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Autore: ARed    21/12/2020    7 recensioni
Bella, una giovane interior designer di Boston, torna nella sua città nativa per festeggiare il Natale con la propria famiglia. Assieme a lei c’è il suo inseparabile chihuahua Weasley dal pelo rosso. La sua idea iniziale è quella di rilassarsi, ma l’arrivo del nuovo vicino di casa dei suoi genitori le scombussolerà i piani.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Swampscott
CHRISTMAS 
CAPITOLO UNO

21 dicembre 


L’ultimo albero era stato decorato nel grande salone della famiglia Pearson. Isabella amava quel periodo dell’anno fatto di luci, abeti, palline colorate  e profumo di cannella nell’aria.  Da quella sua passione era nato il suo lavoro. Faceva l’interior designer per un importante studio di architettura di Boston. Le piaceva il suo lavoro, ma quello che più la gratificava era vedere lo stupore negli occhi della gente. Specialmente a Natale, quando un po’ di agrifoglio e delle piccole  luci rendevano anche l’ambiente più freddo, caldo ed accogliente. 
Isabella arredava le case da sola, era un lupo solitario. Ma quando si trattava di decorare la casa dei suoi clienti per le feste, pretendeva che ci fossero anche loro. Soprattutto i bambini. Sosteneva, infatti, che l’albero si dovesse fare in famiglia. Così da crearne un ricordo. Lei si limitava a portare gli addobbi, ad abbinarli e a dare qualche consiglio da esperta, ma il lavoro manuale lo faceva fare alle famiglie.  I suoi capi spesso l’avevano ripresa per questo suo atteggiamento, ma Isabella aveva fatto sempre valere le sue idee. Aveva sciolto anche i pezzi più grossi della società di Boston. Perciò, vedere Mr. Carson, CEO di una multinazionale, fare l’albero assieme alla moglie e ai gemelli era normale. O Miss Scott, che non aveva mai tempo per nulla, non aveva eguali.
Aveva convinto tutti e se qualcuno si rifiutava? Beh, il rifiuto era reciproco. Non accettava di fare l’albero a degli sconosciuti.
« L’ho sempre detto a mio marito di avere un certo talento nel fare l’albero di Natale, ma lui era fissato nel chiamare ogni anno Jason », disse la signora Pearson offendo a Isabella una cioccolata calda. « Per fortuna Monique mi ha parlato di te. Non ho mai visto questa casa così bella », nei suoi occhi Isabella vide quella scintilla che tanto amava. 
« Mi fa piacere Mrs Pearson, credo che anche i suoi figli si siano divertiti »
« Lo credo anche io, non gli vedevo così da anni. Io e il padre siamo sempre così indaffarati. Probabilmente hanno visto più la tata di me », sul volto della signora Pearson apparve un velo di tristezza. Non era semplice essere una donna in carriera, ma i suoi figli sapevano quanto amore i genitori provassero per loro.
« Non è tardi per recuperare », suggerì Isabella.
Uscì da casa Pearson soddisfatta del suo lavoro e della magia che aveva donato a quella famiglia. 
L’aria fredda di Boston la fece rabbrividire. Si avvolse meglio nella sciarpa che nonna Claire le aveva regalato per Natale. Profumava di amore. 
Mancavano poche ore alla sua partenza. Quell’anno, infatti, aveva deciso di trascorre più tempo con la sua famiglia durante il periodo natalizio. 
Swampscott distava poche miglia da Boston, ma a causa del suo lavoro Isabella vedeva raramente la sua famiglia, e questo la faceva stare terribilmente male. Il piccolo appartamento in cui viveva le sembrava così grande, si sentiva sola. Per questo aveva deciso di adottare un cane. Il loro era stato amore a prima vista. Mr. Weasley era il più piccolo della cucciolata. L’unico dal pelo rosso ramato, così in contrasto con i colori scuri dei suoi fratelli. Isabella non aveva avuto dubbi sulla scelta. Il piccolo Chihuahua le donava quotidianamente un amore immenso e puro. Ovviamente, la faceva anche tributare; Mr. Weasley adorava le calze. Sul serio! La povera Isabella non poteva stare con i calzini addosso con lui nei paraggi, poiché quest’ultimi avrebbero fatto una brutta fine. Venivano spaiati e, per una volta, non era colpa della lavatrice. 
