Forse avrebbe dovuto smetterla con quella vita, ma gli piaceva così tanto sentirsi felice e leggero.
Cosa avrebbe detto suo padre? Si sentiva così in colpa, ma poi aspirava ancora un po’ di quella fantastica felicità in polvere e chiudeva gli occhi sperando che fosse per sempre.
Dopotutto suo padre se n’era andato tanto tempo fa e non aveva esitato a lasciare lui e sua madre nella disperazione più nera.
Si erano trasferiti nel mondo babbano, almeno per un po’. Vivevano bene, se così si può dire…se continuavano a stare nel mondo magico sarebbero sempre stati etichettati come mangiamorte pentiti.
-Non mi merito di vivere- diceva piagnucolando guardandosi allo specchio sporco di quella squallida discoteca in periferia a Londra.
La musica assordante gli rimbombava rallentata dentro alle orecchie e sperava solo che quella cosa che gli avevano venduto poco prima facesse effetto il più velocemente possibile.
Sperava di rimanere per sempre in quel fantastico stato di trance tra la vita e la morte, ma poi finiva sempre che si sentiva sempre più solo e triste.
Sua madre dopo suo padre se n’era andato non era più la stessa. Lo guardava con disprezzo ogni volta che tornava alticcio a casa.
Cercava di parlarle durante il giorno, ma lei sembrava troppo lontana per sentirlo. Gli occhi della donna erano intenti a fissare punti imprecisati della carta da parati, allora lui si infuriava e sbatteva con forza la porta di quella piccola villetta dove erano andati ad abitare e se ne andava in centro dentro a qualche pub o discoteca.
Non avrebbe mai pensato di ridursi ad essere un drogato.
Quella notte stava vagando senza meta, ridendo da solo e guardandosi intorno sognante.
-Guarda, guarda chi c’è qui – sentì una voce familiare alle sue spalle. Sorridente si girò per vedere chi fosse e gli arrivò un pugno dritto in faccia. E lui rise, perché sperava davvero di morire quella notte. Così venne colpito un’altra volta e poi un’altra ancora, finché per terra non rimase che un lago di sangue.
Il mattino seguente si svegliò, in uno squallido vicolo, nascosto da dei bidoni delle immondizie, con la testa che gli girava e il corpo che gli doleva da ogni parte. Il giorno seguente ad una serata come quella passata sapeva che sarebbe stato male…ma non così tanto.
Si fissò le mani e poi le braccia e le vide piene di lividi, provò a toccarsi il viso e non poteva nemmeno sfiorarlo senza provare dolore.
-Allora nemmeno dopo essere stato picchiato a morte riesco a morire! – disse sarcastico prima di alzarsi.
Forse la maledizione di Draco Malfoy era proprio di non riuscire a morire, pensò.
Si alzò a fatica, tenendosi ai bidoni delle immondizie. Le gambe faticavano a reggerlo, così decise che sarebbe stato lì ancora un pochino prima di tornare a casa. Non appena si sedette per terra perse i sensi.
 
-Cosa succede qui? – chiese la medimaga preoccupata.
-È stato trovato in un vicolo di Londra da un mago diretto al Ministero, inconsciamente deve aver chiesto aiuto perché la sua bacchetta ha lanciato scie colorate. Ma non crederai ai tuoi occhi quando ti mostrerò chi è! – disse velocemente l’infermiera alla medimaga.
Quando le tende del letto da ospedale vennero tirate Hermione rimase sconvolta da ciò che vide: quello non era il ragazzo altezzoso che conosceva. Davanti a lei c’era un ragazzo malnutrito, drogato e con dei lividi in tutto il corpo.
-Chi gli ha fatto questo? – chiese preoccupata la Granger esaminando le ferite del giovane uomo.
-Non lo sappiamo dottoressa, pensiamo che sia stato qualcuno che aveva un conto in sospeso con lui. Sappiamo che ultimamente in casa Malfoy le cose non vanno molto bene: la madre è stata portata in una clinica di igiene mentale questa mattina, dopo che siamo andati a darle la notizia del figlio, l’abbiamo trovata che girava in una casa (che presumo sia la loro nuova casa) tutta sporca e piena di cianfrusaglie, non sapeva neanche di chi stavamo parlando quando le abbiamo dato la notizia di suo figlio. Lucius Malfoy è scappato dopo la guerra e li ha abbandonati. Draco Malfoy credo abbia cercato di sopravvivere come poteva…- rispose l’infermiera leggendo dei fogli.
Hermione non sapeva cosa dire: gli curò tutte le ferite e gli fece qualche incantesimo così da evitare che avesse una crisi di astinenza.
Il giovane uomo era addormentato, ma ora in volto aveva un’espressione meno sofferente.
 
Quella sera Hermione tornò a casa piuttosto turbata: non credeva che Draco Malfoy si potesse ridurre in questo modo…tuttavia, erano passati 10 anni dalla battaglia ad Hogwarts, poi l’aveva visto nei quotidiani quando l’avevano sciolto da ogni accusa riguardante la guerra (dicevano che fosse stato obbligato ad affiliarsi ai mangiamorte).
Appena aprì il portone di casa una felice Rose Weasley le corse incontro: -Mamma! Guarda cosa ho fatto con la nonna! – disse la bambina mostrandole una torta di mele.
-Bravissima tesoro- rispose Hermione con un tono stanco dandole un bacio sulla guancia.
-Ciao tesoro, ho preparato la cena – le venne incontro Ron con un piccolo Hugo in braccio.
-Bravissimo- rispose fiera sorridendo al marito e dando un bacio in fronte al piccolo.