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Autore: Batsutousai    29/11/2020    3 recensioni
colpito dal contraccolpo della Maledizione che Uccide di Voldemort, Hary viene trasportato nel tempo in un mondo molto diverso dal suo.
[Harry Potter / Salazar Slytherin]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, I fondatori, Salazar Serpeverde, Serpeverde
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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NOTE DELLA STORIA:
 
Autore: Batsutousai
 
Traduttore: RedKisune98
 
LINK all’originale: https://archiveofourown.org/works/2352896/chapters/5191223
 
Riassunto delle note dell'autrice: il personaggio di Salazar Slytherin è basato su quello di “In Eirinn”, con alcune piccole modifiche dovute a una maggior ricerca su quel periodo storico (inizio e prima metà del 700 d. C.). il titolo è in inglese arcaico, così come alcune frasi e gli incantesimi. Alcuni tempi verbali potrebbero essere espressi meglio, ma poiché l'inglese arcaico si può considerare una lingua morta, si può chiudere un occhio.  L'unico altro linguaggio non canonico di HP è il gallese, ma viene usato solo per un incantesimo. Questa fic è per la maggior parte Pottermore-free.
 
Note della traduttrice: Per vari motivi ho deciso che in questa traduzione avrei mantenuto i nomi e alcuni termini in inglese, come ad esempio Mudblood per indicare l'offesa per i Nati Babbani. Come avvertenza aggiungo anche quello di linguaggio scurrile.
 
 legenda:
“...”=dialogo
‘in Tahoma’ =pensiero
in corsivo” = lingue diverse da Englisc
sottolineato = incantesimi
in grassetto” = Serpentese
 
note del capitolo:
 
Note dell'autrice: questa fic inizia durante la scena del cimitero nel “Calice di Fuoco”, perciò, una parte del libro è citato all'inizio di questo capitolo. È il pezzo in corsivo, se vuoi saltarlo.
 
Note della traduttrice: il pezzo de “Il Calice di Fuoco” l'ho scritto in un carattere diverso dal resto della storia.
Per evitare errori ho preferito riscriverlo utilizzando il libro dell'edizione di Salani del 2015 (si, quella orrenda con la parola Tassofrasso)
 
Lo so, sono tremendamente in ritardo (ignoriamo il fatto che siano 6 mesi…), ma entrambi in miei PC si erano rotti. Per vari motivi spero di riuscire a pubblicare un capitolo (compreso questo) ogni tre settimane, ma se dovessi impiegare di più è tutto nella norma. Dovrei aver corretto tutti gli errori di questo capitolo, ma se per caso ne trovate altri per favore fatemeli notare!!!
 
 
 
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Distanza impossibile
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24 giugno 1995
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Prima che il viso serpentino di Voldemort spuntasse da dietro la lapide, Harry si rialzò…strinse forte la bacchetta, la tese davanti a sé, e si scagliò dall'altra parte della lapide, affrontando Voldemort.
 
Voldemort era pronto. Mentre Harry urlava << Expelliarmus >>, gridò << Avada Kedavra! >>
 
Un fiotto di luce verde sgorgò dalla bacchetta di Voldemort mentre un fiotto di luce rossa esplodeva da quella di Harry: s'incontrarono a mezz'aria, e all'improvviso la bacchetta di Harry prese a vibrare come percorsa da una corrente elettrica; la mano gli si serrò attorno; nemmeno volendo l'avrebbe potuta lasciare...e un sottile raggio di luce ora univa le due bacchette, né rosso né verde, ma di un luminoso oro intenso. E Harry, seguendo il raggio con sguardo attonito, vide che anche le lunghe dita bianche di Voldemort stringevano una bacchetta che tremava e vibrava.
 
E poi- nulla avrebbe potuto preparare Harry per ciò che vide- si sentì alzare da terra. Lui e Voldemort furono entrambi sollevati per aria, le bacchette ancora unite da quel filo di luce d'oro scintillante. Volarono via dalla lapide del padre di Voldemort, e si posarono su un lembo di terreno spianato, privo di tombe... I Mangiamorte urlavano, chiedevano ordini a Voldemort, si stringevano, ricostruivano il cerchio attorno a Harry e Voldemort, e il serpente strisciava ai loro piedi, alcuni estrassero le bacchette...
 
Il filo d'oro che univa Harry e Voldemort si divise; le bacchette rimasero connesse, mentre un centinaio di raggi disegnarono archi sopra di loro, incrociandosi tutto attorno, finché i due non si ritrovarono rinchiusi in una rete d'oro a forma di cupola, una gabbia di luce, oltre la quale i Mangiamorte si aggiravano come sciacalli, le loro urla stranamente soffocate...
 
<< Non intervenite! >> urlò Voldemort ai Mangiamorte, e Harry vide i suoi occhi rossi dilatarsi dallo stupore per quanto stava accadendo, lo vide lottare per spezzare il filo di luce che univa ancora la sua bacchetta a quella di Harry; Harry strinse più forte la sua, con tutt'e due le mani, e il filo d'oro rimase intatto. << Non intervenite se non ve lo ordino! >>
 
E poi una musica ultraterrena e bellissima pervase l'aria...veniva da ogni filo della rete intessuta di luce che vibrava attorno a Harry e Voldemort. Era una musica che Harry riconobbe, anche se l'aveva udita solo una volta prima d'allora...il canto della fenice...
 
Per Harry fu la musica della speranza...la cosa più bella e benvenuta che avesse mai udito...gli parve che la canzone fosse dentro di lui invece che attorno a lui...era la musica che collegava a Silente, ed era quasi come se un amico gli stesse parlando all'orecchio...
 
Non interrompere il contatto.
 
' Lo so ' disse Harry alla musica, ' lo so che non devo...' ma l'aveva appena pensato che la cosa divenne molto più difficile a farsi. La sua bacchetta prese a vibrare più intensamente che mai...e anche il raggio tra lui e Voldemort cambiò...era come se grosse perle di luce scivolassero su e giù per il filo che univa le bacchette. Harry sentì la sua sussultare nella mano, mentre le perle di luce cominciavano a scorrere lente e decise dalla sua parte...ora il raggio di luce si muoveva verso di lui, si allontanava da Voldemort, e sentì la bacchetta vibrare rabbiosa...
 
Mentre la perla di luce si avvicinava alla punta della bacchetta di Harry, il legno tra le sue dita divenne così caldo che temette di vederlo prendere fuoco. Più la perla si avvicinava, più forte vibrava la bacchetta; era certo che non sarebbe sopravvissuta al contatto; aveva l'impressione che stesse per andare in pezzi tra le sue dita...
 
Prima che Harry potesse cedere o potesse trovare un modo di fermarla, la prima perla toccò la sua bacchetta, che esplose tra le sue dita, l'aria si riempì del rosso dell'incantesimo disarmante, e Harry sbattè contro la rete. La sua schiena bruciò e la canzone della fenice non fu più così amichevole, così rassicurante, ma stava urlando nel suo orecchio, Alzati! Alzati! E Harry alzò le palpebre in tempo per vedere la luce della rete cambiare in un verde malaticcio- verde come la Maledizione che Uccide- prima che il suo intero mondo diventasse nero e doloroso.

