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Autore: Teriel Donovan    22/08/2009    10 recensioni
E' la storia più strana che abbia scritto... perché proprio quando credevo che fosse arrivata la fine, ecco che spuntava il seguito... unirle non avrebbe senso ormai... ma in ogni caso, ecco l'ultimo atto che conclude il ciclo composto da Eterno Pensiero e I miss you. Un ultima cosa: le storie sono sì strettamente collegate fra loro, proprio perché nate una appresso all’altra, ma non siete obbligati a leggerle tutte e tre per arrivare a questa, ma... sarebbe utile... ^^;;; L’aggiunta della parola ATTO era doveroso. I primi due atti sono uniti indissolubilmente. Questo, è... uno special... per rimediare ai danni fatti coi primi due... chi ha letto sa di che parlo... ^^;;; Spero di essere stata chiara... son così stanca e malaticcia in questi giorni...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dolce Fine

Ultimo Atto

  

“Una sola pillola e tutto sarà finito.” 
Per un attimo Near si guardò intorno spaesato. Non riusciva a credere che proprio lui si trovasse in bagno per quella ragione.
“Morire qui... è così irragionevole!”  pensò fra sé.
Le sue labbra si curvarono in un amaro sorriso.
Nessuno lo avrebbe capito.
Nessuno lo avrebbe pianto, e andava bene così.
Le persone gli erano state accanto solo a causa del suo genio.
Nessuno aveva voluto amarlo, nemmeno sua madre lo aveva fatto, o non lo avrebbe abbandonato sul ciglio di una strada come un sacco della spazzatura, nonostante l’avesse supplicata di non farlo.
Era stato allora che aveva smesso di amare.
Aveva imparato a dare alle persone quello che volevano, ma alle sue condizioni, per quanto alto fosse il prezzo da pagare.
Era stato tutto schematico. Perfetto. Gelido. Sensato. Pulito. Privo di quegli artificiosi sorrisi fatti d'inganni e gelosie che ti colpiscono al cuore, e fanno più male di una spada.
Riuscire ad ottenere un simile controllo lo aveva fatto sentire così orgoglioso, prima di conoscere Mello!
Lui, quel tornado di spavalderia e fierezza, si era rifiutato di sottostare alle regole silenziose che Near aveva imposto al mondo intero e, per quanto si fosse sforzato di negarlo, Mello era diventato l’unica persona al mondo che avrebbe voluto accanto a sé in quel momento.
Ma era solo un amaro sogno, ormai. Non lo avrebbe mai più rivisto, nemmeno in paradiso, se esisteva. “Se solo non avesse usato il death note...”
Near chiuse gli occhi.
All'inizio aveva cercato di non pensarci, ma alla fine non era più riuscito a negarlo...
Ho bisogno di Mello.
Quell'ammissione gli era costata la pace. Aveva definitivamente spezzato la barriera che lo proteggeva, devastandolo completamente, e portando a galla verità che aveva cercato di soffocare con tutte le sue forze.
“Sono stanco, tanto stanco.” ammise fra sé. Per troppo tempo aveva cercato di essere quello che non era. Troppo...
Ora, tutto quello che desiderava era poter svanire nel nulla. Voleva dissolversi nell’oblio e non far più ritorno a quella terra annientata dal dolore e dai ricordi.
“Sono stanco...”
Con estrema lentezza, Near si portò la pillola alla bocca e, nell’atto di schiudere le labbra, nell’aria si diffuse uno strano suono, che ebbe il potere di fermarlo.
«Che cosa stai facendo?»
Near sbatté le palpebre. La sua stanza era protetta da un codice che conosceva solo lui. Nessuno poteva entrare lì, era praticamente impossibile, e la porta si sarebbe riaperta automaticamente solo all'alba.
“Ma certo.” si disse. “È il delirio della fine.”
Che altro poteva essere se non quello?
Near tornò ad accostare la pillola alle labbra, ma una mano guantata di nero lo fermò.
«Near no!»
Roca. Profonda. Familiare.
Near fu invaso da un brivido. “No… non può essere lui.”
Il suo cuore perse un battito al sol pensiero!
Ma non poteva essere lui, non poteva più tornare, per quanto intensamente lo desiderasse.
«Near, che stai facendo?»
“No, non guardare!”
«Near, guardarmi!»
Due mani calde si posarono su di lui e quel contatto lo spinse a socchiudere gli occhi, ad alzare il volto, e fu così che si ritrovò a sprofondare nelle iride chiare del suo unico eterno amore, che mai avrebbe pensato di rivedere. Mihael Keehl.
