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Autore: Will of the Abyss    07/12/2020    2 recensioni
[Toilet-Bound Hanako-kun]
SPOILER SE NON SEI AL PASSO COL MANGA!
One-shot che riprende diversi momenti del manga, a partire dall'arco dei tre custodi del tempo, MA da quello che secondo me è il punto di vista di Hanako.
Hanako non è più l'unico a conoscere il segreto sulla vita di Yashiro e ripensando alle parole dette dal giovane esorcista è ormai convinto di un'unica cosa: permetterà a Yashiro di vivere. A qualsiasi costo.
Dal testo:
[...]«Non c'è niente che tu possa fare, ragazzo. La durata vitale di Yashiro è stata decisa dal giorno in cui è nata. Ci sono cose, a questo mondo, che non possono essere cambiate.»
Ma il ragazzo insiste, dicendo che lui non si arrenderà, che aiuterà la senpai.
Può dire quello che vuole, il destino di Yashiro è stato già deciso e in nessun modo può essere cambiato.
Poi si aggiunge anche Akane, il Custode del Presente, il quale fino a pochi minuti prima non sembrava nemmeno interessato più di tanto alla questione.
«Non puoi dire che è impossibile, se prima non ci provi! E se smetti di provare, perderai l'occasione di rendere quelle speranze realtà.»
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Daydream
Non le rimane più tempo da vivere…?
 
È successo tutto in pochi attimi. Pochi e brevi istanti in cui ti sei distratto e che hanno portato alla scoperta della verità. Una verità che fa male, che sapevi dal principio, sin dal primo giorno, ma che avevi sempre ignorato.
Una verità che tu volevi ignorare.
 
«Ecco perché te l’ho detto. Te l’avevo detto di non permettere alla Custode del Futuro di toccare Yashiro. Ti avevo detto di stare attento…» hai sussurrato, stringendo il corpo immobile e apparentemente senza vita della ragazza al tuo petto, in una morsa protettiva.
Kou sembra confuso – come potrebbe non esserlo? –, ti guarda con occhi smarriti, di chi vorrebbe aver frainteso, sentirsi dire “è tutto uno scherzo, sta tranquillo”, ma non è così. Non è questo il caso e lo sapete, tu lo sai.
Così decidi di dire tutto, che non ha più senso nasconderlo.
«Yashiro morirà entro il prossimo anno.»
L’ho detto, hai pensato.
«Come fai a saperlo?! Da quanto lo sai?!»
«Da quanto… dall’inizio?»
Sì, dall’inizio. Lo ricordi bene quel giorno, vero? Un giorno come tanti altri, in cui eri chiuso nel bagno delle ragazze.
 
“Nella terza porta del bagno delle ragazze al terzo piano del vecchio edificio puoi trovare Hanako-san. Chiunque riesca ad evocarla ha diritto ad un desiderio, ma in cambio prenderà ciò che la persona ha di più caro.”
 
È stata questa voce a farvi incontrare, ricordi?
Dopo che bussò tre volte alla porta, invocandoti, tu già avevi capito tutto.
Solamente le persone incredibilmente vicino all’altro lato – la riva lontana – possono chiamarti. Qualcuno con un forte sesto senso, come il giovane esorcista, o come qualcuno la cui morte non è lontana…
L’hai sempre saputo, ma nella tua ingenuità hai creduto che questo non facesse differenza per te. In fondo, sei solo un’apparizione, sei già morto e le questioni degli umani non ti riguardano. Se qualcuno vive o muore… non fa differenza, giusto?
Tu non puoi fare niente, ma stai facendo del tuo meglio. Il tuo meglio affinché Yashiro possa passare gli ultimi mesi della sua vita divertendosi, in serenità, e continuerai a farlo perché è l’unica cosa che puoi fare.
E adesso non capisci il motivo di quegli sguardi accusatori e un po’ compassionevoli – specialmente quelli del Custode del Passato e di Akane, non coinvolti personalmente nella faccenda –, ma Kou non capisce che tutto quello che hai fatto e che stai facendo è per lei.
«Ci deve essere un modo per aiutare la senpai!»
Un modo? Come se io non ci avessi già provato a pensare ad un modo!
E così gli hai gettato in faccia la cruda realtà: «Non c’è niente che tu possa fare, ragazzo. La durata vitale di Yashiro è stata decisa dal giorno in cui è nata. Ci sono cose, a questo mondo, che non possono essere cambiate.»
Ma il ragazzo insiste, dicendo che lui non si arrenderà, che aiuterà la senpai.
Può dire quello che vuole, il destino di Yashiro è stato già deciso e in nessun modo può essere cambiato.
Poi si aggiunge anche Akane, il Custode del Presente, il quale fino a pochi minuti prima non sembrava nemmeno interessato più di tanto alla questione.
«Non puoi dire che è impossibile, se prima non ci provi! E se smetti di provare, perderai l’occasione di rendere quelle speranze realtà.»
Così, mentre il Custode del Passato fa tornare indietro il tempo di tutta la scuola ed Akane ferma il tempo per Kou, ripensi alle parole del giovane esorcista. Ripensi al fatto che lui non si voglia arrendere, che cercherà fin quando non troverà il modo per far continuare a vivere Yashiro.
Le sue parole ti confortano, ti spingono a non gettare ancora la spugna, a tentare ancora fino a quando non avrai trovato una soluzione.
Una soluzione che permetta a Yashiro di vivere in questo mondo…
Ed eccola, la soluzione: quella piccola luce, quella speranza di riuscire a garantire a Nene quel futuro che le si vuole negare, ma che lui le avrebbe garantito.
A qualsiasi costo.
 
