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Autore: Angelica Cicatrice    12/12/2020    0 recensioni
Tutti conoscete la storia del piccolo Gohan, quando fu portato su un'isola per imparare ad essere autonomo, e infine essere addestrato da Junior per diventare un vero guerriero. Eppure c'è un piccolo dettaglio mai raccontato, almeno fino ad ora. Una guaritrice entrerà nelle vite dei due protagonisti, portando disagio e affetto alla pari. Un trio irresistibile che vi accompagnerà in questo pezzo di saga che non potete perdere.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Nuovo personaggio, Piccolo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                          “Una seccatura da tener a freno”
                    
                                                                                                                   
                                                                                                 

- Avevo giusto bisogno di un po' di carne fresca - disse Gohan, mentre era sospeso per aria, sfoderando la spada affilata. Con sicurezza, il bimbo dalla tuta arancione atterrò verso la possente bestia con cui, poco prima, aveva iniziato una movimentata "acchiapparella". Quel terribile dinosauro, grande e grosso, lo aveva inseguito per tutto il tempo, intenzionato a divorarlo in un sol boccone. Peccato per lui che tutto era andato a suo sfavore. La spada del piccolo guerriero affondò nella carne dell'animale, e tra un mugugno e un lamento, il dinosauro scoprì ben presto di aver perso a quel "gioco", e anche una gustosa colazione. Anzi, era diventato lui la colazione dell’altro. I ruoli si erano ribaltati nell'arco di un secondo.
- Fra poco non ti resterà neanche un briciolo di coda - aggiunse infine il bimbo, e subito dopo si affrettò ad accendere il fuoco per cuocere una bella fetta di carne. Sembrava che a parte lui (e il dinosauro, ormai intontito in un angolo) non ci fosse nessun altro, in quella zona rocciosa, sull'isola.
Ma in verità, c'era qualcuno che si stava godendo lo spettacolo, a una ventina di metri sospeso nel cielo.

- Bene, comincio a vedere qualche miglioramento - disse l'insolito spettatore, mentre osservava con attenzione i movimenti del piccolo Gohan. Sul suo volto, dalla pelle verde come giada, si curvò un mezzo sorriso compiaciuto.
“Finalmente quel marmocchio sta imparando a cavarsela da solo”, pensò fra sé. Era passato un solo mese da quando Gohan aveva iniziato il suo allenamento speciale. Pur essendo un bambino di 4 anni era divenuto più sicuro di sé e non aveva più paura delle bestie selvagge. Eppure, per il suo maestro, ancora non bastava. C’era ancora molta strada da fare, e quello non era nemmeno l’addestramento vero e proprio.
"Almeno ha smesso di frignare " pensò nuovamente, mentre rimaneva sospeso, con il mantello che svolazzava nel vento. Era sul punto di voltarsi e sparire, dato che non aveva alcuna voglia di farsi sorprendere dal suo allievo. Ma ad un tratto, le sue orecchie, incredibilmente lunghe e appuntite, avvertirono un lieve fruscio. Si voltò di scatto, con i nervi a fior di pelle, e rimase stupito quando scoprì che qualcuno lo stava osservando in silenzio.
- Salve - disse una ragazza, con una voce gentile e dolce. Sospesa per aria anche lei, con i suoi occhioni verdi, fece sbattere le lunghe ciglia e rivolse un cenno di saluto al suo nuovo ospite. Quest'ultimo rimase un attimo interdetto, fissando la giovane che si era mostrata.
Aveva l'aria di una danzatrice araba, molto più sobria ma comunque armoniosa ed elegante.
- Devo dire che la mia isola sta diventando sempre più affollata - disse a un certo punto la nuova arrivata, con una nota ironica nella voce. Le sue labbra, di un bel porpora, si schiusero in un sorriso divertito, ma il suo nuovo conoscente non si scompose minimamente.
- La tua isola? - ruppe finalmente il ghiaccio, intrecciando le braccia all'altezza del torace ampio e muscoloso.
- Proprio così. Questa è la mia casa - spiegò poi la fanciulla, facendo ondeggiare il lembo della manica destra come per invitarlo ad ammirare il vasto panorama. In effetti era una bella giornata, soleggiata ma per nulla afosa. Era il tempo ideale per starsene in mezzo alla natura.

