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Autore: Efesia    11/12/2020    0 recensioni
L'uomo le afferrò un braccio e senza una parola la condusse via, via da quella stanza di morte, via dall'odore del sangue altrui.
Avrebbe voluto che la portasse via anche dalle paure nella sua testa. Ma questo, lo sapeva bene, non sarebbe stato possibile mai.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Eterocromia

Severus Piton arrivò al maniero della famiglia Malfoy consapevole che qualcosa di grosso stesse accadendo.

Il marchio bruciava incessantemente da oltre un'ora, il signore oscuro pretendeva la sua presenza. 

Sapeva che non avrebbe potuto assentarsi da scuola al mattino, un brivido gli percorse la schiena, qualunque cosa stesse succedendo all’interno di quelle mura non sarebbe stato niente di positivo per il mondo magico, la fretta e l’impazienza non portavano mai a nulla di buono quando si trattava dell’oscuro signore.

 

Entrò nel maniero accompagnato da pensieri funesti.

Le porte intarsiate del salone, così finemente decorate non lasciavano intuire niente di ciò che stesse accadendo al loro interno. 

Severus non era preparato allo spettacolo che lo attendeva.

Sul pavimento di marmo giacevano i corpi scomposti e martoriati di più di cinquanta ragazze. 

Il sangue aveva formato un lago denso e appiccicoso, ricopriva il pavimento quasi interamente lambendo e macchiando le scarpe dei Mangiamorte. 

Tutti gli appartenenti alla cerchia ristretta aspettavano il suo arrivo addossati alle pareti, solo Voldemort sedeva sul trono al centro della stanza, completamente pulito. 

Severus fece scorrere rapidamente lo sguardo sui suoi compagni, molti avevano lo sguardo soddisfatto di chi ha appena compiuto una carneficina, solo Narcissa mostrava apertamente il proprio disgusto. Bastò un rapido sguardo per permettere al professore di pozioni di capire che quel disgusto non era dato dalle povere ragazze trucidate che giacevano ai suoi piedi quanto dal pensiero del sangue che avrebbe dovuto far scrostare dall'intero salone. 

 

-Vieni avanti Severus, sai che odio aspettare

Il suo padrone lo chiamava a sé e l'uomo non poté fare altro che attraversare il fiume di sangue e inginocchiarsi ai suoi piedi.

-Mi scuso mio signore, non volevo destare sospetti sul vecchio abbandonando le lezioni. 

Le sue parole vennero accolte con uno svogliato gesto della mano, l'oscuro era sicuramente di buon umore. 

-Lasciateci.

L'ordine impartito con una sola sibilante parola fece sparire immediatamente ogni singolo Mangiamorte dalla stanza.

Solo i padroni di casa si erano attardati. 

Severus rivolse loro uno sguardo curioso. Lucius Malfoy sorreggeva con evidente disprezzo due ragazze. I corpi gocciolavano lentamente sangue macchiando le sue vesti. Entrambe tremavano visibilmente, sconvolte da tutto ciò che avevano visto e purtroppo subito. 

-Lasciale Lucius, ora è il turno di Severus di divertirsi un po'. Date una pulita a questo posto e lasciateci soli. 

-Come desidera mio signore.

La coppia fece evanescere in rapidi gesti i cadaveri e buona parte del sangue che impregnava il pavimento, poi dopo un profondo inchino uscì dalla stanza. 

 

-Severus, ti ho chiamato qui perché ho bisogno dei tuoi servigi. 

Il signore oscuro si era alzato dal suo trono e con passo sicuro si era avvicinato all'unica ragazza che aveva ancora la forza di reggersi in piedi. 

Lo guardò afferrarle il collo con una mano, in un tocco rude ma non eccessivamente violento.

Lo sguardo che la giovane gli riservò mostrava tutto l'odio e la paura che stava provando, nonostante il terrore non abbassò lo sguardo, fissando intensamente con gli occhi castani quelli rossi e serpentini che le frugavano l'anima. 

-Questa piccola impudente da adesso è sotto la tua responsabilità, guariscile il corpo, avrà bisogno di parecchie pozioni. Mulciber non è stato gentile con te mia cara non è vero?

Un piccolo fremito le attraversò il corpo al suono sibilante della voce di Lord Voldemort.

-Guardala Severus, vorrebbe ribellarsi. Non è divertente? Ha un bel caratterino

-Si, mio signore.

Le parole faticavano ad uscire dalla sua bocca, cercò di mantenere il viso impassibile, ringraziando le proprie abilità di occlumante, ma gli occhi continuavano a correre tra le due figure femminili. 

-Ah Severus, vedo che il mio regalino ti incuriosisce.

Quella ragazza è tutta per te, non vedi una discreta somiglianza? Ho pensato ti avrebbe dato soddisfazione torturarla. Divertiti ma dopo disfatene, è un’inutile spreco di ossigeno. Non voglio altre sudice babbane in giro per il maniero. Quando avrai finito di spassartela e avrai curato questa vieni da me.

 

Lasciò la giovane, che si afflosciò a terra portandosi le mani alla gola, e con passo deciso uscì dal salone. 

Gli occhi scuri dell'uomo finalmente poterono dare spazio alle emozioni. 

Il mostro che chiamava padrone gli aveva fatto un regalo sadico, ai suoi piedi giaceva una ragazza più morta che viva, i lunghi capelli rossi erano impregnati del suo stesso sangue, ma la cosa che più infastidiva severus erano gli occhi. Quegli smeraldi, resi acquosi dalle percosse e dal terrore, così simili a quelli nella sua memoria lo colpivano nel profondo. 

 

L'uomo in nero mormorò qualcosa e un lampo verde colpì la ragazza rossa che con lei era l'ultima sopravvissuta a quella carneficina. 

Quando si girò a guardarla un brivido la scosse. Non c'era più nessuna espressione sul suo volto, come se avesse indossato una di quelle maschere argentee che portavano tutti in quella casa. L'unica cosa che riuscivano a trasmetterle quegli occhi neri era un'intensa sensazione di terrore.

L'uomo le afferrò un braccio e senza una parola la condusse via, via da quella stanza di morte, via dall'odore del sangue altrui.

Avrebbe voluto che la portasse via anche dalle paure nella sua testa. Ma questo, lo sapeva bene, non sarebbe stato possibile mai. 


 
   
 
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