***
 
La campanella che segna l’inizio delle lezioni sta suonando e tu sei lì, seduto al tuo banco, vicino la finestra che affaccia sul grande cortile della scuola.
È ironico: sei in quella scuola da quanto? Decenni? Eppure non ti sedevi ad un banco da quando sei morto. Vedi tutti i compagni di classe che parlano tra loro, mentre attendono l’arrivo del professore per iniziare la lezione, ma a te questo non interessa. Non più, ormai.
Sei lì per un solo motivo, ed è anche in ritardo.
Ma eccola che arriva, con il respiro affannato per via della corsa e i capelli spettinati. Entra in classe augurando il buongiorno a gran voce e subito si unisce alla sua migliore amica, Aoi.
«Buongiorno, Nene-chan! Il prof non è ancora arrivato», le comunica.
«Menomale, sono salva!», dice, un sospiro di sollievo lascia le sue labbra.
E tu la osservi, consapevole del fatto che ancora non si è accorta di te: ride e scherza con i suoi amici ed è giusto così, è così che deve essere. Non avevi motivo di dirle ciò che sai, che il destino o chi per lui, con lei, così indifesa e così dolce, è stato un vero bastardo.
La guardi, la testa poggiata sul palmo della mano e un ghigno divertito sul viso, immaginandoti la faccia che farà quando si renderà conto che sei lì, con lei, in quella classe e in mezzo a tutti gli altri che possono vederti. Poggia la borsa di fianco al banco, sedendosi proprio nel posto di fronte al tuo, ma ancora non si è accorta di nulla.
«I tuoi capelli sono tutti in disordine, Yashiro-san», dici solamente, ma basta questo affinché lei si renda conto che sei lì.
Ed è in quell’istante, mentre lei si gira a guardarti con i suoi occhi spalancati dalla sorpresa, che ti rendi conto di una cosa; tutto quello che stai facendo in questo momento lo stai facendo per lei, questo mondo è per lei, per fra sì che possa essere felice, ma un’altra verità ti sconvolge dentro, come un mare in tempesta: quanto sarebbe bello se quella non fosse solamente un’illusione? Quanto sarebbe bello se quella fosse la realtà? Vedere Yashiro tutti i giorni, a scuola, ed essere un suo compagno di classe.
Poter stare con lei anche al di fuori di quell’edificio, diventato la sua prigione dal giorno in cui sei morto, e divertirvi insieme come fate dopo scuola, quando lei viene nel bagno delle ragazze e, lamentandosi, pulisce il bagno come una povera Cenerentola, ma senza un principe.
È confusa, e la cosa ti diverte, ma fingi che sia tutto normale.
È per il suo bene, giusto?
Ma ti imbarazzi non poco quando lei, in preda alla confusione e alla curiosità di capire cosa stia succedendo, si avvicina pericolosamente a te, una mano che corre fra i tuoi capelli e l’altra che tocca il tuo petto. La senti mormorare un «non passa attraverso», mentre tutti gli altri vi guardano con aria perplessa.
E se da un lato ti aspettavi queste reazioni da parte sua, dall’altro non puoi far a meno di pensare a quanto tu vorresti che quella fosse la realtà e non solamente un mera illusione, il sogno di un giorno come tanti dal sapore dolceamaro.
 
