Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ale0_0    26/12/2020    1 recensioni
Ad Hogwarts, tra i tanti docenti, ce n'è uno che attira su di sé in modo automatico l'astio e l'insofferenza persino dei più giovani maghi. Le giustificazioni che i ragazzi danno a tali sentimenti paiono essere tutte solide come mura portanti, ma forse non tutti gli studenti concordano con questo innato odio verso il Professor Piton.
"Occorre notevole ardimento per affrontare i nemici, ma molto di più per affrontare gli amici"
Tanto più, aggiungerei, se si tratta di difendere, apparentemente per i più, l'indifendibile.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il coraggio di Grifondoro

Ormai l'anno scolastico era debitamente iniziato da vari mesi, e stava, finalmente, per avviarsi ad una pausa di qualche settimana. 

Nei sotterranei del castello si poteva percepire un’insolita pastura umida e febbrile, inusuale soprattutto perché la fonte di tale miscela era proprio l’aula di Pozioni. La stanza era di un umore scoppiettante, e si respirava un'aria febbrile ed eccitata: il Natale era decisamente alle porte, e con esso, anche le tanto agognate vacanze per rivedere la famiglia. Era uno degli ultimi giorni di lezione.

I ragazzi del primo anno di Grifondoro e Tassorosso si trovavano in quell’aula per l'ultima lezione di Pozioni prima delle vacanze, un’ultima lezione particolarmente longeva, molto più del dovuto, visto che si erano beccati tutti, dal primo all'ultimo, una bella punizione: due rotoli di pergamena su "gli effetti benefici della pozione lingua cucita*: quando e perché usarla". La consegna, ovviamente, lasciava poco spazio all'immaginazione sul perché i ragazzi del primo anno delle due case si fossero ritrovati a salutare Pozioni in quel modo così "particolare".

Ovviamente, nonostante la punizione fosse stata impartita dal Professor Piton, e fosse necessario tenere la cresta ben abbassata onde evitare ulteriori punizioni, il brusio di sottofondo permaneva, ma unicamente perché il Natale era decisamente alle porte, e persino il Professor Piton aveva deciso di tollerare quel mormorio continuo. Probabilmente era consapevole che fosse impossibile spegnere l'entusiasmo dei più piccoli per le vacanze, impossibile persino per lui: tanto valeva tollerare. Per una volta gli studenti parevano quasi "felici" di svolgere un bel tema di punizione. Insomma, quasi tutti erano "felici".

Nella seconda fila, dal lato opposto della stanza rispetto a dove sedeva Piton, intento a scribacchiare su delle pergamene, un gruppetto di tre ragazzini, due Grifondoro e una Tassorosso, parevano tutto fuorché allietati dallo spirito natalizio nello svolgere la punizione. 

"Non è possibile che ci abbia rifilato una punizione del genere, oltretutto oggi! È l'ultimo giorno di lezione, per diamine! Mi chiedo se per lui l'unica forma di godimento sia togliere punti a tutte le case che non sono Serpeverde e inventarsi punizioni a casaccio" sibilò sottovoce la Tassorosso, Genny, agli altri due, con un tono di voce sufficiente basso perché quelle parole si perdessero efficacemente tra il rumore di fondo della stanza brulicante.

"Ormai mi pare sia chiaro, lui non sopporta nessuno che non sia una serpe. Fossimo stati a lezioni con i suoi cocchi, avrebbe trovato l'escamotage per esimerli dalla punizione. È incredibile..." borbottò uno dei due Grifondoro a cui si era rivolta Genny, un certo Percival.

"Direi che lo abbiamo capito dalla prima settimana di lezione, quello è il professore più frustrato e represso della scuola. Ma lo avete visto? Se ne sta sempre per contro proprio. Scommetto che nemmeno gli altri docenti lo sopportano di buon grado. - proferì Simon, l'ultimo del terzetto - E poi, di cosa vi meravigliate? Oggi è l'ultimo giorno di lezione, evidentemente gli serviva una scarica di adrenalina per affrontare queste settimane che probabilmente passerá pateticamente da solo".