 
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722 d.C.
 
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Salazar stava camminando lungo il sentiero, osservando il sole tramontare oltre l'orizzonte, e pensando che sarebbe stata una buona idea trovare un posto dove accamparsi per la notte, quando ci fu all'improvviso l'urlo del canto degli uccelli attorno a lui. Immediatamente sfoderò la sua spada, la mano sinistra impugnava la bacchetta nascosta a un segno di un nemico magico e si guardò intorno, cercando di trovare la direzione effettiva dello stridio.
 
Un'esplosione di luce dorata dalla linea degli alberi entrò nel suo campo visivo, e la canzone cadde morta, lasciando dietro di sé un silenzio inquietante che fece venire la pelle d'oca a Salazar.
 
Considerò la direzione del lampo per un lungo momento prima di rilassare la sua posizione e avviarsi, cautamente, verso gli alberi. La luce dorata era segno di magia, e per quanto volesse evitare di farsi coinvolgere in battaglie magiche mentre era solo e via per lavoro, la sua coscienza non gli permetteva di andare avanti sapendo che qualcuno poteva essere ferito. Il suo maestro gli aveva spesso detto che era compito di chi aveva la magia occuparsi degli altri detentori di magia. Gli dei sapevano che nessun altro lo avrebbe fatto.
 
Lentamente, i soliti rumori degli animali tornarono nell'aria e Salazar si rilassò, quasi contro la sua volontà, con la certezza che qualunque pericolo ci fosse era sparito. Prese in considerazione l'idea di continuare per la propria strada- doveva ancora accamparsi per la notte- ma non c'era traccia di nulla che fosse fuori posto e quello era stato decisamente un evento di natura magica.
 
Trovò la fonte della luce- o almeno la vittima di tale- non lontano all'interno della linea di alberi. Un ragazzo giaceva a faccia in giù in una chiazza di erica. Delle linee incrociate di ustioni erano incise sulla schiena, sulle gambe e sulle braccia, avevano stracciato una veste rossa sporca e i capelli neri bruciacchiati. Le sue mani- o almeno quello che poteva vedere Salazar da sotto i bordi delle vesti da dove spuntavano- erano coperte da un rosso vermiglio, il sangue sgorgava dalle ferite che erano sui suoi palmi e tingevano l'erica rosa di rosso.
 
Salazar pensò, da lontano, che quella persona- uomo? ragazzo? - doveva aver attraversato l'inferno andata è ritorno. Se fosse morto....
 
No. La schiena ustionata si alzò- tremando per il dolore tremendo che probabilmente provava- e trattenne il respiro. E Salazar sapeva, con la stessa certezza con cui sapeva che sua madre lo amava, che non avrebbe mai potuto abbandonare qualcuno così tanto ferito.
Che fosse vivo era un miracolo e se avesse superato la notte che lo attendeva era per la volontà degli Dei, ma Salazar avrebbe fatto tutto il possibile, indipendentemente dai suoi doveri; Godric, Rowena e Helga avrebbero capito.

 
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Harry si svegliò lentamente, sentendosi come se fosse sepolto sotto centinaia di coperte, ma quando provò a muoversi per toglierle, il dolore gli attraversò la schiena e le braccia. Emise un sibilo.
 
Sentì un tintinnio e subito dopo una mano si appoggiò sulla sua fronte. Attraverso la nebbia, sentì un mormorio come di un discorso, ma il sonno lo stava di nuovo richiamando a sé e non gli importò più di nulla.

 
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La volta successiva in cui si svegliò, fu all'improvviso. Ricordando il dolore di prima- e, vagamente, il fatto che la rete dorata lo aveva ustionato quando l'aveva urtata- rimase immobile mentre apriva gli occhi.

 
Ciò che incontrò non era il soffitto crepato dell'ala dell'ospedale, come si era aspettato, ma un soffitto di stoffa verde scuro e una lanterna sospesa 'Dove sono?'
 
Captò un rumore di tessuti scostati e Harry girò la testa per vedere da dove veniva quel rumore. Un uomo con lunghi capelli neri fino al mento e gli occhi di un colore inquietantemente simile a quelli di Harry stava scivolando all'interno da quella che sembrava essere l'entrata di una tenda.
Teneva una ciotola di pietra in una mano e una spada inguainata picchiava contro la sua gamba, attaccata ad una cintura di pelle indossata sopra una camicia troppo lunga o un abito molto corto 'tunica' gli rispose una voce nella mente che suonava sospettosamente come quella di Hermione.
 
L'uomo guardò Harry e sbattè le palpebre, poi le sue labbra si arricciarono con un sorriso e si fece avanti, dicendo “Þú bist wæccende! Þú bist hál? “
 
Harry lo fissò per un momento, poi grugnì “Io…non...parli inglese?”
 
L'uomo si accigliò "Englisc? Íc ágitaþ ne...” sospirò e scosse la testa “Ungelícu geþéodeu...? Ah!” sorrise a Harry, che lo stava fissando come se fosse un folle “íc eftgemyndge þone galdorcwide!” estrasse una bacchetta e, prima che Harry potesse pensare di essere in pericolo, l'uomo fece un movimento recitando “efengedæle geþéode”.
 
Harry chiuse gli occhi all'incantesimo di conoscenza. Senza alcun motivo ora capiva la lingua che l'uomo parlava, era inglese – la forma dell'inglese conosciuta come “Englisc” - e sapeva che poteva scriverla e parlarla. Era…strano.
 
“mi capisci adesso, ragazzo?” Chiese l'uomo e Harry sapeva che stava parlando in Englisc, ma lo comprendeva come se stesse parlando in inglese moderno.
 

“Si-ehm, si. Scusa” scosse la testa e alzò lo sguardo verso l'uomo, trovando più semplice parlare questa nuova-vecchia? - lingua di quanto pensasse, ma doveva ancora metabolizzarla completamente.
 
Il viso dell'uomo si rilassò e sorrise “bene. Come ti senti? La tua schiena dovrebbe essere migliorata”
 
Harry si mosse cautamente e fu sollevato quando non sentì dolore “Oh, si” sospirò in inglese moderno e l'altro si accigliò “ah, diamine! Si” si corresse facendo una smorfia “mi ci vorrà un po' per abituarsi”

 
l'uomo annuì, sorridendo “già.  Ho sbagliato alcune volte su altre persone, prima che trovassimo un modo per trovare un modo per parlare la stessa lingua” al curioso cipiglio di Harry, decise di spiegare “l'incantesimo può essere lanciato solo una volta ogni ventiquattro ore per una sola persona alla volta, e io e Godric eravamo gli unici a parlare la stessa ling-stai bene?”
 
Harry scosse la testa e chiuse gli occhi “Godric Gryffindor?” squittì

 
“lui” confermò l'uomo, spostando uno sgabello e sedendosi vicino alla branda in cui Harry giaceva “lo conosci?” chiese, mentre evocava dell'acqua per il ragazzo
 
“i-” Harry scosse la testa “dannazione” mormorò in inglese prima di passare al Englisc e dicendo “so di lui. Non è che per caso sei Salazar Slytherin?”
 

l'uomo sbattè le palpebre sorpreso “Lo sono”
 
“per le palle di Merlino. Perchè questa merda capita sempre a me?” si lamentò, chiudendo gli occhi e resistendo all'impulso di sbattere la testa contro il cuscino sotto il suo capo.
 
