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Autore: jarmione    14/12/2020    2 recensioni
Azraphel, qualche tempo addietro, ha fatto una promessa ad un amico e coinvolge anche Crowley (che, ovviamente, è molto riluttante)
Insieme, intraprendono un viaggio fino al Polo Nord...ma il tutto prende una piega inaspettata.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa super shot (super perchè, secondo il mio programma di scrittura, ho superato le 7 pagine) è un augurio in anticipo di buon Natale.


 

“Azraphel!” l’esclamazione di Crowley fece sobbalzare il povero angelo, che se ne stava nel retro della sua libreria e preparava il suo borsone da viaggio.

“Angelo, ci sei?”

“Sono qui!” Azraphel richiamò la sua attenzione, onde evitare che il demone tormentasse i suoi libri per ripicca.

Quando Crowley entrò nel retro, si tolse gli occhiali da sole e sgranò gli occhi “Che fai? Vai in vacanza senza di me?”

“Ho delle faccende da sbrigare, Crowley” disse Azraphel “Starò via qualche giorno”

Crowley scosse la testa ed indicò il calendario che l’angelo teneva appeso al muro “Pronto!? Angelo?” picchiettò il dito su una data ben precisa “Natale è fra due giorni”

“Lo so” rispose Azraphel senza capire dove il demone volesse andare a parare “E allora?”

“Allora!?” Crowley si scandalizzò “Avevamo deciso di andare a cena al Ritz, razza di bidonista che non sei altro!”

Azraphel sospirò e mise all’interno del borsone gli ultimi vestiti, chiudendolo e appoggiandolo a terra.

“Ho delle faccende da sbrigare”

“Questo lo hai già detto!” ribatté il demone “Non fare il ripetitivo con me, angelo, so che mi stai nascondendo qualcosa e voglio saperla” si avvicinò pericolosamente “L’apocalisse è stato sventato e nessuno di noi due ha più un capo, possiamo agire liberi” precisò “quindi, qualunque cosa tu debba fare, so che nulla ti è stato imposto ma è solo una tua decisione”

Azraphel arrossi per l'imbarazzo e deglutì.

“Sputa il rospo!”

Azraphel sospirò di nuovo e confessò.

“Circa quattromila anni fa ho promesso ad un amico di aiutarlo nel suo lavoro e…ho deciso di farlo adesso che non ho più nessuno che mi comanda”

Crowley si accigliò “Angelo, hai bevuto?” l’angelo negò “No, cioè…ti rendi conto di quello che hai detto? Aiutare un tizio nel suo lavoro…una promessa fatta 4000 ANNI FA?” il demone si rimise gli occhiali, per evitare di turbare l’angelo con sguardi poco carini “Non pensi che questo tizio sarà probabilmente MORTO!”

“Ehm…non proprio” Azraphel assunse uno sguardo colpevole ed indicò il calendario, più precisamente l’immagine di cornice. Vi era rappresentato Babbo Natale.

Crowley riuscì a collegare “No…sul serio?” era scioccato “Tu rinunci ad una cena al Ritz per quel panzone?”

Azraphel annuì e si sistemò il papillon “Si, Crowley, gliel’ho promesso”

“E non pensi a me? Domandò Crowley “Per una volta, dico, UNA VOLTA che faccio…faccio una cosa normale e prenoto il tavolo, tu prendi e te ne vai in mezzo agli orsi polari per aiutare lui!?”

Le parole successive che uscirono dalla sua bocca furono pesanti ed irripetibili.

Azraphel, ormai, era abituato a quel linguaggio; anche se a volte non lo tollerava.

Dovette ammettere, però che in quel caso, il demone aveva tutte le ragioni. Decise di provare a chiedergli… “Facciamo così.” Crowley si zittì “Mi farò perdonare, in qualunque modo tu voglia “specificò “Però, visto che ti avevo promesso di passare con te il Natale, ti chiedo se vuoi venire con me” Crowley fece per ribattere ma Azraphel proseguì “Così il natale lo passiamo assieme e, allo stesso tempo, mantengo entrambe le promesse, no?” sorrise innocentemente.

Il demone aveva tante altre imprecazione ferme in gola e che faticavano a tornare giù per cui l'angelo fu quasi sicuro che stesse per avere dei crampi allo stomaco a causa di ciò.