"Sapete, ho sentito da uno del quarto anno che ha iniziato a studiare qui lo stesso anno in cui Piton ha avviato la sua carriera da docente - iniziò a parlare Genny con uno sguardo furbetto e malizioso - che sin dal primo momento non ha fatto altro che sbavare dietro alla cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Mi pare evidente che sia questo il motivo per cui è così frustrato! - protrasse lievemente la testa in avanti come per rimarcare l'importanza di ciò che aveva appena rivelato - Volete mettere l'importanza di Difesa contro le Arti Oscure rispetto a Pozioni? Deve essere tremendo essere costretti ad insegnare Pozioni quando si ambisce a qualcosa come quella cattedra". Genny aveva voluto aggiungere questo, a suo avviso, succoso commento.

Proprio mentre Percival stava per aprire bocca per fare una frecciatina sull'interesse di Piton verso le arti oscure, una vocina proveniente da dietro e chiaramente rivolta a loro tre, lo lasciò impietrito.

"Siete patetici, veramente". Ogni parola scandita facendo risuonare bene le sillabe.

I tre girarono lievemente la testa, in modo da non destare troppo l'attenzione: ma non c'era da preoccuparsi esageratamente, anche altri nel frattempo parevano essersi destati dallo scrivere, indirizzando la loro attenzione verso il gruppetto, e al professore pareva non importare meno della cosa. Era totalmente disinteressato da ciò che stava accadendo, e pareva quasi assorto nei suoi pensieri, concentrato su qualcosa che esulava dagli spostamenti dei ragazzi. La sua attenzione era focalizzata del tutto nei meandri della sua testa.

"Come hai detto, scusa?" Simon fece fluire queste parole alzando leggermente il labbro superiore con un cipiglio di sorpresa mista a sdegno per le parole che si era sentito rivolgere. Cosa voleva adesso "quella lì"?

"Ho detto, che siete patetici. Vi sentite almeno quando dite certe cose?" La ragazza che si era intromessa nel loro discorso gli rispose placidamente, come se quelle parole fossero la cosa più ovvia di questo pianeta. Si trattava di una loro coetanea Grifondoro. Una certa Calliope. Era semplicemente una loro conoscente, come del resto lo era un po' per tutto il primo anno dato che se ne stava sempre per le sue a studiare con gli occhi incatenati ai libri.

"Ed esattamente, cosa avremmo detto che dovrebbe farci pensare di essere patetici?" la incalzò con aria di sfida Percival. Pareva veramente molto, molto infastidito dalla sua intromissione nella loro discussione. Calliope non era una ragazza fastidiosa o mal voluta, semplicemente discutere con lei era, come dire, particolarmente sfiancante.

"Ehmm, tipo ogni singola parola da quando Genny ha aperto bocca?"

"Spero tu stia scherzando Calliope - la rimbeccò Genny stizzita - il Professor Piton è oggettivamente esagerato e maligno nei nostri confronti, e soprattutto utilizza metodi del tutto ingiustificati, atti solo a favorire i Serpeverde."

"Io invece spero che tu stia scherzando Genny, perché se sei seriamente convinta di ciò che stai dicendo, non avrei molte speranze per il tuo futuro da maga." borbottò con rabbia la ragazza.

"Che cosa hai detto?"

L'aria iniziava a diventare più che scoppiettante. Pareva che una miccia fosse letteralmente stata accesa in quell'angolino umido dell'aula di Pozioni...

"Ho detto quello che ho detto, e se parli la mia lingua e hai più di due neuroni, hai anche capito perfettamente quello che volevo dire". 

Genny fece come per alzarsi, fissando la compagna dritta negli occhi. Nessuno si sarebbe sorpreso di vederla scattare effettivamente in piedi per l'affronto subito.

