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Autore: Tale Vivo    05/01/2021    1 recensioni
Il soggiorno di Tyrion Lannister presso Castello Nero è giunto al termine, ma prima di andarsene ha ancora un cosa da dire a Jon Snow.
Provò un notevole sollievo quando si trovò al riparo dalla neve e dal freddo, nella stalla in cui i cavalli erano tenuti al caldo. In fondo sulla destra, nascosto da occhi indiscreti, sapeva avrebbe trovato Jon Snow ad allenarsi con la spada. Lo aveva scoperto due giorni prima e aveva promesso che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.
[Questa storia partecipa a due challenge: "Solo i fiori sanno" di Pampa 313 e "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" di Soly Dea]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeor Mormont, Jon Snow, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pane e vischio

 

Quello sarebbe stato il suo ultimo pasto al Castello Nero. Tyrion entrò nella Sala degli Scudi, dove i Guardiani della Notte erano soliti mangiare, e si diresse senza indugio verso il tavolo di Jeor Mormont. 
«Ser Mormont, come andiamo?», chiese allegramente il Folletto, accomodandosi accanto a lui.
Il vecchio orso gli fece un cenno col capo e, porgendogli un calice colmo di vino, rispose:«Come ieri, lord Tyrion».
«Suvvia, comandante! Se non fosse che mio padre mi vuole di ritorno a corte prima che io possa ulteriormente screditare il nome di famiglia, mi unirei volentieri alla vostra allegra compagnia. Fidatevi: meglio il freddo della Barriera di un palazzo colmo di Lannister», asserì il nano, sorridendo prima di bere un lungo sorso di vino. Quando il calice fu vuoto, Tyrion si sporse sul tavolo per vedere meglio cosa avessero preparato quella sera.
«Pane nero, formaggio, carne sotto sale, scalogno arrostito e», si fermò a scrutare un piatto di quelle che sembravano patate, ma di cui non era certo, «patate? O rape?».
«Tuberi», rispose senza troppe spiegazioni un guardiano accanto a lui.
«Oh, tuberi va bene. Chi sono io per discriminare?», domandò Tyrion retorico mentre poggiava tre fette di pane nero sul piatto. Su quella a destra vi posò poi due fette di carne salata e dello scalogno, con un cucchiaio della densa salsa in cui questo era stato cotto; la fetta centrale fu arricchita con formaggio morbido e tuberi, mentre l’ultima divenne la base per una spessa fetta di formaggio stagionato con un paio di fichi al miele.
«Mangiano tutti così a corte?»
«Così come?»
«Così… così… non saprei! Con una fetta di pane e cose sopra!», rispose il burbero guardiano che si era incuriosito guardando il piatto del Folletto.
«No, solo noi nani di alto rango mangiamo così. Ci fa sentire superiori a tutti quelli che riempiono il piatto senza logica», spiegò Tyrion, quasi certo che il suo sarcasmo non sarebbe stato colto. Così fu. Il suo interlocutore iniziò a borbottare insulti contro il nano, senza permettersi di insultarlo direttamente: dopotutto, era pur sempre il figlio di Tywin Lannister.
«Stava scherzando, Rast».
Jon Snow era comparso alle spalle del Lord Comandante, a cui consegnò una lettera. Fece un leggero inchino di saluto a Tyrion e poi uscì dalla sala. 
«Vogliate scusarmi, Ser Jeor. Mi sono appena ricordato di dover scrivere un messaggio che deve essere inviato prima della mia partenza. Posso chiedervi che il mio piatto venga portano nella mia stanza?»
«Non preoccupatevi. Lo troverete al rientro nella vostra stanza, accompagnato da una caraffa di vino».
«L'ospitalità di Castello Nero sarà certamente fatta presente a corte», concluse Tyrion, alzandosi e dirigendosi verso le stalle. 
Un freddo così non l’aveva mai provato. Nonostante i vari strati di abiti e la pesante pelliccia, le ossa sembravano divenire ghiaccio dopo pochi istanti. Aumentò il passo più che potè per arrivare nelle stalle il prima possibile. Questo è uno di quei momenti in cui vorrei avere gambe più lunghe. Provò un notevole sollievo quando si trovò al riparo dalla neve e dal freddo, nella stalla in cui i cavalli erano tenuti al caldo. In fondo sulla destra, nascosto da occhi indiscreti, sapeva avrebbe trovato Jon Snow ad allenarsi con la spada. Lo aveva scoperto due giorni prima e aveva promesso che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.
Si avvicinò al ragazzo, il quale gli dava le spalle, mentre affilava la spada con molta cura.
«Attento a non affilarla troppo o finirai col tagliarti, ragazzo».
Jon non si spaventò. Affilò la lama ancora un paio di volte e poi si voltò verso il Folletto, tenendo alta la spada davanti a lui, come a voler mostrargli che era affilata il giusto.
«A cosa devo questa visita, mio Signore?».
«Ti ho già detto di non chiamarmi così, sempre tu non voglia io torni a chiamarti bastardo». Tyrion osservò la mascella del giovane contrarsi, le narici allargarsi e l’aria entrarvi, portandogli poi un po’ di calma. Si sorrisero.
«Bene. Ora che ci siamo chiariti sui titoli da usare tra di noi, posso darti questa», continuò il nano. Infilò la mano destra in una tasca interna del completo che indossava sotto la pelliccia e ne estrasse una piccola spilla di argento con foglie dello stesso metallo e dei piccoli smeraldi. 
«È una spilla che mi fu regalata dal Maestro di Castel Granito quando avevo la tua età, prima di partire per la Fortezza Rossa per raggiungere mio padre e i miei fratelli», spiegò Tyrion.
«Non posso accettare».
«Ti sembro qualcuno che accetta un “no” come risposta?»
Il giovane Snow rise e prese la spilla.
«Grazie, allora. Posso sapere cosa rappresenta?»
«Non insegnano a riconoscere le piante a Grande Inverno? Eppure è una pianta che dovreste conoscere molto bene qui al Nord», rispose e attese qualche istante per permettere al ragazzo di capire di che pianta si trattasse.
«Vischio».
«Visto che lo sapevi? Esatto. Il vischio è considerato un portafortuna e, mio giovane Jon Snow, credo tu avrai bisogno di parecchia fortuna qui».
Non si dissero più nulla, ma si sorrisero e si salutarono con un leggero inchino, entrambi consapevoli che Tyrion avesse ragione.











 




 


Questa storia partecipa a due challenge:

  • Challenge delle Parole Quasi Intraducibili di Soly Dea con la parola norvegese pålegg: tutto ciò che può essere abbinato al pane, solitamente su una sola fetta. 

  • Challenge Solo i fiori sanno di Pampa313 con il fiore vischio, il cui significato è portafortuna.







 
   
 
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