Ammise, anche, che come compromesso non era poi così male. Doveva solo sopportare il freddo polare.

“Me la pagherai, angelo” minacciò e gli puntò il dito contro “Ooh, eccome se me la pagherai”

Azraphel lo tradusse come un “sì” ed il suo sorriso divenne felice.

“Allora, ti aspetto con i bagagli”

“Non mi servono i bagagli” disse il demone “Non ho bisogno di bigodini o retine per capelli”

Azraphel si sistemò la giacca, ignorando il commento del suo amico.

Con la Bentley di Crowley raggiunsero l’aeroporto nel giro di dieci minuti, salirono sull’aereo senza essere notati (questo grazie a Crowley e qualche “magheggio” dei suoi) ed infine raggiunsero la destinazione nel giro di tre ore.

Appena scesi, trovarono la neve alta e che cadeva a grandi fiocchi.

“Bene!” disse Crowley a voce alta per sovrastare il rumore del vento e degli aerei in movimento “E adesso!? Ce la facciamo a piedi fino a casa sua!?”

“No, sai che è impossibile trovarlo, si è nascosto bene ed è protetto da una specie di magia divina”

Crowley sbuffò “Sempre voi ci siete di mezzo, dannati angeli!”

“Perché tu puoi darmi del dannato ed io non posso darti dell’angelo?”

“Perché tu sei mio amico e non voglio ucciderti ; almeno non per questo tipo di cose...” questo detto lo superò allontanandosi dall’aeroporto di Rovaniemi.

Oltrepassarono il villaggio costruito a scopi turistici, lasciandosi alle spalle le grida divertite dei bambini che gironzolavano attorno alla casa di Babbo Natale, e si ritrovarono ai margini della città.

“Quanti bambini creduloni” commentò Crowley appena furono soli “Va bene l’innocenza e tutto, ma si rendono conto che non stanno parlando con il vero Babbo? In qualunque modo voglia essere intesa quest’ultima parola, ovviamente”

Azraphel sorvolò sull’ultimo commento “Sono bambini, Crowley, non rovinare la loro magia”

Il demone sbuffò, ma prima che potesse parlare venne interrotto da uno scampanellio alle sue spalle e da una voce.

“Voi siete l’angelo e il demone?”

Si voltarono e videro prima di tutto il muso peloso e umido di una renna ed infine un giovane ragazzo vestito come…un umano.

“Si” rispose Azraphel “Sei un suo aiutante, giusto?” domandò poi, facendo mente locale e cercando di ricordare tutti gli elfi che aveva visto tempo addietro.

“Esatto, mi chiamo Gully” sorrise il ragazzo, tendendo ad Azraphel la mano e aiutandolo a salire sulla slitta con cui era giunto. Crowley fece da solo.

“Mi hanno detto di venirvi a prendere” spiegò, facendo partire la renna “Lui sa del vostro arrivo”

“Quello sa troppe cose” mormorò Crowley all’orecchio di Azraphel.

“Per me è un onore conoscere coloro che hanno sventato l’apocalisse” proseguì il ragazzo tutto eccitato “Siete degli eroi, giuro”

“Ti ringrazio, Gully”

“Come mai non possiedi quei ridicoli costumi verdi e bianchi e quei cappelli odiosi con le corna o le orecchie a punta?” domandò Crowley, ricevendo una gomitata da Azraphel.

Gully rise “Non li abbiamo mai avuti” spiegò “Sono state le credenze degli esseri umani a renderci vestiti in quel modo. L’unica cosa reale sono le orecchie” si tolse un istante il cappello e mostrò le orecchie a punta.

Poi concluse “Per il resto non siamo poi tanto diversi dagli esseri umani”

“A parte che possedete la magia e siete eterni” ribatté Crowley, rivolgendosi poi ad Azraphel cambiando argomento “Spero che quella renna venga lavata ogni tanto, l’odore che emana ucciderebbe Satana e questo la dice lunga visto il puzzo che aleggia la sotto”

Azraphel sorrise appena ed infine si godette il paesaggio naturale che li circondava.

C’era neve ovunque ed i fiocchi cadevano copiosi sul terreno. I capelli di Crowley stavano diventando tutti bianchi e per lui era umiliante.

Cercò di non infuriarsi per non far sciogliere la neve e ritrovarsi fradicio, ma la sua collera, sapeva, sarebbe scoppiata da un momento all’altro.