"Ehi ehi, voi due, state calme. Non voglio beccarmi altri due rotoli di pergamena. Va bene che è Natale, ma vorrei anche uscire dalla tomba che è quest'aula" si intromise una certa Tassorosso, seriamente preoccupata che il Professor Piton potesse smettere di concentrarsi su ciò a cui pensava, rendendosi conto della furia che stava per imperversare nella sua classe.

"Sì hai ragione, scusa Parvati" rispose con un filo di voce Calliope.

Genny aveva ancora il cipiglio alzato, e pareva tutto fuorché tranquilla. Ma la richiesta schietta e giustificata di Parvati, parve indurla a riporre l'ascia da guerra.

"Quello che intendevo dirvi -  riprese Calliope con un tono decisamente meno velenoso - è che le vostre affermazioni nei confronti del Professor Piton, oltre che essere maligne e crudeli, sono anche infondate. Quello che pensate, lo dite solo perché vi considerate esclusivamente da vittime, come se foste la parte lesa di questa storia e non partecipi alla colpa."

"Che vuoi dire, scusa?" Chiese Simon avvicinandosi al banco di Calliope mentre spostava lo sgabello senza fare rumore. La sua domanda adesso pareva veramente genuina. Forse voleva realmente sentire l'opinione di Calliope, una ragazza molto differente da loro, soprattutto per l’attitudine allo studio.

"Voglio dire: il più delle volte, le punizioni che vi beccate, che gli altri si beccano o che tutti ci becchiamo, sono stra-meritate. E il fatto che non vi accorgiate di ciò la dice lunga."

"Ammettiamo per un momento che, effettivamente, talvolta capiti che qualcuno si comporti male, come Ramona prima. Però perché punire tutti noi? O perché cercare di sviare dai comportamenti scorretti dei Serpeverde? Perché punire sempre tutti con così tanta facilità?!" Era piuttosto palese, Percival non sopportava per niente Piton. Soprattutto dal giorno in cui a causa sua Grifondoro si beccò ben 25 punti in meno "solo" per aver fatto accidentalmente scoppiare un petardo magico in aula.

"Non posso certamente negare che il professore Piton sia severo ed esigente, negherei la verità in quel caso. E non nego di certo che abbia un fastidioso occhio di riguardo per la sua casa. Ma che sia maligno è una grande bugia, e un insulto alla sua persona. E poi comunque non so se ve ne siete mai accorti, ma i Serpeverde sono spesso molto più rispettosi verso di lui. Certo, probabilmente lo fanno più perché è il loro direttore di casa che per altro, ma tant'è, almeno lo sono." Calliope stava parlando con una grande sincerità, e soprattutto con una maturità aliena per la sua tenera età.

Percival non voleva dargliela vinta, per quanto quella discussione iniziasse ad avere toni ben più accesi di quanto potessero ancora essere tollerati dall'assorto Professor Piton. Stranamente assorto.

"Vedi però, anche tu ammetti che sia ingiusto". 

"Umpf - sbuffò Calliope esasperata - io ammetto che talvolta i suoi metodi siano particolarmente severi, forse sì, va bene, ingiusti verso di noi ma non verso i Serpeverde, ma mai crudeli come li descrivete voi!"

"Dio mio come sei lecchina Calliope. Direi che vai già benone a Pozioni senza il bisogno di fare il cavaliere per il Pipistrello".

"Caspita Percival. Credo proprio che parlare con voi sia come parlare al Platano Picchiatore”  fece una pausa mentre guardava il ragazzo con vivida delusione. 

“Beh, partiamo da questo. Ti pare normale che il Professor Piton sia appellato con un nomignolo del genere mentre tutti gli altri professori no? O quantomeno, anche se li hanno, non con significati dispregiativi."

"Mi pare normale dal momento che lui è l'unico a suscitare in noi studenti certi sentimenti"

"Il fatto che gli altri professori siano così indifferenti e calmi nei confronti della dilagante impertinenza e maleducazione, e soprattutto mancanza di rispetto verso la materia stessa, non so quanto sia un pregio. Poi certo, magari non ricevere una decurtazione di punti ogni volta che si sbaglia può essere un palliativo al terrore dell'errore, ma non credo sia un rimedio assoluto e infallibile..."

