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Autore: Nao Yoshikawa    09/12/2020    9 recensioni
Manca poco a Natale, e sebbene Severus non ami particolarmente questa festa, vuole fare un regalo alla sua migliore amica, nonché ragazza di cui è innamorato. Non proprio un’impresa facile…
piacevole sensazione di calore.
«Sembra magico» mormorò incantata.
Severus scosse il capo.
«Non è magico, almeno credo. Il venditore mi ha detto che credeva avesse qualche potere in particolare, ma è soltanto un semplice carillon. Nessuno lo voleva e così l’ho preso io» disse a bassa voce, quasi non volesse interrompere l’incanto. Gli occhi verdi e lucidi di Lily si spostarono su di lui. La ragazza posò il carillon da cui proveniva la musica, poi afferrò Severus per un braccio.
«Aspetta, che fai?!» esclamò lui.
Lei non rispose, gli afferrò una mano e lo invitò a stringerle un fianco.
«Non puoi dirmi di no, nessuno ci vede.»

Storia partecipante a "Acquarelli - contest fiume" indetto da Juriaka sul forum di efp
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quando viene dicembre
 
Quello sarebbe stato un inverno freddo e nevicoso. Una delle
cose positive di tale stagione era il Natale, non che a Severus importasse molto, in realtà era piuttosto indifferente a qualsiasi tipo di festività.
Ma a Lily piaceva e di ciò non era sorpreso. Lily sapeva sempre essere entusiasta di tutto, tentava ogni volta di trascinarlo con sé in quella sua allegria. A volte ci riusciva, anche se solo per poco.
Adesso però non era importante: ciò che davvero contava era riuscire a trovare un regalo degno di questo nome per lei.
Com’era facile da capire, Severus non era mai stato bravo a fare regali, anche perché non aveva molti amici, a sua volta ne aveva ricevuti davvero pochi in vita sua.
Con Lily però era diverso. Lei arrivava sempre con qualcosa per lui, che fosse un libro, uno accessorio imbarazzante o un mantello nuovo di zecca. Il fatto che pensasse a lui bastava a scaldarlo e quell’anno aveva deciso che doveva essere all’altezza. Di conseguenza, ci voleva un bel regalo. Non solo, doveva necessariamente essere qualcosa di speciale e ciò lo aveva portato a riflettere a lungo sul da farsi, su come superare l’imbarazzo prima che Lily tornasse a casa per le vacanza natalizie.
Ma alla fine aveva ceduto, era riuscito a  prendere il coraggio a due mani e ne aveva approfittato durante una delle tante uscite a Hogsmaede, così pieno di negozi che sicuramente avrebbe trovato qualcosa che faceva al caso suo. Si rivelò in realtà un’impresa più ardua del previsto, poiché da totale inesperto, visti i suoi soli tredici anni, niente poteva catturare la sua attenzione.
Con la neve che continuava a cadere fitta e il viso nascosto nella sciarpa, Severus stava perdendo le speranze, quella era anche l’ultima uscita prima delle vacanza di natale.
Ma poi, qualcosa aveva attirato la sua attenzione:  una vetrina che vendeva probabilmente oggetti di seconda mano. Non sapeva cosa di preciso avesse attirato la sua attenzione in quell’oggetto: si trattava di un carillon bronzo e oro, probabilmente anche molto antico. Poiché era aperto, si poteva vedere ciò che esso nascondeva al suo interno, la miniatura di una figura femminile – che fosse una ninfa o una graziosa strega?
Severus non lo sapeva, ma sapeva che gli ricordava Lily. Poteva sentire il suono di quella melodia lenta, dolce, che per qualche attimo lo aveva lasciato incapace di distogliere lo sguardo.
Qualcosa gli diceva che doveva essere quello il suo regalo. E così entrò al negozio, augurandosi che non costasse una fortuna, visto i pochi risparmi che aveva da parte. In verità scoprì ben presto che quel carillon si trovava lì da anni e che nessuno l’aveva mai acquistato, probabilmente non doveva avere nulla di magico o almeno così gli parve.
E così, quel giorno di metà dicembre, Severus tornò da Lily con il carillon impacchettato nascosto sotto la veste. Lei ovviamente non aveva intuito nulla ed era stato meglio così.
Aveva deciso che avrebbe dato a Lily il regalo prima della sua partenza, ma il solo pensiero lo imbarazzava molto.
Non era da lui fare qualcosa del genere per… beh, qualsiasi persona.
Ma per lei voleva farlo, lei era speciale.
 