Era talmente intento a non fare disastri da non accorgersi che avevano attraversato una barriera e che davanti ai loro occhi c’era un enorme castello, circondato da case fatte di pietra.

Tutto era ricoperto di neve e luci di ogni genere e addobbi natalizi erano sparsi ovunque. Un perfetto mix tra antico e moderno.

“Adoro questo posto” cinguettò Azraphel

“Ci sei già stato?” domandò Crowley

“Molti tempo fa” rispose, indicando i cavi di luci colorate “Tutte queste luci erano fatte con le torce”

Mentre passavano, tanti altri uomini e donne salutavano Gully e i due, tanto che il demone fece una smorfia

“Se è accaduto nel XIV secolo sono felice” commentò Crowley “Questo posto è troppo colorato e smielato, mi sta venendo la nausea”

Per tutta risposta ricevette una gomitata.

“Eccoci arrivati” Gully fece fermare la slitta ed aiutò Azraphel a scendere. Crowley fece da solo anche in questo caso.

Azraphel salutò tutti quelli che si avvicinarono e poi accarezzò anche la renna “Sei sempre più bella, Blizzard”

“La conosci?”

“Certo!” rispose “E siamo anche amici, vero ragazzona?”

La renna bramì felice e poi venne portata nella capanna dove alloggiavano anche le altre.

Azraphel tornò accanto a Crowley, che si scostò “Non osare avvicinarti finché non ti sei lavato le mani, angelo! Giurò che chiedo a Satana di farti finire all’inferno se mi tocchi!”

“Schizzinoso”

Crowley fece per ribattere ma venne interrotto da una voce alle loro spalle.

“AZRAPHEL!” il volume era molto alto, ma sicuramente non minaccioso “Caro amico mio, come stai!?” un uomo anziano, dalla barba ed i capelli grigi molto lunghi, si avvicinò e lo strinse forte, venendo ricambiato “Sei venuto davvero!”

“Non potevo di certo mancare” sorrise l’angelo “Ti ho fatto una promessa, tempo fa, ed ora posso finalmente mantenerla”

“E tu non sai quanto mi fa piacere averti con me” gli mise una mano intorno alle spalle, guardando poi anche Crowley “Anche con te è un pezzo che non ci si vede”

Azraphel spalancò la bocca “Tu sei…”

“Se apri la bocca, Azraphel, ti incenerisco qui sul posto” lo zittì Crowley, tornando ad osservare l’anziano “L’ultima volta sembravi un frate con quella cavolo di tonaca”

“Certi termini non li accetto, Crowley” lo ammonì l’anziano “Sii più educato, per quanto possibile, in mia presenza. Ed ora seguitemi” concluse con un enorme sorriso.

Li condusse verso il castello.

Durante il breve tragitto ai due cadde l’occhio all’interno delle case. Fuori erano in pietra, richiamando lo stile medievale, ma all’interno erano confortevoli come le abitazioni moderne e con una tecnologia molto avanzata.

Azraphel notò un ragazzo che vagava su Facebook mentre Crowley…notò un altro ragazzo che vagava su ben altro tipo di siti.

Ghignò, già lo adorava.

“Benvenuti nella mia dimora!” esclamò l’anziano, spalancando la porta principale del castello.

L’ingresso era immenso, soffitti alti a volta che richiamavano le onde del mare.

Sia Crowley che Azraphel si aspettavano qualcosa di più antico e rude, ma rimasero sorpresi nel vedere la tanta tecnologia presente lì dentro.

“Non mi sarei mai aspettato questo cambiamento” commentò Crowley

“Se voglio lavorare in eterno mi devo anche adattare, in qualche modo, al mondo di oggi” li accompagnò fino ad una stanza, molto più piccola delle altre, che ricordava l'interno di una baita.

C’era uno splendido camino acceso che emanava un confortevole calore, una scrivania con un computer MAC, una poltrona di velluto rosso, un tappetto persiano antico ed infine un semplice albero di Natale.

“Me lo aspettavo più grande” Azraphel rimase deluso, ma l’anziano ammiccò e tirò indietro le tende della finestra, che dava sul cortile del castello.

Al centro di esso vi era un Albero alto circa 65 metri.

“Ok, devo ricredermi” commentò l’angelo, ricevendo una pacca sulla spalla.