«Yashiro… ci stanno guardando tutti…» sussurri, volendole ricordare che non c’erano solo loro due, lì in classe, e facendole notare che sì, potevano vederlo anche gli altri.
Subito gli altri bisbigliano e fanno battutine sulla vostra complicità, perché agli occhi di tutti in quel mondo apparite così: complici. Uno in perfetta sintonia con l’altra. Sono convinti che voi siate una coppia, in questo mondo. Perché è possibile per voi esserlo, qui.
Poi, come colto da un lampo improvviso, ti rendi conto di una cosa: tu questo mondo lo odi. Lo odi perché è un mondo crudele, che mostra ciò che non puoi avere e non hai potuto avere nel mondo reale. Perché è qui che Yashiro può avere un futuro, può vivere. È qui che tu puoi stare al suo fianco, non come apparizione o settimo mistero della scuola, ma come Amane Yugi.
È qui che potresti vivere al suo fianco, al fianco della ragazza che hai scoperto di amare.
Ed è questo ciò a cui pensi, mentre stringi nella tua mano due biglietti per il cinema.
 
Un appuntamento, eh?
 
***
 
Ormai l’ha capito che questa è tutta un’illusione.
Il suo atteggiamento è cambiato, e con lei anche Kou: sanno quali sono le condizione affinché loro possano lasciare questo sogno e non le vogliono accettare.
Yashiro si comporta in modo strano: prima non faceva altro che cercare di scoprire cosa stesse accadendo, arrivando persino a buttarti addosso il sale per scacciare – a detta sua – gli spiriti maligni che si erano impossessati di te.
Adesso lei sa – o meglio, crede di sapere – che tu, Amane Yugi, non sei Hanako-kun: per lei siete due persone – o forse è meglio dire “entità”? – distinte, separate.
È per questo motivo che capisci che Shijima Mei deve aver raccontato tutto ad entrambi: se vogliono uscire lasciare questo mondo, l’unica maniera è uccidere Sousuke Mitsuba e Amane Yugi.
Ma tu non vuoi farlo, non è così, Yashiro?
E tu lo sai, sai che lei è troppo buona per far una cosa simile, per farla a te: perché, egoisticamente, sai di quello che lei ha iniziato a provare nei tuoi confronti – anche se ancora lei stessa non ne è consapevole – e lo sfrutti a tuo vantaggio per farla restare lì, dove potrà vivere oltre il termine che le è stato imposto.
Lo faccio per te, pensi.
Perché la paura della sua morte supera di gran lunga quella che lei possa odiarti per questo. Scoprire che questo altro non è che un mondo finto, che i suoi amici non sono che delle copie.
Siete sul tetto della scuola, tutta la vostra classe si è riunita per guardare le stelle. Usa il tuo telescopio e ciò ti fa nascere spontaneamente un sorriso sulle labbra: è più forte di te, non riesci a trattenerlo. Ti perdi nel guardare la sua espressione stupita ed affascinata dal cielo stellato, la stessa che avevi tu un tempo…
La vedi sussultare quando si rende cono della tua presenza, lì di fianco a lei, sdraiato sulle tegole del tetto con le braccia dietro la testa.
«La vedi quella stella rossa al centro?» le chiedi, indicandogliela col dito. «È la più luminosa della costellazione dello scorpione…» continui.
Inizi a parlarle delle stelle che gelide splendono sopra di voi, della loro luce e lei ti guarda, come rapita dalle parole che fuoriescono dalla tua bocca, incantata.
«…anche se adesso è visibile, potrebbe già essere morta. In un certo senso, è come un fantasma» concludi, guardando fisso il cielo.
Seguono diversi istanti di silenzio, durante i quali tutto ciò che si può udire sono solo le voci degli altri ragazzi che si trovano lì, poco più sotto di loro.
«Amane-kun, non vuoi vedere anche tu attraverso il telescopio le stelle?» ti chiede, interrompendo quel silenzio che si era venuto a creare.
«Mmh, no. Va bene così.»
Il suo sguardo è confuso. Immaginava una risposta positiva e ti sembra di scorgere un velo di tristezza oscurare i suoi occhioni color magenta. «Ma… è bellissimo» ti confida, riferendosi al cielo stellato.
Proprio per questo preferisco non guardare.
«Se le guardassi troppo, mi verrebbe voglia di andarmene…» sussurri, forse più a te stesso che alla ragazza. «E adesso ho deciso: non vado da nessuna parte.»
Gli occhi di Yashiro si sgranano impercettibilmente. Nessuno lo avrebbe potuto notare, ma tu sì. Tu noti tutto ciò che riguarda Yashiro. Sin dal primo istante.
È più forte di te, come una calamita sei attratto da lei, da qualsiasi suo gesto o parola. Questo legame ti spinge a far di tutto per lei, esattamente come stai facendo proprio in questo istante per salvarle la vita.
«Dopotutto, andare nello spazio è impossibile…» continui, anche se sai che non è così. Sai che tempo addietro gli uomini sono riusciti veramente ad arrivare sulla luna.
Allora perché ti ostini a dire il contrario?
Ma nonostante tu abbia cercato di alleggerire la situazione che, sentivi, si era fatta più pesante, il viso di Yashiro mostrava ancora una tristezza che, in contrasto con i suoi lineamenti dolci e delicati, la rendevano bellissima. Triste, ma bellissima. Un qualcosa di etereo, impossibile da raggiungere.
Adesso più che mai ti chiedi cosa abbia visto Yashiro quel giorno in cui le aveva chiesto di rimuovere il sigillo dallo yorishiro di Tsuchigomori. Sapeva che, distruggendo lo yorishiro di uno dei misteri, si potevano vedere dei frammenti di ricordi appartenenti ad essi.
Cosa aveva visto Yashiro quel giorno? Perché, ne era sicuro, da quella volta la sua aiutante era stata molto evasiva in diverse occasioni, anche se col tempo la situazione era migliorata.
 
