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Autore: SilkyeAnders    02/01/2021    0 recensioni
Una piccola Hurt/Comfort che ho scritto per un Advent Calendar
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEEN TITANS H/C I'LL STAND BY YOU I'll stand by you
(https://www.youtube.com/watch?v=Bip8jlDVsOA)


Dove lo porti uno come me? Dal medico, dal meccanico... Dove?
Le immagini dei precedenti avvenimenti vorticavano nella mente del ragazzo come un tornado, non riusciva a mettere insieme i pezzi.
Doveva essere una semplice battaglia come ne avevano già affrontate, non doveva finire così!
Guardava il suo amico steso a terra, gli occhi sbarrati e la pelle graffiata.
-Cyborg riesci a sentirmi?- la voce di una delle ragazze risuonava nella stanza metallica.
-E' sangue?- chiese una voce poco più lontano.
-Non sembra sangue- aggiunse la stessa voce poco dopo.
Era tutto confuso, tutto così maledettamente confuso... Aveva bisogno di ordine, equilibrio. Doveva pensare.
-Silenzio- disse freddamente.
Il suo amico inerme a terra accennò un movimento, la voce del leader risuonava così chiara che nessuno poteva esimersi dall'ubbidire.
Robin si piegò accanto a Cyborg per valutare l'entità del danno.
-Dobbiamo portarlo da un medico- asserì BeastBoy.
-Ma la sua anatomia non è esattamente come la nostra, un medico sarebbe in grado di curarlo?- chiese Raven.
-Ho detto silenzio- ripeté freddamente il leader.
Tutti cessarono di parlare quasi immediatamente, non era consigliabile far arrabbiare Robin quando era così concentrato.
-Cyborg- disse con voce ferma :-Riesci a muoverti?- chiese.
Il mezzo robot sollevò appena un braccio, un sibilo di dolore fece eco poco dopo fra le quattro mura di quella stanza gelida.
-Riesci a parlare?- chiese ancora il leader.
-Un po'- gracchiò il ragazzo.
La parte meccanica che componeva il suo compagno era totalmente ammaccata, qualche pezzo era addirittura lacerato ma non era quella la parte che preoccupava gli altri. Il collo presentava un graffio piuttosto profondo ma per fortuna Cyborg riusciva a parlare, questo li rassicurò immediatamente.
-Portiamolo a casa- ordinò Robin.
-Sei pazzo? Non possiamo certo curarlo noi!- esclamò il mutaforma sollevando le braccia al cielo.
-E che cosa pensi di fare? Non ci sono alternative!-.
-Come facciamo a trasportarlo senza aggravare la situazione?- chiese Raven.
-Starfire, pensi di potercela fare?- chiese Robin.
-Io... Ah... Credo di poterci riuscire- mormorò l'aliena osservando attentamente il mezzo robot.
-Raven, crea dei lacci di energia che possano tenerlo fermo- ordinò Robin.
La maga eseguì immediatamente e si voltò verso i suoi amici poco dopo :-Forse sarebbe più conveniente se creassi anche una lastra per trasportarlo... Almeno saremo sicuri-.
-Sono d'accordo-.
Starfire sorrise timidamente all'amica e la ringraziò mentalmente per averla liberata di quella enorme responsabilità.