Mr. Weasley cominciò ad abbaiare non appena l’ascensore raggiunse l’ultimo piano della palazzina in cui abitava Isabella. Era fiera del suo appartamento, certo era piccolo e come quadratura era grande quanto il ripostiglio della casa dei Preston, ma a lei andava bene così. Anche se, come detto, spesso si sentiva sola. 
« Mr. Weasley! », lo riprese lei cercando le chiavi nella sua borsa. Quando rientrò nel suo appartamento il cane le saltò addosso facendole una miriade di feste. Amava moltissimo quella piccola palla di pelo. 
« Adesso la mamma finisce di prepararsi e poi si parte », Isabella faceva lunghe conversazioni con Mr. Weasley, sapeva di non poter ricevere risposte, ma gli occhi dolci che il cane faceva quando lei parlava erano terribilmente umani. Quel cane sapeva quello che voleva.
« Ho capito! È inutile che mi guardi così », Mr. Weasley la guardava fermo, scodinzolando solo la folta coda. « Prima si fa la pappa! », a quella magica parola il cane cominciò ad agitarsi, muovendo in modo insistente le zampette sul pavimento in legno. Isabella sorrise divertita, conosceva molto bene il suo pollo. Quel cane pensava solo al cibo, un po’ ai giochi, a cui prestava poca attenzione, e alla sua amata cuccia. Non doveva essere difficile la sua vita. 
« Pensi solo a mangiare, non contribuisci minimamente al mantenimento di questa modesta dimora », Mr. Weasley non se la filò di striscio, troppo impegnato con i suoi croccantini. 
La valigia che Isabella aveva preparato era pronta vicino all’entrata. Mr. Weasley, sazio, attendeva impaziente di uscire. Il parco era la sua seconda cosa preferita, dopo il cibo ovviamente. 
« Lo sai che devi mettere il cappotto Mr. Weasley. Sei messicano non adatto a queste temperature », Boston in quei giorni segnava una media di due gradi sotto zero. Isabella odiava il freddo, ma al contempo adorava stare sul divano, avvolta in una calda coperta, magari con una cioccolata calda guarnita di minuscoli marshmallow colorati, mentre fuori soffiava un gelido inverno. 
Controvoglia, Mr. Weasley si fece mettere il cappotto, Isabella non scherzava prima. 
« È in partenza signorina Swan? », le domandò il vecchio portiere. 
« Sì, signor Arthur, vado dalla mia famiglia per le feste », rispose gentile Isabella. Teneva Mr. Weasley in braccio e con l’altro trascinava la sua valigia. 
« Si faccia aiutare », Arthur prese il bagaglio e lo portò fuori, dove Isabella aveva parcheggiato la sua Ford, l’ultimo regalo di nonno Harry. 
Con delicatezza, Isabella, mise Mr. Weasley nella cesta da viaggio. Il vecchio Arthur caricò la valigia e la borsa che conteneva tutte le cose del cane. 
« Grazie molte per l’aiuto, mi saluti sua moglie e Buon Natale! », disse Isabella salendo in macchina. 
« Buon Natale anche a lei », salutò il vecchio portiere rientrando nel palazzo.
« Pronto Mr. Weasley? », il cane abbaiò in risposta è Isabella partì. Doveva fare molta attenzione, nonostante le strade fossero pulite, le basse temperature trasformavano l’asfalto in una gigantesca pista di pattinaggio.