«Hanako-kun…»
Era un fievole sussurro quello uscito dalle labbra di Nene, ma tu l’hai sentito benissimo.
Che l’abbia capito? pensi, in preda al panico di doverle dire ogni cosa. Rimani fermo, immobile, senza emettere un respiro in attesa che lei continui.
Si volta di scatto verso di te. Sembra esitante, ma decide comunque di parlare. «Voglio dire, Amane-kun… tu sei Hanako-kun dopotutto. Non è così?»
L’ha capito.
Ti fissa, in attesa di risposta.
Risposta che non sai darle.
Ma opti per continuare – o almeno provare – questa recita.
«No…» pensa, pensa a qualcosa da dire «Sono Amane-kun. Ti piace proprio dire questo oggi, eh?»
Lei ti guarda, in silenzio.
E tu non capisci se lei sappia, abbia capito che sta vivendo una finzione.
Una lieve sensazione di panico ti attanaglia lo stomaco – strano, vero? Erano ormai decenni che non sentivi più queste sensazioni, visto che sei morto –, ma riesci a tenerla a bada.
«Che tipo di persona è? Questo Hanako, intendo. Siamo così simili?»
Sì, esatto.
Sono Amane Yugi ed Hanako-kun simili? Hanno qualcosa in comune? Se sì, cosa?
Cosa ti rende Amane Yugi e cosa, invece, Hanako-kun dei sette misteri?
Perché io non so più chi sono.
 
«Sì, lo siete.»
Ti volti di scatto verso di lei. Si alza, andando verso la parte opposta del tetto.
«Hanako-kun… fa diverse cose fastidiose» dice.
Aspetta, cosa?
«Si comporta sempre come un pervertito e fa un sacco di scherzi stupidi.»
Veramente mi vede così? pensi, poi ti vengono in mente tutte le volte in cui l’hai presa in giro sin dal primo giorno in cui vi siete conosciuti, quelle volte in cui facevi scherzosamente il tifo per lei quando la obbligavi a pulire i bagni, mentre lei ripeteva di essere una povera Cenerentola senza principe. Ma forse non sono sempre stati solo degli scherzi…
 
«Sai, Yashiro, sono abbastanza sicuro che lui ti voglia solo usare…» le dicesti, avvicinandoti di spalle a lei. «Avanti, scegli me.» Fu un sussurro quasi impercettibile, ma fu abbastanza affinché lei lo sentisse. E non ti sfuggì quel lieve sussulto che ebbe lei, non appena udì le tue parole.
 