“e il tuo nome?” chiese Salazar, resistendo all'impulso di chiedere al ragazzo di usare la lingua che gli aveva insegnato; era ancora abituato alla sua lingua madre, quindi era naturale che la usasse, a meno che non si sforzasse per non usarla. Alcune settimane a parlare in Englisc e si sarebbe abituato.
 
Harry sospirò “Harry Potter” si presentò, immaginando di essere abbastanza lontano nel passato che usare il suo vero nome non avrebbe causato
distorsioni nella linea temporale. E, se così fosse successo, non gli sarebbe importato “mi dispiace, io-per caso mi sai dire la data?”
 
“tre giorni dopo Mabon” disse Salazar
 
“Mabon” ripeté Harry
 
“l'equinozio d'autunno?” Salazar sospirò “hai dormito per cinque giorni”
 
“Cin...Per le pa...Cazzo, perchè questa merda capita sempre a me?” ridomandò Harry, senza accorgersi che stava usando la sua lingua madre quando non trovava le invettive in Englisc “non è bastato attraversare un labirinto e incontrare Voldemort, no, dopo vengo balzato indietro nel tempo e resto incosciente per cinque giorni? Dio mi odia o qualcosa del genere?”
 
“Cristiano. Ovvio” mormorò Salazar, avendo riconosciuto il nome del dio della setta appena formatasi durante il suo sfogo nella lingua che non capiva, prima di posare una mano sulla spalla del ragazzo “Harry”

 
il ragazzo sospirò e chiuse gli occhi, rassegnato “scusa. Solo....mi dispiace. È stata una settimana pessima”
 
“non ne dubito”
 
Harry aprì la bocca per chiedere all'uomo come avrebbe potuto saperlo, poi si ricordò delle sue ferite e fece una smorfia “Si...”
 
Salazar inclinò la testa da un lato “che cosa è successo? Tutto quello che ho visto è stata una luce dorata”
 
“luce dorata?” Harry mormorò accigliato. Quindi scosse la testa e disse “è complicato”

 
“queste cose spesso lo sono” concordò seccamente Salazar “ma mi piacerebbe che tu me lo dica; non ho mai visto ferite del genere, e raramente una persona giovane come te è ferito così gravemente. Se fossi stato non magico, saresti morto”
 
Harry sentì un brivido lungo la schiena e deglutì; sarebbe quasi morto, sarebbe morto se Salazar Serpeverde non fosse stato nelle vicinanze “i.…” la sua voce si spezzò e scosse la testa “qual è l'anno?”
 
Salazar sollevò un sopracciglio “l'anno?” chiese, aggrottando le sopracciglia mentre pensava “segui il calendario cristiano?”

 
Harry sbattè le palpebre alcune volte 'calendario cristiano? È basato dalla nascita di Cristo, giusto?' “Uhm, si. Penso.”
 
“Oh?” ripeté Salazar scuotendo il capo “dunque, credo che questo sia l'anno settecentoventidue”
 
Harry chiuse gli occhi sentendosi male. Razionalmente sapeva che era centinaia di anni nel passato, essendo seduto in una tenda con Salazar Slytherin. Ma un conto era sapere di essere lontano da casa e uno sapere esattamente quanto si era distante da questa.
 
“Harry” chiese Salazar, toccandogli di nuovo la spalla.
 
“scusa” sussurrò l'altro, fissando quegli occhi verdi simili ai suoi “cosa sai dei viaggi temporali?”

 
“molto poco” ammise Salazar, mentre nei suoi occhi si iniziavano a formare delle supposizioni “se fosse il volere degli Dei, potrebbe accadere. Hai viaggiato nel tempo?”
 
“di oltre mille anni” concordò il giovane. Quando Slytherin annuì non discutendo la veridicità delle sue parole Harry chiese “mi credi?”
 
Salazar si strinse nelle spalle “ciò risponderebbe a delle domande” disse, quando l'altro aggrottò le sopracciglia, confuso, Salazar spiegò “le tue vesti erano di una trama e un tessuto diversi da quelli che ho visto fino a ora, così come le tue calzature. E la tua lingua, ci sono stati momenti in cui ho capito delle parole, ma conosco tutte le lingue dell'isola e tu non parlavi nessuna di queste. Anche l'oggetto che indossavi sugli occhi era strano”

 
“i miei occhiali? giusto dove sono? E com'è possibile che ci veda?” aggiunse Harry, ricordando di essere riuscito a vedere Salazar senza problemi come era entrato nella tenda.
 
“i tuoi occhiali non sono sopravvissuti al viaggio” spiegò l'uomo “e non ero certo della mia capacità di ripararli. Ho usato un incantesimo che aggiusta la vista. Deve essere rilanciato ogni cinque anni, ma è molto più semplice che utilizzare oggetti per gli occhi.”

 
“oh. Beh, grazie. Dorò imparare quell'incantesimo...” l'espressione di Harry si scurì mentre ricordava un altro problema “non dovrei avere la mia bacchetta?”
 
Salazar scosse la testa “non ho visto nessuna bacchetta, anche se devo ammettere, in quel momento era l'ultima delle mie preoccupazioni”
 
Harry sospirò e annuì “giusto. Non c'è qualcuno che me ne potrebbe procurare una?
 
“se lo troviamo, il Maestro Ollivander potrebbe fabbricartene una”

 
Harry sorrise al nome famigliare “bene, allora. Non sono sicuro di come la pagherò...”
 
“il Maestro Ollivander di solito non richiede un pagamento” disse Slytherin “troppi maghi hanno poco o nulla da offrire in cambio, quindi le crea gratuitamente. Se riesci a donargli un materiale raro, ne sarà grato, ma non richiede mai nulla.”

 
“oh...”
 
Salazar lo considerò per un momento, poi commentò “probabilmente è meglio che io non sappia cosa ti è successo per proteggere la linea temporale.”
 
“oh, sì.” concordò il giovane.
 
L'altro annuì “ti chiedo solo questo: c'è anche una minima possibilità che chiunque-o qualunque cosa- ti abbia fatto ciò possa seguirti qui?”
 
Harry ripensò alla lotta disperata nel cimitero e a tutto ciò che sapeva su Voldemort. Nonostante sapesse che l'uomo avrebbe fatto di tutto per tornare al periodo dei fondatori, dubitava che Voldemort ne avesse la possibilità. E c’erano poche possibilità che considerasse ancora vivo Harry per causargli altri problemi, almeno che non avesse impedito la nascita di Voldemort (per quanto questa idea fosse allettante, Harry non era certo di riuscire a uccidere Salazar, il mago gli aveva salvato la vita, che avrebbe ripagato dimenticandosi di quell'idea)
 
Alla fine Harry scosse la testa “no. Anche se pensasse che sia sopravvissuto non saprebbe dove cercarmi. Molto probabilmente, pensa che io sia morto.” Harry toccò il taglio guarito sul braccio, da dove Wormtail aveva preso il suo sangue, e scacciò l'impulso di piangere quando si ricordò dei suoi amici e di Sirius, che non avrebbe più rivisto “e ha ragione” aggiunse in un sussurro

 
Salazar toccò la spalla del ragazzo, gli si strinse il cuore alla vista degli occhi persi dell'altro “dormi, Harry” suggerì “aiuterà”
 
Harry si domandò se fosse la verità, ma girò la testa e chiuse lo stesso gli occhi, ricordando Ron e Hermione e Sirius e cercando di non provare troppo dolore.

