Event:
Maritombola 11.
Sito:
Lande
di Fandom.
Prompt:
55 – “Vorrei essere l’aria che abita in
te per un momento, solo uno. Vorrei
passare inosservata, ma esserti necessaria” (Selected Poem
II: 1976-1986,
Margaret Attwood)
Nota:
Non so quanto di ciò che ho scritto
abbia
senso, ma è la prima volta che sperimento un personaggio
complesso come quello
di Bellatrix, siate clementi. Ho inserito l’avvertimento OOC
per sicurezza (anche
se secondo me certi pensieri potrebbero essere plausibili). Buona
lettura!
Lo
ricordava bene il giorno in cui l’aveva incontrato per la
prima volta, in quel
luogo buio e freddo. Non avrebbe mai dimenticato la sua voce sottile e
acuta mentre
pronunciava il suo nome, scandendo ogni sillaba, facendola rabbrividire
di
paura e orgoglio insieme. Lui l’aveva scelta, lui voleva lei
sola e non poteva
che esserne fiera.
All’epoca
era solo una ragazzina, ma aveva capito da subito che sarebbe stata per
sempre
legata a lui. Di Rodolphus non le era mai importato nulla, lo aveva
sposato
perché era un Purosangue e soprattutto era un Mangiamorte,
un mero mezzo per
stare accanto al Signore Oscuro, che aveva riconosciuto in lei del
talento e
l’aveva personalmente addestrata.
Lui
non era clemente, la puniva duramente se sbagliava e non la premiava
mai se
invece imparava a padroneggiare Incantesimi sempre più
difficili, sempre più
dispendiosi di energia. Eppure, Bellatrix era certa che il Signore
Oscuro
tenesse a lei, come lei teneva a lui.
Gli
sarebbe stata per sempre fedele, lo aveva giurato. Era diventata
spietata, si
era lasciata plasmare per poter essere quanto di più vicino
possibile a ciò che
lui desiderava che fosse, affinché potesse finalmente
rivolgerle uno sguardo
fiero... o qualcosa di più.
Bellatrix
poteva ingannare gli altri, ma non se stessa. Desiderava essere per
Lord
Voldemort ciò che l’aria era per lei: un soffio
indispensabile, un anelito di
vita, ciò che si desidera ardentemente ogni istante. Un
respiro, un qualcosa di
semplice e inosservato, eppure così importante.
Bellatrix
non lo avrebbe mai detto a parole. Mai. Lei era per tutti la sottoposta
di cui
il Signore Oscuro più si fidava, niente di più
niente di meno. Aveva tramutato
i sentimenti che nutriva in venerazione nei confronti di Lord Voldemort
e in
crudeltà e sadismo nei confronti dei Babbani e di chiunque
si opponesse al
volere del suo Signore.
Mentre
era ad Azkaban, tormentata dai Dissennatori, l’unico ricordo
che la teneva
ancorata alla realtà apparteneva a quella voce sibilante che
pronunciava il suo
nome, che si mischiava alla certezza che il Signore Oscuro non
l’avrebbe mai
abbandonata lì.
Non
lei, che gli era sempre stata fedele.
Non
lei, che lo amava più della sua stessa vita e che per lui
avrebbe rinunciato
anche alla propria anima.