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Autore: Freaky_Frix    14/12/2020    1 recensioni
Dal testo: "Natsu sospirò, puntando gli occhi fuori; ad accoglierlo trovò i profili di edifici a lui sconosciuti, belli ma… Strani. E, sicuramente, non abbastanza interessanti da distrarlo dai suoi pensieri invadenti e a tratti famelici."
Buona lettura!
Frix
[Questa one-shot partecipa alla #naluweenweek2020!]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Naluween Week 2020'
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Fame

Fame

Era più forte di lui.

Natsu sospirò, puntando gli occhi fuori; ad accoglierlo trovò i profili di edifici a lui sconosciuti, belli ma… Strani. E, sicuramente, non abbastanza interessanti da distrarlo dai suoi pensieri invadenti e a tratti famelici.

Ché da quando Lucy era tornata nella sua vita (o meglio, da quando lui era tornato dal suo vagabondare) sentiva che qualcosa era cambiato. Ma non riusciva proprio a capire cosa.

Sentiva, nel profondo dello stomaco, tutta una serie di nuove sensazioni, alcune belle, altre meno belle, ma tutte indirizzate verso la sua bionda compagna.

Gray gli aveva detto che forse aveva un po’ esagerato, dando fuoco al gruppetto di ragazzi che le lanciavano occhiate poco innocenti quella mattina, e lui aveva ribattuto, stizzito, che non l’aveva fatto a posta.

«Lei non è tua» gli aveva detto l’amico, in tutta risposta. E lui aveva sentito il fiato bloccarglisi nei polmoni.

In che senso? Che altro doveva dirle? Non bastava forse la sua costante presenza? Non bastava averle giurato di stare con lei per sempre?

Cosa mancava? Perché lui era sicuro di essere solo ed esclusivamente suo.

La voce di Lucy lo riportò alla realtà: una camera d’albergo a Draseel.

«Ehi, il bagno è libero, puoi andare. Devi andare, puzzi.»

Natsu annuì distrattamente, cercando di scrollarsi di dosso quei pensieri scomodi, che lo punzecchiavano senza sosta sempre più di frequente.

Quando si voltò e la vide, i capelli raccolti in alto e un asciugamano a coprirle il corpo, si affrettò a chiudersi in bagno, ben consapevole di quello che si celava sotto il candido cotone e dell’irrefrenabile voglia che aveva di poterle toccare, anche solo per un istante, i fianchi morbidi.

Sono un coglione.

Restò sotto la doccia più a lungo del solito, sperando che l’acqua fredda lo riportasse con i piedi per terra e assopisse quell’istinto, ma la confusa consapevolezza di ciò che il suo corpo gli indicava lo aveva bloccato. Si immaginava di continuo con le braccia protese verso di lei, e il motivo non era, in fondo, così incomprensibile: lui la voleva. Desiderava una sorta di contatto tra i loro corpi, lo desiderava così intensamente da sentire il fuoco scorrergli con più irruenza nelle vene, ma non riusciva a comprendere fino in fondo quel desiderio.

Uscì dal bagno con la testa nel pallone, i capelli umidi e i muscoli contratti, la mascella serrata.

Lucy gli lanciò un’occhiata interrogativa dall’altro capo della stanza.

«Natsu, stai bene?»

Il ragazzo annuì. Forse era arrivato il momento di svuotare il sacco.

«Lucy» iniziò, incerto su come continuare. Era lei quella brava con le parole, di certo non lui.

«Quando bevi dimentichi tutto.»

La ragazza arrossì leggermente.

«S-sì, lo so. Perché me lo dici proprio ora?»

«Perché l’ultima volta che è successo mi hai baciato, Lucy.»

Silenzio glaciale.

Natsu provò ad alzare lo sguardo verso di lei, ma fallì miseramente.

«Ecco, non te l’ho detto perché sapevo che ti saresti arrabbiata. So che per te queste cose sono… Importanti.»

Lo sono anche per me, dannazione!

 

Lucy non sapeva cosa dire. Sapeva solo che la punta dei suoi stivali era diventata improvvisamente molto interessante, tant’è che aveva preso a fissarli, desiderando di sprofondare nelle viscere della terra.

Sono un’idiota.

