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Autore: __aris__    26/11/2020    0 recensioni
Prompt: Leia Organa: a volte si chiedeva se somigliasse a quella madre che non aveva mai conosciuto.
In una what if in cui Vader sopravvive alla distruzione della Morte Nera, Leia cerca di scoprire qualcosa in più su Padme Amidala e decide di chiedere informazioni a ciò che rimane di Darth Vader.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: a volte si chiedeva se somigliasse a quella madre che non aveva mai conosciuto

 
Una pessima idea, 1090 parole

 



Da quando Luke le aveva detto chi erano i loro genitori erano cambiate due cose nella vita di Leia: aveva cercato tutte le informazioni su Padme Amidala che era riuscita a trovare e poi faceva del suo meglio per evitare di entrare nel settore 5, dove droidi e medici cercavano di curare un Darth Vader che non sembrava aver deciso se vivere o morire.
Luke le aveva suggerito più di una volta di andarlo a trovare, perché quel mezzo uomo non era più la macchina al guinzaglio dell’Impero ma un Jedi. Forse era il candore degli occhi di suo fratello che le impediva di arrabbiarsi con lui. Era arrabbiata con Darth Vader per averla costretta a guardare la distruzione di Alderan, per le migliaia di vite che la sua spada laser aveva distrutto nel nome di una dittatura. Invece non riusciva a provare rabbia per il fratello che le chiedeva di incontrare loro padre.
Ma i filmati sulla holonet potevano rivelare solo fino a un certo punto su chi fosse davvero Padme Amidala. Lasciavano conoscere il politico che aveva combattuto per la democrazia e i diritti del popolo in tempo cupi, ma non che persona fosse fuori dal senato. Cosi l’idea di chiedere informazioni di prima mano aveva iniziato a fare capolino tra i pensieri di Leia con sempre maggiore frequenza.
Forse doveva parlane con Han.
No, forse no. Poteva già immaginare in quanti coloriti modi le avrebbe detto che era un’idea stupida.
Così si ritrovava spesso a guardare nel vuoto tamburellando le dita cercando di capire cosa fosse fare.
 
 


Era andata a trovarlo più di una volta nelle ultime settimane.
In realtà non era proprio andata a trovarlo, ci aveva provato ma non aveva mai trovato il coraggio di aprire le porte della sua camera. Però aveva iniziato a chiedere ai dottori notizie sulle sue condizioni mediche quasi ogni giorno.
Non può farle del male.” Disse una guardia all’ennesimo tentativo di Leia di allungare la mano per aprire quelle porte di metallo bianco. “Ha degli inibitori che gli impediscono di usare la Forza. E in quanto al suo corpo … da quel che so non gliene resta molto.”
Anche se il soldato era molto più alto di lei, riuscì ugualmente a lanciargli un’occhiataccia e lui si rimise sull’attenti senza dire altro. Non avrebbe saputo dire se cercava di rassicurala in qualche modo o se volesse solo prendersi gioco del prigioniero che avrebbe dovuto proteggere, ma in ogni caso non avrebbe avuto importanza: Vader poteva parlare e tanto le bastava.
 


 
 
Il giorno in cui riuscì a premere il pulsante che comandava l’apertura delle porte Leia poteva sentire il cuore che le martellava nelle orecchie.
Le avevano descritto la stanza, sapeva che era buia e che lui si trovava dietro a un paravento. Aveva ancora bisogno di una maschera per respirare e portava ancora un inibitore di forza sulla testa anche se non aveva mai cercato di ferire nessuno. Gli arti e le atre protesi dovevano ancora arrivare, prima serviva che Vader producesse cellule non troppo danneggiate per permettere la clonazione, ma non indossava più l’armatura e poteva parlare o respirare con una certa facilità.
A vederlo in quello stato, un mozzo d’uomo con la pelle bruciata e attaccato a un ventilatore artificiale non si sarebbe detto che egli fosse stato prima l’eroe senza paura della Guerra dei Cloni e poi … una macchina umana? Un cane al guinzaglio dell’Imperatore?
Fino a poche settimane prima lo avrebbe definito mostro, ma c’era qualcosa di molto triste e patetico nel moncherino che aveva davanti.
Eppure, su quel volto rigonfio dalla pelle nera, briciata e piagata risplendono due occhi azzurri identici a quelli Luke. Un dettaglio che nessuno le aveva detto e che la disorienta più di quanto vorrebbe.
 “Mi chiedevo quando saresti entrata.” La sua voce era un soffio roco che sovrastava a stento i beep delle macchine.
Un sorriso sarcastico le sfuggì dalle labbra, una smorfia che aveva visto sul volto di Han decine di volte. “Non dirmi che sentivi la mia presenza nel corridoio.”   
No. Gli inibitori mi impediscono sentire attraverso la forza.”
Una parte di lei avrebbe voluto ironizzare sul dispiacere che non provava sapendo che Darth Vader non potesse usare nessun trucco da Sith, ma non lo fece.
Immaginavo che sarebbe stata solo questione di tempo prima che anche tu venissi ad ammirare lo spettacolo.”
Io non traggo gioia dalla sofferenza altrui.” Non sono te, era il non detto della frase che l’uomo incassò senza battere ciglio.
Allora perché sei qui?” domandò dopo qualche respiro.
Leia si aggrappò al bordo metallico del letto. C’era una sedia accanto al malato, avrebbe potuto sedersi accanto a lui, ma aveva bisogno di sentirsi ancorata a una certa distanza di sicurezza. Forse era un pensiero stupido, forse iniziare quella conversazione era stato un grande errore; ma ormai non poteva tirarsi indietro. “Vorrei sapere qualcosa su mia madre.”
L’uomo, sa che quello non è Darth Vader ma non è affatto sicura che sia di nuovo Anakin Skywalcker, chiuse gli occhi appoggiando la testa sul cuscino bianco prima di restare in silenzio.
Non era quello che si aspettava, non che si aspettasse qualcosa di preciso a dire il vero. Però il silenzio era più di quanto possa sopportare. “È stata una pessima idea.” Disse lasciando il bordo del letto e incamminandosi velocemente verso l’uscita. Si sarebbe accontentata dei vecchi filmati che la propaganda dell’Impero non aveva cancellato.
Le assomigli molto.”
Per la prima volta la sua voce le suonò completamente umana. Certo, fioca come un sussurro, ma sicuramente appartenente a un uomo e non a una macchina. Questo se lo aspettava ancora meno. Lentamente Leia tornò sui suoi passi per sentirlo meglio.
Lei era intraprendente e coraggiosa. Aveva un senso della giustizia decisamente migliore del mio. Sapeva avere una lingua molto affilata se le circostanze lo chiedevano, e non era sempre un bene per la sua sicurezza.” In quel momento riaprì gli occhi e l’occhiata che le riservò la fece quasi arrossire.
Anche papà diceva spesso qualcosa del genere.” Rispose con un mezzo sorriso.
Sembra sia un problema ereditario.” 
Prima che Leia potesse rispondere un droide medico entrò nella stanza per controllare i parametri vitali e l’uomo lo accolse con una mal celata smorfia di fastidio.
Grazie.” Disse lei approfittando del momento per andarsene.
Di niente …”
Leia ebbe la sensazione che alla frase mancasse qualcosa, un Altezza o un Leia probabilmente. Si sicuro non figlia. Ma ognuna di queste parole gli doveva essere sembrata inadatta e forse lo erano tutte, almeno per il momento.




 
   
 
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