Percival stava per ribattere qualcosa di pungente, nuovamente, ma Simon lo interruppe prendendo la parola.

“Senti Calliope, tu hai una visione delle cose più morigerata, e va bene. Però vuoi spiegarmi il suo atteggiamento sempre aggressivo, sibilante e punitivo?”

"È questo il problema vedi. Ormai lo avete inquadrato come il professore cattivo e severo, il peggiore dei peggiori. Siete arrivati qua ad Hogwarts, e ancora prima di frequentare le sue lezioni vi siete fatti convincere dai pregiudizi dei più grandi che Piton sia un professore tremendo, cattivo e ingiusto e-”

"E fammi indovinare - la interruppe ancora una volta Percival - te invece eri candida come la neve appena caduta, vero?"

"Io non ero proprio un bel niente, solo che ho un cervello mio e non mi sono fatta persuadere dalle opinioni altrui sulle persone. Me ne sono fatta una effettivamente oggettiva e non alterata da scheletri fasulli creati da altri."

"E quale è la tua idea? Che sia un professore gentile buono e premuroso? Ma fammi il piacere..."

"Io ho già detto che non nego sia il docente più severo di Hogwarts, però tutto quello che avete aggiunto voi, è falso e cattivo."

"Allora illuminaci, cosa pensi tu di Piton" Genny la invitò a prendere la parola per fare un discorso più corposo.

"Io credo che il Professor Piton esiga soltanto rispetto e attenzione."

"Seriamente? Rispetto e attenzione? Tutto qui? Cavolo mi sembra che gli diamo più di quello eh..." nuovamente, Percival...

"Io invece direi proprio di no - Calliope riprese in modo deciso e convinto lo scettro della parola - se dessimo a lui, e soprattutto alla sua materia, il rispetto e le attenzioni dovute, almeno il minimo umano, dico, non saremmo qui oggi. Tutti qui dentro, scommetto anche quelli più grandi di noi, danno per scontato che essere rispettosi voglia dire soltanto comportarsi dignitosamente, tipo non rispondere male al docente o altre cose. Invece no, perdinci." Era visibilmente accaldata dalla rabbia che ribolliva nel suo sangue.

"Almeno lo avete capito perché ci siamo beccati questa punizione? È stata tutta una dannata escalation di eventi. Prima di tutto metà dei presenti è arrivata 5 minuti dopo l'inizio effettivo della lezione. Evidentemente per le vostre zucche è un ritardo accettabile: invece udite udite, non lo è affatto. Se la lezione ha un orario di inizio, quello deve essere. Fosse stato un giorno ordinario, la lezione sarebbe iniziata con la decurtazione di 5 punti a capoccia, e così non è stato. Poi - continuando sempre più triste - praticamente quasi nessuno è stato capace di rispondere alle domande di riepilogo del Professore, e meno della metà dei presenti ha avuto un voto almeno sufficiente nell'ultimo compito. Come credete debba sentirsi un qualunque professore quando gli si presenta una situazione simile? Felice? Grato? Pensate che Piton ci goda quando i suoi studenti non capiscono una mazza di quello che spiega? Come credete si senta?” 

Quelle parole lasciarono attoniti i tre. Cosa voleva dire trovarsi dall’altra parte dell’aula? Come doveva sentirsi un professore quando la classe prende sottogamba la materia e non si impegna? E nemmeno prova ad applicarsi? Quelle erano domande che non avevano mai solcato anche solo la superficie della loro mente.

“Per non parlare della ciliegina sulla torta - riprese Calliope dopo una pausa in cui sembrava sull’orlo di mettersi a parlare a voce più alta tale era l'emozione - la goccia che ci ha fatto prendere questa grandiosa punizione. Ramona che sbotta pungente in risposta al Professore, dopo che questo l’ha ripresa per non aver saputo rispondere ad una delle domande più basilari e sciocche tra tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Per non parlare, ovviamente, del fatto che metà dei presenti ha riso della cosa."

