Il vischio rosso
 
A Maqry, spero ti piaccia.
 

È ancora Natale e lui non c’è.
Salazar si è ritirato presto nelle sue stanze, in silenzio, senza nemmeno dirle una parola – e Tosca non ha avuto il coraggio di seguirlo.
Ha sempre odiato il Natale.
Da solo, e con lei.
 
 

È ancora Natale e lei non c’è.
Corinna è corsa via nelle sue stanze, in silenzio, senza nemmeno dirgli una parola – e Godric non l’ha inseguita.
Ha sempre odiato il Natale.
Da sola, e con lui.

 
 
Il vischio è una realtà, un sogno cui appigliarsi, onore e gloria, ma anche dolcezza e silenzio: Tosca è rimasta seduta al proprio posto, con una scarpa sfilata a metà che ciondola sulla punta del piede ed è lì, sul punto di cadere, e poi… e poi non cade, perché Godric la prende e alza lo sguardo e sorride. Ha quel suo solito sorriso scanzonato, sempre lieto di quel che la vita gl’ha da offrire, ma in quel momento è solamente macchiato di intestina insoddisfazione.
«Fate attenzione» le sussurra, porgendole la scarpetta. «Non vorrete girare scalza per tutto il castello».
Lei sorride, non riesce a fare altro: una parte di sé pensa a quel posto vuoto – che riflette un vuoto intestino che le squarcia l’anima – accanto a sé. Ma Lord Grifondoro la guarda, e ha gli occhi cosparsi di pagliuzze dorate e Tosca non ha altro.
«Vi ringrazio» sussurra, piena di dignità. «Siamo rimasti solo noi due: che festa è, mi domando, se due di noi la detestano così tanto?».
Lui pensa a Corinna e storce la bocca, pensa al turbinio di gonne blu che s’è perso ad attenderlo in un corridoio, invano.
Lei pensa a Salazar e le fa male il cuore, pensa alla promessa che le ha fatto e in cui nemmeno lei riesce a credere ma ci prova, invano.
«Rimaniamo sempre noi due» risponde Godric, ancora ai suoi piedi, mentre l’aiuta a calzare le scarpe come fosse una bambina.
Come quella figlia che non ama e che non considera, forse nemmeno ha mai voluto, Godric le fa scivolare la scarpetta lungo il piede, sfiorandole la caviglia come per errore.
Tosca lo guarda, in quel momento sente di non avere altro: Corinna e Salazar fuggiranno sempre, sono loro due. Quelli che restano.
«Lo so» ammette, lentamente. «Ma loro non sono fatti per restare».
Godric sorride, inclina il capo e le sfiora con il capo il ginocchio, mentre lentamente si alza e torna al proprio posto.
«Loro no» risponde, placido. «Ma io sì».
Le indica il vischio appeso sopra il tavolo: vuol dire molte cose ma, più di tutto, per Tosca vuol dire rivalsa.
Per lui è solamente l’ennesimo bacio strappato, trafugato ed infine avuto. O forse no, è solamente l’ennesima cosa che resta lì, sottopelle.
 

 
È ancora Natale, e loro ci sono.
Sotto un vischio arrossito, in una Sala Grande ancora tiepida anche a fine serata.
Hanno sempre amato il Natale.
Con loro, e senza di loro.

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Questo è un bel colpo di scena per chi segue la mia long-fic, che trovate qui, e una normale flashfic sui fondatori a tema Natale. In ogni modo, spero che a voi e alla destinataria del regalo sia piaciuta, è stato comunque bello scriverla.
Buona vigilia a tutti.
Gaia