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Autore: BusyBird    01/01/2021    2 recensioni
Kurogiri osservava, in silenzio, i fiori che sbocciavano dalla bocca di Tomura.
Voleva capire.
[ShigaDeku, one sided.]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kurogiri, Shigaraki Tomura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Con un colpo di tosse, Tomura sputò un nuovo fiore bluastro - un altro ancora, il primo di molti altri. Ormai, il covo era un giardino in decadenza, con petali strappati e boccioli secchi che giacevano ovunque.

Nel frattempo, Kurogiri osservava l’ennesimo frutto di quella malattia infame: alcuni ricaddero sul bancone; altri erano nel bicchiere stesso di Shigaraki, a galleggiare nel gin; alcuni erano sui vesti del giovane stesso. Anche quest’ultimo si soffermò, per un attimo, a guardare quello spettacolo bluastro, che, tutto sommato, garantiva a quel luogo un nuovo colore.

"Hai bisogno dell'operazione", offrì Kurogiri, pur sapendo la risposta che ne avrebbe ricavato.

Infatti, Tomura scosse la testa, "Non lo so," biascicò, e altri frammenti blu scivolarono fuori dalle sue labbra a scandire ognuna di quelle parole.

L'altro sbuffò. Davvero, non capiva perché quel ragazzo fosse così testardo: perché era così attaccato ai suoi sentimenti per quel futuro eroe? Perché stava rischiando la propria vita invece di sbarazzarsene una volta per tutte? Tomura era leale e AFO si fidava di lui, ma Kurogiri non aveva alcuna idea di come interpretare quel gesto testardo.

Non aveva alcun senso.

Affatto.

"Se tutto va secondo i piani", improvvisamente, il ragazzo riprese, facendolo sussultare, "me ne sbarazzerò uccidendolo con le mie stesse mani".

A quel punto, Kurogiri voleva protestare, davvero – quando tutto sarebbe andato secondo i piani, sarebbe stato già troppo tardi per fare una cosa del genere, sempre che la malattia non lo uccidesse prima. Shigaraki stava facendo troppo affidamento su un tempo che, ormai, non stava più giocando dalla sua parte.

Quanti giorni sarebbe stato disposto ad aspettare prima di cedere alle suppliche di Kurogiri o, peggio, ad un ordine diretto di AFO?

Quanti mesi, al massimo?

Anni? Ah – così tanto sarebbe stato ridicolo.

Chiaramente, Tomura stava sottovalutando la situazione. La malattia di Hanahaki era peggiore di quanto si potesse immaginare, Kurogiri lo sapeva anche meglio di lui.

Anche lui era stato innamorato, molti anni prima, ma non appena AFO gli aveva dato una possibilità, i fiori erano spariti. Se ne era liberato – in fondo, quei fiori non servivano a nulla.

Ecco perché, in quel preciso momento, Kurogiri non riusciva a capire perché Tomura pensava che fosse una buona idea lasciare quelle piante nei suoi polmoni. Per Kurogiri, che non era stato capace di prendere l’iniziativa quando ancora ne aveva avuta un’occasione, la situazione del giovano appariva estremamente stupida.

Al contrario di Kurogiri, Tomura non aveva nemmeno la più piccola occasione.

Si stava comportando come un suicida.

            Stava mettendo a rischio tutti gli anni di pianificazione impiegati da AFO.

Purtroppo, I fiori sarebbero cresciuti fino al giorno in cui Tomura sarebbe morto o l'eroe lo avrebbe ricambiato. L'ultima sembrava essere abbastanza impossibile, onestamente.

La parte peggiore era che Tomura ne era ben consapevole. Sapeva, ma continuava a raccogliere ogni singolo petalo - tutti i fiori, i semi impregnati del suo stesso sangue. Li stava nascondendo ovunque: nella sua cassettiera; sotto il suo letto; nelle scatole dei suoi videogiochi.

Tutto era farcito con fiordalisi.

Che cosa stupida…

Quegli stessi fiori di cui si stava occupando lo avrebbero soffocato senza alcun preavviso, un giorno.

Quegli stessi petali che amava così tanto, durante la notte, sarebbero sbocciati dal suo corpo inerte, sfruttandolo come un vaso di carne e sangue.

Ciò che stava cercando di proteggere gli avrebbe spezzato il cuore in un milione di pezzi.

Kurogiri, quindi, si domandava se il fiore, o meglio, il significato dietro quel fiore, non fosse un segno di ciò che realmente si celava nel cuore del giocane.

"E se lui provasse lo stesso per te? Cosa pensi di fare?" Tuttavia, quando Kurogiri si accorse di aver appena fatto quella domanda ad alta voce, rimase immobile, sperando che Tomura non avrebbe deciso di distruggere il loto piccolo locale.

Eppure, lui non fece nulla, semplicemente, sollevò lo sguardo, di scatto, con gli occhi che iniziarono a brillare, come se la sola possibilità lo avesse rallegrato all’stante.

"Fiordaliso significa speranza, dopotutto", riprese Kurogiri, cercando di capire se Tomura fosse a conoscenza di tutto ciò o se stesse solo reagendo inconsciamente, "ho fatto le mie ricerche".

Forse senza accorgersene, Tomura prese uno di detti fiori tra due dita e lo sfiorò con il pollice, "E cosa significa?"

"I fiori che crescono nei tuoi polmoni rappresentano i tuoi sentimenti", spiegò l'uomo, "forse, speri che un giorno ti capirà".

Di conseguenza, Tomura fece una smorfia, smorzando, di forza, un misero sorriso, ma tenne il fiore lì, sano e salvo tra l'indice e il pollice, "Non ho bisogno di un moccioso."

"Ma tu lo ami," disse Kurogiri, sentendosi audace e ricordandosi che il suo quirk lo rendeva impalpabile e che, quindi, Tomura non avrebbe potuto attaccarlo in caso di un attacco di rabbia.

La malattia di Hanahaki non era una semplice cotta, qualcosa che un umano avrebbe potuto dimenticare dall'oggi al domani. Era qualcosa di serio e mortale.

Tomura amava quell'eroe.

Lo amava e, nel bene e nel male, non voleva liberarsene, questo era un dato di fatto. Le prove della sua infatuazione erano ovunque.

Tomura rimase in silenzio, respingendo un altro colpo di tosse, finché la sua bocca non si riempì completamente di nuovi fiori.

"Scegli saggiamente. La speranza è il peggior nemico di un cattivo, dopotutto. "

   
 
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