Calliope fece una pausa, voleva dare spazio agli altri per ribattere nel caso avessero da dire qualcosa. Ma nessuno dei tre aprì bocca. Sembravano confusi, perplessi, pensierosi. Sembravano sentirsi in colpa.

"Ve ne rendete conto che il Professor Piton è il docente più giovane che abbiamo, vero? Quanti anni avrà? 24? 25? È più giovane dei nostri genitori, e anche di parecchio. Eppure è qui ad insegnare non solo le cose sciocche e semplici a noi del primo anno, ma pure le cose più complesse a quelli del settimo. E chissà quante altre cose conosce.
So da un ragazzo del settimo anno, e questi sono i pettegolezzi che dovrebbero interessarci e renderci orgogliosi - sottolineò queste ultime parole guardando Genny - che Severus Piton era un mago brillante quando sedeva a questi banchi al nostro posto, uno dei migliori dei suoi anni, se non il migliore. Eccelleva in tutto. E noi dovremmo soltanto essere grati di avere un mago così dotto a trasmetterci tutto questo sapere. Invece cosa facciamo? Sputiamo su questo piatto. Oltre che a infangare il suo nome alle sue spalle, nemmeno siamo capaci di approfittare e capire il valore di ciò che ci sta dando.
Io credo che il Professor Piton pretenda rispetto per lui, per la sua persona, per la sua mente, per la sua conoscenza, ma soprattutto per la materia stessa."

Genny, Simon e persino Percival avevano assunto un'aria realmente pensierosa. I discorsi di Calliope avevano un senso e seguivano un senso logico. Certo, quelle parole e quei ragionamenti non cancellavano comunque il fatto che il Professore fosse scorretto e ingiusto nei confronti delle case all'infuori della propria; ma per quanto riguardava il resto, non si poteva certo dire che Calliope non avesse portato delle acute osservazioni (e verità).
Il terzetto pareva fosse incorso in un tremendo inghippo mentale, sembravano non rispondere più agli stimoli esterni tanto erano diventati assorti nei loro pensieri, mentre qualcun altro pareva essersi destato dalla sua apparente catalessi.

Genny si stava domandando effettivamente perché tanti dei suoi amici non si facessero scrupoli nello sparlottare in modo lascivo alle spalle del docente, e iniziò quasi a sentire una fitta allo stomaco per il disagio di aver, più di una volta, preso parte a quelle sessioni di pettegolezzi. Spesso rifarsela con offese e osservazioni maliziose su Piton era un potente lenitivo per le continue difficoltà riscontrate nella sua materia.

Simon invece era rintontito, quasi più del solito, dal fatto che effettivamente si ritrovava spesso e volentieri a lamentarsi della grande difficoltà che riscontrava con Pozioni, ma allo stesso tempo, doveva essere onesto con sé stesso, raramente aveva chiesto chiarimenti o aiuto al docente, o anche solo cercato di comprendere meglio le cose su altri libri in biblioteca. Era stato ozioso e pigro, svogliato e soprattutto, doveva ammetterlo di nuovo, indisposto verso la materia sin dal primo giorno, e questo perché tutti gli altri Grifondoro con cui aveva fatto capannello, gli avevano detto quanto impegnarsi con Piton fosse inutile e una perdita di tempo. Neppure una volta dall'inizio di quel suo primo anno, aveva aperto il libro di Pozioni con la seria intenzione di applicarsi con un po' di buona volontà verso la disciplina.

E infine, Percival. Era stato letteralmente scottato da quelle parole roventi come acciaio incandescente. Dritte all'orgoglio, letteralmente. Era sempre stato convinto che delle sincere disattenzioni, come appunto quella del petardo, o delle fiale rotte, o delle ampolle rovesciate sul mantello di Piton, o del libro di testo sgualcito e unto dall'olio dei panini che si mangiava mentre studiava, non fossero buone ragioni per essere rimproverato e talvolta punito, proprio perché erano disattenzioni e sbadatezze sincere. Ma il problema, è che tutta questa maldestria, era stata frutto spesso e volentieri dello scarso interesse verso il Professor Piton e Pozioni.