I tre si accomodarono; Crowley e Azraphel sul divano e l’anziano su una poltrona.

“Sai, Azraphel…” cominciò l’uomo “…Aspettavo da tempo la tua chiamata, pensavo ti fossi dimenticato di me”

“Come ci si può dimenticare di un babbo” mormorò Crowley fra se e se.

“Ho fatto una promessa e tu sai quanto ci tenga a mantenerle” rispose Azraphel “La fortuna è che sono eterno”

“Già” sospirò l’altro “A volte mi sembra una condanna”

“Ma, scusa” lo interruppe Crowley “Ma non eri stato te a chiedere la vita eterna?”

L’uomo annuì “A quel tempo, Dio ascoltava quelle che gli umani ed i suoi sottoposti dicevano e Gabriele e Michele non erano così...così come sono adesso” emise un altro sospiro “Io avevo eseguito gli ordini di Dio. Ho costruito un’arca ed ho salvato le specie animali e la mia famiglia ma…” i suoi occhi divennero lucidi “…scoprire che molti bambini e persone innocenti, che di cuore erano puri e senza peccato, sarebbero state uccise mentre io, invece, no, mi ha distrutto”

Azraphel annuiva. Conosceva bene quella storia.

Crowley, che di solito non era tipo da ascolto, rimase stranamente zitto e attento.

“Appena riuscii a costruire una nuova abitazione per la mia famiglia, parlai con Dio e lui mi ascoltò” spiegò “Gli chiesi di aiutarmi, che volevo riscattarmi dal mio peso e desideravo rendere felici tutti i puri di cuore; All’epoca erano parecchi”

“Mi ricordo bene” disse Azraphel “Chiesero un parere anche a me in merito, ricordo di essere stato favorevole”

“E di questo ti sono grato, amico mio” sorrise il vecchio “Potevo usare la mia vita eterna come meglio credevo ed ho pensato a questo lavoro. L’unica condizione è che solo chi crede in me e nella ‘magia’ rientrerà nella mia cerchia”

“Direi che sei fregato” si intromise Crowley “A parte i marmocchi, nessuno crede più in te fra gli adulti e ti nominano solo per via dei piccoli urlanti”

“Ci sono ancora alcuni adulti che ci credono” rispose l’anziano “E sono coloro che da bambini affermano di avermi visto. Infine ci siete voi due” li indicò “Tutti quelli che credono in me sono nelle mie liste”

“Senti, bello, noi non contiamo” rise Crowley “Siamo due esseri soprannaturali”

“Da quando avete sventato l’apocalisse, però, siete rimasti senza padrone” specificò l’anziano “E questo fa di voi degli umani semplici, anche se disponete di poteri e miracoli”

Crowley sbuffò. L’ultima cosa che voleva era rientrare nella cerchia dei credenti di quell’uomo.

“Mi ricordo che la lista all’inizio era molto lunga ed essendo che all'epoca non esistevano i database, ma solo libri, ricordo che ne avevo 273 compilati per intero e stavo per aggiungere il 274°” fece un piccolo sorriso “Ma gli adulti smettono di credere quasi subito e da 273 ero passato a 87 libri compilati. E all’attuale ho esattamente 2,2 miliardi di bambini nelle mie liste più l’1% degli adulti della terra”

“Hai già detto troppi numeri” Crowley si portò le mani alla testa “Se dovevo venire qui per una lezione di matematica me andavo al Ritz da solo”

Azraphel lo fulminò con lo sguardo, poi tornò a rivolgersi al vecchio “Direi che il lavoro è tanto, caro Noè, mi chiedo come fai ogni anno ad esaudire tutti i desideri”

“Con la tecnologia di adesso è molto più semplice” sorrise, assumendo poi uno sguardo sognante “Noè…quanto tempo che non sentivo più il mio nome, ormai lo hanno storpiato in tanti, anche se a fin di bene”

“A fin di bene?” Crowley spalancò la bocca “E secondo te il Weihnachtsmann dei tedeschi è a fin di bene? Ma se sembra una minaccia di morte! È più piacevole il Babbo degli italiani che possiede due significati di cui uno lo trovo perfetto!”

Noè rise “Ogni tanto ammetto di confermare anche io quel significato” si alzò “Forza, abbiamo tanto lavoro da sbrigare” infine si incamminò, seguito dai due.