 
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Appena fu certo che Harry stesse dormendo, il suo respiro leggero e regolare, Salazar si sdraiò sulla sua branda e iniziò a pensare.
 
I suoi primi pensieri, da quando aveva trovato il ragazzo, erano stati per le sue ferite: come poteva un ragazzo così giovane avere un nemico così intenzionato a ferirlo? Che tipo di persona sarebbe stata capace di far così tanto male a un bambino? Era questo il futuro che si prospettava? Uno in cui la magia veniva usata per ferire gravemente- torturare, da ciò che aveva appreso su una maledizione del dolore a lui sconosciuta- e forse con l'intento di uccidere dei bambini?

 
“la violenza genera violenza” era uno delle frasi che usava più spesso il Maestro di Salazar, ma ora si chiedeva che tipo di violenza avesse fatto questo ragazzo al suo nemico da finire in punto di morte.
 
'non conosco i fatti' si ricordò Salazar, sospirando 'solo perchè non ho letto violenza nell'animo del ragazzo non significa che sia innocente.'
 
 
Eppure Salazar era un legilimens di tale abilità che gli serviva solo un breve momento per entrare nella mente di un altro per capire il loro carattere. E in quel ragazzo leggeva un'anima gentile; maltrattato e disposto a combattere per proteggere sé stesso e gli altri. Ma comunque gentile. Non c'era volontà di far del male a qualcun'altro, anche quando i suoi pensieri si erano rivolti a colui che gli aveva fatto del male. C'era stata rabbia, quella sì, e un bisogno di giustizia, ma nessuna brama di sangue.
 
Salazar distolse i suoi pensieri dalle ferite del ragazzo e si concentrò, invece, su ciò che aveva appreso del suo passato
'non è molto' pensò l'uomo 'ma forse è abbastanza'.
 
Veniva dal futuro, lontano nel futuro. Salazar se lo era chiesto, quando aveva avuto il tempo per osservare gli abiti rovinati del ragazzo, ma non ne era certo, e non avrebbe mai immaginato che venisse da così tanto tempo in là. Poteva trovare un modo per riportare il ragazzo a casa? Avrebbe cercato un modo, sia per proteggere la linea temporale, sia per riportare il ragazzo alla sua famiglia.
 
E c'era una sorta di famiglia da cui tornare, se i flash che aveva visto nella mente del ragazzo erano accurati. Un uomo- il padre? Lo zio? - e un ragazzo e una ragazza più o meno della stessa età di Harry- amici intimi? Fratelli? - c'erano stati altri volti, ma nessuno così limpidi prima che Harry
scacciasse il pensiero. Harry si era sentito triste e ferito dal pensiero di non rivederli più, ma c'era stata anche una sorta di rassegnazione, come se si aspettasse che succedesse.
 
'che dolori hai sopportato, Harry Potter, da rassegnarti così facilmente a una vita lontana dalla tua famiglia e dai tuoi amici?'
 
Salazar ammise a sé stesso che, rifiutandosi di indugiare ulteriormente sul passato del ragazzo, si era precluso la possibilità di conoscere completamente la verità su chi fosse Harry Potter. Poteva imparare a conoscere la persona, ma non avrebbe mai potuto sapere tutto del ragazzo.
 
Mentre il sonno reclamava Salazar il suo ultimo pensiero fu ' mi chiedo se Hogwarts ci sarà ancora fra mille anni. I nostri nomi sembrano essere conosciuti...'
 
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Harry si svegliò al suono di alcune voci. Erano attutite delle pareti della tenda, ma arrivavano abbastanza distintamente attraverso la fessura della porta, riportandolo con i ricordi a Hermione e Ron. Credeva di aver riconosciuto la voce di Salazar ' hai incontrato un fondatore!' si affrettò a ricordargli l'Hermione in lui, ma l'altra voce maschile non la riconosceva.
 
Beh, Harry non era capace di restare sdraiato a letto - ne aveva avuto abbastanza per quella settimana, per tutto quello che non riusciva a ricordare- e si sentiva più che bene per alzarsi e vedere cosa stesse succedendo. Spinse indietro le coperte, poi arrossì quando si accorse che era nudo e non c'era nulla da potersi infilare vicino al letto 'non avrebbe potuto evocarmi degli abiti?' brontolò nella sua mente mentre toglieva la coperta meno ruvida delle tre e se la legò in vita.
 
Harry fece capolino dalla porta della tenda e trovò Salazar in piedi di fronte a un uomo alto con una folta criniera di capelli rossi. Lo sconosciuto indossava vesti rosse mentre quelle di Salazar erano verdi, e ciò induceva Harry a pensare al Natale. Soffocò un sorriso.
 
“-nessuna scusa per evitare i tuoi doveri, Salazar!” gridò l'uomo in rosso “non mi importa di quanti serpenti hai trovato-”
 
“che cosa hai contro i serpenti?” chiese l'altro con freddezza, senza alzare il tono di voce al contrario del compagno “e come ho detto nel messaggio, questo è importante-”
 
“la tua idea di importante e la mia differiscono notevolmente” sbottò l'uomo più alto
 
“ovviamente.”
 
“forse se mi avessi detto cosa era così dannatamente importante da dover oziare nella foresta per una settimana...”
 
“non sono affari tuoi e ti sarei grato se non insistessi” ribatté Salazar “se sei così preoccupato per il tempo che stiamo sprecando mentre sono in vacanza-”
 
“vacanza” lo derise l'altro uomo
 
“-quindi dovresti essere là fuori a ricoprire anche il mio ruolo”
 
“non è un mio compito reclutare la tua…” l'uomo più alto sbattè le palpebre, notando infine la figura in piedi sulla porta della tenda, una coperta avvolta intorno alla sua vita “Salazar, chi è quello?”
 
“chi è chi?” chiese l'altro, ma si stava già girando a vedere. La lieve irritazione che provava per l'altro uomo svanì quando vide il ragazzo sulla soglia, solo per essere sostituita dalla preoccupazione “Harry, non dovresti alzarti”
 
“io…” Harry fece una pausa e si prese un momento per ricordarsi di parlare in Englisc, quindi ricominciò “mi sento bene.”
 
“solo perché ti senti bene non significa che dovresti uscire dal letto. Vai.”
 
Harry si accigliò “chi sei, mia madre?” borbottò in inglese.
 
“ora.” Ordinò Salazar, non avendo bisogno di una traduzione per indovinare cosa avesse detto l’adolescente; aveva abbastanza famigliarità con quel tono di voce e quel linguaggio del corpo.
 
“vado.” Mormorò Harry e ritornò all’interno della tenda.
 
