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Autore: LalaMalfoy    17/12/2020    0 recensioni
Dal Capitolo 1: Sirius e James divennero amici così, in modo talmente naturale che sembrava fosse scritto, in modo talmente ovvio che era come se non ci fosse un prima, come se loro fossero stati fatti per trovarsi, per diventare fratelli.
La storia della vita di Sirius, della fratellanza con James e dell'amicizia con i Malandrini. La storia dei loro sette anni ad Howarts e di come, nonostante i grandi ostacoli da superare quali i Black la guerra e Voldemort, sono diventati una famiglia.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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~ Vacanze da recluso ~

Novembre e dicembre erano passati anche troppo velocemente per i gusti di Sirius che si trovò seduto in uno scompartimento dell'Espresso di Hogwarts senza nemmeno rendersene conto.

Attorno a lui James, Remus e Peter ridevano e scherzavano tentando di alleggerire l'atmosfera. Sapevano tutti e tre che la prospettiva di tornare dalla sua famiglia preoccupava il loro amico, ma non volevano forzarlo ad affrontare l'argomento.

Per tutto il viaggio cercarono di godersi il momento, mangiarono i dolci del carrello, chiacchierarono tra loro e si sfidarono a diverse partite di sparaschiocco e scacchi dei maghi. Tennero la conversazione su argomenti tranquilli, stando attenti a rimanere lontani da terreni scivolosi che avrebbero potuto portarli su una brutta china.

Sirius era grato loro per il modo in cui stavano affrontando la cosa. Li conosceva bene. Sapeva che se Peter si stava mordendo le unghie non era per paura di muovere il pedone nella casella sbagliata, vedeva che Remus era più silenzio del solito e non lo sgridava da diversi giorni ormai.

James poi era tutta un'altra storia. A Sirius non serviva la sua patologica incapacità di celare i sentimenti dietro una facciata, non aveva bisogno che la sua espressione parlasse con lui. Sentiva tutta la sua paura, la tensione, la preoccupazione e la rabbia. Sentiva quanto avrebbe voluto prenderlo con sé e portarlo a casa sua, impedirgli di tornare dai Black. Sentiva quanto lo stesse distruggendo sentirsi impotente in quella situazione.

E voleva davvero farlo stare meglio ma non poteva perché come lui leggeva James, il corvino riusciva a scorgere negli occhi di Sirius quello che celava al mondo intero e allora era inutile dirgli che sarebbe andato tutto bene, che non era preoccupato, che non lo spezzava sapere come i suoi genitori l'avrebbero trattato perché James semplicemente sapeva che non era vero. E James odiava le bugie.

Quando arrivarono al binario 9 e 3/4 i ragazzi si salutarono calorosamente dandosi appuntamento a quello che ormai era diventato il loro scompartimento per il sette gennaio. Remus e Peter si allontanarono per raggiungere i genitori che avevano scorto nella folla ma James non si mosse e trattenne il migliore amico per un braccio.

"Non so se riuscirai a scrivermi o meno, ma voglio che ti ricordi che io ci sono. Anche se non potrò essere fisicamente con te potrai sempre contare su di me, sul fatto che sarò dalla tua parte in qualsiasi momento della tua vita e qualsiasi scelta farai. Hai trovato delle persone che ti vogliono bene in questi mesi e ti prego di non dimenticarlo a prescindere da quello che diranno o faranno"

Sirius non aveva parole, leggeva una luce ardente bruciare negli occhi del Grifondoro, vedeva il suo sguardo fiero e sentiva il legame che li univa. Sapeva che questa consapevolezza l'avrebbe aiutato e accompagnato in quelle settimane.

"Noi siamo altro, Jamie. Nemmeno la mia famiglia potrà cancellare questo" sorrise sghembo Sirius

"Non. Chiamarmi. Jamie" si infuriò James pur sapendo che l'amico l'aveva fatto apposta per stemperare la tensione "E ora andiamo prima che ci diano per dispersi"

Scesero insieme dal treno, vicini e quasi sincronizzati, ma non si scambiarono nemmeno uno sguardo mentre si allontanavano ognuno verso i propri genitori. Sirius perché era troppo concentrato a tenere lo sguardo fermo in quello di Orion per non mostrarsi debole e cedere, James perché non voleva che l'amico scorgesse la sua paura proprio in quel momento così delicato.

