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Autore: Ghostclimber    15/12/2020    2 recensioni
Alla sede del Cedef scoppiano un paio di metaforiche bombe.
Iemitsu crede di aver sbagliato qualcosa, e Lal sa esattamente cosa.
5927, accenni Basil/Lussuria e XS
Warning: scoppi di becera omofobia
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Basil, Colonnello, Iemitsu Sawada, Lal Mirch, Lussuria
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Arashinosora5927, colpa tua <3

 

 

 

 

-Basil,- chiamò Lal, sporgendo la testa nell'ufficio del collega, -Ieri hanno fatto il trapianto a Squalo. Ci pensi tu a fare una telefonata di cortesia ai Varia?

-Sì, dammi un attimo...- rispose Basil, con il mento appoggiato ad una mano, una smorfia in viso e innumerevoli righe di testo riflesse dallo schermo del computer sui suoi occhiali riposa-vista. Era il ritratto della noia mortale.

-Prima che puoi, per favore, così ci liberiamo dell'incombenza prima che Iemitsu torni dal Giappone. Sai che se chiama lui facciamo figure.

-Sì, poi lo faccio.- ribadì Basil, poi fece un gesto di esasperazione guardando il monitor: -E che cavolo! Lal, puoi dire a Colonnello che stiamo spendendo di più in proiettili che in affitto?- Basil si mise a digitare una nota spese, bofonchiando qualcosa riguardo all'abitudine di certe persone di sparare a raffica per coprire il fatto di avere una mira pessima.

-Fallo adesso, così intanto fai anche una pausa. Stai sclerando, Basil.

-Sto sclerando sì, cacchio! Ma ti pare normale che...

-Siccome Xanxus non si degnerà di rispondere, credo che ti toccherà parlare con Lussuria.- lo interruppe Lal, -È il secondo stratega, dovrebbero spettare a lui questi compiti.- senza alcun preavviso, il gomito di Basil scivolò dalla scrivania. La rottura dell'equilibrio causò la caduta a catena di un mare di fogli, un portapenne, una tazza che fortunatamente rimbalzò sul tappeto senza rompersi, un pacchetto di caramelle, il mouse, la tastiera, due agende e Basil stesso.

Lal entrò con calma nell'ufficio, sogghignando, e si sporse oltre la scrivania: -Va tutto bene?- chiese.

-Oh, io, sì, certo, magnifico, alla grande, mai stato meglio, adesso faccio quella telefonata. Vuoi una caramella?- Basil porse a Lal un barattolo di Ricola.

-No, grazie. E datti una mossa, prima che Iemitsu arrivi e decida di chiamare al posto tuo.- Basil sbiancò e cercò di scattare in piedi; tutto ciò che ottenne fu di mollare una sonora capocciata contro il bordo della scrivania. Lal ghignò e sorresse il monitor, che si era messo ad oscillare per il contraccolpo, poi uscì senza aggiungere una parola.

 

-Ehi, Lal, che problemi ha il telefono di Basil, kora?- chiese Colonnello, entrando nell'ufficio di Lal.

-Perché?- chiese lei, perplessa.

-Non lo so, sono passato e lo sta fissando come se contenesse la risposta a tutte le domande sulla vita, l'universo e tutto il resto, kora.

-Tecnicamente, sulla tastiera in effetti ci sono un quattro e un due.- ribatté Lal, poi ridacchiò: -No, il suo telefono è a posto, te lo garantisco. È solo che gli ho detto di chiamare i Varia per fare gli auguri di pronta guarigione a Squalo.

-Ammetto che anch'io esiterei al pensiero di parlare con Xanxus subito dopo che il suo amore è stato operato al cuore, kora.

-Quando mai Xanxus risponde al telefono, scusa?- chiese Lal. Colonnello esitò, poi disse: -Mai, in effe... oh! Oh, ho capito, kora!- i due fidanzati si guardarono negli occhi. Lal fu la prima a cedere ad un sogghigno, ma Colonnello non seppe resistere molto più a lungo. Dopo neanche mezzo minuto, entrambi stavano ululando risate.