I giorni invernali scorrevano veloci come acqua e più ciò accadeva, più si avvicinava la partenza di Lily. Quella sera Severus non aveva toccato cibo. Preferendo piuttosto stringere sotto il tavolo il pacchetto contenente il dono di Lily. Poteva vedere quest’ultima seduta al tavolo dei Grifondoro. Poco distanti invece c’erano gli altri, quell’insopportabile Potter e la sua banda, che si divertivano sempre a tormentarlo. Era necessario che le loro strade non si incrociassero, altrimenti avrebbero fatto qualsiasi cosa per metterlo in imbarazzo.
Non appena la cena terminò, Severus si alzò svelto. Da lontano, Lily sollevò una mano.
«Sev! Da questa parte!»
Il suo sorriso era sempre luminoso e puro, come la neve che cadeva sul castello. Con un debole e timido sorriso, fece per avvicinarsi. Non poteva darle il suo regalo lì, sarebbe stato imbarazzante, quindi aveva pensato di portarla da un’altra parte. Stava organizzando mentalmente il suo piano, quando James lo urtò.
Di proposito, sicuramente.
«Ehi, ehi, che cosa nascondi qui, Mocciosus
Ad aver parlato era stato Black, il degno compare di Potter. Ogni scusa era buona per dargli fastidio. E per Severus non sarebbe stato un problema, ma proprio quel giorno voleva evitare.
«Niente che ti riguardi. Ora lasciatemi passare!» sbottò, cercando di scorgere Lily.
«Sembra un regalo per qualcuno» aggiunse Peter Minus, sbucandogli alle spalle all’improvviso. James Potter inarcò le sopracciglia.
«Un regalo? E per chi? Tu non hai amici» rispose infatti, nonostante sapesse di sbagliarsi. Perché l’unica amica di Severus si fece spazio tra la folla, la fronte aggrottata.
«Eccoti qui, ti ho raggiunto. Allora, vogliamo andare?» domandò ignorando sia Potter che i suoi amici.
Severus intanto era arrossito, aveva la sensazione che tutto sarebbe andato a rotoli. E tale sensazione crebbe quando vide James sghignazzare.
«Ah, adesso capisco tutto. Un regalo per la tua bella. Guarda che non funziona» lo prese in giro.
«Chiusi il becco, Potter!» sbottò Severus, lo sguardo incollato al pavimento. Lily lo guardava con aria interrogativa, ma lui non aveva il coraggio di ricambiare lo sguardo. Sarebbe stato meglio indietreggiare, darle le spalle e rimandare quel momento a dopo. Ma nel momento in cui si voltò, Black gli fece uno sgambetto, facendolo cadere. Il pacchetto gli volò di mano e il suo cuore fece crack nel momento in cui lo vide atterrare sul pavimento. Temeva si fosse rotto, dopo tutti gli sforzi che aveva fatto!
«Ora basta!» esclamò Lily. «Voi non vi stancate mai, vero? Lasciateci in pace e basta!»
«Non guardare me, io non c’entro» borbottò James, per poi sorridere. «Non so se te ne sei accorta, ma il tuo amico ha una bella cotta per te, ti ha anche fatto un regalo.»
Severus, ancora chino su stesso, avrebbe voluto sprofondare. Maledizione a Potter e ai suoi amici, sempre presenti al momento sbagliato. Non voleva vedere Lily, né guardarla, si era già esposto troppo. Così, senza neanche procurarsi di prendere il pacchetto, si alzò, correndo via.
«Sev, aspetta!» Lily fece per andargli dietro, ma poco dopo i suoi occhi caddero sul regalo a lei destinato. Le si riempì il cuore di meraviglia al pensiero che lui le avesse donato qualcosa. Lo scartò delicatamente, aprendo poi la scatola che lo racchiudeva: si trattava di un carillon bellissimo e la statuetta raffigurata un po’ le ricordo se stessa. Batté le palpebre, gli occhi ora lucidi.
«Siete degli idioti!» esclamò e poi prese a correre alla sua ricerca.
 