Orion lo afferrò per un braccio senza premurarsi di non fargli male e si smaterializzò con lui senza una parola. Sedettero a tavola e cenarono nel più completo silenzio. Walburga non faceva che lanciare occhiate di fuoco al primogenito e Sirius leggeva nei suoi occhi la voglia di farlo tornare nei ranghi usando le maniere forti, proprio come faceva ogni volta che si comportavano male da bambini.

Incrociò anche lo sguardo di Regulus che sembrava davvero volesse dirgli qualcosa, ma poi lo distolse subito concentrandosi sul piatto e non lo guardò più per tutto il resto della cena.

"Va nella tua stanza Regulus" ordinò secco Orion lanciando una breve occhiata al figlio minore che dopo aver lanciato un'occhiata preoccupata al fratello maggiore eseguì gli ordini senza una parola

"Allora Sirius" iniziò Orion con tono freddo e calcolato "Credo tu sappia che siamo al corrente non solo dell'ignobile esito del tuo smistamento ma anche di ogni altro comportamento indegno della casata dei Black che hai adottato in questi mesi"

Sirius non rispose. Una parte di lui era ancora il bambino triste per aver deluso i genitori, ma prevaleva sicuramente l'animo Grifondoro che non si sarebbe mai abbassato a chiedere scusa per aver fatto quello che credeva giusto.

"Sappiamo della feccia con cui ti accompagni, dei comportamenti irragionevolmente sprezzanti che hai tenuto verso altri Purosangue come te amici della nostra famiglia da generazioni e della condotta di certo non impeccabile a scuola" continuò l'uomo scaldandosi ad ogni parola "Ho visto com'era ridotta la tua veste quando sei sceso dal treno con Potter"

Aveva sputato l'ultima parola con un tale disgusto che Sirius non riuscì a contenersi, a stare zitto. Fin dal primo giorno si era trovato a difendere James quando Mocciosus lo aveva offeso e da quella volta si erano protetti a vicenda. Solitamente lo facevano con battute, scherzi e piccoli incantesimi, quelli che avevano imparato. In quel momento però doveva farlo con serietà e convinzione

"Non dire una parola su di lui. Non osare offendere James"

"Come osi parlare in quel modo a tuo padre? Per difendere un Traditore del sangue poi" sbottò Walburga e lo schiaffo lo colse impreparato tanto da fargli torcere il collo per la forza che la donna vi aveva messo

"James è un ottimo mago e una persona ancora migliore" un altro schiaffo, altro dolore ma dalla bocca del ragazzino non uscì nemmeno un fiato

"Ora" riprese il padre più calmo "Siamo pronti a sorvolare sulla pessima scelta del cappello parlante se ricomincerai a comportarti come si concerne al tuo rango, a mantenere alto il nome dei Black e smetterai di frequentare quei Mezzosangue e quel Traditore"

"Non smetterò di frequentare Remus e Peter per nulla al mondo proprio come non abbandonerò James" rispose Sirius fiero "E continuerò a fare le scelte che ritengo giuste, a comportarmi nel modo migliore per me"

Questa volta lo schiaffo non fu inaspettato, ma fece male lo stesso e a quello ne seguì un altro e un altro ancora, poi un colpo di bastone del padre e altre percosse. Alla fine Sirius era accasciato a terra, le ferite che sanguinavano, ma non aveva mostrato loro il suo dolore e soprattutto non aveva ceduto.

Lo mandarono a dormire ordinandogli di riflettere suelle sue azioni e sulle conseguenze di esse, ma lui si sentiva davvero bene. Era riuscito ad affrontare i genitori a testa alta e in quel momento si sentiva davvero fiero di sé stesso e sicuro che sarebbe riuscito ad affrontare quelle vacanze in un modo o nell'altro.