“Angelo” crowley fermò si avvicinò e sussurrò all’orecchio di Azraphel “Sai che più lo guardo e più assomiglia allo zio Jessie di Hazzard?”

Azraphel alzò gli occhi al cielo.

Seguendo Noè si ritrovarono in una grande sala con macchinari di ogni genere.

C’era persino una stampante 3D in funzione.

La stanza era ghermita di ragazzi e ragazze che lavoravano, chi al computer e chi alla catena di montaggio.

“Devo ancora abituarmi a tutta questa tecnologia” Azraphel aveva lo stesso sguardo di un bambino davanti ad un negozio di dolciumi.

Gli mancava solo la bava che scendeva.

“Cominciamo da lì, allora” Noè indicò la catena di montaggio dei giocattoli “So che eri molto veloce e pratico nell’aggiustare oggetti, qui non andiamo tanto lontano e Gully ti mostrerà come devi fare” alle sue spalle era apparso Gully, che si era cambiato con la tuta da lavoro e assomigliava ad un meccanico.

Sorrise e si lasciò guidare.

“Hai voglia di aiutarmi, Crowley?”

“L’ultima volta mi hai chiesto di aiutarti nella stalla” quel ricordo lo fece rabbrividire “Stavolta te lo scordi”

Noè lo fulminò “E’ stata una piccola vendetta per non avermi avvisato dell’unicorno, a causa tua ho passato grane anche per quello”

“E’ stato divertente vederti implorare pietà ai capoccia di Azraphel” ridacchiò Crowley

“Ed io ho trovato divertente vederti implorare pietà a Satana mentre ripulivi lo sterco di Dasher”

“Touché” si arrese il demone, mentre Noè lo portò in una stanza isolata piena zeppa di buste colorate.

“Ognuna di queste buste contiene i desideri dei bambini” spiegò “Tu devi leggere i loro nomi e dividerle tra buoni e cattivi” indicò due tubi di plastica che finivano sotto al pavimento. Uno rosso e l’altro verde.

“Come possono esistere bambini cattivi?”

“Purtroppo è capitato e capita ancora” spiegò “I bambini non sanno distinguere il bene dal male e si fidano dell’insegnamento degli adulti” assunse uno sguardo triste “Alcuni piccoli hanno paura mentre compiono atti crudeli imposti dai grandi mentre altri, invece, si divertono e provano piacere e niente paura…quelli sono purtroppo i bambini che rientrano nei cattivi e non sai il mio cuore come si spezza ogni volta che me ne capita uno”

Crowley annuì e sospirò “Non dirlo a me”

Noè gli diede una pacca sulla spalla “Conosci già il lavoro, ti lascio solo” Noè uscì e lasciò Crowley solo con la miriade di lettere colorate e piene di francobolli.

L’innocenza dei bambini era davvero grande, nonché la loro infinita credenza nel soprannaturale.

Si scroccò le mani sonoramente e si mise al lavoro.

Lesse ogni nome e divise le buste. Per fortuna non vi erano bambini cattivi, anche perché non lo avrebbe sopportato e avrebbe fatto di tutto per evitare che un’anima innocente venisse classificata così.

Dopo dieci minuti di divisione e di lettere che aumentavano invece che diminuire, Crowley sbuffò e decise di prendersi già la prima pausa.

Sulla scrivania lì vicino c’era un computer aperto su un file pdf non modificabile e, da quello che Crowley sapeva, intoccabile dalla magia e dai miracoli. Era la lista delle persone buone.

Iniziò a scorrerla pigramente, notando solo dopo che era divisa in due.

Da una parte erano elencati gli umani, dall’altra le persone speciali come lui che vivevano sulla terra.

Colto dalla curiosità, lesse tutti i nomi.

C’erano persino Anatema e Adam. Il figlio di Satana, l’Anticristo; era assurdo.

Pensava di aver visto abbastanza, ma la situazione prese una piega diversa.

Durante lo scorrimento dei nomi ne vide uno che lo fece letteralmente arrabbiare.

Cacciò un grido di rabbia che scosse l’intera zona e fece persino spaventare le renne, tanto che l’addetto alla pulizia della stalla di Dasher sbiancò quando vide il risultato dello spavento dell’animale.

“Fanculo! Cazzo!” imprecò anche in altri modi, finché la porta non si spalancò ed entrò Azraphel preoccupato.