Genny si lasciò sfuggire dalle labbra un sospiro un po' troppo profondo.

"Cosa c'è?" Calliope riprese la parola sempre a bassa voce, ma con un tono materno e comprensivo.

"Credo tu abbia ragione. Non posso negare che tu abbia sottolineato delle note dolenti del nostro comportamento, però spero capirai che in parte rimarremo comunque della nostra opinione"

Mentre Genny stava finendo di parlare, difatti concludendo quella breve ma intensa discussione, vide Calliope allargare gli occhi puntando le pupille chiaramente alle sue spalle, e trattenendo visibilmente il respiro.

"Bene, vedo che i miei studenti prediletti hanno ben capito lo scopo della punizione, dico bene?" I tre ragazzi si voltarono con stampata in faccia un'espressione terrorizzata.
Erano stati tutti e 4 talmente rapiti dalla discussione da non essersi accorti che la figura nera e affusolata di Piton si era levata come uno spettro alle loro spalle.

"Spero che la signorina Jamison ci voglia deliziare con le sue senz'altro interessanti opinioni, no?" Sottolineò con risentimento quest'ultima parola, facendo scivolare il suo sguardo, che fino a quel momento era stato puntato su Calliope, sulla testolina bruna di Genny.

"Io… io… io-"

"IO IO IO, io cosa? - interruppe il balbettio di Genny, perdendo per un attimo tutta la sua consueta fredda calma - Avevo espressamente detto di svolgere questo tema. E cosa ha concluso lei alla fine di queste due ore? Un bel papiro di niente, vedo - prese sdegnosamente la pergamena davanti alla ragazza con un movimento secco - Forse, se solo fosse stata un po' meno a disquisire con i suoi compagni di banco di frivolezze, a quest'ora avrebbe completato la sua punizione, e così vale anche per tutti voi altri!"

Il caldo brusio che fino a quel momento aveva tenuta viva l'atmosfera di quell'aula fredda, si era spezzato improvvisamente, lasciandosi dietro un silenzio tombale e glaciale. Vari ragazzi deglutivano nervosamente, temendo che Piton, esasperato da tutti quei continui episodi di insubordinazione, potesse arrivare a togliere una quantità spropositata di punti alle varie case. 

Genny, Simon e Percival erano come impietriti. Solo Calliope era più o meno calma, sia perché aveva terminato da tempo la consegna, sia perché quello era esattamente ciò che si aspettava come epilogo di quella tremenda lezione.

"Io mi chiedo - riprese Piton con un non troppo velato tono di disprezzo e amara rassegnazione - che cosa vi passi per la testa continuamente. Mi chiedo, se almeno siate consapevoli del danno che arrecate non solo a voi stessi, ma anche alla scuola e all'intero mondo magico con un tale indecente comportamento. Mi ritrovo per le mani solo ingrati maghetti incapaci di applicarsi un minimo in un'arte come la preparazione di Pozioni".

Piton ruotò su stesso facendo svolazzare il lungo mantello nero che gli aveva conferito il famoso nomignolo, e con poche falcate fagocitate raggiunse nuovamente la cattedra, rivolgendo le sue scure e impenetrabili spalle agli alunni.

"Andatevene, subito. Non ho intenzione di perdere altro tempo con voi. Provvederò a correggere queste misere pergamene entro il vostro ritorno alle mie lezioni, cosicché possiate vedere con i vostri stessi occhi questo - fece una breve pausa - disastroso fallimento. È tutto inutile. È uno spreco. È una-" Umiliazione, avrebbe voluto concludere, ma si tenne per sé la fine della frase.
"FUORI DALLA MIA AULA" Quelle parole rimbombarono lapidarie per la classe, venendo proferite a volte molto alta, ma praticamente prive di emozione. Nel mentre i ragazzi riponevano celermente le loro cose, e si volatizzavano senza produrre il più flebile rumore, Piton continuò a rivolgere loro le spalle, appoggiando le braccia con un posa molto tesa e nervosa sul bancone della cattedra. Non li degnò di mezzo sguardo.

