Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Crudelia 2_0    06/12/2020    1 recensioni
[Raccolta di One-Shot natalizie]
|Capitolo 1|
Se c'era una cosa che Lily odiava (ancora più degli scherzi idioti di James, ancora più delle prese in giro di Sirius) era la sua totale incapacità di nascondere i suoi sentimenti.
Era forse colpa sua se il suo cuore decideva di battere come impazzito non appena lui si avvicinava un po' troppo, con la bocca atteggiata in quella smorfia impertinente e i capelli che andavano dappertutto?
Staccò un morso di pane tostato e iniziò a masticato con rabbia, ignorando gli ululati di Black che si erano alzati ad un volume irritante. Forse la McGranitt non le avrebbe detto niente se gli avesse frantumato la tazza in testa. Forse.
Continuò ad ignorarlo finché la risata non si esaurì, lasciando le perpetue tracce di sorriso agli angoli della bocca.
«Se vuoi saperlo, Evanz», le disse con tono cospiratorio, «Sta cercando un regalo per qualcuno».
Se ne andò senza dire altro, il cuore di Lily saltò un battito.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un bacio per Natale
 
 
A Caterina
 
 


– 15 ore al Natale
 
La vigilia di Natale la trovò immersa nel pesante piumone color vinaccia. Sul cuscino spuntavano i grandi occhi verdi e le punte dei capelli, come fiamme sulla federa.
Alle sue orecchie giunse un motivetto natalizio canticchiato da Alice sotto la doccia. Dalla sua destra, sul letto dell'amica, le arrivava il suono avvolgente delle fusa di un gatto.
Lily sorrise e chiuse gli occhi. Si girò su un fianco: ancora cinque minuti e sarebbe iniziato il Natale anche per lei.
 
– 14 ore al Natale
 
La Sala Grande era immersa in un brusio morbido ed invasa dall'aria eccitata precedente le feste.
Lily si sedette immersa nel suo maglione e iniziò a prepararsi la colazione con una cura che rasentava il maniacale, curandosi di non alzare gli occhi e non disturbare i saluti tra Alice e Frank.
Si stava versando il caffè quando venne disturbata da una voce troppo vicina e troppo forte.
«Evanz».
Si prese tutto il tempo per alzare gli occhi verso il sorriso malizioso e splendente di Sirius Black.
«Almeno a Natale potresti non chiamarmi così?» chiese con una punta di rassegnata insofferenza: sapeva che l'avrebbe ignorata, come sempre. Gli occhi vagarono alle sue spalle, dove un Peter Minus con la bocca piena di muffin stava cercando di non strozzarsi dalle risate.
Lily alzò un sopracciglio. «Dove sono gli altri tuoi compari?»
Sirius si spostò i capelli con un gesto delle mani che attirò l'attenzione di alcune Tassorosso. «Intendi quel lupastro di Remus...» e il sorriso si trasformò in un ghigno malizioso «o forse James?»
Lily si sentì arrossire e nascose le guance con i capelli dello stesso colore, ma non fu abbastanza veloce: la risata deliziata di Sirius raggiunse ogni occupante della Sala Grande.
Se c'era una cosa che Lily odiava (ancora più degli scherzi idioti di James, ancora più delle prese in giro di Sirius) era la sua totale incapacità di nascondere i suoi sentimenti.
Era forse colpa sua se il suo cuore decideva di battere come impazzito non appena lui si avvicinava un po' troppo, con la bocca atteggiata in quella smorfia impertinente e i capelli che andavano dappertutto?
Staccò un morso di pane tostato e iniziò a masticato con rabbia, ignorando gli ululati di Black che si erano alzati ad un volume irritante. Forse la McGranitt non le avrebbe detto niente se gli avesse frantumato la tazza in testa. Forse.
Continuò ad ignorarlo finché la risata non si esaurì, lasciando le perpetue tracce di sorriso agli angoli della bocca.
«Se vuoi saperlo, Evanz», le disse con tono cospiratorio, «Sta cercando un regalo per qualcuno».
Se ne andò senza dire altro, il cuore di Lily saltò un battito.
 
