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Autore: Biblioteca    24/12/2020    4 recensioni
Charlie Brown e Lucy Van Pelt riflettono sulle stranezze del Natale.
A Natale accadono sempre le cose più inaspettate e non solo per merito di Babbo Natale....
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlie Brown, Lucy van Pelt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Auguri, Charlie Brown'
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“Che combini, Charlie Brown?”
Charlie Brown non ebbe bisogno di girarsi per sapere chi parlava: la voce di Lucy era inconfondibile.
“Pensavo.” Le rispose.
Era appoggiato allo steccato e fissava il campo da baseball coperto da un fitto strato di candida neve. Lucy si avvicinò. Aveva con sé una busta di carta rossa. Era raro che Lucy si comprasse qualcosa da sola: di solito chiedeva e riceveva. Ma poteva sempre capitare.
“Da qualche tempo mi sembra che tu abbia preso l’abitudine di pensare un po’ troppo, Charlie Brown. Pensare troppo e agire poco. Persino mio fratello agisce molto più di te.”
Charlie Brown sbuffò seccato una nuvoletta di vapore. “Misericordia…” pensò.
“E comunque non è meglio pensare a casa? Al caldo?” proseguì Lucy, come sempre incurante del suo umore.
“Preferisco guardare il campo da baseball. Dove non potrò tornare a giocare quando la neve si scioglierà. O forse non potrò tornare mai più.”
“Non essere drammatico, Charlie Brown.”
“Il mio guantone non c’è più. Il mio guantone fortunato è perduto…”
“Non era molto fortunato, visto che praticamente la nostra squadra ha sempre perso. E comunque credimi, Charlie Brown, gliel’ho fatta passare a quelli la voglia di fare certi scherzi.”
 
Settembre. Erano in vantaggio. Per la prima volta dopo tantissimo tempo, erano in vantaggio.
La squadra avversaria però non l’aveva presa bene: perdere contro i perdenti di sempre, anche durante una semplice amichevole, non era un’opzione.
Così, quando erano andati poco prima del secondo tempo a fare le congratulazioni a Charlie Borwn, avevano ricoperto il suo guantone di una sostanza untuosa e profumata: l’olio utilizzato per cucinare il pollo al barbecue che i genitori avevano organizzato per il dopo partita nel giardino più vicino al campo.
Inutile dire che l’ottimo odore era arrivato alle narici di Snoopy che, abbandonata la sua posizione da interbase, aveva dato sfogo al suo lato canino, assalendo il guantone per mangiarlo.
Partita sospesa.
Lucy però era riuscita a strappare il guantone (ormai quasi completamente distrutto) dalle fauci di Snoopy. Aveva sentito l’olio e capito tutto, lanciandosi così all’inseguimento (dopo aver strappato la mazza da baseball da suo fratello) di uno dei membri della squadra avversaria, quello che aveva visto fare le congratulazioni a Charlie Brown.
Il ragazzo aveva iniziato subito a correre ma era inciampato, permettendo così a Lucy di raggiungerlo…
Partita annullata.
Barbecue annullato.
Tutti in punizione: niente partite fino a primavera.
E il guantone di Charlie Brown, lo storico guantone di tante partite perdute, ormai non c’era più.