«No… Non sei reale.» bisbigliò.  La sua voce tremò al punto che si riversò sul suo stesso corpo. «Se solo fosse vero, io…»
L’emozione che provò fu così violenta che sembrò voler esplodere dalla sua voce, che diventò estranea persino alle sue stesse orecchie, eppure Mello gli sorrise.
Era così strano quel sorriso!
Non vi era malizia, non vi era ironia, solo tenerezza. Una tenerezza così dolce che i suoi occhi si riempirono di lacrime.
«Sono io, Near.»
«N-no!»
«Se non fossi qui» esclamò catturandogli il volto fra le mani. «potrei fare questo?»
Mello accostò le labbra alle sue, e lo baciò dolcemente. «E potrei fare questo, Near?»
Mello lo avvolse fra le sue braccia e, stavolta, catturò le sue labbra con una passione tale che Near si ritrovò ad aderire a lui anima e corpo. 
«Lo potrei fare?» gli sussurrò ruvidamente, ansimando contro di lui, con lui.
Non riuscì a rispondergli, Near non fece in tempo.
La bocca di Mello si fiondò possessivamente sulla sua, e i loro respiri si fusero in una danza irresistibile, simile al canto di una sirena.
Near non riuscì a resistere al suo richiamo, si ritrovò a rispondere senza più remore né timori, estasiato dal suo sapore così dolce da risultare sconvolgente perché, se lo avesse conosciuto prima, era certo che Mello avrebbe potuto fare di lui qualunque cosa.
Tutto.
Avrebbe potuto fare di lui quello che voleva, purché lo baciasse ancora perché, senza i suoi baci, sarebbe stato incapace di vivere.
“Mi basta questo per aver voglia di vivere” pensò gettandogli le braccia al collo.
E proprio quanto pensava che sarebbe bastato un suo bacio a renderlo schiavo, ecco che scoprì le sue carezze e, per un istante divino, si sentì come se i loro corpi si fossero fusi in eterno.
“Forse sto morendo” si disse Near accarezzandogli il volto. “Forse ho preso la pillola e non me ne sono reso conto.”
Non gli importava.
Era una morte così dolce!
Morire fra le braccia di Mello.
Morire illudendosi di baciare Mello.
Morire facendo l’amore con Mello.
Poteva esistere una morte più dolce di quella?
Le loro labbra si schiusero le une sulle altre, le loro lingue si fusero, mentre le mani, diventate avide di piacere, si posarono sui loro corpi, riempiendole di sublimi carezze che resero i loro respiri affannati e rauchi.
«Near...»
Sentirlo ansimare il suo nome commosse Near al punto da spingerlo a ricoprirlo di baci. “Era da così tanto tempo che speravo di sentirlo dire così, senza rabbia né rancore” pensò stringendosi a lui.  «Ti amo, Mello.»
Il sorriso che ricevette in dono fu così luminoso che per un attimo Near se ne sentì accecare.
«Allora resta con me e lasciati amare.»
Le labbra di Mello si posarono sulla sua fronte, per poi scivolare sulle palpebre, simili ad ali di farfalla. Nessuno gli aveva mai rivolto un gesto così dolce.
Near fu costretto a mordersi il labbro per non piangere.
«Lascia che ti ami per ogni lacrima che hai versato!»
«Come lo sai?» gli domandò d’istinto Near.
Aveva pianto ogni notte la sua scomparsa, fino a ricoprire il cuscino di lacrime, su cui spesso si era ritrovato ad addormentarsi, sentendosi come se stesse riposando sull'erba bagnata di rugiada, ma questa era un suo segreto. Nessuno ne era al corrente, non si era mai confidato con nessuno.
«Ma certo, è un sogno.» Near sbatté le palpebre, e inspirò profondamente. «Solo nei sogni tu potresti amarmi» terminò con un filo di amarezza, chinando il capo.
«Near, tu sai che non è vero. Non dire mai più cosa simile.»
Mello cercò il suo sguardo, ma Near tentò di resistere con tutte le sue forze. 
«È solo la verità» insistette.
Che motivo aveva di essere così dolce con lui, altrimenti?
“Sto sognando, eccola la verità.”
Era duro doverlo ammettere.
«La verità è questa, Near!»
Mello lo spinse contro di sé con una tale forza che Near si ritrovò ad inclinarsi contro di lui e, prima che potesse impedirglielo, gli rubò il respiro con un altro bacio profondo quanto tenero, che ebbero il potere di annientare le ultime tracce di amarezza e dolore.
“Cosa importa se non è la realtà?”  si disse Near dandosi dello stupido. “Lui è qui, e tanto basta!”
Se stava morendo, perché aveva dovuto costringere la sua povera anima ad osservare fino alla fine una stanza gelida e silenziosa? La sua anima non aveva sofferto abbastanza?