Poche volte Severus si era sentito stupido come quella volta, forse avrebbe dovuto prevederlo, ma per una volta aveva provato a non pensarci. Odiava maledettamente Potter e la sua banda di idioti, ma adesso che lo avevano umiliato davanti a Lily, per un evento così importante… non riusciva nemmeno a pensarci senza infuriarsi. Stava sbrigandosi ad andare nei sotterranei per raggiungere la sua sala comune quando sentì prima una voce e poi, con la coda dell’occhio, vide del rosso.
«Sev, aspetta, non scappare da me!» esclamò Lily con il fiato corto.
«Lasciami stare, Lily» rispose lui, che non avrebbe voluto trattarla male, ma umiliato per com’era non riusciva a comportarsi diversamente.
Ma Lily non amava accettare un no come risposta.
Così arrestò la sua corsa, aggrottando la fronte.
«Il tuo regalo mi piace tantissimo!»
Vide Severus, che le dava le spalle, fermarsi di botto. Allora le era piaciuto davvero? Non l’aveva trovata una cosa stupida, melensa e così poco da lui?
Con un’espressione seria si voltò a guardarla. Poi, con un cenno del capo, le fece segno di seguirlo.
 
Lily non era mai stata nella sala comune dei Serpeverde e sicuramente chiunque lì l’avrebbe guardata come un estranea.
Per sua fortuna la maggior parte degli studenti si trovava nei dormitori a preparare le valigie, vista la partenza dell’indomani, quindi nessuno li avrebbe disturbati. Vide Severus andare a sedersi davanti al cammino, il quale illuminava i colori verde e argento della sala. Dopo essersi schiarita la voce, Lily gli si sedette accanto, tirando fuori il carillon e accorgendosi di come il suo migliore amico tentasse di non incrociare il suo sguardo.
«Mi spiace per quegli imbecilli, lo sai che devi lasciarli perdere» iniziò a dire.
«Proprio oggi avrei preferito che mi lasciassero in pace!» sbottò, come se non avesse aspettato altro. «Ci ho impiegato un sacco per trovare quel regalo, mi sono scervellato. E adesso è meglio se la pianto di parlare, perché è patetico!» si lamentò infine, incurvando la schiena.
Lily sorrise, con il cuore che batteva un po’ più veloce.
«Non è patetico. Certo, ora capisco perché due settimane fa, a Hogsmeade, sei scomparso per un po’. È bellissimo. Mi sento come se qualcuno mi stesse abbracciando.»
Severus si voltò a guardarla con gli occhi sgranati. Davvero non credeva di scatenare una reazione del genere.
«Non è… insomma, niente di che. Io non ho nessuno amico, lo sai, ma tu sei mia amica e… immagino di non dover dire niente, ci ha già pensato Potter.»
Lily vide il rossore sul suo viso pallido e non poté fare a meno di sorridere. Accarezzò la statuetta, sapendo che non ci sarebbe stato bisogno di fare domande, perché era chiaro che Severus avesse scelto quel regalo per lei con tanta cura e impegno. Tirò fuori dalla scatola il carillon e lo accese. Ben presto la silenziosa stanza si riempì di una musica dolce e malinconica allo stesso tempo, che le fece venire alle lacrima agli occhi e, allo stesso tempo, avvertì una piacevole sensazione di calore.
«Sembra magico» mormorò incantata.
Severus scosse il capo.
«Non è magico, almeno credo. Il venditore mi ha detto che credeva avesse qualche potere in particolare, ma è soltanto un semplice carillon. Nessuno lo voleva e così l’ho preso io» disse a bassa voce, quasi non volesse interrompere l’incanto. Gli occhi verdi e lucidi di Lily si spostarono su di lui. La ragazza posò il carillon da cui proveniva la musica, poi afferrò Severus per un braccio.
«Aspetta, che fai?!» esclamò lui.
Lei non rispose, gli afferrò una mano e lo invitò a stringerle un fianco.
«Non puoi dirmi di no, nessuno ci vede.»
«Lily, io non so ballare» cercò di farla ragionare, di brutte figure ne aveva già fatte abbastanza, ma come poter dire di no a quel suo sorriso dolce e al suo sguardo pieno di gratitudine
«Te ne prego, Sev» sussurrò, il viso vicinissimo al suo.
E allora si arrese, capì che quello era il modo di Lily di ringraziarlo.
Dopotutto era un momento solo loro, quello.
 
