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Autore: Sabriel Schermann    05/12/2020    3 recensioni
[Storia scritta per il compleanno di Soul Dolmayan]
Conor era infastidito.
Il suo umore era sempre scostante: se un istante prima credeva di avere qualche speranza, l'istante dopo questa crollava come un castello di carte.
Quel giorno, poi, aveva visto abbastanza: Phil e Joe erano stati continuamente appiccicati, stuzzicandosi a vicenda in un modo che il cantante non trovava per nulla divertente.
Non sarebbe riuscito a trattenersi a quel tavolo un istante di più: non aveva proferito parola e ora aveva un disperato bisogno di sfogarsi e rigettare la propria amarezza.
[Storia partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Conor Mason, Philip Blake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Soul,
mia dolce sorella di penna e di anima.
GRAZIE per riempire le mie giornate e sostenermi sempre,
e per essere la meravigliosa donna che sei.
Ti voglio un gran bene

 

 

 

 

 

 

Nothing But Lovers

 

 

 

 

 

 

 

 

Conor era infastidito.
Anzi, a doverla dire proprio tutta, era arrabbiato. Furioso.
Il suo umore era sempre scostante: se un istante prima credeva di avere qualche speranza, l'istante dopo questa crollava come un castello di carte.
Quel giorno, poi, aveva visto abbastanza: Phil e Joe erano stati continuamente appiccicati, stuzzicandosi a vicenda in un modo che il cantante non trovava per nulla divertente; così aveva pensato di rifugiarsi da Dom, l'unico a conoscenza dei suoi veri sentimenti per il collega Philip Blake.
L'aveva stretto a sé come un fratello, spingendolo ad abbozzare uno dei sorrisi che indossava sempre per non far trasparire i propri veri sentimenti. Quando finalmente giunse la sera, Conor tentò di dileguarsi nel modo più sbrigativo possibile, già immaginandosi accoccolato sul divano a mangiare gelato e ad ascoltare musica rock per svagare la mente.
«Che dite, vi andrebbe una birra?»
Tuttavia, la voce di Joe fu sufficiente a cancellare in un istante la stanchezza sui volti dei cinque ragazzi, che asserirono entusiasti.
«Dai, tanto domani siamo liberi! Andiamo da Jennie?» propose Dom, avviandosi verso l'uscita.
Conor li osservò con una delle sue solite espressioni stupite: non era stato abbastanza veloce, non aveva fatto in tempo a svignarsela.
Circa mezz'ora dopo si accomodarono al locale dove lavorava Jennie, una delle ragazze su cui Dom aveva messo gli occhi da un po' di tempo. La osservarono sfilare tra i tavoli prima di prendere le ordinazioni e fuggire via: il chitarrista non aveva ancora capito che lei aveva occhi solo per il collega dietro il bancone.
«Che latin lover!» ridacchiò Joe sotto i baffi, una volta allontanatasi.
«Oserei dire un sex symbol» rise Phil, lasciando una pacca su una spalla del cugino, che afferrò stizzito la birra che Jennie gli aveva lasciato sotto il naso.
«Vorrai dire sex single, semmai» replicò il batterista, ingurginando poi un sorso dal suo boccale.
Conor osservò Dom mettere su un adorabile broncio da dodicenne innamorato. Alle sue spalle, Jennie gli rivolgeva occhiate sospettose: si conoscevano da un bel po', ma era chiaro che non avesse speranze con lei.
«Beh, devi riconoscere che lei è molto più carina di te, cugino! Decisamente al di fuori della tua portata!»
La voce di Phil lo riportò brutalmente alla realtà: il collega, o colui che avrebbe dovuto rimanere un amico, aveva appena fatto un evidente apprezzamento alla cameriera, incrinando il cuore di Conor per l'ennesima volta quella sera; ingurgitò tutta la birra rimastagli in un solo sorso, alzandosi poi all'improvviso per recarsi al bagno.
Non sarebbe riuscito a trattenersi a quel tavolo un istante di più: non aveva proferito parola e ora aveva un disperato bisogno di sfogarsi e rigettare la propria amarezza.
Poggiò i palmi ai bordi di uno dei lavandini, evitando di guardare il proprio volto riflesso nello specchio. In quel momento, non avrebbe voluto trovarsi da nessun'altra parte che a casa propria, lontano perfino dagli amici che l'avevano sempre supportato.
Serrò gli occhi, strinzzandoli fino a quando non sentì il cuore calmare i battiti e i pensieri negativi diradarsi.