"Che strano. Ero sicuro che l'isola fosse disabitata, e invece...non ho nemmeno percepito la sua aura...chi sarà mai?"

All'improvviso, lei abbozzò una smorfia furbetta, come se avesse intuito qualcosa di invisibile nell'aria.
- Non mi sono ancora presentata -disse, portandosi una mano sul petto - Mi chiamo Pacti. E tu devi essere Junior, vero? -.
Il guerriero dalla pelle verdastra, che fino a quel momento era rimasto impassibile, fece sbattere gli occhi dallo stupore.
- Come fai a conoscermi? - le chiese. Il tono della sua voce era profondo, cupo, perfino virile.
- Beh, è vero che non ci siamo mai incontrati prima. Ma diciamo che, abbiamo un amico in comune - gli spiego Pacti, sicura e tranquilla.
Junior continuava a fissarla e mille domande gli balenarono in testa. Poi riprese sicurezza.
- Tsk, ti sbagli. Io non ho nessun amico - rispose lui, mentre il vento si alzava sempre di più, facendo ondeggiare i lembi del suo mantello bianco, in perfetto contrasto con la tuta violacea dalle mille pieghe. La leggera brezza trasportò con sé un forte e invitante profumo di carne arrosto. Pacti lo avvertì e inspirò a fondo, deliziata da quell'aroma.
- Ne sei sicuro? - fece lei, avvicinandosi un po'. Subito dopo, la fanciulla spostò lo sguardo su un punto preciso, verso il basso. Junior, leggermente confuso, seguì l'attenzione che Pacti stava dando al piccolo Gohan, mentre quest’ultimo si gustava il suo meritato pasto. In quell'istante tutto fu chiaro. Junior, interdetto, emise un esclamazione soffocata. Lievemente seccato, si girò nuovamente verso Pacti.
-Tu... Si può sapere chi sei? - chiese lui, con la voce che si alzò di un tono quasi rauco. Junior aveva tutte le sue buone ragioni per essere così infastidito. Voleva sapere chi fosse quella persona, che tipo di legame avesse con il bambino e soprattutto che intenzioni avesse.
Pacti rimase alquanto sbigottita da quella reazione così dura.
- Te l'ho detto, sono Pacti e vivo su quest'isola – spiegò con calma - Ho conosciuto Gohan qualche giorno fa. Si era rifugiato nella mia grotta e allora abbiamo fatto amicizia. Tutto qui -.
Passarono alcuni secondi e un pesante silenzio era sceso tra i due. Pacti attendeva una qualsiasi risposta da parte di Junior, ma quest'ultimo rimase a studiarla, sempre composto e serio. In realtà, quella notizia non gli piaceva affatto. Il vero motivo per cui il guerriero avesse "abbandonato" Gohan sull'isola era proprio perché voleva forgiarne il carattere attraverso l'esperienza, come trovare cibo e riparo da solo. E per raggiungere tali risultati aveva scelto appositamente un luogo desolato come quello. Gohan doveva isolarsi da tutto e da tutti per diventare davvero forte e indipendente.
Junior socchiuse gli occhi e scrutò con freddezza il viso di Pacti.
- Spero per te che mi abbia detto la verità - disse finalmente - ma comunque sia, ti avverto. Non avvicinarti mai più a quel moccioso. Capito? -
Per tutta risposta, Pacti allargò gli occhi dalle pupille sottili, incredula a quello che le sue orecchie avevano da poco ascoltato. Da quella fatidica sera, Pacti non aveva mai smesso di essere in pensiero per il piccolo Gohan. Aveva visto la sua fragilità, le sue debolezze, nonostante egli stesso cercasse di nasconderle, per apparire forte e coraggioso. Ma lei lo aveva capito da subito. Era davvero un bambino in gamba, dolce, sensibile, con piccole spalle su cui erano state ammassate troppe responsabilità. Forse per via del cuore delicato, Pacti era rimasta colpita dalla tenacia del piccolo guerriero, e ogni giorno aveva sperato che non gli fosse accaduto nulla di brutto. Tra l’altro aveva pensato spesso anche al misterioso maestro, di cui conosceva solo il nome. Ricordava che per qualche strano motivo, il bimbo non aveva proferito parola riguardo a colui che lo aveva strappato dalla famiglia, dal focolare della casa, e portato sull'isola aspettandosi grandi cambiamenti in poco tempo. Ma la fanciulla si era concessa il beneficio del dubbio. Non poteva giudicare prima di conoscere di persona questo fantomatico Junior. Così si era decisa di mettersi sulle sue tracce per trovarlo e farsi un'idea di che tipo fosse. A dirla tutta, appena lo aveva visto, il suo aspetto così insolito, la voce, il temperamento, tutto di lui l'aveva incuriosita. Sentiva che non era una persona come tante altre e che fosse in qualche modo speciale. Ma in quel preciso momento, quando l'aveva fulminata con i suoi occhi neri, qualcosa di negativo avevo smosso la prima buona impressione. Il colpo di grazia, che aveva fatto crollare tutte le speranze e i buoni propositi, era arrivato proprio con quelle parole prive di ogni briciolo di gentilezza. Non c'era da meravigliarsi se Gohan non le avesse confidato nulla sul suo maestro.