«Come può, questo ragazzo, assomigliarmi?»
«Però sai, io non lo odio» dice lei, mentre si siede dietro di te poggiando la sua schiena contro la tua. I capelli che si muovevano come onde del mare, spinti da quella leggera brezza estiva. Guarda su, verso il cielo, con lo sguardo di chi cerca di ricavare anche la più piccola delle informazioni per risolvere un problema all’apparenza impossibile; però in quello sguardo puoi scorgere anche dell’altro. Malinconia, forse?
Perché sei triste, Yashiro? ti chiedi.
Io ti rendo triste? Avresti preferito non conoscermi, quel giorno?
Poi, però, arrivano quelle parole che ti causano un tuffo al cuore; avevi persino dimenticato la sensazione di quell’organo che batte contro la tua cassa toracica e in questo momento batte talmente forte che sembra possa uscirti dal petto da un momento all’altro.
«Mi piace.»
Due semplici parole, che bastano a farti sentire vivo.
Una sensazione di calore ti invade il petto, da quanto tempo non provavi questo? Questa felicità? L’aveva mai realmente provata quando eri ancora umano?
Lei si alza e, sempre dietro di te, prende il tuo viso e lo porge verso l’alto, verso il suo. E i vostri occhi s’incontrano, annegate l’uno nello sguardo dell’altra.
E forse per la prima volta ti sembra di guardare qualcosa di estremamente più bello e luminoso delle stelle, ma al tempo stesso altrettanto irraggiungibile.
Perché Yashiro è così: irraggiungibile.
Come una stella troppo preziosa alla quale tu non hai il diritto di avvicinarti, perché sei un assassino.
Sei stato tu ad uccidere tuo fratello e adesso vorresti dimenticare tutto grazie a questa ragazza?
Assassino.
 
E non sai di preciso quanto tempo sia passato da quelle due semplici parole – pochi secondi o delle ore? –, ma se pensavi che solo con quelle ti avesse stupito, ti sei sbagliato di grosso.
«Scappiamo insieme, nel mondo reale!»
 
***
 
State correndo da una parte all’altra nella vana speranza – per Yashiro – di trovare una qualsiasi via d’uscita. In questi momenti una cosa l’hai capita e hai potuto accertare: Nene non è certo il tipo di ragazza che si arrende facilmente. Anche se ha paura, anche se ciò che succede attorno a lei non è chiaro, lei non perde la speranza e non si arrende.
Come quella volta in cui la sua amica Aoi venne fatta prigioniera nel confine del Secondo mistero, le Scale Misaki. Aveva paura, ma era più che intenzionata a salvare la sua migliore amica e non sarebbe scappata da quel luogo se prima non fosse stata sicura che anche lei era in salvo.
Un lato di lei che ami.
Anche adesso, nella realtà confusionaria di questo mondo in cui hai voluto rinchiuderla, non ha intenzione di arrendersi a questa realtà illusoria, alla realtà creata da Shijima Mei. No, lei vuole scappare.
Vuole scappare con te.
Quando in realtà sei tu a volere che lei rimanga qui.
«Oggi è stato davvero un bel giorno» inizi a dire, quasi senza rendertene conto, mentre siete seduti a terra dentro un parco giochi. «Non pensi che sarebbe meglio che il domani non arrivasse?» chiedi, più a te stesso che alla ragazza di fianco a te. Perché è quello che vorresti tu.
Che il tempo si congelasse, adesso, per sempre.
Vivere questa giornata come se tu fossi vivo, vivo insieme ai tuoi compagni ed insieme a Yashiro.
Vivo con Yashiro.
«Io sono qui. Desidero che il tempo possa soltanto… fermarsi.»
E quasi non ti rendi conto che quelle stesse parole le hai pronunciate davvero, in un tono flebile, sì, ma che sono state perfettamente udite da lei, che ora ti guarda con quegli occhi così profondi. Alla ricerca di chissà quale verità…
 
Poi accade tutto troppo velocemente: gli occhi di Yashiro che si accendono di speranza non appena appreso che c’è un modo che andare via da questo mondo e tu che, non potendo permettere che questo accada, la fai cadere tra le tue braccia, in un apparente sonno sereno.
«Quindi… dovremmo tornare indietro?»
 