 Il viaggio verso Swampscott  non durava molto, in condizioni normali raggiungeva la sua famiglia in meno di mezz’ora, ma i rallentamenti causati dalla neve fecero durare il viaggio più del doppio del tempo, ma Isabella non si era scoraggiata, aveva passato tutto il tempo a cantare le canzoni natalizie della sua playlist. Mr. Weasley abbaiava ogni qualvolta sentiva il scintillio delle campane. Era felice quella piccola palla di pelo rosso. Poverino, ancora non aveva capito che in poco tempo sarebbe stato sotto le grinfie di Archie. 
Il nipotino di Isabella aveva due anni e mezzo ed era il bambino più bello, ma anche monello che avesse mai visto. La sua nascita l’aveva portata ad andare a Swampscott molto più spesso e volentieri. Lo amava. Suo fratello insegnava matematica alla Swampscott High School e sua moglie Rosalie scienze. Isabella aveva sempre pensato che i due fossero perfetti insieme, per questo aveva combinato il loro primo incontro quattro anni prima. In poco tempo Rose si era trasferita a casa degli Swan e dopo la proposta di matrimonio aveva scoperto di aspettare Archie. Il loro era quell’amore che Isabella si augurava. Quell’amore totale, che da solo illumina la notte più buia e riscalda i cuori più freddi. 
Casa Swan  si trovava in una delle principali zone residenziali della piccola cittadina. Tutte le case erano decorate, tranne una e Isabella quell’unica anomalia diede fastidio. Il giardino di casa Swan, completamente innevato, mostrava le più svariate decorazioni. Un enorme pupazzo di neve padroneggiava la scena. Le luci colorate attorno alla staccionata coloravano la neve di mille colori diversi. 
Il sole, nascosto dietro le pesanti nuvole cariche di neve, stava tramontando lasciando posto alla notte che avrebbe accesso la magia del Natale. 
It’s the most wonderful time of the year 
Canticchiava Isabella, parcheggiando la macchina sul vialetto. Il portico era completamente decorato da rami d’abete intrecciati con nostri rossi, palline e lucine bianche, dal tono caldo. Mai usare luci fredde per le decorazioni di Natale, era una delle severe regole di Isabella.
« Mr. Weasley è stato bello fare la tua conoscenza », disse Isabella prendendo le chiavi di casa, da quando Archie camminava chiudevano la porta a chiave, visto che uno dei suoi sport preferiti era scappare. « Fossi in te mi nasconderei appena apro la porta », suggerì al cane che la guardava con gli occhi di chi della vita non ha capito nulla.
« Ve bene », disse aprendo la porta. Il profumo di cannella la colpì al primo respiro. Era profumo di casa. 
Le grida felici di Archie si sentivano chiare. Mr. Weasley abbaiò in risposta e come richiamato suo nipote spuntò da dietro l’angolo. Indossava un simpatico maglione fatto a mano, opera della nonna. I suoi capelli biondi erano più ricci del solito e le guance paffute gli davano l’aria più dolce del mondo. Isabella si scioglieva sempre con lui. 
« Amore della zia », disse abbassandosi per accogliere Archie tra le sue braccia. Il piccolo corse e le saltò addosso, facendole perdere per poco l’equilibrio.
Lo riempì di baci e così fece anche Archie, che amava sua zia. Ma la sua attenzione nei confronti di zia Bella svanì non appena si accorse della presenza del cane tenuto in braccio dalla zia.
« Mittel Wisly!! », urlò eccitato Archie.
« Scappa! », disse Isabella al chihuahua mettendolo a terra. Per evitare che sporcasse il parquet non l’aveva fatto camminare sulla neve, anche perché per quanto Mr. Weasley amasse la neve, era una un cane abbastanza schizzinoso. Odiava essere sporco e bagnato.
Solo a lei poteva capitare un cane del genere. Ma era per questa sua avversità che lo amava. Mr. Weasley era il cane da “mai una gioia”. 
« Tesoro sei qui! », disse sua madre uscendo dalla cucina.
« Ciao mamma », rispose Isabella andandole incontro per abbracciarla.  
« Vieni andiamo in sala, tuo fratello e Rose sono andati a fare la spesa e tuo padre è ancora in centrale 
 »
Non appena entrarono in sala Isabella sorrise, accanto al camino ancora spoglio c’era un abete, « Ti stavamo aspettando », disse sua madre notando l’emozione che si faceva strada sul volto della figlia. 