«Ti amo» ripeté ancora.
Una dichiarazione che suonò come un dolce invito, e che Mello non respinse. E fu così che i loro vestiti volarono via, liberando i loro corpi dalle ultime tracce di quelle insulse barriere che impedivano loro di unirsi l’uno all’altro e, quando anche l’ultimo lembo volò via, i loro corpi fremettero di pura gioia incontrollabile.
«Non ti lascerò andare.»
Le parole di Mello risuonarono dolcemente nella sua mente, ma non lui non gli diede il tempo di godersele se non per un breve istante, perché le sue labbra diventarono bramose del suo respiro, avide della sua pelle.
Mello s’impossessò del suo corpo senza tralasciarne un solo lembo, facendolo sentire così caldo, così pieno di desiderio, da dargli la sensazione che stesse incidendo col fuoco il suo nome.
La sua candida pelle cedeva alle sue mani, alla sua bocca, si lasciava saccheggiare fino a trasformarsi in brace ardente, e Near si sentiva come se una nuova entità si fosse impossessata di lui.
Passione. Piacere. Fuoco.
Tutto sembrava destinato a doverlo travolgere.
 “Se solo potessimo rimanere così per sempre” si disse Near. “Se solo fosse possibile.”
Il volto di Mello sprofondò nell’incavo del suo collo e, in un istante, si ritrovò prigioniero di un piacere così grande che le gambe cedettero, incapaci di controllarsi ancora.
Mello lo catturò fra le sue braccia prima che potesse cadere, e lo spinse ad avvolgergli le gambe intorno ai fianchi, mentre la sua bocca catturava i capezzoli e li succhiava golosamente.
Si comportava come se avesse fra le mani dei deliziosi frutti maturi.
Mai, in tutta la sua vita, Near aveva pensato che potesse esistere un piacere così grande, nemmeno quando i loro corpi sprofondarono nel letto riuscì a crederci, nemmeno quando le mani di Mello diventarono ancora più smaniose dei suoi gemiti al punto da impedirgli di muoversi, tanto era grande il tremore che avevano scatenato.
Near non riuscì a crederci, fino a quando Mello non aderì al suo corpo e, tempestandolo di baci, lenì il dolore che provò quando si unì a lui. Quell’attimo, segnò la fine del mondo da lui conosciuto, e lo gettò fra gli abissi di un piacere che aumentò a ogni spinta del suo amore, finché i loro corpi non esplosero in un urlo che, per un istante, lo fecero sentire come se stesse nuotando fra le stelle.
Per lunghi minuti, le sue orecchie si riempirono dei loro ansiti e di nient’altro che questo finché, con estrema lentezza, Near non riprese contatto con la realtà.
«Mello.» Near pronunciò il suo nome sorridendo. Non sapeva come, non aveva idea di come fosse successo, ma lui era tornato.
Lui aveva gridato. Nell’atto sublime della fine, il suo Mello aveva gridato così tanto da ferirgli le orecchie.
«Non stavo sognando.» Near allungò una mano ad accarezzargli la guancia, e lui rispose baciandogliela dolcemente.
«Ora devo andare.»
Near si sentì raggelare al punto che non riuscì più a parlare finché non lo vide alzarsi. «No!»
Mello aveva la morte negli occhi.
Non dipendeva da lui, il suo sguardo valeva più di mille parole, ma non poteva finire così.
«Mello... ti-ti prego!» balbettò disperatamente. Fece un vano tentativo di alzarsi, ma il dolore che stava provando era tale che non vi riuscì.
«Amore mio, mi è stato concesso poco tempo» esclamò con un filo di voce. «Perdonami per non avertelo detto...»
Mello allungò una mano verso di lui, ma non lo toccò. Non perché non voleva. Ma perché non poteva. Chiunque ora fosse il suo padrone, era così crudele da non permettere loro nemmeno di salutarsi.
«No, non lo posso accettare!»
«Ti amo, Near. Ti amerò per sempre.»
Il corpo di Mello sbiadì, fino a divenire via via sempre più trasparente, segno che di lui presto non sarebbe rimasto più nulla, nemmeno il suo odore.
«No, Mello.» Near non riusciva a dire altro. Dalle sue labbra uscivano solo parole sconnesse prive di senso. «Ti prego...»
Non sapeva nemmeno chi stesse pregando. Voleva solo restargli accanto per sempre. «Portami via con te.»
«Il mio cuore ti appartiene, Near.»
Stava piangendo.
Mello stava piangendo.
Seppur le sue lacrime non erano visibili, la sua voce lo aveva tradito.
«Mello!»
Con uno sforzo di volontà, Near riuscì ad alzarsi, ma prima che potesse raggiungerlo, Mello svanì nel nulla. Tutto quello che gli restò fra le mani fu il suo rosario.