Festa e balli, fantasia, è il ricordo di sempre,
ed un canto volta via, quando viene Dicembre
 
Si mossero insieme, occhi negli occhi, improvvisamente tutto sembrava scomparso e non c’erano che loro e la musica. Severus era serio, cercava di guidarla – anche se forse era lei a guidarlo – ma se qualcuno avesse poggiato la mano sul suo cuore, si sarebbe reso conto di come batteva veloce. Forse Lily lo aveva avvertito, nel momento in cui loro corpi si ritrovarono vicini.
 
Sento quella melodia che il tempo portò via…
 
 
Lily sorrise mentre dondolava tra le sue braccia.
«Sev… grazie…» sussurrò. Poi fece una giravolta e tornò infine a guardarlo.
«Io non ho… fatto nulla» rispose lui con un soffio.
Erano solo due ragazzini che non sapevano ancora nulla del mondo là fuori, felici anche con poco, nel loro mondo incantato di neve, balli e musica.
Lily sollevò lo sguardo, rendendosi conto che i loro cuori battevano allo stesso ritmo. Si avvicinò ancora un po’ e allora accadde l’inevitabile: lo baciò piano, un contatto lieve, ma caldo come il fuoco.
Poi si staccò, con Severus che la guardava con le labbra serrate, ancora serio, ma il luccichio nei suoi occhi lo tradì subito.
«Sev…?» domandò Lily preoccupata, non sapendo che in realtà non c’era nulla di cui essere preoccupati. Severus stava provando gioia e tristezza, dolcezza e malinconia. Ad un tratto ebbe paura di lasciarla andare. Come se, facendolo, avrebbe potuto perderla per sempre.
 
Forse un giorno tornerò, il mio cuore lo sente. Ed allora capirò il ricordo di sempre.
 
Severus scosse il capo, poggiandole una mano sulla schiena e abbracciandola.
«Sto bene, Lily. Solo non staccarti, ancora» la pregò.
Lei ricambiò la stretta.
«Non andrò da nessuna parte.»
E intanto la musica del carillon era cessata e fuori la neve continuava a cadere imperterrita.
 
Ed un canto vola via
Quando viene Dicembre.


 
Nota dell'autrice
Mi rendo conto che come storia natalizia è un po' malinconica, ma stiamo parlando di Sev e Lily. Ovviamente "Quando viene Dicembre" mi ha ispirato e ha fatto il resto". Spero che Severus non risulti OOC, dopotutto qui è appena un ragazzino. E lo so, James & company sono insopportabili, però beh... è canon che a quest'età fossero odiosi. Tutti i riferimenti alla futura morta di Lily/allontanamento da Severus sono palesi e beh... probabilmente è per questo che la storia assume toni così malinconici. Io spero vi sia piaciuta, chissà se un giorno scriverò qualcosa di più allegro (ma conoscendomi non ci conterei).
   
 
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