Per tutta la durata delle vacanze impedirono a Sirius di uscire dalla sua stanza se non per consumare i pasti con gli altri tre. Ogni sera dopo cena Orion mandava Regulus nella sua stanza e chiedeva a Sirius se aveva cambiato idea sul suo modo di fare e sulle compagnie che frequentava.

Ogni sera Sirius ripeteva che non si sarebbe fatto piegare e i genitori rispondevano con la forza, come se davvero pensassero di spingerlo a tornare da loro per paura e spirito di sopravvivenza.

Sirius era stanco, dolorante e distrutto. Lo lacerava dentro sapere che le persone che gli facevano tanto male erano i suoi genitori, rendersi davvero conto che non lo accettavano per la persona che era davvero e che non lo avrebbero mai fatto. Avrebbe pianto se non fosse che era troppo fiero e orgoglioso per permetterselo e si ritrovò a sfruttare, suo malgrado, quello che loro gli avevano insegnato. Quella maschera di indifferenza e gelo che avrebbe dovuto usare a scuola per mostrarsi superiore agli altri la usava invece nei loro confronti per evitare di mostrargli quanto stava soffrendo per quello che gli facevano.

Provò più volte a parlare con Regulus ma i suoi genitori sembravano impegnarsi al massimo perché non avessero contatti. Il massimo che era riuscito a fare era stato augurargli buon Natale la mattina del venticinque. Ogni volta che provava ad azzardarsi a dire qualcosa di più uno dei due veniva mandato nella sua stanza, solitamente Sirius a meno che non volessero parlargli.

Arrivò anche a cercare di evadere dalla sua stanza, se così poteva chiamarla dal momento che si sentiva recluso come se fosse prigioniero, di notte per incontrare il fratello ma scoprì che la sigillavano con incantesimi che lui non ancora non sapeva spezzare.

Il trentun dicembre tutti i parenti arrivarono a Grimmuld Place per festeggiare l'anno nuovo e Walburga passò buona parte della mattinata a redarguirlo su quali dovessero essere i suoi comportamenti per la giornata. Lui sapeva benissimo che non era il caso di comportarsi in modo stupido davanti a decine di persone, non voleva rischiare che non lo facessero tornare a Hogwarts. Sapeva che non avevano preso davvero in considerazione quell'alternativa, anche forse ci avevano pensato, per non rischiare di creare domande e pettegolezzi che avrebbero potuto ledere l'immagine della famiglia ma era comunque meglio non rischiare.

Sulle sei di sera, mentre era in salotto intento ad ignorare i primi ospiti Sirius guardò fuori dalla finestra e scorse per la prima volta dopo anni Jane e Mike. Erano avvolti in pesanti cappotti, sciarpe e cappelli di lana e stavano ridendo assieme ai genitori. Mike si divertiva a scompigliare i capelli della sorella che si imbronciava e si tirava giù il cappello fin quasi a coprirsi gli occhi.

Sirius sorrideva e si diceva che avrebbe tanto voluto scendere ad augurare loro buon anno, poi però a un cenno di quello che doveva essere il padre i due si avviarono lungo la stradina fino a sparire e Orion richiamò la sua attenzione. Il momento sparì e Sirius tornò alla realtà.

A tavola sedette tra Regulus e Andromeda, la sua cugina preferita. Lei gli rivolse un piccolo sorriso prima di prendere a mangiare con eleganza ed educazione e Sirius seppe che una persona in quella stanza ancora non lo odiava e anche se era una sola la cosa gli permise di affrontare la serata.

Quando i parenti lasciarono la casa, nella confusione dei saluti, Andromeda riuscì a prenderlo da parte per dirgli "Sei stato davvero coraggioso Sir, sono fiera di te e spero di riuscire a racimolare presto il tuo stesso coraggio. Mi hai ispirata"

"Cosa intendi?" le chiese Sirius, di certo non poteva essere smistata a Grifondoro dal momento che aveva finito Hogwarts l'anno prima che lui vi entrasse come una perfetta Serpeverde

Andromeda gli fece l'occhiolino e con un sorriso disse enigmaticamente "Lo vedrai presto"

"Allora buona fortuna, Dromeda" le rispose Sirius, poi si allontanarono e come se niente fosse andarono a salutare gli altri parenti

   
 
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