“Crowley!” si avvicinò all’amico “Che succede?”

“Che cazzo significa!?” esclamò indicando lo schermo del computer.

Intanto, nelle altre stanze, Noè stava ordinando ai suoi folletti di continuare il lavoro e di non badare a Crowley. Poi raggiunse i due nella stanza delle lettere.

Non sembrava affatto stupito ed aveva già capito cosa turbava il povero demone.

Azraphel, con il sottofondo delle imprecazioni di Crowley, stava ancora scorrendo la lista finché… “Oh!” disse semplicemente.

All’inizio aveva gli occhi sgranati, poi sorrise “Non vedo il problema?”

“Sono un demone, cazzo!” ricordò Crowley ai due “Un demone!”

“Crowley...” lo ammonì Noè “Niente imprecazioni”

“Continuerò a farle finché qualche fottuto orecchie a punta non mi leva da quella cazzo di lista!”

Azraphel e Noè si scambiarono degli sguardi.

Potevano ben capire la rabbia del demone, ma non sapevano come aiutarlo.

Noè aveva impostato il suo database per dividere i nomi in automatico secondo determinati standard e Crowley ne rispettava ben diciotto su venti.

“I-io volevo solo andare a cena al Ritz...con prenotazione!” esclamò Crowley “Sono disposto a ripulire la stalla di Dasher, ma toglietemi da quella lista!”

Noè si avvicinò e mise una mano sulla spalla del rosso.

Crowley aveva gli occhi lucidi e Azraphel sapeva che quel tipo di reazione l'aveva avuta solo il giorno che credeva di averlo perso.

“Per l'amor di quello che vuoi” implorò “Levami da quella lista”

Noè scosse la testa “Sai che non posso farlo”

Crowley si passò una mano sul volto, cercando di coprire malamente una lacrima che sfuggiva “Molto bene” si avviò verso l'uscita dell'ufficio, aprì la porta e si diresse alla catena di montaggio accanto alla leva della velocità.

Azraphel ebbe un brutto presentimento “Crowley...Crowley non farlo”

“Se non mi togliete con le buone...” strinse l'impugnatura “...Lo farete con le cattive” e abbassò la leva, portando la catena di montaggio da velocità normale a velocità alta.

Ovviamente, l'intero reparto ebbe quell'attimo di esitazione che mandò in palla l'intero sistema ed i vari giocattoli volarono per aria.

Poi saltò sopra il nastro da scorrimento e allungò le mani con l'intenzione di incenerire ogni cosa...dimenticandosi che in quel luogo non poteva compiere nessun tipo di miracolo.

“Cazzo, cazzo, cazzo!” imprecava mentre cercava di far uscire fiamme dalle mani...inutilmente.

Azraphel si scusò con Noè per il comportamento dell'amico e poi si avvicinò a Crowley.

“Dimmi che è uno scherzo!” esclamò a gran voce, ricevendo un no come risposta “Perchè!?”

“E-ecco io...” Azraphel non sapeva cosa dire.

Non aveva idea di come mai Crowley fosse nella lista dei buoni, non sapeva i parametri che Noè aveva stabilito.

Fu proprio quest'ultimo ad arrivare in suo soccorso “Vedi, Crowley” disse “Tu hai molte qualità che ti rendono adatto alla lista dei buoni e non è mandando all'aria il mio lavoro che tu verrai spostato” spiegò, schioccando le dita e facendo tornare tutto alla normalità “Tu sei diverso dagli altri demoni che conosco e che credono in me”

“Io sono un demone!” ribatté “Faccio scherzi, minaccio la gente, spavento le mie piante e faccio compiere cattive azioni agli altri per non parlare che mi diverto con Betty della Arundel Street...non è sufficiente?” domandò “E tu non dire nulla” aggiunse rivolto ad Azraphel, che stava per dire qualcosa in merito a Betty.

Noè scosse la testa.

“Mi spiace, ma non sei spostabile” disse “Ricordati che non sei sempre stato un demone e questo è rimasto dentro di te”

Crowley abbassò lo sguardo.

Ecco perchè; ecco il motivo per cui lo consideravano troppo buono e perché Azraphel lo definiva un angelo.

Era stato uno di loro, un tempo, ed era per questo che nel suo DNA era rimasta traccia.

Non aveva idea e non voleva sapere i parametri con cui Noè aveva impostato le liste, ma era convinto che qualcosa di sbagliato ci fosse.

