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Autore: idliketobeunderthesea    29/12/2020    0 recensioni
L'unico punto di connessione con la realtà sono i ricordi, e ti fanno sentire dannatamente male.
Principalmente perché quando i ricordi ti colpiscono, inizi a pensare. E questo rende la tua mente un posto affollato, confusionario, più di quanto non sia già.
Forse, se solo potessi sistemare le cose, tutto sembrerebbe più chiaro.
Se solo potessi trovare l'ordine giusto in cui mettere le cose.
Pubblicata originariamente in inglese su AO3
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti, Robbie Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoti.
Miserabile, disperato.
Anche qualcuno che non ti conosce affatto e ti vede per la prima volta potrebbe dire che c'è qualcosa che non va. Anche più di un semplice "qualcosa". Perché, francamente, sei un bel casino. E tu questo lo odi. Odi farti vedere così, e più di tutto, quello che odi è sentirti così. Ma cos'è questo così, eh? È rabbia? O è senso di colpa? È detestare o sentire la mancanza di qualcuno?


Sei da solo, nel tuo letto. O il letto di qualcuno. Per quello che ne sai potrebbe essere tuo, di qualche amico, di una ragazza o quello di una sottospecie di ospedale  psichiatrico. Non che tu lo sappia, o che te ne importi. Forse dovrebbe essere un campanello d'allarme, il fatto che tu sia così fottutamente fatto che non riesci nemmeno a ricordare come sei arrivato qui. Ma in qualche modo ancora non ti interessa. È solo che ultimamente nulla sembra più contare qualcosa.
Ridacchi tra te e te. Non ti rendi conto di quanto devi sembrare stupido in questo momento,con il tuo viso deformato da Dio-solo-sa-cosa-hai-preso e questo nuovo sorriso sulle tue labbra. Ma per te è dannatamente divertente, non è vero? Perché solo pochi mesi fa quel cazzone biondo, grasso e senza talento stava urlando a tutto e tutti che tutto quello che riuscivi a fare era pensare a te stesso. Se solo potesse vederti ora, riderebbe anche lui di quanto si sbagliava. Non eri tu quello egoista: come potevi esserlo? Guardati, non ti importa più nemmeno di te stesso. Non importa se stai ancora respirando, se sei ancora esistente, ancora vivo.


Ma ora, cosa? Stai iniziando a sentirti nervoso? Avresti dovuto prevederlo, non è così? Succede ogni volta che quella faccia appare nella tua mente, così reale che giureresti di poter (e voler) dargli un pugno. L'unico punto di connessione con la realtà sono i ricordi, e ti fanno sentire così dannatamente male. Principalmente perché quando i ricordi ti colpiscono, inizi a pensare. E questo rende la tua mente un posto affollato, confusionario, più di quanto non sia già. Forse, se solo potessi sistemare le cose, tutto sembrerebbe più chiaro. Se solo potessi trovare l'ordine giusto in cui mettere le cose. Ma tutto è successo e poi volato via, in una perenne immagine sfocata, non riesci nemmeno a capire se sia stato tutto estremamente veloce o  estremamente lento. Molte cose ancora non acquisiscono senso e non sono ancora lì nella tua mente, ti perseguitano.
Non importa quanto bevi, non annegheranno mai.  


Cerchi di pensare all'ultima volta. Quando te ne sei andato. Ti guardavano sempre come un fottuto bambino, non si sono nemmeno preoccupati di prenderti sul serio, nemmeno per una volta, quando avrebbero dovuto sapere che sarebbe stata l'ultima in cui li avresti fatti ridere. Erano lì,sicuri della loro decisione, sotto l'influenza del lavaggio del cervello da parte di Nigel. Quel pensiero da solo è sufficiente per farti rabbrividire, cerchi di concentrarti su qualcos'altro.

C'è una domanda che non se ne va dalla tua testa.
Perché Jason?
Cioe', ti sarei aspettato che partisse da Gary, Nigel stesso o persino Howard. Invece perché lui?