« Grazie », le era scappata una lacrima, era bello tornare a casa per Natale. Boston non era molto lontana da Swampscott e l’idea di tornare a vivere nella provincia americana era sempre più radicata in lei. 
« Porto di sopra le mie cose e poi.. » 
« Muffin al cioccolato », concluse sua madre. Quella era la tradizione.
Renèe insegnava alla locale scuola elementare, era una donna felice, con un marito brontolone e tre figli magnifici: Emmett il più grande, Seth e la piccola Bella. Nonostante fossero cresciuti e avessero le loro vite, lei gli vedeva ancora come le tre piccole pesti che giocavano ai piedi del grande albero di Natale che ogni anno suo suocero andava a scegliere nel vicino vivaio. 
« Nonna Mittel Wisly », il piccolo Archie urlava felice che la zia gli avesse portato il cucciolo.
« Amore non è un gioco, devi fare attenzione con Mr. Weasley », disse pronunciando piano il nome del cane. Lo adorava e pensava fosse molto azzeccato, visto che la piccola peste snobbava i suoi giochi preferendo e trovando molto più interessanti i giochi dei  babbani.
« Andiamo a fare i muffin? », Isabella aveva appena lasciato tutte le sue cose nella sua vecchia stanza. Indossava un maglione bianco con il faccione di Rudolf ricamato davanti. Amava i maglioni natalizi. Nel suo lavoro vestiva sempre molto elegante, era spesso nominata l’italiana, dato il suo stile, ma a Natale stivali e Loubutin venivano sostitute da comode e buffe pantofole. Gonne, pantaloni, camicie e tailleur da jeans, tute e maglioni. Isabella entrava in mood natalizio il giorno dopo Halloween e ne usciva a fatica la prima settimana da gennaio. 
« Shi! », disse felice Archie, dimenticandosi che Mr. Weasley aveva preso la macchinina e si era nascosto dietro la tenda per giocarci. Renèe sorrideva divertita, ma non disse nulla. 
Isabella prese il suo grembiule natalizio, che trovò nel solito cassetto della cucina e mise ad Archie quello che gli aveva comprato. « È Babbo Natale! », disse il piccolo entusiasta, indicando la figura disegnata sul suo mini grembiule.
« Pronto per i muffin? » 
« Plonto! », Isabella prese lo sgabello in legno che suo padre aveva costruito per il piccolo Archie. Si trattava di una sedia alta, con delle assi attorno che impedivano al piccolo di cadere ed essere all’altezza del piano di lavoro. 
Dalla dispensa prese tutti gli ingredienti necessari: farina, cacao, burro, zucchero... 
In una terrina mise tutti gli ingredienti in polvere, nell’altra quelli liquidi. « Fa Acci! », il piccolo pretese di mescolare liquidi e polveri. Isabella non riuscì a dire di no alla peste. Si mise dietro di lui e assieme cominciarono ad amalgamare tutti gli ingredienti. Nell’aria si sentiva il profondo e intenso profumo del cacao.
« Ora che abbiamo l’impasto dobbiamo scegliere i pirottini  », dalla credenza Isabella ne prese tre diversi.
« Quali usiamo Archie, Minions, rossi o », la zia fece oscillare tra le mani quelli più belli, « le renne? », concluse sorridendo. 
« Lenne! », urlò eccitato Archie. 
« Bravo nipote, hai gusto! », disse Isabella nascondendo gli altri nel primo cassetto libero. Se Archie si fosse accorto della presenza dei Minions, adios renne!  
« Corrompere un bambino di due anni! », sbuffò il vocione di Emmett. 
« Richiede una certa classe », rispose Isabella, dando un bacio al suo nipote preferito.
Emmett scosse la testa divertito e dopo aver appoggiato i due sacchetti di carta sul bancone in marmo della cucina si avvicinò alla sorella per stringerla in un forte abbraccio. 
