Dean sfiorare la sua mano lungo il fianco.
Non riuscì nemmeno ad abbassare lo sguardo per controllare se stesse davvero accadendo o se lo stava solo sognando, perchè rimase bloccato e sentì il suo corpo tremare per quel piccolo tocco leggero.

I can feel you tremble when we touch

Deglutì emozionato e la sua espressione stupita si allargò ancora di più sul suo viso quando vide Dean fare un passo indietro tendendo la sua mano e iniziare a muovere le spalle a tempo di musica su e giù. Lo vide sistemare le dita nella sua mano per tenerla meglio mentre il movimento dalle spalle scendeva sul busto e il braccio che teneva sollevato anche il suo.

And I feel the hand of fate reaching out to both of us

"Dean?" Cas, sempre più confuso, lo vide iniziare ad agitare anche il ginocchio ma non risucì a trattenere un sorriso quando Dean iniziò amuovere la testa e perfino la bocca, mimando le parole della canzone.
"Dean...?" lo chiamò di nuovo mentre rideva perchè oramai Dean era completamente preso dalla musica e stava ballando e cantando come se fosse il frontman di una rock band ad un concerto.
Ballava, non aveva mai visto Dean ballare in quel modo, e di certo non lo aveva mai visto cercare di far ballare anche lui mentre lo fissava negli occhi.

I've been holding back the night, I've been searching for a clue from you

"Dean, what are you doing?" chiese scuotendo la testa divertito, ma non appena ebbe finito la domanda si sentì strattonare all'improviso per il braccio finendo con il petto contro quello di Dean che lo avvolse con entrambe le braccia bloccandolo contro di se.
"What I want." Risponse con un sospiro caldo, vicinissimo al suo viso.
"For once...I am doin just what the fuck I want..."

I'm gonna try with all my might to make this story line come true

Cas rimase a fissarlo negli occhi, la bocca socchiusa dalla sopresa nel sentire Dean parlare con quell'intensità, quella forza e quella sicurezza di se stesso e dei suoi desideri.
E quando pensò di non poter essere più innamorato di quanto già fosse, Dean gli baciò una tempia e si mise a canticchiare con le labbra contro la sua pelle.
"Can ya feel me tremble when we touch...? Can ya feel the hand of fate... reaching out to both of us..."
Cas si sciolse contro il suo corpo chiudendo gli occhi e strinse la giacca sulla sua schiena, aggrappandosi per non cadere a terra visto che gli sembrava di avere le ginocchia fatte di gelatina.
"I don't just...love you, Cas" sussurrò Dean sorreggendolo ma allo stesso tempo avvinghiandosi a lui a sua volta. "I adore you, I can't live , or breathe, or do any fucking thing without you... and I don't what to do anything without you anymore."
Cas si lasciò scappare un singhiozzo, soffocandolo subito nella spalla di Dean che però spinse la sua testa di nuovo in posizione eretta per poterlo guardare negli occhi e impedirgli di nascondersi.
"Kiss me, just kiss me, goddamnint..." ringhiò baciandolo lui per primo senza aspettare la sua risposta. Cas gli infilò le mani nei capelli sulla nuca mentre Dean gli spettinava tutti i suoi ciuffi neri , finendo per tirarli anche un po' nella foga.
Dean non aveva mai baciato delle labbra come quelle, ne aveva mai sentito una lingua tanto delicata e morbida contro la sua. Cas sembrava accarezzarlo dolcemente anche con quella mentre soffocava dei soffici gemiti in fondo alla gola.
"How can you taste just like pie...?" Sussurrò sulle sue labbra restando ad occhi chiusi con le labbra che ancora si sfioravano.
"It's Heaven, Dean, I taste just like you want me to."
"What do I taste like?" 
"Ha...happiness...?"
Dean si bloccò un attimo, arricciando il naso e staccando le labbra dalle sue per metabolizzare quella risposta.
"That's so fucking cheesy, I love you." Ringhiò tirandolo di nuovo contro di se in un altro bacio più focoso  mentre Cas cercava di replicare riprendendo fiato.
"I am... not...cheesy..."
"Shut your mouth." Ma Dean non lo lasciò più parlare tappandogli la bocca con la sua e schiacciandolo contro il suo corpo.
Continuarono a baciarsi ancora e ancora per minuti, forse ore intere.
Continuarono a baciarsi mentre Dean lo sollevava da terra per la vita, mentre lo portava su dalle scale di legno fino alla camera da letto, mentre lo spogliava e si lasciava spogliare, mentre lsi lasciava cadere sul letto insieme a lui.
Lo baciò durante ogni secondo che passarono a fare l'amore, prima un po' incerti, poi avvinghiati uno all'altro, uno dentro l'altro, finalmente in un solo corpo oltre che una sola anima.
Si stacco solo un attimo, solo un secondo per guardare Cas negli occhi quando lo sentì tremare sotto di lui per il piacere stringendogli con la mano la spalla. Si, quella spalla.
Passò tutta la notte a dimostrargli quanto lo amava, quando lo aveva sempre amato, a ripetergli che era suo e solo suo. E avebbre passato infinite altre notti a farlo. 
Dopotutto, aveva tanti anni persi da farsi perdonare.
  
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