***
 
Mentre adagi il corpo di Yashiro sul letto, per un solo istante, uno solo, ti viene in mente il discorso appena fatto con il giovane esorcista, la sua espressione mentre gli dicevi che in questo mondo lei avrebbe potuto vivere e ti chiedi se davvero fosse giusto.
Un solo istante, prima di allontanare questa incertezza e affermare dentro di te che sì, tu stai facendo la cosa giusta. Per Yashiro, per lei e lei soltanto.
Ed è con questo pensiero che stai per uscire da quella stanza – o meglio, cella – dove hai portato la ragazza, non prima però che quest’ultima ti richiamasse.
«Hanako-kun!»
Un attimo di esitazione. Come l’affronterai? Come la guarderai sapendo che la rinchiuderai in questo mondo nonostante lei non voglia?
Stai facendo la cosa giusta, ti ripeti.
«Yashiro… sei sveglia.»
«Hanako-kun? Quindi è vero… eri tu per tutto questo tempo…»
Ed in un attimo si alza dal lettino, avvicinandosi alle sbarre di quella cella e stringendole, con il solo intento di raggiungerti.
«Cosa pensi di fare? Perché stai facendo tutto questo? Fingere di essere vivo e guardarmi da lì…Perché…?»
«Questo perché… penso che sia meglio in questo mondo!» dici, con il sorriso, quel solito finto sorriso che usi quando vuoi nascondere qualcosa, freddo e disinteressato. «Volevo vedere come sarebbe stato essere tuo compagno di classe ed è stato più divertente di quanto immaginassi!» e questa non è una bugia.
«I-Io… non morirò davvero, vero Hanako-kun?» ti chiede, con voce tremante e gli occhi che cercano ti guardarti dentro, alla ricerca di una verità che non vuoi sapere neanche tu. Lucidi, vicini alle lacrime e imploranti.
Una visione che ti lascia spiazzato e senza parole, per poco, però.
Lei sa.
Ha sentito.
 
Lei sa.
 
«Cosa stai-»
«Ti ho sentito, prima, parlare con Kou-kun e dire che morirò tra meno di un anno… È una bugia, vero Hanako-kun? Io…»
«Immagino tu abbia sentito…» decidi così di interromperla. Ormai sa, è inutile nasconderlo. E capirà anche che tutto questo lo stai facendo per lei, per permetterle di vivere oltre il limite che le è stato imposto ingiustamente.
A queste parole, le prime lacrime dagli occhi della ragazza iniziano a scendere, una, due, tre fino a quando i singhiozzi di Yashiro non riempiono la stanza e ti arrivano alle orecchie come campane assordanti. Ormai riversa a terra non riesce più a guardarti negli occhi.
«Come puoi dire così improvvisamente a qualcuno… che sta per morire? Perché tu devi fare tutto quello che vuoi così? Io… non capisco mai a cosa tu stia pensando!»
«Perché, chiedi?»
Fai qualche passo verso la cella e ti abbassi al suo livello. «Perché dovrei farlo?» dici, forse più a te stesso, mentre con le mani le circondi il viso e poggi le tue labbra sulla sua fronte.
 
Per te.
Perché non voglio che tu muoia.
Perché sei troppo importante.
Perché non lo meriti.
 
E così, l’abbracci attraverso le sbarre, il suo fiso poggiato sopra la tua spalla. Vuoi rassicurarla, ma la senti rigida contro di te.
«Va tutto bene, io ti salverò, Yashiro. Quindi non preoccupati. Andrà bene se rimarrai qui per sempre.»
 
***
 
Non capisci bene come ci sei finito in questa situazione, tu disteso su una nuvola – niente male per essere un mondo finto – con Yashiro sopra di te che ti blocca, le lacrime che nuovamente minacciano di uscire dai suoi occhi.
Si sono davvero impegnati per non rimanere in questa realtà e fuggire, portando anche te nonostante tu stesso non volevi che abbandonassero questo mondo. Ed è stato questo il loro errore, se non ti avessero messo con loro su quel carrettino improvvisato, loro sarebbero andati via da lì.
«Quindi cosa succede se non vivrò molto più a lungo?» ti chiede, lasciandoti senza parole. «Avrei piantato nuova ortaggi l’anno prossimo e una volta finite le superiori sarei diventata una splendida studentessa universitaria! Voglio diventare un’adulta e andare fuori a bere! Voglio indossare un vestito bianco come la neve per il mio matrimonio! Non voglio stare qui per sempre!» dice tutto d’un fiato, con le lacrime che, adesso sì, hanno iniziato a scendere. E tu, infondo, lo sapevi. Sapevi che Yashiro non avrebbe mai accettato qualcosa come passare il resto della sua vita in un mondo finto, anche se non volevi ammetterlo perché ciò significherebbe che non ci sono altri modi per evitare che lei muoia.
«Io voglio vivere la mia vita nel miglior modo possibile!»
Una supplica disperata, la sua, gridata e rotta dai singhiozzi del pianto.
 