Non si mise nemmeno a discutere, alzò lo sguardo e guardò Noè dritto negli occhi “Vista la situazione avrei due desideri”

Noè sorrise e acconsentì, portando Crowley nella stanza delle liste.

Ovviamente, sapeva già che cosa voleva il demone, ma attese comunque che gli venisse richiesto.

Azraphel rimase fuori e tornò al suo incarico.

“Avanti, Crowley, dimmi i tuoi desideri” disse Noè, sedendosi sulla sua poltrona e incrociando le mani sul pancione.

“Io sono nella lista dei buoni e non voglio più discuterne” precisò “Ma desidero vedere due nomi ben particolari nella lista dei cattivi...e sono sicuro che ci sono”

Noè ridacchiò e con uno schiocco di dita fece avvicinare la lista dei cattivi a Crowley “Pagina 57” disse “Esattamente dopo Belzebù”

Non se lo fece ripetere due volte e andò subito a leggere nel punto indicato.

Trovò quello che cercava; Michele e Gabriele.

“Immagino che il cambio sia avvenuto dopo l'apocalisse, giusto?” chiese il demone, ma Noè negò.

“E' avvenuto quando Enrico VIII ha fatto decapitare la sua terza moglie”

Crowley rabbrividì “E chi se lo scorda” commentò “Avevo cercato di tentare la donna a commettere i reati per cui l'avevano accusata”

“Loro hanno fatto di peggio” rispose sconsolato Noè con un sospiro, ricordandosi che i due avevano acconsentito alla decapitazione della donna; i motivi erano tutt'ora ignoti l povero Noè, che non aveva modo di sapere il perché delle azioni compiute.

“Ora, dimmi il tuo secondo desiderio” proseguì Noè.

Crowley divenne rosso come i suoi capelli e si mise gli occhiali da sole come protezione.

Era davvero difficile da chiedere, soprattutto a Noè.

Quest'ultimo, che non aveva bisogno di sentirlo per farlo avverare, scoppiò a ridere “Oh, Crowley, sei incredibile”

il demone sbuffò e si chiuse a riccio.

“Se ti dicessi che è ricambiato, tu cosa mi rispondi?”

Crowley spalancò la bocca “Davvero?”

Noè annuì e si alzò “Finisci il tuo compito e poi lo vedrai” ammiccò ed uscì.

Crowley restò imbambolato per qualche istante, prima di realizzare quanto sentito.

Sospirando, si mise subito al lavoro ed uscì dalla stanza un'ora e mezza più tardi.

Venne accolto da comandi e dal rumore di una sirena che indicava che era quasi mezzanotte.

“Che mi sono perso?” domandò Ad Azraphel, vedendo tutti gli elfi che correvano avanti e indietro da una stanza all'altra.

“Tra poco c'è la partenza, inizia il giro del mondo” rispose l'angelo tutto eccitato, che non vedeva l'ora di assistere all'evento.

“Ah già, mi ero scordato che il panzone fa il tour de force” ricordò Crowley, ricevendo una gomitata.

Rimasero in disparte e attese che gli elfi smettessero di correre come dei forsennati.

Poco dopo, Noè li raggiunse.

“Carissimo Noè” Azraphel sorrise emozionato “Devo dire che il rosso ti dona davvero”

Noè esplose in un oh oh oh e si sistemò il cappello “Gli umani hanno una bella fantasia e devo ammettere che hanno scelto una divisa perfetta”

“Ti fa sembrare un ribes gigante” borbottò Crowley.

Noè rise di nuovo e fece cenno ai due di seguirlo nella stanza a fianco.

“Posso fare un commento?” chiese Crowley

“Ti sembra di essere alla NASA?” domandò di rimando Azraphel, mentre il demone annuiva

“Mi hai tolto le parole di bocca, angelo” confermò, osservandosi attorno.

Era uguale alla stazione di Cape Canaveral, tranne che la rampa di lancio era all'interno.

La slitta era pronta al centro, mentre sulla parete opposta vi era un'enorme finestra da cui sarebbe uscita.

Una delle renne bramì quando li vide ed Azraphel le si avvicinò.

“Blizzard, vecchia mia” la accarezzò “pronta per il viaggio?” domandò ricevendo una musata in risposta “Sì che lo sei, Dasher! Amico mio”

Crowley rabbirividì, ma le conosceva tutte quante? A lui era bastato Dasher e la sua dannata stalla.

