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Autore: Hiroshi84    18/12/2020    3 recensioni
[Da bambino cascai in una pozzanghera che si tramutò in un vortice scintillante. Nel rialzarmi, mi ritrovai sempre nella mia città, ma con la sola differenza che tutto appariva all'inverso...]
Racconto dalle venature surreali.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da bambino cascai in una pozzanghera che si tramutò in un vortice scintillante. Nel rialzarmi, mi ritrovai sempre nella mia città, ma con la sola differenza che tutto appariva assurdo e inverosimile. Difatti, mentre mi avviavo in una via di Barcellona Pozzo di Gotto, per prima cosa notai che le insegne dei negozi erano scritte da destra verso sinistra, tra cui il tabellone della frutteria del signor Alosi che divenne isolA.
Persone, automobili, scooter, e animali si muovevano come in un nastro riavvolto, inoltre ascoltando le conversazioni della gente constai che formulavano le frasi in mirror speakers. Provai un'angoscia indescrivibile, al punto che mi misi a piangere. 
«olocciP, èhcrep ignaip?» mi domandò un attempato signore ben vestito che stava percorrendo il marciapiede. 
«Pciccc prech… non la capisco, mi dispiace» gli risposi singhiozzando.
«azroF e oiggaroc ehe opod elirpa eneiv oiggam!» disse l'uomo accarezzandomi il mento per poi allontanarsi in retro walking.
Sempre più frastornato, imboccai un vicolo dove c'erano cinque ragazzini che giocavano col Super Santos, un tipico pallone in pvc, di colore arancione con bande nere. Strano ma vero, chiesi di unirmi a loro. Il gruppo annuì con un cenno del capo, continuando a palleggiare.
Giocai malissimo, non riuscivo ad effettuare nemmeno un passaggio corretto dal momento che la partitella avveniva in modo bizzarro. I ragazzini mi urlarono contro tante volte, finché non mi trascinarono di peso fuori dal vicolo. Il più grande fra tutti, mi diede una vigorosa spinta facendomi piombare su una pozzanghera.
«Disgraziato!» esclamò mia nonna arrabbiata, afferrandomi un braccio per tirarmi su. Mi guardai intorno, prendendo atto che ero ritornato alla normalità. 
Abbracciai la mia nonnina che, nel frattempo, si prodigava a ripulire i miei pantaloni beige con delle salviette umidificate. Decisi di non soffermarmi su quella pozza d’acqua dimensionale, sicurissimo che non mi avrebbe creduto.
«Niente, 'ste macchie non passano. Giuseppe, è inutile che fai il ruffiano, ti avevo avvertito di non camminare all'indietro. Stanne certo che a casa le buscherai da tua madre.»
Da questa esperienza a dir poco surreale è possibile trarne la seguente morale: quando una giornata gira al contrario, non può che finire storta.


   
 
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