« Ben tornata a casa Bella », le disse lasciandola andare. 
« Grazie fratellone », a quell’abbraccio mancava una persona. Presto però sarebbero stati al completo, secondo la tabella di marcia sul fratello Seth con il suo ragazzo sarebbero arrivati verso l’ora di cena da New York. 
« Papà Acci ha fatto muffin! »
Isabella guardò male suo nipote, « Da solo? ».
« Shi! », esclamò mescolando l’impasto.
« Sei tale e quale a tuo padre! », disse Isabella cominciando a distribuire assieme al nipote l’impasto nei pirottini. Il piccolo la guardò con i suoi immensi occhi blu e lei si sciolse. « È vero amore gli hai fatti tu! », Archie sorrise compiaciuto. 
« Hai rimbecillito anche la zia.. hai la stoffa del politico amore mio », Rose era appena entrata in casa, anche lei con due sacchetti pieni di cose buone, e poco sane da mangiare.
« Ciao tesoro, come stai? », la abbracciò la bionda cognata. Isabella e Rosalie avevano creato un bellissimo rapporto, ben prima che quest’ultima si sposasse con suo fratello.
« Bene », le rispose Bella infornando i muffin, sotto lo sguardo vigile di suo nipote.
« Acci ha fatto maffi! », esclamò il piccolo, Isabella lo guardò divertita e Rosalie scosse la testa. Il suo piccolo era tale e quale a suo marito.
Isabella tornó nella sua vecchia camera, doveva ancora disfare la valigia e nascondere i regali. Doveva ancora incartarli, ma per tradizione l’avrebbe fatto di notte, quando tutta la famiglia dormiva. 
La sua camera non era cambiata, le pareti a strisce rosa antico erano rimaste così, da quando a sedici anni aveva deciso che gli orsetti erano in un po’ troppo da bambini per lei e si era messa a dipingere da sola i muri. Trovò un po’ di spazio nella sua piccola cabina armadio, che con il tempo era diventata di Rosalie. Sua cognata aveva una forte passione per i vestiti, era raro, molto raro vederla vestita in modo trascurato. Curava ogni aspetto del suo look, che era sempre elegante e adatto all’occasione.
Sulla scrivania i libri di scuola erano stati sostituiti da tantissime cornici, sua madre amava le foto. Diceva che le foto custodivano una magia antica. Esse riuscivano, secondo lei, a catturare la felicità e a renderla eterna. Isabella sorrise ricordando le parole di sua madre.
« Mr. Weasley! », il chihuahua scappò quando notò la sua padrona guardarlo male. Aveva rubato uno dei giochi di Archie ed era nelle sue intenzioni ridurlo a brandelli. 
Isabella recuperò il povero Mikey Mouse e lo portò in lavanderia. Mr. Weasley lo aveva completamente bagnato.
La porta d’ingresso si aprì e il vecchio capo Swan entrò in casa. Era stata una giornata abbastanza tranquilla alla centrale. L’unico momento di eccitazione l’aveva portato la signora Barnins che aveva denunciato il famigerato ladro di biciclette di Natale. Ovvero se stessa, l’anziana donna era malata d’Alzheimer.
Vide immediatamente il cappotto della figlia e sorrise, la sua piccola era finalmente tornata a casa. 
« Usignolo? », la chiamò dolcemente togliendosi il pesante cappotto. Il termometro segnava meno cinque.
« Papà! », esclamò salendo le scale a due a due e buttandosi tra le braccia sicure di suo padre.
« Piccola », le lasciò un bacio sulla fronte e fece una smorfia, Bella lo guardò confusa. « Che succede? », domandò preoccupata. 
« Niente tesoro, dov’è Mr. Weasley? »
« L’ho sgridato. Quindi probabilmente sarà sotto qualche cuscino del divano », aveva un cane abbastanza permaloso. 
Rosalie aveva provveduto a togliere i muffin dal forno e a ricoprirli di zucchero a velo assieme al piccolo Archie, che non vedeva l’ora di poterli mangiare. 