Mentre i suoi pensieri vagavano, Junior, sicuro di aver messo in chiaro le cose, si voltò dandole le spalle.
“ Non avvicinarti mai più a quel moccioso”.
Quella frase non smetteva di martellare la mente di Pacti, dandole una sensazione così fastidiosa che le faceva rivoltare le budella. Che fosse la completa mancanza di empatia che Junior mostrava nei confronti del suo allievo, oppure la velata minaccia che dovesse stare lontana da lui, in ogni caso, la fanciulla non poteva tollerare quel comportamento. E ancor prima che il guerriero si allontanasse, lo bruciò sul tempo con una semplice frase:
-Sennò, cosa mi farai?-.
La sua voce era pacata come al solito, ma aveva assunto un tono particolare.
Junior, dal canto suo, rimase immobile dov’era. Non si aspettava quella reazione e si chiedeva perché quella ficcanaso insisteva così tanto. Riluttante e scocciato si affrettò a liquidarla.
- Non ho tempo da perdere con te, ragazza – rispose lui, senza prendersi la briga di voltarsi per guardarla. Era pronto per andarsene una volta per tutte, ma all’improvviso sentì un’ombra dietro di sé. Una leggera sensazione che gli sfiorava il collo lo invase, e solo poco dopo capì che era l’alito di Pacti.
-Capisco…sarebbe una vera rogna se fosse una donna a darti una lezione, vero? –
La voce delicata di Pacti risuonò come una specie di sussurro vibrato, accentuato da un sottotono sibilato. Era come se la sua lingua si trascinava tra una parola e l’altra, producendo un suono molto strano. Junior avvertì un brivido freddo,come una scarica elettrica che correva lungo la schiena, e un senso di disagio lo stava schiacciando come un macigno. Quella frase lo aveva ferito nell’orgoglio e non poteva permettere che qualcuno, una ragazza per giunta, lo mettesse in ridicolo in quel modo.
-Ora basta! – sbottò Junior, voltandosi all’istante per porre fine a quella storia. Una semplice spinta con il braccio sarebbe bastato per allontanarla. Ma proprio quando il guerriero stava mettendo in atto la sua mossa, la ragazza era sparita nel nulla. Junior strabuzzò gli occhi, incredulo e confuso al tempo stesso. Una mano con dita sottili si era poggiata sulla sua spalla, e infine percepì nuovamente la presenza di Pacti. Alle sue spalle, come se fosse ricomparsa con un trucco di magia, la fanciulla curvò un sorriso e con aria saccente sibilò.
- Che bei riflessi, complimenti!Ma io sono qui –
Dopo un attimo di smarrimento, Junior si sentì nuovamente punto sul vivo, e sulla sua faccia si formò una smorfia di rabbia. Digrignando i denti, non si trattenne oltre e strinse una mano in un pugno.
-Smettila di prendermi in giro! – urlò lui, sfoderando il colpo che di sicuro sarebbe andato dritto sulla spalla di Pacti. Non voleva farle del male, ma solo dimostrarle che non le conveniva provocarlo ulteriormente. In fondo era solo una ragazza. Ma stranamente, quel pugno sfiorò solo l’aria. Con quella stessa mano, Pacti si era issata per aria poggiandosi sulla spalla di lui, sollevandosi per deviare il pugno e facendo una capriola in avanti. Junior ebbe giusto il tempo di sbirciare con la coda dell’occhio; il viso roseo della ragazza aveva assunto un’espressione furbetta, marcata dagli occhi color verde acido, ormai socchiusi come due fessure.
-Tutto qui quello che sai fare? – lo schernì lei, con quella voce flebile e sibilata. Se all’inizio Junior si era fatto qualche scrupolo, a quel punto non riusciva più a trattenersi. Inoltre, aveva dei reali sospetti sulla vera identità di quella misteriosa fanciulla. Non era affatto normale, o almeno non sembrava completamente umana. Avrebbe dovuto capirlo fin dal primo momento, avvertendo la sua aura.
- Maledetta ficcanaso! – ringhiò lui – Non ci andrò più così leggero con te! -.
Con una velocità assurda, una raffica di pugni si avventò su Pacti, costringendola a una sorta di danza per evitare di essere colpita. Junior era davvero sconcertato. Ogni colpo, ogni pugno, qualsiasi movimento da parte sua veniva puntualmente evitato dall’agilità di quel corpo, che anche nella lotta, si muoveva con grazia.