 

-Ok.- disse Basil, poi prese la cornetta del telefono e se la incastrò tra la spalla e l'orecchio. Allungò una mano verso la tastiera e si corresse: -No, ok un cavolo.- si alzò nervosamente.

Si buttò in ginocchio sul pavimento e scartabellò tra la marea di documenti che gli era caduta e che ancora non aveva rimesso a posto, recuperò una rubrica e la aprì alla lettera V. Riprese in mano la cornetta e disse: -Un momento, così non va.- si alzò di nuovo e raccolse tutto il ciarpame che era franato dalla scrivania.

Riordinò i documenti in ordine cronologico, impilandoli con cura nella casella di entrata e in quella di uscita, restituì il mouse al suo tappetino decorato da un delfino, posizionò la tastiera esattamente parallela al bordo della scrivania, sistemò le biro e le matite a testa in giù nel portapenne, depositò l'agenda personale nel primo cassetto e portò la tazza vuota nel cucinino, la lavò e la sistemò sullo scolapiatti.

Poi tornò ad affrontare il telefono. Lo fissò come un pistolero fissa l'avversario nella scena finale di un film western, poi prese la cornetta, se la incastrò di nuovo tra la spalla e l'orecchio, digitò con decisione il numero di Villa Varia e premette il tasto verde.

Mentre squillava, sistemò la rubrica di fianco alla casella dei documenti in uscita e scribacchiò un rapido appunto su un Post-it giallino. La Bic blu mancò il portapenne quando cercò di riporla, e Basil ci trafficò un po' per farla finalmente entrare: continuava a scivolargli dalle mani sudate.

Al quinto squillo, finalmente qualcuno rispose: -Villa Varia, risponde Lussuria, chi parla?- Basil scoprì di essersi improvvisamente dimenticato come si parla. Fissò il Post-it e lesse: “NON RIAGGANCIARE, CRETINO!”

-Pronto, buongiorno Lussuria, sono Basil del Cedef!- riuscì a dire.

-Oh, Basil! Ciao! Ma che piacere!- Basil si ficcò in bocca una caramella per non cacciare un urletto decisamente poco virile.

-Ciao, io, ehm...- c'era un motivo per cui aveva telefonato ai Varia, Basil lo sapeva per certo.

-Immagino tu stia chiamando per avere notizie di Squ chan.- gli venne in aiuto Lussuria. Dal suo lato della telefonata si sentì Levi borbottare qualcosa sul livello di professionalità del collega.

-Ah, sì, esatto! Come sta?- chiese Basil.

-L'operazione è andata bene,- rispose Lussuria, -Non si è ancora svegliato dall'anestesia, ma... ehi, cos'era quel rumore?

-Scusa!- pigolò Basil, -Sto mangiando una caramella e mi ero dimenticato che non è una gommosa e l'ho morsa!- Lussuria rise e Basil dovette trattenere un gemito da scolaretta. Cercando di sorvolare sulla propria figuraccia, chiese: -Dicevi, non si è ancora svegliato dall'anestesia?

-No, ma il dottore dice che è normale.- rispose Lussuria, -Dovrebbe svegliarsi nel pomeriggio.

-Oh, bene, ehm... quando si sveglia, per favore fagli i nostri auguri di pronta guarigione.- disse Basil, poi si chiese se a Squalo potesse fregare effettivamente qualcosa degli auguri del Cedef.

-Oh, sarà senz'altro contento di riceverli!- disse Lussuria, poi si interruppe. Basil rimase in attesa, intuendo che il silenzio non fosse altro che una pausa ad effetto. Infatti, dopo un attimo Lussuria proseguì: -...scherzo, non gliene fregherà un accidente, ma io prendo nota e apprezzo, davvero.

-Oh, ehm,- Basil ridacchiò, imbarazzato, -Grazie, credo.

-Ma grazie a te per aver chiamato! Vi terremo informati sulle sue condizioni. Lussuria esitò, poi chiese: -Va tutto bene, lì?

-Oh, sì, a parte che Colonnello ci sta mandando sul lastrico con le note spese delle munizioni va tutto alla grande. Ordinaria amministrazione, una noia mortale.