 

 

 

♪♪♪

 

 

 

Per qualche ragione che non sapeva spiegarsi, la sera prima aveva inventato una scusa e si era dileguato, grazie anche all'aiuto di Dom, che aveva intuito il suo malessere e si era prodigato in chiacchiere sull'influenza e disturbi intestinali degne di un volume universitario.
Per qualche altra ragione a cui non riusciva a trovare spiegazione, Conor aveva passato la notte quasi completamente in bianco, svegliandosi solo a mattino inoltrato per ritrovarsi Phil sulla soglia di casa.
Quando aveva sentito il campanello suonare, il suo primo impulso era stato quello di vestirsi, ma non ne avrebbe avuto il tempo; così decise di lasciar perdere, chiunque fosse stato l'avrebbe visto seminudo e se ne sarebbe fatto una ragione.
Quando se lo ritrovò davanti, però, il cuore del bassista perse un battito nel vedere il cantante in quello stato: gli occhi arrossati dal sonno o dal pianto, i capelli arruffati in una nuvola di nodi e, soprattutto, solamente un paio di boxer bianchi indosso.
Conor, invece, cominciò ad agitarsi convulsamente per la casa, cercando qualcosa con cui coprirsi, oltre alla dignità che aveva appena gettato sotto le piante dei piedi.
Si era appena messo in ridicolo davanti a Phil.
Davanti al ragazzo che amava.
Per fortuna, ci pensò quest'ultimo a toglierlo dall'imbarazzo, o almeno questa era l'intenzione.
«Sono passato per sapere come stavi...» iniziò, evitando di guardarlo negli occhi, ma venne subito interrotto.
«Sto molto meglio, non preoccuparti» replicò il biondo fingendo noncuranza. Aveva notato le occhiate che Phil gli lanciava, di tanto in tanto, nel tentativo di sbirciare il resto del corpo seminudo.
O almeno così gli piaceva credere.
Non sapeva se sentirsi in imbarazzo per questo, oppure lasciare che la situazione giocasse a proprio vantaggio: non avendo niente da perdere, Conor optò per la seconda opzione.
«Menomale» rispose Phil freddamente. «Lo sai che ti vogliamo bene».
Non aveva tolto le mani dalle tasche da quando era entrato; arresosi ormai alla ricerca di qualcosa da indossare, il cantante pensò di essere stato maleducato a non avergli ancora offerto qualcosa da bere. Fece per afferrare un bicchiere dalla dispensa, ma non appena si volse il suo cuore accelerò i battiti: Phil si era avvicinato pericolosamente e ora erano talmente vicini che poteva quasi sentire il respiro dell'altro sulle guance.
Si guardarono negli occhi per qualche istante, fino a quando il bassista non fece un passo indietro, rivolgendogli uno dei suoi sorrisi più criptici.
Con Phil era sempre così: una gara a chi faceva il primo passo e si tirava indietro; una danza di un'epoca passata, lenta e logorante.
Gli aveva dato dei segnali in passato, quando si avvicinava per lasciargli degli ambigui baci sulla guancia, quando lo stringeva all'improvviso facendogli mancare il respiro, anche se non era affatto un gesto consueto per una persona come Phil.
Il limbo in cui lo aveva relegato più o meno da quando si conoscevano lo stava divorando piano piano, e ormai lo sentiva giunto fino allo stomaco.
Conor aveva meditato tutta la notte ed era giunto a una conclusione che i più arguti avrebbero senz'altro interpretato come una non-conclusione: avrebbe preso le cose come sarebbero venute, senza aspettative, soprattutto riguardo al futuro della band.
«In verità non sono venuto qui solo per sapere come stavi» sputò poi Phil con noncuranza, accomodandosi sul piccolo divano con riacquistata spavalderia. «Vieni qui, per favore» continuò, in un tono che quasi pareva un'ammonizione.
Conor non sapeva che cosa aspettarsi, ancora confuso dalla presenza dell'amico in casa sua, a quell'ora dell'unico giorno libero che entrambi avevano dopo mesi.
Tuttavia, decise di seguirlo, portandosi le ginocchia al mento senza dire una parola.
Si rendeva conto da solo di comportarsi in modo strano negli ultimi tempi: non sarebbe stato sorpreso se qualcuno tra i suoi amici glielo avesse fatto notare, forse addirittura insinuando che aveva la testa da un'altra parte.