« Anche Mittel Wisly? », domandò con voce squillante.
« No amore, a Mr. Weasley il cioccolato fa male », gli disse sua madre.
« Male pancino? », chiese con l’ingenuità che solo la voce di un bambino può avere.  
« Molto, quindi niente muffin a Mr. Weasley », gli confermò nonno Charlie. Il piccolo Archie appena si accorse dell’arrivo del nonno scese dalle braccia di sua madre e andò tra quelle di Charlie.
In casa Swan l’atmosfera era delle più tranquille, Renèe aiutata da Rose stava preparando la cena,  mentre Emmett guardava l’ultima stagione del Trono di Spade alla televisione. Charlie seduto sulla sua poltrona accanto al camino acceso era alla prese con la lettura di Inferno di Dan Brown. Archie dormiva tranquillo sul divano e accanto a lui Mr. Weasley lo imitava. Bella era rapita dal scoppiettio delle fiamme del fuoco. Amava quell’atmosfera. Il suono del campanello la riportò alla realtà, e vedendo che nessuno aveva intenzione di alzarsi andò lei. Pensò immediatamente a suo fratello Seth, probabilmente era lui.
Ma dall’altra parte della porta non c’era suo fratello. Davanti a lei un giovane ragazzo la guardava incuriosito, si guardò attorno come a verificare di aver suonato alla casa giusta.
« Casa Swan? », chiese con gentilezza. Il suo tono di voce piacque molto ad Isabella, ma cercò di nasconderlo assumendo un’aria leggermente più seria.
« Si », rispose chiedendosi chi fosse il bel ragazzo che si era presentato alla porta di casa sua.
« Il capo Swan è a casa? » 
« Si » 
« Sono Edward Cullen, il medico del capo Swan », Isabella lo guardò confuso. Perché suo padre aveva bisogno di un dottore?
« Posso entrare? », domandò Edward, trattenendo un brivido di freddo.
« Certo », Bella si fece da parte per farlo passare. 
Ancora confusa sulla sua presenza lo seguì in salotto, il dottore sapeva orientarsi in casa, probabilmente non era la prima volta che veniva.
« Dottor Cullen buonasera », disse Charlie, abbandonando il suo amato libro sulla poltrona.
« Buonasera capo Swan », rispose cortesemente il giovane medico. 
« Mia figlia Isabella », la presentò il padre. 
« Bella », lo corresse immediatamente, non amava molto il suo nome, era troppo antico secondo lei. 
« Piacere di conoscerti », le sorrise il medico. Solo in quel momento Bella, notò l’azzurro cielo dei suoi occhi, i lineamenti squadrati del volto e i capelli biondo scuro che gli ricadevano sulla fronte. Leggermente bagnati dalla neve che si era sciolta. Era un bellissimo ragazzo, Isabella non aveva nessun problema ad ammetterlo. 
« Altrettanto », Isabella gli sorrise, poi guardò suo padre. Charlie sembrava teso, come se avesse paura della figlia, respirò profondamente poi parlò. « Due giorni dopo il ringraziamento ho avuto una specie di.. infarto? ».
« Cosa? »,  Isabella sentì la rabbia crescere in lei, non ne sapeva nulla.
« Non è stato nulla di grave », la rassicurò suo padre, ma Isabella non ci credeva. Si sentiva tradita dalla sua stessa famiglia.
« Allora che ci fa lui qui? », disse indicando il dottor Cullen.
« Mi ha operato e passa ogni giorno a controllare la situazione »
« Sei stato in ospedale quindi. A Boston immagino. Non vi è passata per la testa l’idea di chiamarmi? », il tono rammaricato, i pugni stretti, tanto da farsi male. Isabella non si era mai sentito tanto lontana dalla sua famiglia come in quel momento.
« Tesoro, sto bene. Te lo giuro »
« È così? », Isabella si rivolse direttamente al medico, che annuì convinto.