-Un giorno ci troviamo a bere un caffè e confrontiamo le note spese. Proiettili contro set di bicchieri da whisky, vediamo chi è più una rovina tra Colonnello e Xanxus.- Lussuria rise di cuore, e Basil con lui. Sperò che l'uomo non si accorgesse del tono isterico delle sue risate.

-Sawada prima o poi taglierà i fondi a tutti quanti.- commentò in tono vago, giusto per prolungare la conversazione. Lussuria rispose: -Se il suo fido braccio destro riesce a scendere un attimino dalla sua nuvoletta d'amore per leggere i dettagli delle note spese, direi che è una certezza!

-Allora siamo salvi ancora per qualche mese. Si sono messi insieme da poco, Gokudera è in orbita.

-DAVVERO?!- chiese Lussuria. Belphegor urlò qualche commento sulla sua posa da checca, ma Lussuria lo ignorò: -Quando? Come?

-Sawada ha promesso che mi racconta tutto appena può, non so i dettagli.- rispose Basil, sentendosi un po' più rilassato. Di fronte ai suoi occhi balenava la colorata speranza di aver trovato la scusa perfetta per sentirsi di nuovo con Lussuria.

-Devi assolutamente farmi sapere tutto quanto! Promettilo!

-Promesso!- rispose Basil, con un enorme sorriso dipinto in faccia. Lussuria emise un urlo acuto.

-AH! Fantastico, ti adoro, se fossi qui giuro che ti bacerei!- Basil non udì il commento disgustato di Levi: era troppo impegnato a non avere un collasso. La prospettiva di farsi ricoverare nella stessa stanza di Squalo e di avere così l'occasione di incontrare Lussuria gli attraversò la mente, ma lui la scacciò: non era molto probabile che dalla Sicilia lo trasferissero fino al Policlinico Gemelli per un semplice attacco di cuore.

Il suo cervello si sintonizzò su un film mentale in stile JD di Scrubs in cui incontrava Lussuria per un caffè, gli raccontava come Tsuna e Gokudera si erano messi insieme e Lussuria, spinto dall'entusiasmo, lo baciava, e poi finivano a fare tante cose zozze da qualche parte.

Il suo sangue decise all'improvviso che il cuore non era poi così importante e si concentrò tutto intorno all'area dove finivano le gambe e cominciava il busto.

-Beh, ti farò sapere appena Sawada mi dice qualcosa, allora.- Basil emise una risatina strozzata.

-Non vedo l'ora!- rispose Lussuria in tono lascivo. Basil seppe all'istante che avrebbe conservato il ricordo di quella frase per innumerevoli sessioni di autoerotismo.

-Allora a presto!- disse poi Lussuria, -Mi spiace davvero ma adesso devo proprio andare, Belphegor e Fran stanno giocando di nuovo ad acchiapparella e se mi distruggono un altro vaso non rispondo di me stesso!

-A presto!- rispose Basil, -E buona giornata!

-Buona giornata anche a te, splendore!- Lussuria riagganciò. Basil appoggiò la cornetta del telefono sulla base, con cautela, poi si mise a prendere a testate il piano della scrivania.

 

Iemitsu rientrò nella sede del Cedef e prese la strada lunga per raggiungere il proprio ufficio, così da poter sbattere il maggior numero di porte possibili.

-Finocchio. Mio figlio è un finocchio.- bofonchiò. Urtò contro un mobiletto, lo insultò, poi gli disse ad alta voce: -Un finocchio! Lo prende nel culo!- e proseguì.

Passò di fronte all'ufficio di Lal e guardò dentro: la ragazza era semisdraiata sul divano e Colonnello le stava facendo un massaggio ai piedi. Iemitsu non salutò nemmeno e disse: -Ehi, non è come se gliela stessi leccando ma è lo stesso fottuto campo da gioco, giusto?

-Eh?- chiese Colonnello, senza cogliere la citazione da Pulp Fiction.