Ma certo.
Ovviamente.
Non poteva che essere così.
Non potevi davvero pretendere che lei, soprattutto venendo a sapere la verità, accettasse di buon grado di rimanere qui, quando nel peggiore dei casi avrebbe potuto vivere quello che le restava come una normale studentessa della sua età.
Non potevi pensalo davvero.
 
«Volevi davvero che io rimanessi qui e che non lasciassi questo posto mai più!»
«Non è così!» ti affretti a dire, alzando il busto e afferrando le sue spalle. Ed eccola, ancora lì, quell’espressione confusa e quegli occhi indagatori, alla ricerca di una verità che fatichi ad esprimere. «Non è che voglia che tu rimanga qui…» è che non credo che ci siano altre alternative, «…è che sei come me, senza un futuro. Io, che sono qui solo per espiare i miei peccati. Yashiro, tu sei… idealista, facile da prendere in giro, un po’ goffa e con delle caviglie molto grosse» dici, per smorzare un po’ la tensione che si è creata. «So della tua durata vita sin dall’inizio. Voglio dire, sono morto dopotutto e non mi è mai importato di chi muore, davvero non l’ho mai fatto… mai…» e mentre pronunci queste parole non puoi far altro che pensare a tutti i bei momenti passati da quanto hai conosciuto Yashiro – e perché no, anche con il giovane esorcista – , da quando quella ragazza un po’ goffa è venuta in quel bagno e ha bussato tre volte a quella porta evocandoti per chiederti uno stupido desiderio d’amore. Da quanto tempo, prima di allora, non ti sentivi felice di passare del tempo con qualcuno, come negli ultimi mesi? Per quanto tempo sei rimasto solo? Senza che nessuno sapesse di te, nonostante tutti i giorni tu osservassi gli studenti dell’Accademia Kamome arrivare presto la mattina e uscire al termine delle lezioni.
Tanto, troppo tempo.
«O almeno, ho pensato che non mi importasse. Io voglio che tu continui a vivere» le confessi, con voce flebile e a malapena udibile, stringendole lievemente le spalle. Quando era stata l’ultima volta che hai potuto toccare qualcuno, prima di Yashiro? Sentirne il calore vitale del corpo?
E tutto di colpo sembra alleggerirsi, mentre insieme osservate la luna da quella nuvola su cui siete caduti. E vorresti fermare il tempo a questo istante, per sempre, mentre vi tenete la mano e osservate quello che un tempo era il tuo sogno.
Adesso Yashiro si alza, tenendoti comunque per mano e con sfondo la luna non puoi che pensare che sia bellissima.
Sì, davvero bellissima.
«Che ne dici di andare insieme sulla luna? Io voglio continuare a vivere nel mondo reale! L’anno prossimo, quello dopo ancora e per i prossimi novant’anni! Quindi… caro Hanako-san» inizia a dire intrecciando le dita delle sue mani con le tue, «puoi, per favore, esaudire il mio desiderio?»
 
Un desiderio.
Un desiderio di Yashiro. Affinché lei possa continuare a vivere, nel mondo reale.
Lui era il settimo mistero dell’Accademia Kamome, che esaudiva i desideri degli studenti, giusto? Non si sarebbe certo tirato indietro, lo avrebbe fatto per lei. Per Yashiro e soltanto per lei.
Avrebbe fatto sì che lei continuasse a vivere, in un modo o nell’altro.
A qualsiasi costo.
 