– 11 ore a Natale
 
«Alice, sei pronta?»
Lily spostò il peso da un piede all'altro, sbuffando. Avrebbe dovuto chiedere a qualcun altro, lo sapeva perfettamente quanto Alice fosse lenta nel prepararsi.
E lei era fin troppo in fibrillazione. Era divisa tra l'esultare o il deprimersi: se Black le avesse fatto l'ennesimo scherzo?
Si morse l'unghia del pollice vagliando per l'ennesima volta le possibilità che le erano passate per la mente.
Un maglione: banale. Una sciarpa fatta a mano: mieloso, e non ne aveva il tempo. Delle caramelle da Mielandia: scontato.
Un'agenda, un cappello, un oggetto per il Quidditch.
Banale, banale, banale.
Represse un gremito frustrato prestando il piede a terra. «Alice!»
«Quale voce angelica sentono le mie orecchie?»
Lily si girò di scatto e sentì le guance tornare ad ardere. Maledizione.
Aprì la bocca, ma non trovò una risposta. Nel silenzio, che le parve infinito, le giunse dai dormitori la rassicurazione di Alice che sarebbe scesa tra un momento.
Si schiarì la voce e si sistemò i capelli, cercando di darsi un tono. «Che vuoi, Potter?»
Lui si avvicinò ancora (un altro battito perso), le mani in tasca e un maglione natalizio troppo corto per le sue braccia.
«Sai che Sirius sta organizzando una festa per questa sera?», le sussurrò complice, un segreto confidato a pochi centimetri di distanza.
Lily sentì la bocca secca. Le labbra di James, così vicine, sorridevano leggermente con un angolo, mettendo in evidenza il labbro inferiore più carnoso.
Lily immaginò di prenderlo tra i denti, prima di scuotere la testa e fare un passo indietro. Il cuore batteva impazzito, temeva lui potesse sentirlo attraverso i loro maglioni di lana.
«E allora?»
La voce le uscì meno arrabbiata di quanto avesse intenzione. Per nulla, se avesse voluto essere sincera. L'aveva accarezzato, con quelle due parole, nello stesso modo in cui i suoi occhi nocciola facevano con il suo corpo ogni volta che si trovavano a quella distanza illusoria.
E lo sapeva, che lui lo faceva apposta. Ma non ce la faceva a sottrarsi ai suoi giochetti, ai suoi scherzi, alle sue battutine che la facevano sbuffare con finta irritazione, alle sue domande su compiti che aveva già svolto solo per parlarle, per vederla spiegare muovendo le mani nell'aria, per guardarla sistemarsi i capelli.
Lei lo sapeva, e lo assecondava. Soprattutto quando era solo e non così sbruffone, quando le raccontava dei suoi sogni fuori da Hogwarts, quando le si avvicinava per spostarle una ciocca dietro l'orecchio e poi rimaneva lì, a guardarla con occhi che sembravano bruciare e la mano che non trovava il coraggio per gettarsi tra le braci dei suoi capelli.
«E allora sei invitata», le rispose con voce bassa, strappandola ai suoi pensieri. Lily si sentì scuotere da un brivido, apparentemente senza motivo.
Aprì la bocca, sicura che l'avrebbe supplicato di parlare ancora con quella voce roca, ma arrivò Alice.
«Eccomi!» trillò con voce allegra saltando l'ultimo gradino.
James si spostò all'indietro, mantenendo la sua calma indolente, e solo allora, non sentendo più il suo fiato caldo sulla bocca, Lily si accorse di quanto le fosse stato vicino.
James si allontanò ghignando, dando l'impressione di essere riuscito perfettamente nel suo intento.
«Ho interrotto qualcosa?» Alice la guardò con aria interrogativa. Tra la sciarpa Grifondoro e il caschetto nero risaltavano dei curiosi orecchini a forma di pacco regalo.
Lily corrugò la fronte. «No», rispose, un po' spaesata. Se per gli orecchini assurdi o il profumo di Potter che ancora aleggiava nell'aria non avrebbe saputo dirlo.
«Ti piacciono?» chiese Alice ondeggiando la testa. Non aspettò una risposta, la prese a braccetto e la condusse fuori dalla sala comune.
 
– 9 ore al Natale
 
Faceva davvero troppo freddo. Non sentiva più i piedi e il fiato le si condensava in piccole nuvolette che salivano verso un cielo grigio che prometteva neve imminente.
Alice si era dileguata da tempo, immaginava all'interno dei Manici di Scopa in compagnia di Frank. Non che la rimproverasse: vagare per Hogsmade senza meta alla ricerca di un regalo che neanche aveva in mente, la vigilia di Natale, non era il massimo.
Anche lei avrebbe desiderato una cioccolata calda. Le dita delle mani, infagottate nei guanti, fecero sentire il loro desiderio di calore a gran voce a quel pensiero.
Entrò in un altro negozio. La campanella trillò sopra la sua testa e il calore l'avvolse come una coperta di lana.
La commessa dietro al bancone le sorrise, e Lily ricambiò con entusiasmo. Alle sue spalle, aveva appena visto ciò che stava cercando.
 