«Mello, anche il mio cuore ti appartiene» sussurrò con la voce spezzata dal dolore.
Calde lacrime ferirono il suo volto, ma stavolta non fece nulla per trattenerle.
«Mello...»
Il suo bel sogno era diventato infine un incubo.
Near chiuse gli occhi. Cadde a terra.
L’oscurità lo avvolse nel suo manto e, mentre percepiva un calore immenso avvolgerlo, come se qualcuno lo stesse abbracciando, udì un debole suono divenire via via sempre più forte. «Mello...»
«Near...»
Near sussultò. «Mello, sei ancora qui? Sto delirando?»
«Near, apri gli occhi!»
«Mello...» 
«Near!»
Il calore assunse la forma di due mani possenti che lo scossero con violenza, e così, seppur con riluttanza, aprì gli occhi, e si ritrovò a immergerli nuovamente in quelli di Mello. «Mello!» Near si aggrappò a lui.  «Non te ne andare stavolta.»
«Near, dove vuoi che vada?»
Mello lo strinse a sé con dolcezza e avvolse entrambi fra le coperte del letto.
«Ho giurato di rimanere con te, ricordi? Si può sapere che razza di sogno hai fatto?» gli domandò accarezzandogli dolcemente la nuca. «Ho impiegato ore a svegliarti!»
Mello lo strinse così forte da fargli male. «Gridavi così forte... non mi sono mai sentito così impotente, sai?»
Near si guardò intorno disorientato, e allora realizzò di aver sognato tutto. La morte di Mello. Il suo tentativo di suicidio. Mello che lo fermava e lo amava, per poi abbandonarlo ancora!
Kira era morto.
Loro avevano vinto. E, soprattutto, cosa ancora più importante, Mello non era morto.
Lacrime di gioia gli solcarono il volto, che lui cercò di dissimulare nascondendo il capo con una mano.
Proprio in quel momento, Mello sussultò, «Ma tu stai piangendo!» esclamò preoccupato.
«No...»
“Se gli raccontassi che sogno ho fatto finirebbe per prendermi in giro” pensò imbarazzato. Non si era mai sentito così felice come in quel momento!
«Near, fatti guardare!»
Near scostò le sue mani e cercò di nascondergli il volto, ma Mello si spostò sopra di lui, impedendogli ogni via di fuga.
«Adesso, o con le buone, o con le cattive, ti farò raccontare tutto» mormorò con voce truce.
Percepire il suo calore, sentire la pressione del suo corpo contro di sé, avvertire il suo amore fuso con la preoccupazione che sapeva di aver scatenato in lui, furono troppo. 
«Tu eri morto.» 
Le sue parole scatenarono una grandissima voglia di piangere, che a stento riuscì a controllare. Non aveva mai pianto così tanto in vita sua, mai!
«Continua» lo sollecitò con leggera impazienza.
«Tu eri morto» ripeté. «Non... ti eri accorto che Takada aveva con sé un foglio del Death Note. Nel mio sogno non lo avevi sostituito con l’inganno e lei-»
Mello lo mise a tacere con un lunghissimo bacio.
«Sono qui accanto a te, e non ho alcuna intenzione di lasciarti.»
Le sue parole furono il più bel regalo che Near aveva mai ricevuto.
«Mello... amami ti prego!»
«Per il resto dell’eternità!» 
Per tutto il resto della notte, e della loro vita, Mello mantenne la sua promessa. Lo amò dolcemente, con irresistibile passione, alla quale Near cedette sempre, senza ombre e né paura alcuna.
Quel sogno, seppur gli avesse spezzato il cuore, gli aveva fatto capire che doveva godersi ogni singolo istante, con tutto il suo cuore.
Morire di rimpianti, lo avrebbe ceduto a chi non voleva amare.

 

 

 

Fine


Nota dell'autore

E dopo un fiume infinito di lacrime, eccovi Sweet End.
È semplice, ma... spero di farmi perdonare da chi ha versato fiumi di lacrime a causa delle mie one shot non esattamente allegre... >/////////////<
È la storia più dolorosa che abbia mai scritto, ed anche la più strana perché, quando credevo di avervi messo la parola fine, ecco che spuntava il seguito...
È frutto dell’istinto ancora una volta, anche questa.
Quindi chiedo scusa se non è ai massimi livelli. Ho pensato che fosse giusto inchinarmi ancora una volta all’istinto.
La dedico in particolar modo alla mia sorellina, a Locust, a Mero e a Robychan. Spero di riuscire a strapparvi un sorriso stavolta!
Non riesco mai a trovare le parole giuste per ringraziarvi!
Grazie di cuore! ^////////////////^


Revisione 2017 a cura di Kiri. Grazie tesoro!!! 
 

 

   
 
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