Il letto dell'infermeria era freddo e duro, per chiunque sarebbe stato scomodo ma Cyborg non era chiunque.
Steso su quella lastra metallica non poté fare a meno di pensare a suo padre e a com'era andata l'ultima volta che aveva rischiato la vita.
Afferrò Robin per la mantella in un gesto impulsivo, il leader si voltò.
-Qualsiasi cosa accada... Non voglio svegliarmi meno umano di quanto già non sia- mormorò il mezzo robot.
-Non lo permetterò mai, non ti deluderò amico- assicurò l'altro.
Cyborg lo guardò intensamente prima di perdere i sensi.
Raven si avvicinò all'uscio dell'infermeria con un carrelino, vi erano riposti della fisiologica e un po' di cotone.
-Puliamo la ferita, devo valutare quanto è profonda prima di curarlo- disse la maga.
-Ci penso io, ti chiamo quando ho finito-.
Robin spinse il carrellino fino alla parte finale del letto, prese le pinze e afferrò con esse il cotone che imbevve immediatamente nella soluzione fisiologica. Con attenzione iniziò a tamponare la ferita cercando di ripulire come meglio poteva tutto il sangue che ne sgorgava.
Non sembrava grave ma la ferita era molto profonda.
Il cuore di Robin ebbe un tuffo. Si sentiva sprofondare, come aveva potuto lasciare che succedesse? Come aveva fatto a farsi sfuggire l'occasione di proteggere il suo migliore amico?
-Andrà tutto bene- bisbigliò all'orecchio del ragazzo privo di sensi :-Sono al tuo fianco...-.
-Non è colpa tua, lo sai questo vero?-.
Robin si voltò, ovviamente Starfire era lì e mentre lui si prendeva cura di Cyborg sapeva che lei era lì per prendersi cura di lui.
-Avrei potuto impedirlo-.
-Non avresti potuto fare nulla di diverso da ciò che hai fatto Robin, Cyborg è forte... Starà bene-.
L'aliena posò un tenero bacio sulla fronte del ragazzo mascherato prima di uscire silenziosamente dalla stanza, Robin le sentì dire :-Puoi entrare, ha finito-.
Raven entrò poco dopo.
Robin le lasciò spazio per lavorare; la maga osservò attentamente le ferite del suo amico.
-Proverò prima a sistemare quelle minori e poi passerò al taglio sul collo... Nel mentre cerca di comprimere la ferita affinché non esca troppo sangue-.
Robin afferrò una garza da un armadietto e iniziò ad applicare una leggera pressione alla ferita mentre Raven imponeva le mani sulle parti metalliche dell'amico e iniziava la sua cantilena.
Azarath Metrion Zinthos
Azarath Metrion Zinthos
Azarath Metrion Zinthos
La situazione procedeva a rilento.
Azarath Metrion Zinthos
Le ore venivano scandite dalla voce atona di Raven.
Azarath Metrion Zinthos
Robin iniziava a sentire i muscoli delle mani intorpidirsi lentamente, le nocche diventare bianche sotto al peso della pressione che stava applicando.
-Non troppo forte- mormorò la maga.
Azarath Metrion Zinthos
Robin alleggerì la presa.
Raven sollevò il capo e sorrise appena :-Ci sono riuscita, spostati così posso provare con il collo-.
-Forse è troppo profonda- mormorò Robin.
-Dovrò passare spesso allora, non riuscirò a curarla tutta in una volta e in ogni caso rimarrà la cicatrice-.
-Fai quel che devi- rispose l'altro.
La maga impose le mani sopra alla ferita dell'amico liberando da esse un sottile strato di luce bianca.
Robin la osservò attentamente durante la procedura, sembrava esausta man mano che proseguiva.
Istintivamente si mise dietro di lei e la sostenne con le braccia.
In fondo era quello che la loro squadra aveva sempre fatto: sostenersi in ogni momento.
-Credo di aver fatto il grosso del lavoro- mormorò la giovane maga.
-Bene, io rimango qui finché non si sveglia-.


Robin non aveva fatto altro che sistemare la medicazione del suo amico, l'aveva fatta e disfatta almeno otto volte. Il cestino dell'infermeria era colmo di garze insanguinate o zuppe di disinfettante.
Non avrebbe lasciato il suo capezzale finché non avesse aperto gli occhi, doveva fargli vedere che aveva mantenuto la promessa.
-Robin...- mormorò il mezzo robot.
-Cyborg! E' andato tutto benissimo, ti riprenderai presto- disse il leader.
-Menomale... E' il periodo del football, non vorrei perdermi la partita- scherzò il ragazzo.
Robin alzò gli occhi al cielo e si sedette, finalmente più tranquillo.
I due rimasero a parlare per tutto il giorno tra una medicazione e l'altra.


   
 
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