– 4 ore al Natale
 
Lily amava Hogwarts a Natale. I corridoi, sempre così lugubri il resto dell'anno, si illuminavano di addobbi ad ogni angolo. Era magia pura, vera, di quella che entra dentro e scalda lo stomaco e fa brillare gli occhi.
Camminava in fretta, battendo i talloni contro il pavimento freddo. Doveva sbrigarsi: le sue compagne la stavano aspettando per iniziare a prepararsi alla festa, e quella lettera avrebbe dovuto spedirla ben prima.
Inoltre, quello era uno dei pochi Natali che passava lontana da casa, e la malinconia iniziava a farsi sentire. Non si pentiva di passare l'ultimo anno a scuola, ma la famiglia era pur sempre la famiglia.
Quel regalo, impacchettato in carta rossa e dorata, era solo un piccolo pensiero, ma sperava Petunia lo apprezzasse. In fondo, nonostante tutti i suoi bronci, a Natale non mancava mai di farle un regalo.
Immersa nelle sue riflessioni, con gli occhi fissi sul riflesso delle luci sulla carta lucida del pacchetto, non si accorse della figura dall'altro lato del corridoio.
L'impatto non fu troppo forte, venne trattenuta dai gomiti da mani fredde che subito la lasciarono, come scottate.
«Mi dispiace, scus-», le parole le morirono in bocca, sfumando lentamente come se le avessero abbassato il volume.
Severus le stava davanti quasi imbarazzato, come se fosse stata sua la colpa. Lily sentì la consueta fitta di rimorso in fondo al petto ogni volta che lo incontrava.
«Severus», sussurrò, a metà tra un saluto e una constatazione.
«Lily», le rispose con tono morbido. Tra le mani stringeva una lettera, e se la cambiò di mano.
Lily si accorse solo in quel momento di quanto fosse diventato alto. Lei gli arrivava appena alle spalle, e doveva alzare tutta la testa per vederlo in viso. Lui continuava a portare i capelli troppo lunghi, ma aveva preso peso perdendo finalmente l'aria di chi era cresciuto troppo in troppo poco tempo. Fece un passo indietro, scrutandola con occhi neri dall'intensità dolorosa.
«Buon Natale, Lily», sussurrò passandole accanto.
«Buon Natale...» rispose scombussolata. «Sev».
Ma lui se n'era già andato.
 
–2 ore al Natale
 
La Sala Comune era addobbata a festa: ad ogni angolo alberi di Natale che all'improvviso, se qualcuno si avvicina a troppo, iniziavano a gridare carole; pacchi regalo volavano pigri sulle teste finché il legittimo proprietario non li afferrava; contro il muro un grande tavolo presentava dolcetti e biscotti, e un angolo zeppo di bottiglie in cui c'era lo zampino di Sirius Black.
Lily, un cappellino di Natale in testa, ballava al centro della sala con le sue compagne.
Si allontanò, accaldata. Cercò il suo bicchiere tra altre decine, senza trovarlo.
Una mano gliene porse uno, pieno di un liquido sospetto.
«Grazie?»
Sapeva a chi apparteneva ancora prima di voltarsi. Si scontrò con il sorriso di James, luminoso nella sala semibuia, appoggiato con i fianchi al tavolo e un bicchiere in mano.
«È tradizione offrire da bere alla più bella la notte di Natale», le disse avvicinandosi e urlando per farsi sentire al di sopra del volume altissimo.
Lily ringraziò il buio e il suo essere accaldata per nascondere le guance che sentì subito bruciare, di nuovo.
«Davvero?», chiese, nascondendo il sorriso nel bicchiere. Ne prese un sorso, che subito la scaldò fino allo stomaco.
«Davvero», le assicurò, strizzandole l'occhio.
Il cuore di Lily fece una capriola, James sorrise.
Sirius, dall'altra parte della stanza, diede di gomito a Remus prima di sussurrargli qualcosa all'orecchio.
 