Alla fine, per non soccombere ad un attacco isterico si decise a sedersi su una delle poltroncine che c’erano nella camera dell’albergo, rossa in viso come mai era stata, con il cuore che galoppava a tutto spiano. Cosa poteva dirgli? Ma soprattutto, perché lui glielo stava dicendo soltanto ora?

«Natsu…» cominciò, bloccandosi immediatamente.

Era arrivato il momento in cui avrebbe dovuto confessare tutto e mettere in mostra gli enormi macigni che erano i suoi sentimenti?

Sapeva che se avesse alzato lo sguardo verso il suo compagno il suo cuore sarebbe esploso, ma odiava sentire la vigliaccheria frenarla. Quando mai si era tenuta a freno, con Natsu?

Passò un minuto, un’eternità, compressa tutta nello spazio che li separava. Fu Natsu a fare il primo passo, letteralmente e metaforicamente. Le si avvicinò e, dopo un attimo di esitazione, le si accovacciò davanti, alla ricerca dei suoi occhi.

Quando i loro sguardi si incrociarono persero entrambi ogni controllo, e agli sguardi subentrarono subito le bocche, morbide e affamate, che si chiusero in un confuso scambio di baci e di mani.

Natsu non sapeva quanto morbide fossero le cosce di Lucy finché non vi affondò i polpastrelli, e seppe che non avrebbe più voluto toglierli da lì quando la sentì boccheggiare a quel contatto. Approfittò di quell’attimo e cercò la sua lingua con la propria, sentendo il suo corpo che lo spronava a farsi strada in lei e il corpo di Lucy che lo accoglieva, le gambe intrecciate intorno ai suoi fianchi.

Sentiva che avrebbe dovuto fare altro; ne era sicuro. Ma non sapeva cosa. Gli scappò un gemito roco e fece l’unica cosa che gli venne in mente per scacciare la frustrazione: interruppe il bacio, alzò una delle gambe della ragazza e la morse con decisione, come un drago che affonda le zanne nella sua preda preferita, le parole di Gray che gli risuonavano beffarde nelle orecchie e una parte di lui – quella con cui era meno familiare – che gli rispondeva: «marchiala, così sarà tua e di nessun altro.»

«Ahia, Natsu!»

Il ragazzo si interruppe bruscamente, come risvegliato da uno strano – e bellissimo, ma anche cupo – sogno. Lanciò un’occhiata allarmata al viso di Lucy – arrossato, gli occhi lucidi, le pupille dilatate – e poi alla coscia, temendo seriamente di averle fatto male.

«Scusami, scusami, scusami!» implorò, poggiando delicatamente le gambe della ragazza a terra.

«Non volevo, non me sono nemmeno reso conto!»

Lucy si raddrizzò e posò lo sguardo sul segno rosso dei suoi denti che le stava comparendo sulla gamba.

«È tutto ok, è solo che mi hai colto di sorpresa» si affrettò a dire lei, allungando incerta una mano verso il viso del ragazzo.

Natsu la guardò, sollevato, accogliendo la sua mano con la propria.

Rimasero così per un po’, ad elaborare il passo in avanti che (forse) quel momento avrebbe comportato.

«È solo che non sapevo cosa fare, mi sembrava di esplodere!» sbottò Natsu, più a se stesso che alla ragazza.

Lucy lo osservò, stupita.

Un improvviso pensiero le si fece strada nella mente. Ma no, non poteva essere. Eppure…

Allora non era tutta scena, con Levy e Gajeel.

La ragazza scosse la testa, sorridendo.

Natsu Dragneel, tosto da far paura, Salamander a destra e a manca, non sa cosa significhi andare oltre un bacio.

Arrossì, sorprendendosi a pensare che non avrebbe dovuto aspettare poi molto per scoprirlo.

 

Oh, cielo.


Angolo dell'autrice: buonasera a tutt*! Eccomi al penultimo appuntamento della #naluweenweek2020 OuO Il prompt del settimo giorno è fangs (zanne), e da subito ho pensato a qualcosa di più piccantino. Dal momento che, però, a me piace fare le cose in character, non me la sono sentita di stravolgere i caratteri di Natsu e Lucy, quindi mi sono trattenuta (^__^|||||). 
Spero che abbiate gradito e vi ringrazio!

Frix

P. S. Se notate delle cose che stonano non esitate a farmelo sapere! Non sono molto brava quando si tratta di descrivere momenti di intimità, quindi ogni consiglio è bene accetto!

 

 

 

   
 
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