Dietro Salazar, l’uomo più grande trasse un respiro strozzato, e Salazar sapeva che aveva visto l’incrocio di cicatrici che coprivano la schiena e le braccia di Harry, causate dalle bruciature che non era stato in grado di curare completamente, nonostante tutto ciò che aveva usato.
Onestamente, era stato fortunato che si fossero richiuse del tutto. Le ferite sulle mani, nel gomito interno, e gamba di Harry, erano guarite con pochi o nessun problema, ma i segni sulla schiena no.
 
“lo avresti dovuto dire” disse l’uomo, la voce addolcita dal dolore,
“voi tre sareste semplicemente corsi qui e avreste chiesto di rimanere” rispose Salazar, girandosi verso il suo interlocutore. “avrei dovuto continuare a buttarvi fuori perdendo la concentrazione. È stato già abbastanza difficile guarirlo senza distrazioni; sarebbe morto se voi foste stati qui, Godric.”
 
Godric Gryffindor trasalì “suppongo che sia così” ammise. Per quanto odiasse ammetterlo, Salazar probabilmente aveva ragione; dei quattro amici, era il miglior guaritore magico e pozionista, avendo studiato per un tempo sotto la guida del miglior guaritore del loro tempo. “beh, adesso lo so” sottolineò speranzoso.  
 
Salazar gli scossò un’occhiata saputa, poi sospirò “oh, molto bene. Ma tu non farai venire qui Rowena e Helga per controllarlo.” Disse, socchiudendo gli occhi al sorriso compiaciuto di Godric, che scomparì alle sue parole. “quando Harry starà abbastanza bene per viaggiare, lo porterò con me al castello e potrete coccolarlo a vostro piacimento lì.”
 
Godric sospirò “molto bene. Ho il permesso di dire alle signore del perché hai deciso di andare in vacanza? O, se mi va bene, mi maledirai se lo menziono?”
 
Salazar lo considerò, poi scrollò le spalle “puoi dirglielo fintanto che impedirai che mi diano il tormento.”
 
Godric ruotò gli occhi. “certo, Salazar. Potrei incontrare il ragazzo, ora? Harry, l’hai chiamato?”
 
Salazar annuì e fece strada all’interno della tenda. Fu felice di scoprire che Harry era tornato nella sua cuccetta, sebbene il ragazzo fosse un po’ accigliato. La sua espressione si illuminò quando vide Salazar, ma poi divenne leggermente diffidente alla comparsa di Godric dietro di lui. “Harry” disse Salazar “questo è Godric Gryffindor. Godric, Harry Potter.”
 
La diffidenza sparì in fretta come sentì il nome di Godric e Harry sorrise “Salve!”
 
“salve, giovane Harry” rispose Godric, richiamando lo sgabello che Salazar usava di solito e sedendosi accanto al giaciglio “quindi tu sei il segreto che ha tenuto Salazar così a lungo lontano dai suoi doveri”
 
“Godric!” sibilò Salazar, fissando il suo amico.
 
“sì, mi dispiace per ciò” mormorò Harry, abbassando lo sguardo sulla coperta.
 
Godric sospirò “non prenderla così, figliolo. Salazar stava cercando dei bambini per la nostra scuola comunque; trovarti non è stato un completo abbandono dei suoi doveri, più come una deviazione.”
 
Gli occhi verdi fecero capolino da sotto il ciuffo di capelli neri “nuova scuola?” ripeté, la curiosità trapelava dalle sue parole.
 
“ah. Salazar è stato così impegnato a farti da madre da essersi dimenticato di menzionare Hogwarts?” domandò Godric, ridacchiando.
 
Le labbra di Harry si aprirono in un sorriso che però non raggiunse gli occhi “qualcosa del genere” concordò, e un rapido accenno di legilimanzia disse a Salazar che il ragazzo stava ricordando di aver dormito per cinque giorni. 
 
devo insegnargli a chiudere la mente’ rifletté Salazar ‘è troppo pericoloso per lui andare in giro con la mente così aperta, non con la conoscenza del futuro che ha.
 
“beh, è in questa gigantesca fortezza di pietra che abbiamo ristrutturato; un castello, che l’abbiamo fatta” spiegò Godric, il volto illuminato mentre iniziava a parlare del suo nuovo argomento preferito. “noi- Salazar, Rowena, Helga e io- ci siamo dati tempo fino a Yule per trovare degli studenti e, forse, alcuni membri dello staff perché, sai, non puoi tenere una dozzina di bambini che scorrazzano per il castello e nel contempo avere pochi adulti per guardarli, fare da mangiare e tenere pulito.”
 
Harry rise “no, certo che no. Quindi quando inizierete a insegnare a questi bambini? Man mano che compaiono?”
 
Godric scosse la testa, il sorriso che si allargò dopo aver trovato un pubblico interessato “subito dopo Yule, ma, se necessario, stiamo accogliendo bambini che non hanno nessun altro posto dove andare prima di allora” fece una pausa, l’espressione diventata seria “posso presumere che ti unirai a noi per Yule?”
 
Il sorriso di Harry svanì per un attimo prima che si costringesse a rindossarlo “penso di sì” concordò.
 
Godric gli toccò il ginocchio coperto dalla coperta e sospirò “mi dispiace, figliolo, per la tua perdita” disse “nonostante ciò, ti devo chiedere come ti sei procurato le cicatrici sulla schiena.”  
 
Harry sbatté le palpebre sorpreso mentre Salazar sbottò “Godric!”
 
“se c’è un mago nella zona che ferisce i bambini, dobbiamo far si che le famiglie lo sappiano” insistette Godric, voltandosi in direzione di Salazar.
“scusatemi” interruppe Harry, gli occhi acuti per la nascente comprensione “cicatrici sulla mia schiena?”
 
Godric chiuse di scatto la bocca, incredulo. Fu Salazar a parlare, commentando “non le ha ancora viste” mosse la sua bacchetta, evocando uno specchio dietro al ragazzo e disse “ecco.”
 
Harry prese un profondo respiro, poi girò la testa per vedere oltre le sue spalle. Fece una smorfia al ricordo del dolore provato a causa di quelle linee incrociate incise sulla sua pelle- era improbabile che avrebbe mai dimenticato il dolore provato quando aveva colpito quella rete dorata- quindi si rigirò verso i due adulti “se n’è andato da un pezzo” disse tranquillamente a Godric “ha lasciato le isole, ormai” aggiunse, ricordandosi la parola usata da Salazar per indicare la Gran Bretagna il giorno prima.
 
“non ero certamente inconsapevole del potenziale pericolo” aggiunse seccamente Salazar “mi stai insultando se pensi che non abbia già esaminato questa possibilità”
 
Godric emise uno sbuffo divertito “non intendevo insultarti, Salazar. Semplicemente ho pensato che essendo occupato a prenderti cura di Harry…”
 
“mi sento insultato, Godric” commentò Salazar.
 
Godric ridacchiò “no, tu vuoi solo mantenere il punto.” Si alzò in piedi “molto bene, Salazar. Lascerò tutto nelle tue sapienti mani”
 
“finalmente” mormorò Salazar.
 
Godric ridacchiò “ti avverto ora, tuttavia, che posso prometterti che riuscirò a mantenere il controllo su Helga per un’altra settimana, quindi non prenderla per le lunghe.”
 