 
“Il nemico non va accolto a braccia aperte Charlie Brown. Soprattutto quando arriva con fare tanto amichevole.”
“Lo so, ho imparato la lezione.” Mormorò lui.
Per qualche minuto i due rimasero in silenzio a fissare il campo vuoto.
“E comunque il guantone può sempre portarlo Babbo Natale. Basta chiedere.”
Charlie Brown sbuffò: “No Lucy, non quest’anno.”
“Perché?”
“Perché quando è successo la mia lettera di Natale l’avevo già inviata.”
“Hai inviato la lettera a Babbo Natale a settembre!?”
“Per essere il primo, così almeno Babbo Natale non si sarebbe confuso con i regali come l’anno scorso. Credevo di sapere quello che volevo e che non avrei avuto bisogno d’altro.”
“Oh misericordia! Charlie Brown, non ne fai mai una giusta!”
Charlie Brown sospirò. Era così difficile replicare a Lucy, anche perché spesso quello che diceva, per quanto cattivo, aveva un fondo di verità.
“E comunque, mio fratello ancora si ostina a credere al Grande Cocomero e a non scrivere a Babbo Natale. La mamma mi dice di inserire anche lui nella mia lettera, ma io non lo faccio mai. Eppure alla fine, sotto l’albero, c’è sempre qualcosa anche per lui.”
“Linus è buono. E Babbo Natale pensa a tutti i buoni.”
“Questa storia però un giorno me la dovranno spiegare: se pensa davvero solo ai buoni come mai i nostri avversari, che hanno barato e quindi buoni non sono, hanno detto di aver ricevuto tutti una mazza o un guantone o entrambi nuovi lo scorso natale?”
“Magari sono diventati cattivi nel corso di quest’anno.”
Questa volta fu il turno di Lucy di sbuffare: “Sei incorreggibile Charlie Brown.”
“Sarà meglio che me ne torni a casa.” Pensò lui.
Stava per allontanarsi, quando Lucy proseguì il discorso: “Sai io invece a cosa penso quando penso? A quando sarò grande. Al fatto che, come per i miei genitori, Babbo Natale non verrà più per me e sarò costretta a chiedere regali agli altri. E non è detto che mi portino delle cose belle. Mia madre quando si scambia regali con le amiche, è spesso scontenta. Ma non lo da a vedere. Sorride, accetta e si lamenta solo a casa. Ma io no, non voglio fare così: io dirò SEMPRE quando un regalo non mi piacerà! La gente deve sapere!”
“Sei sulla buona strada per questo.” Mormorò Charlie Brown.
“E sai che ti dico, credo che anche noi bambini, anche se abbiamo Babbo Natale dovremmo scambiarci tra di noi dei regali. Soprattutto se, come spesso accade, Babbo Natale non capisce le nostre richieste.”
“Ecco, questo mi sembra proprio un bel pensiero, Lucy.”
“Grazie. È proprio per questo che sono qui.” Lucy porse la busta a lui “Buon Natale Charlie Brown.”
Charlie Brown si tese e rimase immobile per quasi un minuto. Quel gesto era così sorprendente e anomalo che per un attimo pensò che si trattasse proprio di uno scherzo. Non sarebbe stata la prima volta per Lucy giocargli un brutto tiro.
“Beh non stare lì impalato Charlie Brown! Apri almeno la busta!” esclamò Lucy arrabbiata.
Di fronte alla sua furia, Charlie Brown non riuscì a dire di no. Prese la busta e guardò all’interno: c’era un guantone da baseball.
“Oh Lucy! È… un guantone nuovo…” la voce di Charlie Brown era rotta dall’emozione.
“No: l’ho trovato al mercato delle pulci; il ragazzo che l’aveva messo in vendita ha detto che non l’aveva mai usato e per questo era in perfette condizioni.”
Era vero: era un guantone perfetto, con la pelle ancora lucida. Charlie Brown si tolse i guanti e lo provò subito: lo infilò nella mano sinistra e colpi il centro del palmo con il pugno destro, sentendo la durezza del materiale. Completamente diverso dal suo, che era stato usurato dal tempo.
“Lucy… Io…”
“So cosa stai per dire Charlie Brown.” Lo interruppe Lucy acida “No, è vero, non dovevo. Ma sai mi ha dato molto fastidio quello che è successo alla partita, soprattutto perché stavamo vincendo. Quindi ho deciso di farlo. E ora scusami ma ho freddo. Me ne torno a casa.”
Detto quello, Lucy gli diede le spalle e si allontanò a passo veloce.
Charlie Brown la osservò sparire. Questo era proprio da Lucy: avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ricevere dei complimenti, ma non per qualcosa come la generosità.
“Volevo solo dirti grazie… E buon Natale.” Mormorò Charlie Brown prima di avviarsi, sorridente, verso casa.
 
FINE

 
(Cari lettori, care lettrici, buonasera. Auguro a tutti voi il meglio per queste strane feste in questo strano anno dove forse, per la prima volta, siamo stati un po’ tutti come Charlie Brown: indipendentemente da quello che crediamo su politica, scienza, religione, politica e tutto quello che volete, questo virus ci ha messo nella stessa condizione di essere totalmente in balia del mondo come questo personaggio. Ognuno ha vissuto la cosa in modo diverso. Nel mio caso, a parte cercare di andare avanti con i miei progetti, con la realtà e con queste storie, purtroppo sento di non essere riuscita a concludere al meglio questo anno. La mia famiglia ha dovuto affrontare alcuni lutti, non legati al covid ma ugualmente pesanti per un periodo come questo. Ma abbiamo avuto anche dei bei momenti di gioia che mi danno speranza per il futuro. Anche per questo ho voluto affiancare Charlie Brown a una Lucy Van Pelt per una volta meno perfida del solito: volevo dare un po’ di speranza anche al bambino più amato e sfortunato del mondo – anche se di acqua ne è passata sotto i ponti e anche se Charlie Brown rimarrà l’archetipo degli sfortunati per eccellenza, ci sono personaggi ancora più disgraziati di lui. Non mi faccio illusioni, non basta sperare e l’anno prossimo non sarà la bacchetta magica che rimetterà tutto in ordine. Ma io continuerò a studiare, a scrivere, a – quando richiesto – lavorare e anche a condividere con voi una parte dei miei scritti. E spero che anche voi possiate riuscirci. Non aggiornerò per alcuni giorni, ma prometto di tornare presto. Auguri a tutti voi e alla prossima storia!)
  
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