« Per un mese, dopo l’operazione, il paziente deve monitorare quotidianamente la pressione sanguigna, i batti cardiaci e la saturazione del sangue. E visto che abito nella casa di fronte alla vostra lo faccio io al posto di tuo padre », spiegò con tono rassicurante, « E non ho mai visto un recupero migliore del suo », concluse sorridendo. Il ghiaccio che aveva avvolto Bella appena aveva appreso la notizia si sciolse dopo le parole del dottor Cullen. 
Charlie sorrideva, ancora con timore, sua figlia gli assomigliava e sapeva che poteva esplodere da un momento all’altro. « Quando gli misurerà la saturazione del sangue, prema un po’ di più! », raccomandò Isabella al dottore.
« Lo farò se mi darai del tu », gli rispose. Non dovevano avere molta differenza d’età, lei annuì felice e si sedette sul divano accanto ad Archie, che non aveva mosso un muscolo. Tale e quale ad Emmett pensò Bella, mentre Edward cominciava a vistare suo padre. 
« Ahi! », esclamò di dolore Charlie quando Edward premette un po’ di più. Isabella sorrise soddisfatta. 
« Sei tremenda! » 
« È per questo che mi ami papà! », disse Bella alzandosi dal divano. Avevano suonato alla porta e quando andò ad aprire non aveva dubbi su chi avesse trovato dall’altra parte.
« Seth! », si lanciò letteralmente tra le braccia di suo fratello.
« Piccola », la strinse forte a se facendole fare una giravolta.
« Dov’è l’uomo della mia vita? », domandò cercando dietro le spalle di suo fratello. Dalla colonna spuntò fuori Luke, « Eccolo! », disse con entusiasmo prendendo Isabella. 
Seth e Luke stavano insieme dai tempi di Harvard, e quando in casa nasceva il dibattito su chi tra Emmett e Seth fosse il fratello preferito di Bella, lei se ne usciva dicendo che era Luke. Ed era vero, lei amava Luke così come amava i suoi due fratelli di sangue. Non c’era nessuna differenza. 
Isabella portò i due arrivati in casa, Renèe non faceva nulla per contenere le lacrime, era felice di avere la coppia newyorkese a casa. Dopo i saluti e le urla di Archie che era felice dell’arrivo dello zio, i due nuovi arrivati notarono la presenza di Edward.
« E questo bel manzo chi è? », domandò Seth a sua sorella, lei lo guardò arrosando sul colpo. Alla sua sinistra, Luke continuò, « È il tuo nuovo ragazzo? ».
« Avevi detto che non portavi nessuno », continuò Seth alla sua destra. Bella era sempre più rossa in volto.
« È sexy! », concluse Luke.
Bella alzò lo sguardo verso Edward imbarazzata, lui la guardava divertito dalla situazione. 
« Scusali non hanno filtri! », disse dispiaciuta, per poi voltarsi verso il fratello, « È il medico di papà! ».
« Aa.. mamma non mi avevi avvisato che fosse così bello »
« Quindi anche tu lo sapevi! Fantastico! », esclamò. In quel momento il chihuahua aprì gli occhi e guardò la sua padrona, spaesato. Non era abituato a tutta quella gente.
« Mittel Wisly! », Archie si lanciò sul cane, che nonostante i lenti riflessi dettati dal risveglio, riuscì a sfuggire dietro le gambe di Isabella, che lo prese in braccio. Il cane abbaiò, « Cosa c’è Mr. Weasley? », domandò Bella, poi capì quando lo vide annusare l’aria e rise divertita.
« Cosa ha? », chiese incuriosito Edward avvicinandosi.
« Fame! », esclamò Isabella facendo ridere tutta la sua famiglia.
Mr. Weasley nascose il muso, e Isabella gli lasciò un bacio sulla testolina.
« È ora di cena effettivamente », fece notare Renèe. 
« Io vi saluto, mi raccomando Capo Swan non esageri con olio e burro », si raccomandò Edward. 
« Non se ne parla! », disse Seth superando la sorella, « Hai qualcuno che ti aspetta a casa? Una fidanzata o un fidanzato magari? Figli? Cani, gatti? », domandò.