Salazar sogghignò “prendile la bacchetta e chiudila in una credenza.”
 
Godric si voltò verso Harry, sorridendo. "Harry, ci vediamo quando ti unirai a noi al castello. Fino ad allora, concentrati sulla guarigione e ignora Salazar se diventa scontroso."
 
Harry ha coperto il suo sorriso. "Va bene. Arrivederci, Signore."
 
"Godric", insistette l'uomo e Harry annuì.
 
"Fuori", ordinò Salazar e l'uomo più grande lo fece, ridendo. Dopo un momento di silenzio, Salazar si rivolse a Harry e chiese, " era come te lo aspettavi?"
 
Harry scrollò le spalle e scosse la testa. "Ho cercato di non avere aspettative", ammise. "Mi ha ricordato un po' di... " La bocca di Harry si chiuse mentre i suoi pensieri lo catturavano e fece un respiro profondo per contrastare la tristezza. "Mi ricorda il mio migliore amico," Harry finalmente finì tranquillamente.
 
Salazar prese il posto accanto alla cuccetta di Harry. "In che modo?" chiese, ricordando il rosso che aveva visto nei ricordi del ragazzo il giorno prima. C'era un certo grado di somiglianza con Godric nel colore dei loro capelli.
 
Harry considerò la domanda per un momento, incerto se potesse parlare dei suoi amici senza farsi troppo male o inquinare la linea temporale. 'Più di mille anni', si ricordò Harry. 'E Hermione mi dice sempre di parlare di quello che mi preoccupa.’
 
"Ron..."Harry aggrottò la fronte davanti ai suoi occhi "Beh, Ron ha i capelli rossi, come Gryffi–"
 
“chiamalo Godric, Harry” lo interruppe gentilmente Salazar.
 
Harry sbatté le palpebre. "Oh. Ma...sarà il mio insegnante, giusto? Forse?"
 
Salazar sbuffò. "Forse. Ma se vai in giro a chiamarlo Gryffindor, potresti confonderlo con suo figlio o sua moglie."
 
"Ha una famiglia?" Chiese Harry, sporgendosi in avanti. "E il resto di voi?"
 
 
Salazar sospirò. ovviamente il ragazzo era interessato a conoscere lui e i suoi compagni come Salazar lo era di conoscere Harry. "Godric ha una moglie, Bernia, e un figlio, Kenric; Rowena ha un marito, Holden, e una figlia, Helena; e Helga ha un marito, Roscoe, una figlia, Ramona, e un figlio, Conrad. io non sono mai stato sposato."
 
Harry sorrise. "Non sapevo nulla di tutto ciò", ammise. "Voglio dire, Conosco voi – Godric e Ra-Rowena e Hu-Helga e voi-ma non sapevo nulla delle vostre famiglie."
 
 
"Sono sicuro che imparerai tutto delle nostre sordide storie", disse Salazar seccamente e Harry sorrise. "Parlami di Ron."
 
Gli occhi di Harry si strinsero con sospetto, mentre il sorriso svaniva. "Perché?"
 
Le labbra di Salazar si contrassero con un sorriso. "Perché sono curioso", ammise.
 
Harry lo considerò per un momento, poi disse: "era il mio primo amico. Ci siamo incontrati sul..."Aggrottò le sopracciglia mentre cercava di trovare una parola per 'treno' in inglese, solo per ricordare che i treni non esistevano ancora. "Ah. Ci siamo conosciuti sulla strada per Hogwarts, allora. Suppongo che sia così."
 
"Credi?" Salazar ripeté, divertito.
 
"Il metodo di trasporto che usiamo non esiste ancora", replicò Harry. Poi la realizzazione lo colpì come un secchio di ghiaccio, e corresse, " usavo."
 
"Era il tuo primo amico?" Salazar interruppe, rifiutandosi di lasciare che il ragazzo rimanesse sconvolto a lungo.
 
"Eh? Oh, si'. Mio cugino picchiava chiunque cercasse di farmi amicizia. Era un muggle", ha aggiunto Harry.
 
"Un...cosa?"
 
Harry accigliato e ripensò a quello che aveva detto. "Un mugg-Oh! “Harry ha impiegato un minuto per risolvere la parola di cui aveva bisogno, poi spiegò " Non magico. Li chiamiamo muggles."
 
Salazar alzò un sopracciglio. "Capisco." Si alzò e si avvicinò alle sue scorte di cibo per trovare qualcosa da mangiare per entrambi "Continua a parlare" suggerì.
 
Così Harry lo fece. Spiegò tutto sulla grande famiglia di Ron, inciampando su come riferirsi al signor Weasley, a Percy e ai lavori di Bill e facendo attenzione a non usare il loro cognome. Giusto in caso.
 
E quando Harry finì di parlare dei Weasley, menzionò Hermione: "l'altra mia amica è Hermione. È la strega più brillante del nostro anno. Entrambi i suoi genitori sono non magici, quindi a volte viene chiamata con dispre–"
 
"Perché?" Salazar chiese, onestamente confuso sul perché questo dovrebbe essere un problema.
 
 
Harry aprì la bocca per rispondere, poi la chiuse e aggrottò le sopracciglia. 'Ho cercato di non avere aspettative', aveva detto di Godric, e mentre ciò era per lo più vero per gli altri tre fondatori, aveva delle aspettative su Salazar: odiatore di muggles, contro coloro che non erano Purosangue a Hogwarts, piuttosto simile a Snape.
 
Ma Salazar non era come Snape. Era un po' sarcastico, a volte, certo, ma aveva trattato bene Harry, piuttosto che trattarlo come se fosse dello sporco sui suoi stivali. Non aveva reagito in nessun modo al commento di Harry sul fatto che suo cugino fosse un muggle, oltre a chiedere cosa fosse un -muggle-.
 
 
"Harry?"
 
Harry scosse la testa. "Mi dispiace. Uhm, in futuro, c'è un folto gruppo di purosangue – coloro che possono rintracciare la magia nella loro famiglia risalendo a molte generazioni precedenti – che pensano che quelli con genitori non magici non meritino di imparare la magia, perché non sono streghe e maghi veri. O qualcosa del genere."
 
"Assurdo!" dichiarò Salazar. "Chi sono questi sciocchi per discutere il disegno degli Dei? Quelli dotati di magia sono stati creati per una ragione, ed è loro diritto di nascita imparare ad usare la magia al massimo delle loro capacità. Ecco perché stiamo costruendo Hogwarts, cosicché tutti possano imparare la magia, non solo quelli privilegiati o abbastanza fortunati da avere accesso a qualcuno che è disposto ad assumere un apprendista."
 
Harry sorrise apertamente all'uomo, immaginando la reazione di quei purosangue a casa se Salazar Serpeverde si presentasse per chiamarli tutti idioti quando credevano che fosse della loro stessa idea. "Al nostro secondo anno", disse, " Mal– Draco ha chiamato Hermione Mudblood – è l'insulto assolutamente peggiore per qualcuno con genitori non magici- e siamo stati con un gruppo di anni superiori di G – ehm. Di anni superiori, e gli hanno quasi strappato la faccia."
 