Forse Conor si è innamorato, avrebbero detto in coro, genuinamente felici per lui.
«Stanotte ho fatto un sogno stranissimo» cominciò Phil, circondandogli le spalle nude con un braccio, stringendolo a sé.
Da quella posizione, Conor poteva chiaramente sentire il suo cuore palpitare impazzito.
«Eravamo io e te, su una barca da sogno, in mezzo al mare e col sole splendente. Quindi sicuramente non qui» rise, alludendo al tempo variabile di Londra. «Però era bello, e non solo per il sole...»
Conor alzò lentamente la testa, trovando l'altro con lo sguardo fisso sul suo viso. Phil si schiarì la voce un paio di volte, poi proseguì: «Insomma... sembravamo una coppia, capisci? Io e te! Non è divertente?»
L'udì ridere nervosamente, stringendolo ancora di più a sé. Peccato che non ci fosse nulla di divertente, perché era soltanto un sogno senza alcun significato.
Conor abbozzò un sorriso forzato, abbandonando il mento contro le ginocchia.
Aveva ragione quando aveva pensato che sarebbe stato meglio fare coming out solo con Dom.
Aveva ragione perché gli altri non avrebbero capito.
«Non sarebbe bello?»
Phil proseguì, ma la sua voce era solo un rimbombo nelle orecchie di Conor, assorto nei propri pensieri. E se non l'avessero accettato? E se così avesse rovinato tutto, compresa la loro amicizia?
«Non sarebbe bello se andassimo in barca insieme?»
Conor replicò con un mugolio assente; non si era accorto che Phil si era istintivamente proteso verso il suo viso.
«Non sarebbe bello se stessimo insieme?»
Conor pensò di non aver capito bene. Forse aveva detto qualcos'altro, probabilmente si riferiva a qualcun altro. Era stato solo un sussurro, non poteva essere sicuro che ciò che aveva udito fosse ciò che Phil gli aveva realmente detto.
Lo stesso Phil che quella mattina si era presentato a casa sua, lo stesso che lo squadrava di sottecchi mentre credeva di non essere visto.
Lo stesso Phil di cui era innamorato ormai da troppo tempo per poterlo ancora nascondere.
Conor non poteva sapere che anche il bassista aveva passato la notte insonne, decidendosi a recarsi a casa del più giovane solo a mattino inoltrato; il piano iniziale era quello di invitare il cantante in una breve vacanza in Cornovaglia, l'unico luogo in cui avrebbe potuto dichiarargli il suo amore, davanti al mare in tempesta.
Lo scenario sarebbe stato di gran lunga diverso dal sogno che si era appena inventato, ma poco importava; avrebbe iniziato con qualche battuta, per tastare il terreno.
Poi avrebbe proseguito con una specie di dichiarazione; se Conor fosse stato bendisposto, allora gli avrebbe raccontato tutto: il modo in cui passava le serate a guardare le sue foto, anche se lo aveva davanti agli occhi di persona ogni giorno. Lo sguardo che assumeva quando l'amico rideva di quella risata sana e genuina. E quando cantava, dio quanto lo amava quando lo sentiva cantare!
Inaspettatamente, però, se l'era ritrovato davanti in biancheria intima e i suoi piani erano improvvisamente andati in fumo. Aveva cominciato a mettere insieme frasi sconnesse, memore del discorso che si era preparato, ma ansioso e agitato per la reazione dell'altro.
Quando finalmente aveva trovato il coraggio di osare, non sapeva nemmeno lui come, Conor gli aveva rivolto quello sguardo da cerbiatto che potevano assumere soltanto i suoi occhi.
Quanto avrebbe voluto dirgli che l'amava quando gli rivolgeva quello sguardo!
Incapace di trattenersi oltre, Phil si gettò sulle sue labbra, divorandole come si era ripromesso più volte di non fare, mandando inevitabilmente a monte tutti i suoi piani.
Si staccarono soltanto quando entrambi non ebbero più fiato, perdendosi l'uno nelle iridi dell'altro, abbandonandosi allo schienale del divano.
«Forse ti amo, Conor Mason» sussurrò Phil, osservando il cantante ora appisolato contro la sua spalla, stringendolo in un tenero abbraccio.