-Iemitsu, va...- cominciò Lal, ma Iemitsu la interruppe: -Bravi ragazzi.- proseguì, non prima di aver sbattuto la porta con violenza. Girò lo sguardo e vide un quadro che rappresentava una natura morta con frutta e gli chiese: -Ma come si fa? Cioè, può davvero piacerti prendere un cazzo nel culo?- il quadro non rispose e Iemitsu proseguì. Da alcuni uffici, i suoi subordinati sporsero le teste, nel tentativo di capire che cosa diavolo stesse succedendo, ma nessuno si azzardò a chiedere nulla.

-Basil, lui sì che è un bravo ragazzo. Mai un problema, mai una preoccupazione, mi ha dato. Sempre perfetto, ordinato, laborioso. Basil sì che sa come rendere fiero un padre.- borbottò Iemitsu. Non si accorse che Lal e Colonnello avevano cominciato a seguirlo: era troppo concentrato sull'orrenda immagine di Tsuna, il suo Tsuna, che baciava Gokudera. Sulla bocca! Neanche sulla guancia, sulla bocca! Così, con naturalezza, come se niente fosse, come se mettersi a limonare con un altro uomo fosse la cosa più normale del mondo!

-Mio figlio è finocchio.- bofonchiò di nuovo. E dire che c'erano ben due ragazze, e pure molto carine, che non sembravano contrarie all'idea di sposarlo. Soprattutto Haru, quella ragazza aveva fatto piani molto precisi sulla discendenza sua e di Tsuna. Eppure, quando Iemitsu le aveva chiesto come si sentisse riguardo quella cosa orrenda che era successa, lei si era limitata a fare spallucce e rispondere che l'importante era che Tsuna-san fosse felice.

Felice. Felice?! Iemitsu si voltò di colpo e chiese a Lal: -Ma come si fa ad essere felici con un cazzo su per il culo?!- la ragazza indietreggiò, sconvolta.

Cercò di imbastire una risposta, ma Iemitsu proseguì: -Esatto, non si può! Oh, come vorrei che Basil fosse mio figlio!- gemette e proseguì.

Quando si ritrovò a passare di fronte all'ufficio di Basil, guardò dentro e trovò il ragazzo chino sulla scrivania. Le sue mani erano nascoste, e dai suoi movimenti sembrava che stesse cercando di impedirsi di farsi una sega. Dal telefono in mezzo al piano della scrivania, Iemitsu dedusse che aveva appena terminato una chiamata, che a giudicare dalla sua reazione doveva essere stata bollente. Cercò di convincersi a non disturbarlo, visto che probabilmente era in pausa e a giudicare da com'era messo sembrava avere bisogno di un po' di tempo da solo, poi il suo orgoglio di padre surrogato prevalse. Entrò a grandi passi nell'ufficio, gli circondò le spalle con le braccia in una virile stretta spaccaossa e disse: -Bravo il mio ragazzo.- poi uscì, chiudendo la porta.

-Iemitsu, adesso andiamo nel tuo ufficio e ci spieghi che cosa diavolo ti prende, kora.- disse Colonnello, ormai sul punto di chiamare la neuro e farlo sottoporre a un TSO.

 

-...e questo è tutto.- concluse Iemitsu, due ore di sofferenza più tardi. Buttò giù una sorsata di vodka che avrebbe fatto impallidire persino Xanxus e guardò Lal e Colonnello, che lo fissavano con espressione attonita.

-Cioè. Fammi riassumere.- disse Lal, aggrappandosi ai braccioli della sedia, -Hai visto Tsuna che baciava Gokudera sulla bocca e hai dato di matto per tre giorni?

-Ma non capisci, Lal?- chiese Iemitsu, esasperato, -Se Tsuna è finocchio, i Vongola...

-Al diavolo i Vongola, Iemitsu!- sbottò Colonnello, -Stiamo parlando di tuo figlio, kora!

-...che è il Decimo Boss dei Vongola.- ribatté Iemitsu. Lal stringeva i denti così forte che Colonnello li sentiva scricchiolare, e lui stesso non era certo tranquillo.