"Gli sta bene", dichiarò Salazar e Harry annuì. "Hai provato a fare qualcosa su questo bambino?"
 
"Era la prima volta che sentivo la parola" ammise Harry. "Sono stato cresciuto da non-magici, vedi, quindi sono sempre stato un po' dietro rispetto a Ron e agli altri che sono stati cresciuti da magici."
 
 
 
"Come hanno fatto i tuoi insegnanti a gestirlo? Le diverse quantità di conoscenza, voglio dire," chiese Salazar, e Harry sentì l'incertezza di iniziare una scuola per la prima volta nella storia del mondo magico nella sua voce.
 
Harry considerò la sua risposta prima di rispondere lentamente: "beh, suppongo che ci abbiano insegnato allo stesso modo. Hanno scelto una via di mezzo; quegli studenti che erano avanti hanno rispolverato i concetti e potevano studiare il programma da soli, e quelli che erano dietro ricevevano l’aiuto dai loro professori al di fuori delle lezioni o dai loro compagni di studio. Voglio dire, a parte difesa, i professori sono tutti lì da un po', quindi probabilmente avevano trovato il miglior compromesso per insegnare a tutti."
 
"E il tuo...Difesa?"
 
"Difesa contro le Arti Oscure", chiarì Harry dopo aver esaminato la sua nuova lingua per trovare le parole che meglio avrebbero eguagliato quella che dava il nome alla classe. "C'è una maledizione sulla posizione, quindi abbiamo sempre avuto un professore diverso per ogni anno, poi se ne andavano. È.…non è stato facile, " finì ironicamente.
 
"No, Non lo sarebbe", concordò Salazar, sghignazzando in simpatia. "Erano almeno buoni insegnanti?"
 
"Oh, più o meno metà e metà", rispose Harry con leggerezza, dopo essersi rassegnato alla maledizione intorno al periodo in cui Lockhart si era obliviato. "Il primo anno abbiamo avuto un balbuziente che era tipo posseduto da–" Harry fece cenno alla schiena e scosse la testa. Salazar annuì comprendendo, combattendo per non digrignare i denti al pensiero del mago che aveva fatto del male al ragazzo. "Non era troppo male, se ignoravi la balbuzie. E i suoi tentativi di uccidermi. Il secondo anno è stata una truffa bella e buona, ma l'anno scorso e quest'anno sono stati entrambi eccellenti."
 
Salazar si schiarì la gola. "Sei sorprendentemente calmo di avere un mago che sta cercando di ucciderti."
 
Harry aggrottò le sopracciglia. "Ci sono abituato", ammise "Ha ucciso i miei genitori quando avevo un anno. Ha cercato di uccidere anche me, ma la maledizione gli si è ritorta contro." Si toccò la cicatrice sulla fronte che Salazar si ricordò di aver notato mentre cercava di tenere in vita il ragazzo, e che poi venne ignorata a favore dei danni più recenti "Il primo anno ha cercato di uccidermi...due volte, che io sappia. Il secondo anno mi ha aizzato contro un basilisco. Il terzo anno...in realtà, non è stata colpa sua. Quest'anno sono quasi morto un paio di volte per il suo grande piano. E poi, beh..."Harry scrollò le spalle. "Per quanto lo riguarda, sono morto."
 
"A meno che non inizi a dare la caccia e uccidere i suoi antenati," commentò Salazar, gli occhi verdi taglienti.
 
Harry divenne molto, molto immobile per un lungo momento prima di commentare: "Solo Merlino sa cosa farebbe alla linea temporale."
 
Salazar gli rivolse uno sguardo strano, ma annuì. "Infatti. Dimmi, Harry, cosa sai delle arti mentali?"
 
"Arti mentali?" Ripeté Harry, guardando Salazar. "Niente, credo."
 
Salazar annuì di nuovo, essendosi aspettato ciò. "Sono di due tipi: l'Occlumanzia, che viene utilizzata per proteggere la mente dall'invasione esterna, e la Legilimanzia, che viene utilizzata per invadere la mente di un’altra persona."
 
Il sospetto balenò negli occhi di Harry e si tese "Capisco", disse. Poi, dopo un attimo, "tu conosci questa Legilimanzia." Non era una domanda.
 
"sì." Salazar non vedeva alcun motivo per mentire, specialmente se stava per insegnare al ragazzo.
 
"L'hai usato su di me." aggiunse, e anche questa non era una domanda.
 
Salazar si fermò per un secondo, sapendo che doveva stare attento e ammise, " c'è una forma di Legilimanzia che permette ai Legilimens di osservare la superficie dei pensieri di un altro; per avere un'idea delle loro emozioni attuali e avere un'immagine occasionale e forte di questa" Si fermò per un minuto, poi aggiunse," ho usato questo su di te, sì."
 
Harry emise un respiro acuto. "Bastardo paranoico", mormorò, ma non c'era furore. "Quanto sono comuni le persone che usano la Legilimanzia?"
 
"i Legilimens", corresse Salazar e Harry annuì comprendendo. "Non molti, ma ce ne sono alcuni là fuori, e la maggior parte di loro sono, come mi hai definito, paranoici."
 
"E io vengo dal futuro", mormorò Harry, accigliato. "Come si impara L'Occlumanzia?"
 
Salazar sorrise; avrebbe avuto una bella sfida tra le mani se voleva mantenere Harry come uno delle sue priorità "È un'arte della mente, quindi bisogna prima essere in grado di governare la propria mente. Ciò richiede la chiarezza dei pensieri. Magari focalizza tutta la tua attenzione su una particolare immagine o suono, e poi lascia che tutto il resto scivoli, dimenticato, sullo sfondo. Imparare a scivolare rapidamente in questa trance è il primo passo Dell'Occlumanzia."
 
Harry piegò la testa di lato, poi annuì e chiuse gli occhi.
 
Salazar rimase al suo posto per alcuni minuti prima di decidere che Harry lo avrebbe chiamato se avesse avuto bisogno di lui. Raccolse le loro ciotole-Harry socchiuse un occhio e guardò per vedere cosa stesse facendo, poi tornò ai suoi pensieri-e le pulì. Una volta fatto ciò, tolse le pozioni che teneva sulla sua persona in caso di emergenze e decise che doveva preparare più pozioni di guarigione – la maggior parte di esse era stata usata su Harry – e preparò il suo calderone per fare alcuni intrugli.
 
Quasi due ore dopo, Salazar imbottigliò l'ultima delle sue pozione e finalmente guardò indietro verso Harry, solo per trovare il ragazzo addormentato. Ridacchiò a sé stesso, ricordando i suoi molti sonnellini durante i suoi primi tentativi di imparare L'Occlumanzia, e si avvicinò per svegliare il ragazzo. "Harry", chiamò, toccando la spalla del ragazzo.
 
Gli occhi di Harry si spalancarono, con una mano che gli raggiungeva il fianco. Dopo un respiro, si rilassò. "Slyth-Salazar. Ciao."
 
"Ciao," rispose Salazar, sorridendo. "Concentrarsi su una singola cosa è piuttosto estenuante, non è vero?"
 
Harry arrossì. "Ah. Dannazione. Mi dispiace." Si raddrizzò dal suo giaciglio.
 