 

 

 

♪♪♪

 

 

 

Le settimane erano passate e la loro relazione era divenuta il loro segreto.
Avevano deciso di non dirlo agli altri, almeno non i primi tempi. Lo avrebbero fatto quando sarebbe stato il momento, e lo stesso aveva deciso di fare Conor con Dom, nonostante quest'ultimo fosse perfettamente a conoscenza delle sue pene d'amore.
«Allora, dove sarebbe questo sole e questo mare?» borbottò il cantante, incrociando le braccia al petto alla vista delle nuvole uggiose fuori dalla finestra.
L'appartamento che Phil aveva affittato per quel fine settimana era lontano dalla spiaggia, ma aveva preferito tenere Conor all'oscuro di tutto per fargli una sorpresa.
«Non è colpa mia se piove continuamente in questo posto!» pigolò il bassista di rimando, gettandosi sul letto dopo aver lasciato le valigie nell'ingresso.
«Potevamo almeno alloggiare in un albergo, no? Mica io ho voglia di cucinare tre volte al giorno!» borbottò Conor, seguendo il compagno sul letto rifatto.
Nonostante la zona, l'appartamento era luminoso e accogliente: anche le lenzuola profumavano, e tutto sembrava curato nei minimi dettagli.
«Con la fame che ho, potrei mangiare anche dieci volte al giorno!» ribatté Phil con un sorriso, circondando l'amante con un braccio.
Da quando stavano insieme, il bassista aveva tirato fuori tutta la dolcezza che possedeva, con enorme sorpresa di Conor, che si lasciava cullare con piacere nei suoi abbracci pieni d'amore.
«Dovremmo approfittare di questa bella giornata di sole, tu che dici?» ammiccò Phil, unendo le mani intorno alle guance del cantante, prendendo poi a baciarlo con passione.
«Forse ti amo, Philip Blake» sussurrò Conor non appena si staccarono, sulle labbra il sorriso più luminoso che avesse mai avuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note d'autrice:

BUON COMPLEANNO SOUL!!!
Non so bene che cosa dire riguardo a questa storia, se non che è terribile, ma spero con tutta me stessa che ti piaccia! Non so nemmeno se considerarla un esperimento (chiaramente fallito) di scrivere su questo fandom, oppure solo un parto plurigemellare finito male: avevo in mente da tanto tempo una storia con Conor come protagonista e ho colto l'occasione per scrivere su una delle tue (nonché mie, perché li adoro *^*) OTP. Credo di aver fatto un mezzo disastro, ma pazienza hahahaha!
Spero davvero che tu sia soddisfatta, e che questo pensiero ti abbia strappato un sorriso!
Ancora tantissimi auguri, sorella mia ♡


   
 
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