Insomma, sapeva che Iemitsu era un po' duro di testa, e infatti nessuno osava menzionare in sua presenza cose che potevano anche lontanamente implicare accenni all'omosessualità, ma aveva dato per scontato che nell'ipotesi in cui si fosse trattato di suo figlio si sarebbe ammorbidito un po'. E invece no, anzi: stava facendo una sceneggiata tanto ridicola quanto poco professionale.

Il suo appunto sul fatto che Tsuna fosse il Decimo Boss dei Vongola era sensato, ma proprio per questo sarebbe stato il caso di mantenere la faccenda tra pochi intimi e discuterne in tutta calma prima di rischiare un'eventuale fuga di notizie. E invece Iemitsu se n'era andato in giro per la base a dire a tutti i dannati muri che Tsuna era gay.

Lo guardò prendere un'altra gargantuesca sorsata di vodka, si tenne per sé l'opinione che forse mettersi a bere alle dieci e un quarto del mattino era un atteggiamento molto più scorretto del provare piacere a sbaciucchiarsi con qualcuno del proprio stesso sesso, poi roteò gli occhi quando Iemitsu attaccò una filippica di altro tipo. Aveva già sentito la serie completa delle lodi a Basil, e per quanto apprezzasse il collega ne aveva davvero le palle piene di sentire quanto fosse bravo, giudizioso e magnifico. Tirò su la cerniera della felpa e si mise il cursore in bocca per trattenere la domanda che gli stava salendo alle labbra, e che gli sarebbe potuta costare il licenziamento e forse anche la decapitazione: “Non sarà mica che ti piace Basil, eh, vecchio porco?”

-...e poi sono sicuro che Basil ha la fidanzata.- affermò con sicurezza Iemitsu, al che Lal chiese: -Ah, sì? A me non ha mai detto niente, cosa te lo fa pensare?- di nuovo, Colonnello cercò di affondare i denti nel cursore della cerniera. Quel tipo di discorsi omofobici gli facevano salire il sangue alla testa: insomma, il suo migliore amico era bisessuale, un sacco di gente al militare era in paradiso per tutti quei bei maschioni nelle docce, lui non si era mai nemmeno posto il problema. Era etero, ma non per questo riteneva meno degno di rispetto chi non lo era, anzi: dopo aver visto Reborn impiegarci letteralmente tre giorni e due casse di vino per ammettere che forse, e solo forse, poteva aver considerato l'opzione di fare una breve visitina all'altra sponda, Colonnello era fermamente convinto che per fare coming out ci volesse un enorme paio di palle.

-L'ho visto prima in piena crisi di astinenza da figa.- rivelò Iemitsu. Colonnello si impose di mantenere una faccia da poker: se avesse lasciato fare ai suoi muscoli facciali, avrebbe inarcato un sopracciglio così tanto che avrebbe dovuto recuperarselo dalla nuca.

-Doveva avere appena finito una telefonata bollente con una bella ragazza.- aggiunse Iemitsu, mettendo su un agghiacciante sorrisino sbilenco.

-A chi potrebbe aver telefonato, Colonnello?- chiese Lal. Colonnello alzò lo sguardo, sputò il cursore della cerniera e colse lo scintillio malefico negli occhi di Lal.

-Aspetta, so che doveva fare una telefonata stamattina, vediamo se...

-Ah, sì! Adesso mi ricordo!- lo interruppe Lal.

-Oh, è vero, certo!- le resse il gioco Colonnello.

-Lussuria.- disse Lal, guardando Iemitsu.

-Ha chiamato Lussuria, è vero.- confermò Colonnello.

Il sorriso svanì dal viso di Iemitsu alla velocità della luce e sulla stanza cadde un silenzio pesante come il piombo.

La bottiglia di vodka cadde per terra, rovesciando quel poco che restava del suo contenuto sul pregiato tappeto persiano.

Infine, dopo una decina di minuti abbondanti, Iemitsu chiese: -Ma cos'ho sbagliato?- Colonnello si preparò a fargli un lungo elenco. Ma Lal lo precedette: -Secolo. Hai sbagliato secolo, Iemitsu.

 
   
 
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