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Autore: _Blumenonfire_    18/12/2020    2 recensioni
É il primo natale che John e Sherlock passano insieme come coppia e il nostro detective vuole dimostrare di saper essere un bravo fidanzato.
La ricerca del regalo perfetto sembra essere però più ardua del previsto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Oh Sherlock, non puoi non fare un regalo di Natale a John, non è così che si comportano i fidanzati”



Una sola frase di Mrs. Hudson aveva dato inizio ad una delle peggiori imprese che Sherlock Holmes avesse mai affrontato: lo shopping natalizio.
Il detective non si era mai occupato di triviali formalità come comprare dei regali e il Natale non era un’eccezione.
In fondo si trattava solo di un'operazione di marketing per spingere gli idioti ad ammassarsi nei centri commerciali per spendere soldi in una serie infinita di oggetti di cui nessuno ha bisogno.
Quest’anno però si sarebbe dovuto associare anche lui a suddetti idioti, perché questo non sarebbe stato un Natale come tutti gli altri.


Era il primo che lui e John passavano insieme come coppia e non come coinquilini/migliori amici che reprimono i propri sentimenti.
Sembrava una conclusione ovvia per tutti, il grande lieto fine da commedia romantica, eccetto per i due protagonisti, che avevano impiegato un tempo infinito per lasciar cadere le maschere e mettere a nudo ciò che provavano l’uno per l’altro, senza più scuse o timori.
E il risultato era che nessuno dei due si era mai sentito più felice di così.
Ma Sherlock era pur sempre Sherlock e ancora non aveva afferrato i complessi meccanismi delle relazioni umane, specialmente di quelle amorose.
Troppo spesso si dimenticava di non essere più solo e continuava ad impersonificare il suo ruolo di sociopatico, che gli era servito da scudo per tutti quegli anni, diventando rude e glaciale e chiudendosi in se stesso senza pensare a nessun altro.
Da lì nascevano i litigi e le urla e le porte sbattute.
Subito dopo, per fortuna, arrivavano le scuse e le riappacificazioni e le promesse di diventare una persona migliore.
E in questo processo Sherlock avrebbe iniziato dalle cose semplici come comportarsi da buon fidanzato il giorno di Natale.
Stavolta si rifiutava di deludere John.


I negozi erano stipati di persone di ogni genere, principalmente di ritardatari che correvano a cercare i regali dell’ultimo minuto assaltando disperatamente gli scaffali per accaparrarsi questo o quel prodotto.
Mentre scrutava le vetrine splendenti e decorate a festa, un leggero panico cominciò a ribollire dentro Sherlock, che si stava rendendo conto di essere uscito di casa senza avere la benché minima idea di cosa cercava.
Cosa serviva a John?
O meglio, cosa gli sarebbe piaciuto davvero?
Chiuse gli occhi e andò velocemente a cercare tutti i fascicoli dedicati al suo dottore, per trovare qualcosa che lo aiutasse nella scelta.
Un maglione di lana.
Un manuale di medicina.
Le presine per il forno (che stavolta non sarebbero state vittime di incidenti con agenti chimici).
Dei vestiti più decenti (stava pensando ad un modello di pantaloni che lo avrebbero fasciato così bene che sarebbe stato un regalo per entrambi).
Una bicicletta.
Il flusso di informazioni scorreva più velocemente che mai, senza che la risposta più logica si lasciasse trovare.
Intanto da qualche parte scoccava la ventesima ora della Vigilia di Natale.
Il tempo stringeva e la missione era lontana anni luce dall’essere compiuta.