***
 
Quindi eccoti qui, ce l’hai fatta.
Ti sei assicurato che Yashiro vivesse.
L’importante era raggiungere questo obiettivo, il resto poco importava.
«Hanako-kun, cosa succede al tuo corpo?» ti chiede la ragazza di fronte a te, evidentemente confusa dalla situazione che improvvisamente si sta creando e vedendo che il tuo corpo sta letteralmente e lentamente andando a pezzi.
E quindi le spieghi tutto, perché tanto tra poco non avrà più importanza. Non importerà più nulla se ti odierà perché tanto tu non esisterai più, non per lei e non in questo mondo. Ti odierà perché hai usato la sua migliore amica come sacrificio per salvarla? Sicuramente sì, ma non importa.
Quel che realmente importa è che lei sia salva, che possa continuare a vivere la sua vita com’è giusto che sia.
Questo è l’importante.
E mentre cerchi di spiegarle vagamente tutto, come se fosse tutto superficiale e di poca importanza – cosa che, per te, evidentemente è così, giusto? – lei continua a guardarti spaesata e balbettare domande sul cosa stia succedendo e perché le creature sovrannaturali  – perché tu – stiano svanendo.
Ed eccolo quello sguardo… quegli occhi pieni di rabbia che sapevi ti avrebbe rivolto.
Non importa.
«Sei sempre così, Hanako-kun. Non dici mai una parola a nessuno, prendi decisioni da solo… Questa volta cosa stai cercando di fare?! Cosa succede adesso… e spiegati!»
 
«Il tuo desiderio è stato esaudito, Yashiro.»
«Il mio desiderio…?»
«Sì, non hai forse chiesto un desiderio? A me? Che volevi continuare  vivere nel mondo reale»
La vedi tremare leggermente, avendo paura di ciò che è successo a sua insaputa.
«Com’è possibile che si sia estesa la mia durata vitale?»
Eccola, quella domanda.
Avanti, diglielo.
Ti odierà per sempre, e forse sarà meglio così.
Ti odierà e sarà felice di non vederti mai più.
Avanti, dillo.
«Perché Aoi-chan è morta al posto tuo.»
E quale modo migliore per farsi odiare, se non dire queste parole con il sorriso che hai in volto questo momento?
In fondo, l’hai detto a Yashiro.
Non ti è mai importato di chi morisse, non fino a quando hai conosciuto lei.
Qualsiasi mezzo, in questo caso, era lecito. Hai fatto la cosa giusta, non importa cosa dicano gli altri. Non importa se Yashiro ti odierà.
Niente. Ha. Più. Importanza.
 
E mentre lei continua a pronunciare frasi come “non è possibile, non può essere così” – come se ciò bastasse a farla fuggire dalla realtà dei fatti – tu riesci a dire solo una cosa, che potrà dare a Yashiro la possibilità di odiarti definitivamente e dimenticarsi di te.
«Ma sai Yashiro, tu mi piaci molto di più di Aoi-chan. Mi spiace, tra poco sparirò presto anche io e anche se adesso non ti sembra giusto, un giorno dimenticherai tutto questo» dici, e mentre pronunci queste parole sei pronto a ricevere quello schiaffo che sta arrivando, pieno di rabbia.
Ma lo schiaffo non arriva.
Perché?
La mano di Yashiro si è fermata a mezz’aria e adesso stringe forte la camicia all’altezza del tuo petto.
Due parole.
Due sole parole che hanno il potere di farti sentire un forte dolore lì, al centro del petto, dov’è il cuore. Qualcosa che non sentivi da quando eri vivo.
«Non andare...»
Perché? Dovresti odiarmi!
La vedi mentre si aggrappa con forza alla tua camicia, come se questo bastasse a non farti andare via, a non farti scomparire.
Ho sacrificato la tua migliore amica per salvarti, perché non m’importa di nulla se non di te! Quindi perché?!
«Hanako-kun…» una supplica fra i singhiozzi.
“…ti prego non andartene!”
 
«Se solo le cose avessero potuto rimanere in quel modo…» ma sai che non sarebbe mai potuto essere così. Lei è viva. Kou è vivo. Tu sei solo una creatura supernnaturale, hai compiuto un omicidio e nel momento in cui hai affondato quella lama per te non c’è più stata speranza, niente più felicità.
È questo ciò che ti meriti.
Circondi il corpo di Yashiro in un ultimo abbraccio, con il tuo corpo che lentamente sta svanendo.
Ed eccola, l’unica verità.
Forse la prima che le dici e, sicuramente, anche l’ultima.
«Avrei voluto provare a vivere con te anche io, Yashiro
L’ultimo istante, prima di sparire dalla sua vita per sempre.
   
 
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