« No », rispose Edward divertito e confuso dall’atteggiamento del fratello di Bella.
« Ottimo! Resti a cena con noi allora! », erano tutti entusiasti della proposta di Seth. Edward dopo un primo momento di turbamento accettò l’invito.
« È sexy. Single ed è un medico », sussurrò Luke a Bella mentre si prestavano a sedersi a tavola. Casualmente, Isabella capitò accanto ad Edward. Per meglio dire, Seth, aveva lasciato il suo storico posto al dottor Cullen. Non l’aveva mai fatto con nessuno, quel posto per lui era sacro.
La cena passò tranquilla, ovviamente Seth e Luke misero Isabella più volte in imbarazzo, ma lei sapeva rispondere, certo il rossore sulle guance non l’aveva lasciata nemmeno per un momento,  ma camuffava la cosa dicendo che fosse colpa del camino.
Il tanto atteso momento era arrivato, Charlie con l’aiuto di Seth andò a prendere le ceste in soffitta, dove Isabella aveva lasciato le decorazioni.
Si riunirono tutti attorno all’albero spoglio, come da tradizione Isabella diede ad ognuno dei suoi familiari un piccolo cesto con all’interno delle palline.
« Questo è per te », disse dandone uno anche a Edward. Il medico vedendo che quello era un momento molto intimo e familiare aveva cercato di andarsene, ma l’insistenza di Renèe gli aveva fatto cambiare idea. Se lui non avesse operato Charlie, a casa Swan non ci sarebbe stato nessun Natale da festeggiare.
« Grazie » 
Bella gli sorrise. Passò accanto a lui per prendere in braccio Archie, lui sarebbe stato il primo a mettere le decorazioni sull’abete. Sentì profumo di zenzero e cannella.
« Lenna olo e orsho losso », disse eccitato Archie, quando lo prese in braccio suo padre per fargli vedere la sua opera.
« Bravo tesoro! », si congratulò Emmett facendogli fare vola vola. Le risate del piccolo riempirono tutta la casa.
Uno ad uno misero le decorazioni sull’albero, tutti sotto stretta sorveglianza di Bella, anche Edward. Quest’ultimo non metteva una pallina senza aver ricevuto un segno d’assenso dall’arredatrice d’interni. 
« Mancano solo le luci », disse Renèe.
« Archie, ora zio Seth compie una magia. Pronto? », il piccolo annuì felice.
« Alexa accendi le luci dell’albero! », esclamò con voce squillante Seth e come per magia l’abete si riempì di tante piccole luci calde. Lo stupore nel dolce viso di Archie non aveva eguali. 
« È bello », sussurrò guardando incantato le luci. 
Rose uscì dalla sala e tornò poco dopo con un vassoio pieno di muffin al cioccolato. Bella le sorrise e ne prese uno. 
« Ora è perfetto », si era seduta accanto all’albero, con Archie in braccio.
« Nonna, ha fatto Acci maffi! », era buffo. Il viso completamente sporco di briciole marroni e zucchero a velo. Bella gli lasciò un dolce bacio sul naso, ma lui si allontanò. Lei lo guardò stranita.
« Zia, no luba naso! », Bella non riuscì a trattenere le risate, lo abbracciò forte a sé riempiendolo di baci. 
« No la zia non ti ruba il naso, ma tanti baci », disse notando gli sguardi della sua famiglia tutti su di lei, anche quello di Edward. Bella gli sorrise. Lui ricambiò. 
La neve aveva ripreso a scendere. La casa era avvolta nel silenzio più assoluto. Il camino spento mostrava ancora qualche pagliuzza. Per non far rumore Bella si mise le AirPod e fece partire la sua playlist natalizia. Era arrivato il momento di impacchettare i regali per la sua famiglia. E nel silenzio della notte, tra carte colorate, nastri e bigliettini; Bella pensò a lui. 

♥️

Fatemi sapere cosa ne pensate ♥️
Alma
———

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