Salazar scosse la testa. "Tutti gli studenti di Occlumanzia si addormentano un paio di volte quando cominciano, e stai ancora guarendo. Per quanto tu ti senta bene, " aggiunse quando Harry aggrottò le sopracciglia. "C'era una grande quantità di magia in quelle ustioni sulla schiena; ho guarito la pelle, ma ci vorranno ancora alcuni giorni prima che il tuo sistema possa finire di espellere la magia in eccesso da queste. Non è doloroso, ma ti stancherai facilmente."
 
"Oh." Harry si strofinò la parte posteriore del collo, sussultando quando toccò la parte superiore delle cicatrici. "Sai, se l'avessi detto prima, non avrei mai provato ad uscire dal letto."
 
"Mi sforzerò di ricordarlo, se dovessimo trovarci in una situazione simile in futuro", rispose Salazar seccamente e Harry sorrise. "Per ora, sono passate alcune ore dalla zuppa; ti interessa qualcos'altro, o preferiresti tornare a concentrarti?"
 
Harry considerò la domanda per un momento, poi disse " mi concentrerò di nuovo, credo."
 
Salazar annuì. "Ottimo. Ho bisogno di andare nel bosco a raccogliere alcuni ingredienti."
 
"Oh, Okay," Harry concordò con un'alzata di spalle, poi chiuse gli occhi.
 
Salazar scosse la testa, divertito, e raccolse il suo kit prima di dirigersi verso l'ingresso. Stava solo sollevando la porta fuori strada quando Harry chiamò il suo nome e volse lo sguardo indietro per vedere il ragazzo che lo guardava, con espressione turbata "Sì?"
 
"Uhm. Ho la...necessità di utilizzare il..."Il suo naso si arricciò. "...il bagno."
 
Salazar represse spietatamente l'impulso di ridere e indicò una sezione della tenda che era stata chiusa con una tenda e protetta dall'odore e dal suono. "Lì. Sì, puoi lasciare il letto per quello."
 
Harry sbuffò. "Lo spero", rispose prima di guardare la coperta avvolta intorno alla vita e aggrovigliata nelle altre coperte sul suo letto. "Non potrei avere vestiti veri?" aggiunse con speranza.
 
Salazar lo considerò, poi si avvicinò e prese una delle coperte sul letto per trasfigurarla in una tunica grigia e dei pantaloni. "Accettabile?"
 
"Sì, suppongo," Harry accettò e si tirò la tunica sopra la testa, ignorando i pantaloni per quando avrebbe finito nella latrina. La sezione alta delle sue spalle erano rilassate minuto dopo minuto e sorrise debolmente. "Grazie, Salazar."
 
Salazar inclinò la testa, poi lasciò il ragazzo a lottare per uscire dal suo nido di coperte e andare in bagno.
 
Salazar trascorse quasi tre ore a caccia di ingredienti per ricostituire le sue scorte. Quando finalmente tornò alla tenda, trovò Harry seduto a gambe incrociate sulla sua cuccetta, debolmente accigliato. Alzò lo sguardo mentre la porta di stoffa si chiudeva dietro Salazar e annuì. "Ricerca fruttuosa?" gli chiese e Salazar poteva sentire la stanchezza nella sua voce.
 
"Già", disse, mettendo via il suo kit. "Ti sei concentrato per tutto questo tempo?"
 
Harry scosse la testa. "Ho dormito di nuovo, ma mi sono svegliato", ammise. Al sopracciglio alzato di Salazar, spiegò " incubi."
 
"Ah." Salazar annuì e si diresse verso i viveri “chissà, forse qualcosa da mangiare ti aiuterà a dormire."
Harry lo considerò per un momento, poi chiese: "esiste la pozione del sonno senza sogni?"
 
Salazar aggrottò le sopracciglia. "Non conosco una pozione con quel nome, ma ce n'è una che conosco che dovrebbe tenere a bada i tuoi sogni. Non può essere usato più di due notti di fila, ma posso dartene un po' stasera, se pensi onestamente che ne hai bisogno."
 
"Sì", disse Harry senza esitazione, e Salazar si chiese di nuovo quali cose avesse vissuto il ragazzo.
 
Mangiarono la zuppa che Salazar aveva preparato-la zuppa era facile e Harry non mangiava da giorni, aveva detto al ragazzo quando glielo chiese - in relativo silenzio, poi Salazar diede a Harry una dose della pozione senza sogni. Mentre Harry si rannicchiò fino ad addormentarsi, Salazar preparò la sua postazione di pozioni di nuovo, iniziò a fare più della pozione senza sogni; aveva portato solo una dose, dal momento che preferiva gestire i suoi incubi da solo a meno che non ci fossero circostanze attenuanti, ma Harry aveva bisogno di dormire, quindi sarebbe stato saggio avere più di una dose a portata di mano.
 
Nel momento in cui Salazar completò e imbottigliò la pozione, stava sbadigliando ogni minuto, così ripulì la sua postazione di lavoro e si coricò.
 
 
 
Note dell’autrice:
 
   
Inizialmente avevo pensato di continuare questo capitolo fino a quando Harry e Salazar non vanno a Hogwarts, ma mi piace anche mantenere i miei capitoli sotto diecimila parole – per la pubblicazione a LJ – ei ragazzi continuavano a venire con più cose di cui parlare. * passo la patata bollente a loro * Rawr.
Volevo far sapere il motivo per cui Harry non ha detto a Godric del suo viaggio nel tempo qui, ma il discorso Dell'Occlumanzia ha scombinato le cose. Cercherò di farlo nel prossimo capitolo, così come un po' di più su Salazar.
 
 
~Bat ^.^X
 
Note della traduttrice: come promesso ecco l’altra traduzione a cui stavo lavorando. Il fato era così contro di me che ho sei mesi per tradurre il primo capitolo, fra università, malattie e pc che si rompono all’improvviso a un certo punto ho pensato di non farcela…e invece eccola qui. La storia è composta da 18 capitoli, spero di riuscire a pubblicare un capitolo massimo ogni tre settimane. Come al solito ho finito di tradurre la storia a un orario impossibile, perciò se doveste trovare errori o discrepanze temporali fatemelo notare per favore! Qui di seguito lascio le traduzioni delle parole in Englisc.
 
 
Traduzioni (l'Englisc tende ad avere multipli significati, così ho deciso di generalizzarli):
 
Gelosaþ in Ecnesse: perso nel tempo
Þú bist wæccende! sei sveglio
Þú bist hál? ti senti bene?
Íc ágitaþ ne...: non capisco
Ungelícu geþéodeu...? lingue diverse
íc eftgemyndge þone galdorcwide: mi ricordo l'incantesimo/incanto
 
incantesimi:
efengedæle geþéode: significa “condivi la lingua” in Englisc.
 
È un incantesimo di traduzione
consente a chi lo lancia di condividere istantaneamente la propria conoscenza di una lingua parlata e/o scritta specifica con un'altra persona. Solo una lingua alla volta può essere insegnata in questo modo e può essere trasmessa a due persone solo ogni ventiquattro ore.
 
(man mano che la storia avanza viene spiegato meglio)
  
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