“Ma cosa…come diavolo fa a deviare i miei colpi? Sembra prevedere tutto in largo anticipo”

A un certo punto, come se fosse arrivato al limite della sopportazione, Junior era ormai stanco di quella situazione. La rabbia e la frustrazione crescevano man mano, ma per fortuna la ragione venne in suo aiuto. Era sciocco continuare quella lotta insensata ed inoltre non poteva concedersi un vero combattimento, almeno non in quel momento e in quel luogo. Il suo allievo era ancora nei paraggi e  l’ultima cosa che voleva era di attirare l’attenzione su di se. Ripensando a quel particolare, si ricordò del vero motivo per cui era lì, e dell’importante missione che dovevano portare a termine. Fermandosi bruscamente, il maestro indietreggiò di qualche metro per mantenere le distanze dalla ragazza. Nonostante fosse riuscita a resistere, Pacti aveva un po’ di fiatone e ne approfittò di quella pausa per riposare. Doveva ammettere che quel tipo era molto forte. Doveva ringraziare la sua “doppia”natura  altrimenti se la sarebbe vista brutta. Dopo aver recuperato un po’ di ossigeno, Pacti tornò all’attacco.
-Perché ti sei fermato? –fece lei, mostrandosi disinvolta per nascondere la fatica.
-Sei troppo stanca, e non voglio approfittarne –gli rispose lui, facendole notare che se n’era accorto . Pacti sbuffò leggermente, irritata per quella motivazione che doveva suonare come una gentilezza, ma che non era affatto così. Era evidente che volesse solo infastidirla. 
-Bella scusa, maestro – lo canzonò lei, curvando le labbra.
Junior sentiva le vene della testa pulsare come non mai, così tanto che rischiavano quasi di esplodere.
-Mi hai seccato! Dimmi una volta per tutte cosa vuoi da me, ho i minuti contati – disse aspramente lui, mostrando i canini appuntiti. A quella richiesta Pacti si ricompose e con aria molto seria rispose:
-Niente di tanto difficile. Voglio solo che tu mi permetta di vegliare su Gohan -.
Il guerriero non mosse neanche un muscolo. Aveva immaginato una risposta del genere, dato che tutto era partito proprio dopo averla ammonita di non farsi più vedere. Con un sospiro esasperato, Junior intrecciò le braccia muscolose al petto.
- Non ha bisogno di te, ma solo di continuare ad allenarsi. Sono io a decidere cosa è meglio per lui – le spiegò, marcando la convinzione nella voce sull’ultima frase. Ma Pacti scosse la testa.  
-Sarai anche il maestro di Gohan, ma non credo che tu abbia il diritto di decidere su tutto ciò che gli riguarda. Quel bambino ha già sofferto abbastanza. Ha perso suo padre, non ha avuto neanche il tempo di superare il trauma e per giunta lo hai portato via da sua madre -.
La ragazza non aveva smesso di esprimere il suo parere che il guerriero verde esplose spazientito.