Data la posizione della porta rispetto a dove erano seduti, Genny, Calliope Simon e Percival erano praticamente gli ultimi nella coda per abbandonare la classe.

"Calliope Rime, rimanga qui"

Calliope, non appena sentì il suo nome si immobilizzò, non fece mezzo passo in avanti né mezzo passo indietro, lanciò un ultimo sguardo ai suo compagni prima che questi valcassero la soglia dell'aula chiudendosi dietro la porta, per poi voltarsi lentamente e con atteggiamento sommesso verso il Professor Piton.

Severus rimase in silenzio per qualche lungo secondo, forse stava aspettando di essere sicuro che gli altri si fossero allontanati, o forse stava solo pensando a cosa dire. O forse non stava pensando proprio a niente...

Calliope rimase in silenzio, ferma e in piedi, nel posto esatto in cui si trovava quando il Professore l'aveva chiamata. Sarebbe potuta rimanere lì per sempre se Piton non avesse detto altro.

"Grifondoro… - proferì flebilmente Piton - oggi lei ha dimostrato l'esistenza di questo leggendario coraggio dei Grifondoro. Sino ad oggi, dubitavo esistesse veramente."

Calliope, che fino a quel momento era rimasta con la testa china, strabuzzò gli occhi, ma prima di sollevare timidamente il viso, fu accorta di riassumere un'espressione più contenuta e seria. Percepì una certa vena di rammarico e, che fosse vero? Sollievo?

Piton continuava a non rivolgerle lo sguardo, pareva molto contratto, notò Calliope. Stava accartocciando con rabbia tra le mani la pergamena che aveva preso con foga dal banco di Genny. Poi, d'un tratto, allentò quella morsa rabbiosa e sollevò la testa che fino ad allora aveva tenuto abbassata, al di sotto del profilo delle spalle, ma continuando a non rivolgerle lo sguardo.

"10 punti a Grifondoro, ed ora fuori dalla mia aula."

~***~


Questo breve missing moment è ambientato nei primi anni di insegnamento di Severus Piton. Mi sono immaginata questa situazione basata anche sulle mie esperienze personali di studente in cui spesso, soprattutto quando si conosce un nuovo docente che insegna una materia che magari non ci affascina molto, si tende ad incolpare a priori l'insegnante per i nostri fallimenti, magari creandosi una visione distorta di tale insegnante anche a seguito dei commenti maligni di studenti più grandi. Questo è stato un leitmotiv piuttosto ricorrente nella mia carriera di studentessa, e mi sono immaginata che probabilmente l'aria austera e l'atteggiamento ingiusto di Piton potrebbe aver causato un sentimento simile in tutti gli studenti.
Mi sono chiesta soprattutto cosa possa voler dire per un insegnante che ama profondamente la propria materia trovarsi a confronto con persone che non solo detestano lui, ma provano persino una, se vogliamo dire, ingiustificata repulsione per ciò che insegna. Del resto il fatto che Piton accettasse per i corsi avanzati di Pozioni solo studenti particolarmente bravi può essere un chiaro indice di come avesse voluto creare un'area elitiaria per la propria disciplina in modo da non ritrovarsi con persone prive di voglia e interesse tra le sue fila.
Sappiamo tutti ovviamente che Piton era particolarmente ingiusto e anche a volte maligno durante gli anni di Harry, quindi ho voluto immaginare anche cosa possa averlo condotto ad assumere un atteggiamento così ostile verso chiunque non si applichi un minimo o prenda la sua materia sottogamba e con indisciplina.

NOTE:
(*) Non credo che nei libri venga mai citata una pozioni che impedisce al soggetto di parlare, quindi semplicemente mi sono presa la libertà di utilizzare un po' di mia fantasia.
 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ale0_0