I suoi pensieri vennero interrotti da qualcosa di freddo e umido sulla mano.

Sussultò e fece un passo indietro.

“E tu che vuoi?” domandò, ritrovandosi faccia a faccia con una renna dall'enorme naso rosso.

La renna Bramì, reclamando una carezza e guardando Crowley dritto negli occhi.

Il demone sbuffò e gli diede un colpettino sulla testa “Sparisci ciliegina”

“Non ti ricordi di lui?” domandò Azraphel

“Dovrei?” domandò Crowley

“Fai mente locale” disse Azraphel “Lui di te si ricorda”

Crowley tentò di ricordarsi e alla fine si illuminò “Rudolph?”

la renna Bremì in segno di assenso.

“Ma...io...” sulle sue labbra c'era un lieve sorriso “E da quando hai questo naso?”

“Da quando la nebbia nel mondo è diventata più fitta” spiegò Noè “Dal XIII secolo”

Crowley rise “Adesso capite perchè ho dormito tutto quel periodo?” disse, tornando poi a guardare Rudolph “Sei mancato anche a me, ragazzone”

la renna gli diede un'altra musata e poi si lasciò condurre e legare in prima fila.

“Signori, vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato” disse Noè ai due “E spero di rivedervi un giorno o l'altro”

“E' stato un onore, Noè” disse Azraphel, stringendogli la mano “Fai buon viaggio”

“Fai buon viaggio, ciccione” salutò Crowley

“Lo farò, angioletto” rispose Noè, provocandolo, per poi salire sulla sua slitta “Approposito, attendi che esco prima di farlo” Crowley arrossì

“Lancio fra dieci secondi...” annunciò uno degli elfi tramite un alto parlante, facendo partire un conto alla rovescia a cui Azraphel non riuscì a non partecipare.

Allo zero le renne iniziarono a trascinare la slitta che, nonostante fosse carica e pesante, risultava leggera come una piuma.

Con un sonoro oh oh oh, Noè decollò e scomparve nel buio oltre la barriera.

Tutti gli elfi applaudirono ed esultarono, per poi tornare ai loro compiti.

“E' stato emozionante” disse Azraphel “Che meraviglia”

“E già” confermò Crowley, ricevendo poi un'occhiata da Azraphel “Che c'è?”

“Cosa intendeva, Noè con la frase -attendi che esco prima di farlo-?”

“Niente, angelo” disse uscendo dalla stanza “Muoviti, voglio andare a casa”

Azraphel, colto alla sprovvista, lo seguì, ma lo bloccò appena fuori “Ogni tanto mi piacerebbe che tu spiegassi le cose”

Crowley sbuffò, come poteva dirglielo?

“Crowley?” una voce alle loro spalle li fece voltare. Un elfa porse al demone un foglietto piegato “E' indirizzata a lei” glielo porse, salutò con un cenno del capo e tornò al suo lavoro.

“Che cosa è?” domandò Azrasphel.

“E che ne so” Crowley iniziò a spiegarlo e, quando lo aprì definitivamente, una polverina dorata comparve e andò in pieno addosso al demone che, in un primo momento, starnutì e poi si ritrovò a prendere Azraphel, attirarlo a se e dargli un lungo ed appassionato bacio sulle labbra.

Il tutto sotto lo sguardo ed i sorrisi degli elfi.

Quando si staccarono, Azraphel era rimasto senza parole

“C-Crowley” era arrossito e allo stesso tempo sorrideva.

Il demone non aveva parole e prese il biglietto appena ricevuto

 

-Sapevo che non l'avresti fatto senza un aiuto-

 

Era la calligrafia di Noè.

“Giuro su Satana che a quel lampone gigante gli distruggo la slitta” borbottò, guardando poi Azraphel “Andiamo a casa, angelo?”

Azraphel annuì e, facendosi guidare da Gully, tornarono oltre la barriera in direzione di Rovaniemi.

In cielo, nonostante la neve, si potevano intravedere le stelle che, in quel momento, sembravano essere più luminose del solito.

“Azraphel...”

“Si, Crowley?”

il demone sorrise “Buon Natale, angelo”

Azraphel sorrise di rimando “Buon Natale, Crowley”

  
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