-Per tutti i fulmini!Quante volte mi dovrò ripetere!? Non ho tempo per le convenzioni sociali!-.
La durezza di Junior colpì profondamente Pacti, anche se quella risposta aveva un che di comico.
Testardo e cocciuto. In tutta la sua vita non aveva mai incontrato un tipo del genere.
-Sei proprio un osso duro – fece lei, asciugandosi del sudore immaginario sulla fronte.
-Desidero solo evitare scomode distrazioni. Sarebbe un vero guaio se, per colpa di un imprevisto, i miei piani andassero in fumo – affermò lui, e il suo sguardo si spostò nella direzione dove Gohan era ancora ben visibile. Meno male che non si era accorto di nulla.
-Puoi stare tranquillo- disse poi la fanciulla, attirando di nuovo l’attenzione di Junior – Non ho alcuna intenzione di rovinare i tuoi piani. So benissimo che tipo di missione hai dato al piccolo Gohan, e sono la prima che vuole evitargli problemi -.
Un nuovo segno di stupore comparve sul volto del guerriero. Il tarlo del sospetto rosicchiava ancora nel suo cervello e sentiva che quella “lotta”non era terminata.
-Per questo motivo mi limiterò a vegliare su di lui da lontano. Esattamente come stai facendo tu – disse infine Pacti, con una naturalezza disarmante che avrebbe lasciato di stucco chiunque.
-Così non ti darò motivo di allarmarti, e tutte e due saremo soddisfatti – aggiunse, ma non si era ancora accorta che il guerriero aveva smesso di ascoltarla. Massaggiandosi le tempie, con gli occhi serrati come se stesse cercando di combattere una forte emicrania, Junior aveva solo voglia di spaccare qualcosa. Ci fu un attimo di silenzio, poi la fanciulla riprese la parola.
-Comunque anche io ti avverto – poi, senza alcun preavviso si avvicinò a Junior – qualunque cosa tu cercherai di fare non basterà a farmi cambiare strada. Gohan mi sta troppo a cuore e per questo lo terrò d’occhio, stanne certo -.
A meno di un metro di distanza, Junior rimase come ipnotizzato dagli occhi di Pacti, che in quell’istante brillavano di una luce mai vista prima. Era la luce della determinazione pura e vera, pari a quella di un guerriero che esprime una solenne promessa. Junior ne rimase colpito per un breve istante. Soddisfatta di ciò, la fanciulla fece un mezzo sorriso e girò i tacchi,ondeggiando nell’aria per poi allontanarsi verso una distesa di alberi verdeggianti. Intanto il guerriero dalle orecchie a punta la osservava con intensità, maledicendosi per aver permesso una cosa cosi seccante. Si era cacciato in un grosso pasticcio. Non bastava il moccioso da educare, ed ecco arrivata una balia da tenere a freno.
 


               


    

 

   
 
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