Scommetti che Gary sarebbe stato fottutamente felice di darti la buona notizia. Gary che non ha mai perso l'occasione di ricordarti che era la sua band, e che tu eri uno stupido corista o uno stupido di turno che provava a memorizzare coreografie, il più delle volte fallendo. Quello perfetto e talentuoso era lui, e se un giorno la band avesse dovuto separarsi, sarebbe stato lui la superstar indiscussa. Povero illuso. La band non era durata nemmeno il tempo necessario per scrivere un album completo. Dopo il tuo addio tutto stava cadendo a pezzi, sgretolandosi su sè stesso. E adesso, Gary? Dov'è il nostro speciale capitano? Avevate bisogno di me, pensi ghignando come un idiota, mentre risale il ricordo dell'ultima loro conferenza stampa, lo stesso giorno del tuo compleanno, perché lo stronzo doveva rubarti la scena un'ultima volta.
Sì, sicuramente: Gary sarebbe stato il più felice di dirti di muovere il culo e andartene. Eppure non era stato lui.


Howard. Beh, lui era maledettamente perso senza la band. Dio, era quasi un cazzo di trentenne, ed era ancora eccitato come il secchione di turno in ogni gruppo scolastico, l'unico a metterci tutta la sua energia. Per quello che sai che potrebbe avere quasi quarant'anni ora e star ancora facendo tutta quella roba con balletti e coreografie, o forse è diventato uno spogliarellista se ha ancora il corpo adatto. Ridacchi. Era così pateticamente attaccato alla band e totalmente impreparato alla sua fine che avrebbe fatto tutto il possibile per salvarla, persino cacciarti e dirti di smammare se necessario. Ma non lo aveva fatto.


Pensi a Mark. Piccolo Markie, il tuo compagno in tutto. A volte ti manca. Stare in sua compagnia era facile, sembrava quasi di poter lasciare andare via ogni preoccupazione: non dovevi competere, non dovevi combattere per tenerti stretto il tuo posto,non dovevi accontentarlo in alcun modo, nè controllarti. Era semplicemente lì per te, non sai nemmeno perché esattamente. Sempre gentile, sempre disponibile per una risata, così grato per la sua carriera che nulla sembrava andargli poco giù, era contento di quello che aveva. Forse aveva quasi paura di chiedere di più, anche se sai benissimo che lo meritava. Quando hai cercato di spiegare che avevi ambizioni, che sentivi di avere qualcosa di più da dare alla band, se solo Nigel il suo cosìtantoamato Gary ti avessero ascoltato, solo per una volta, non sembrava capirti. Nessuno poteva. Nessuno ci aveva mai nemmeno provato, perché sopravvivere in quella battaglia costante era più importante di ogni altra cosa.


Un pensiero, quest'ultimo, che sembrava essere molto importante per Jason. Lui lo sapeva. Che cosa  meschina da fare, eh? Cacciarti per provare disperatamente a compiacere Nigel, per apparire sotto una buona luce. Gesù Cristo, che cosa triste e da totali stronzi. E poi cosa si aspettava? Una frase da solista in una canzone? Beh, se era quello il motivo, allora non ci era riuscito minimamente. Sei pronto a giurare che ci siano fan che non hanno mai sentito come suona la sua voce.




Quindi, eccoti lì, ancora sul letto, quasi congelato, mentre quei pensieri corrono a 200 km/h nella tua mente. Non sei nemmeno sicuro che valgano la tua attenzione o preoccupazione, o almeno è quello che cerchi di ripeterti. Ma in qualche modo il tuo cervello ti riporta sempre lì, anche se tu non vorresti. Odi il controllo quasi inesistente che hai su te stesso, ma non puoi fare nulla per cambiarlo,per cambiare qualsiasi cosa, davvero.

Chiudi gli occhi, sperando che il sonno prenda il sopravvento, anche se non sai nemmeno che ora del giorno è.
Stai fermo,  mentre il tuo respiro rallenta. 

'Cazzo, sembra morto', qualcuno potrebbe dire dall'esterno.
Ah, dovrebbero vedere all'interno.











   
 
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