La mattina di Natale John si svegliò in un letto vuoto.
Anche se era abituato al fatto che Sherlock dormisse pochissimo e quasi mai su un vero materasso, ogni volta che apriva gli occhi la mattina e non percepiva il calore di un altro corpo avvolto al suo sentiva una sensazione amara invaderlo. La delusione lo motivava però ad alzarsi per trovare il suo compagno e dargli la sua prima dose di affetto (e di solito anche qualcosa in più, che fungeva da ulteriore incentivo per non rimanere a poltrire).
Con questo obiettivo si diresse verso la cucina, pronto ad una tranquilla e pigra giornata Natalizia.
“Buongiorno Sherlock, buon Nata-“ John rimase fermo sotto la porta, da cui riusciva a vedere una montagna di pacchetti di ogni dimensione che copriva il pavimento del salotto.
Accanto c’era Sherlock, seduto a terra mentre sorseggiava una tazza di tè.
“Buongiorno John, buon Natale anche a te”
Il dottore alzò un sopracciglio confuso, spostando lo sguardo dal cumulo al detective.
“Cos’è questa roba?”
“E’ il tuo regalo di Natale, mi sembra ovvio”
John si avvicinò, la fronte ancora più corrugata mentre cercava di capire.
Regalo? Qui mi sembra ce ne siano molti più di uno solo” cercò di contare quanti fossero, ma perse la pazienza dopo un paio di secondi. “Sembra tu abbia derubato la slitta di Babbo Natale”
“Non essere ridicolo John, un uomo della tua età dovrebbe sapere da dove vengono i regali di Natale”
Dato che lo sguardo dell’altro reclamava spiegazioni, Sherlock si schiarì la gola e si alzò in piedi.
“Vedi, non sapevo cosa regalarti e quindi nel dubbio ho preso…tutto” gesticolò vagamente verso il mucchio accanto a lui.
Il detective abbassò lo sguardo e con un filo di voce continuò.
“Non volevo pensassi che non mi importa abbastanza di te da fare attenzione a cose del genere. Volevo approfittare di questo giorno per dimostrarti che sei una persona speciale e che meriti tutto ciò che desideri, qualunque cosa” gli zigomi marcati gli si erano dipinti di rosa mentre continuava con il suo discorso, all’improvviso insicuro di se stesso. "Mi spiace di non essere alla tua altezza certe volte, vorrei saperti mostrare meglio ciò che provo per te"
Lo sguardo di John si addolcì immediatamente e con un passo raggiunse il suo fidanzato, poggiandogli una mano sulla guancia.
“Sherlock, non hai bisogno di comprarmi oggetti per farmi capire che ci tieni. Lo vedo ogni giorno che è così, lo vedo da tutti i tuoi piccoli gesti”
“Come il fatto che non metto più le dita mozzate nel freezer?”
John si lasciò scappare un sorriso e stampò un bacio sulla fronte del detective.
“Sì, insopportabile scemo. Ma ad ogni modo mi basta che tu sia qui con me, il resto può anche andare al diavolo” e i due si chiusero in un abbraccio, perfetto come tutti i momenti che avevano passato insieme negli ultimi anni.
Dopo qualche secondo John tornò ai regali.
“Penso ci metterò un po’ ad aprirli tutti”
“Sì, un altro è qui giù”
“Cosa?” il dottore pensò di aver sentito male e si diresse verso la finestra. Appena vide ciò che c’era in strada sgranò gli occhi e si immobilizzò.
“Sherlock?”
“Sì?”
“Mi hai regalato una Aston Martin per Natale?”
Il detective scrollò le spalle, come se non fosse nulla di eccezionale.
“Mrs. Hudson non ti lascia usare la sua”
John scoppiò a ridere e tornò vicino al suo compagno, avvolgendogli la vita con le braccia per portarlo più vicino a sé.
“Wow, il tuo meraviglioso cervello si è davvero superato stavolta” gli sussurrò, lasciandogli una fila di baci umidi fra il petto e il lobo. “Adesso ti conviene tornare a letto con me, così posso ringraziarti in maniera appropriata”
“Faresti bene a farlo”



Avvolti dal caldo piumone e imperlati da un velo lucido di sudore, John e Sherlock si godevano il resto della mattinata accoccolati insieme, a metà fra il sonno e la veglia.
John si tirò su, appoggiando la testa sul palmo della mano e ammirando per un attimo i tratti perfetti dell’uomo che riposava accanto a lui.
“Comunque non ti ho ancora dato il mio regalo”
“Mh, e quale sarebbe?” gli rispose uno Sherlock sonnecchiante.
John inspirò profondamente prima di parlare.
“Ho deciso di togliere il divieto di esperimenti nelle zone comuni della casa”
Il detective si mise a sedere di scatto, girandosi per guardare in faccia l’altro.
“Sei serio?” la sua voce era un'ottava più alta per l’emozione.
“Purtroppo serissimo”
Sherlock gli si gettò addosso per un bacio appassionato, fin troppo entusiasta della notizia.
“Oh, John Watson, sei sempre un passo avanti come fidanzato”
“Hai tanto da imparare, ragazzino” sogghignò e si rimise disteso, portando delicatamente la testa riccioluta di Sherlock sul suo petto.

 



“Sherlock”
“Dimmi”
“Come hai pagato tutta quella roba?”
“Mycroft mi ha prestato la sua carta”
“Prestato?”
“Sì, solo che non lo sa”
“Immagino. Quanto tempo abbiamo prima che ci mandi gli elicotteri?”
“Il tempo di finire il suo terzo pudding”
“Allora direi che prima ti porto a fare un giro in macchina”

   
 
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