–3 minuti al Natale
 
«La McGranitt! La McGranitt
Il sussurro passò di voce in voce con sfumature di panico crescenti. Nel fuggi fuggi generale Lily si sentì afferrare per un gomito da una mano calda. Continuò la sua strada verso il dormitorio, opponendo resistenza, ma la mano la strinse più forte e la tirò indietro.
Si sentì avvolta da due braccia forti e poi spinta contro un muro. Nascose il viso nel petto di James, avvicinandolo. Non aveva bisogno di vederlo in viso per riconoscerlo.
Sentì le mani di lui farsi strada dalle sue spalle alla vita, fino a fermarsi sui fianchi. Se lo strinse addosso, ringraziando quell'inconveniente che stava rovinando la festa per dargli l'occasione di stargli così vicino.
Passarono alcuni secondi prima che il silenzio si fece completo. Sopra le loro teste si sentivano ancora scalpiccii di scarpe: era evidente che, appena l'emergenza si fosse conclusa, la festa sarebbe continuata nelle stanze.
Lily prese fiato, respirando il profumo di James. «Lasciami James, devo tornare in camera», sussurrò.
Lui si fece indietro lo spazio necessario per guardarla negli occhi. «Il Natale fa miracoli se mi chiami per nome».
Lily alzò gli occhi al cielo, cercando di divincolarsi, ma smise non appena vide il sorriso di James. Felice, genuino, autentico.
Si rilassò tra le sue braccia. Poteva combattere contro se stessa, ma non poteva mentirsi: sapeva esattamente che quello era ciò che desiderava.
«La McGranitt...» provò.
«Non arriverà», la interruppe lui. «Ha pensato a tutto Sirius», finì con quel suo sorriso che gli aveva fatto guadagnare il nome di malandrino.
Lily lo guardò con occhi sgranati. «Scusa?»
«Vieni, devo darti una cosa». James ignorò la sua domanda prendendola per mano e conducendola vicino al camino. Le fiamme illuminarono i loro profili allungando le loro ombre sul tappeto.
«Chiudi gli occhi», le soffiò sulle labbra.
Lily obbedì, per poi aprirli subito dopo.
«Aspetta!» si allontanò di corsa, andando a frugare in un angolo del divano. Una parte della sua mente continuava a ripeterle che stavano rovinando la festa a tutti, ma se questo poteva garantirgli un po' di tempo con James non le importava.
Tornò in fretta, veloce com'era sparita.
«Ecco», disse con voce leggermente esitante, tendendogli un pacco rettangolare avvolto in una carta verde.
James lo prese con delicatezza, come se fosse il regalo più prezioso del mondo. Lo guardò a lungo, in silenzio, prima di alzare la testa e guardarla con occhi brillanti. Se per il calore o il regalo appena ricevuto Lily non avrebbe saputo dirlo.
«Grazie», sussurrò, posandolo su un cuscino con una grazia che lei non avrebbe mai immaginato.
Le si avvicinò colmando la distanza tra loro con un grande passo, gli occhi sempre troppo luminosi dietro le lenti degli occhiali.
Lily se lo aspettava, ma accolse con un sospiro di sollievo le sue mani attorno ai fianchi. Fece scivolare le sue lungo le spalle, e fu un movimento naturale. Come se fossero nati, i loro corpi, per fondersi assieme.
James non le chiese il permesso e Lily non perse tempo a farglielo notare.
Aveva capito.
Aveva capito i suoi sorrisi, i suoi sotterfugi. Aveva capito le sue strizzatine d'occhio, le sue carezze che volevano essere dispetti ma erano uno sfiorarsi senza sforzo e senza tempo. Aveva capito che il suo sorriso le era diventato prezioso, tanto quanto i suoi scherzi e il suo infrangere le regole.
Aveva capito l'inganno di quella sera, e non si sottrasse oltre alle sue labbra che la chiamavano e anelavano.
Lo baciò per la prima volta con tutta l'innocenza e la passione del primo amore, stringendosi al suo petto alla ricerca di un calore che la saziava e la rendeva affamata.
Sorrise, nel bacio, catturando finalmente il suo labbro inferiore tra i denti. Sorrise perché lui aveva organizzato una festa destinata a fallire soltanto per rubarle un bacio. Non aveva mai fatto la cosa più semplice: non gliel'aveva mai chiesto.
E in ogni caso, non ne avrebbe avuto bisogno. Lei era già sua.
 
Il pacchetto rimase abbandonato sul cuscino. La carta verde, piegata con tanta cura, fu ignorata fino alla mattina dopo. In quel momento, però, nel buio riempito dal suono dei baci, fu l'unica ad accorgersi delle due figure affacciate dalle scale.
Fu l'unica a notare i sorrisi compiaciuti e il colpo di gomito che andò a colpire tra le costole dell'altro.
«Te l'avevo detto, Rem!»
«Sta' zitto».
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Crudelia 2_0