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Autore: dirkfelpy89    09/01/2021    5 recensioni
La 2° Guerra Magica è terminata ed è arrivato il momento, per il mondo magico, di guardare avanti. Cornelius Caramell però, non ci riesce. Attanagliato da mille dubbi, circondato da una famiglia che non lo sopporta ed una comunità che lo odia, l'ex Ministro della magia ha preso l'estrema decisione: porrà a termine la sua vita.
"Ma non è un problema, perché a questo rimedierò oggi stesso: entro poche ore sarò morto, e chissà se diventerò una persona migliore per il mondo.
Chissà quante false lacrime al mio funerale! Quante vane orazioni funebri! Patetico, forse, ma è così che funziona la vita.
Tante falsità mischiate a poche dolorose verità.
"
[Storia partecipante al contest "Eroi tragici nel mondo magico - Contest" di matiscrivo sul forum di EFP]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cornelius Caramell, Kingsley Shacklebolt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La Rivincita dei Mediocri

 

 

Perché non sono morto?
I morti vengono onorati, apprezzati da tutti e ricordati in lacrimosi discorsi. In fondo, di un morto non si può che parlare bene.
O, per lo meno, così diceva mia madre.

Invece io sono rimasto vivo, patetico e disperato. Fino in fondo, fino a toccare il fondo.
Ma non è un problema, perché a questo rimedierò oggi stesso: entro poche ore sarò morto, e chissà se diventerò una persona migliore per il mondo.
Chissà quante false lacrime al mio funerale! Quante vane orazioni funebri! Patetico, forse, ma è così che funziona la vita.
Tante falsità mischiate a poche dolorose verità.

Dio non mi ha donato un corpo forte e vigoroso, dovrei dire il contrario, il mio cervello è buono ma non eccellente. No, Dio mi ha invece dato una qualità che in ben pochi possiedono: quella di essere un politico nato.
So mediare (dove altri cercano lo scontro), induco simpatia e fiducia nelle persone (dove altri politici invece inducono solo sospetto), so ascoltare e chiedere aiuto a persone più capaci di me (quando altrove, molte persone, vengono abbagliate dall'orgoglio).

Fu grazie a questa capacità di mediazione che sposai Margaret, una bellissima donna che all’inizio mi detestava cordialmente. Da lei, circa venticinque anni fa, ebbi un meraviglioso figlio, forse l'unica cosa buona che ho fatto nella mia vita.
Fu così che trovai un lavoro al Ministero ed iniziai, lentamente, a scalare le gerarchie. La faccio facile, ma in realtà ci misi tempo, tempo ed arguzia. Aspettai il mio momento, tessendo una fitta rete di alleanze e di sostenitori.
Un pizzico di servilismo, capacità e anche un po' di fortuna: quando decisi di candidarmi alla poltrona di Ministro della Magia, Millicent Bagnold sembrava imbattibile. Invece, lentamente, il consenso di quella vecchia crollò ed io ebbi la poltrona tanto agognata.

"La Rivincita dei Mediocri" così intitolò il Cavillo, poco dopo la mia elezione.
Risi. Ero il più capace, il più intelligente, il più scaltro? Dio, no! Però ce l'avevo fatta, contro tutto e tutti. Ero bravo, avevo fatto una lunga gavetta e la gente mi amava perché vedeva in me un politico ben diverso dalla Bagnold e dal suo ex-braccio-destro Barty Crouch: più tranquillo, rassicurante, moderato rispetto a quell esaltato che aveva sbattuto suo figlio in carcere.
Commisi diversi errori, avevo spesso bisogno di aiuto, ma iniziai, lentamente, ad amare quella poltrona, quel posto, i suoi tanti diritti e doveri.
Capisco solo ora che lentamente, dentro di me, si instillò un germe ben peggiore del vaiolo di drago. Era quello della follia.
Amavo talmente tanto il Ministero, che avevo ottenuto con tanta difficoltà, che non vidi l'inevitabile ritorno dell'Oscuro Signore. Anzi, guidato da questa vera e propria follia, lo negai ed attaccai l'unico alleato che potevo avere: Albus Silente.

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Come risvegliato da questo pensiero orribile, mi alzo dal letto come una molla. Lentamente mi lavo ed indosso una delle mie veste magiche più belle: se voglio porre rimedio a questa malattia che io chiamo vita, non devo trarre sospetti su di me.
Scendo in cucina dove, al grande tavolo della colazione, sono già seduti mia moglie e mio figlio. Prendo posto a capotavola, sempre occupato dai miei pensieri.
Mia moglie mi porge un piatto ricco e sostanzioso, mio figlio neanche mi guarda. E così da quando non sono più Ministro.

In realtà, dentro di me, sapevo benissimo che l'Oscuro Signore sarebbe potuto tornare, il mio cuore me lo diceva ma la mia testa remava contro.
'Non è vero, Sono solo calunnie di Silente che in realtà ambisce al mio posto. Harry Potter poi, non ne parliamo! Un pazzo, ecco cos'è!
Era più facile, più ovvio… più sciocco.
Non voglio dare tutta la colpa a questa follia che dilagò per il mio corpo, la verità era che non volevo problemi, né per me né per i miei cari.
E poi adoravo il mio lavoro, la sensazione che provavo sapendo che ero al vertice di tutta la Gran Bretagna magica!
Perché credere a queste baggianate? Perché rovinare il clima idilliaco che ero riuscito ad instaurare?
Agii come un genitore iperprotettivo e facendo questo segnai la mia fine, perché quando tutti si resero conto che l’Oscuro Signore era tornato e che Silente diceva la verità da un anno, la mia vita non fu più la stessa.

Usai tutte le mie qualità per cercare di rimanere a galla, anche se non ero più Ministro avevo comunque governato questo paese per gli ultimi anni….
Fu del tutto inutile, e quando Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato prese il potere, scappai con la mia famiglia in questo maniero, protetto da numerosi incantesimi.
Mio figlio non me lo perdonò mai. Adesso me ne pento, sarei potuto rimanere al Ministero, mi sarei potuto unire alla lotta contro Voldemort, adesso lo posso chiamare per nome, ma non lo feci.
Avevo paura, paura di morire inutilmente, paura di trascinare la mia famiglia nel baratro insieme a me. Solo ora capisco che avrei potuto dare tanto alla lotta contro il male, solo ora capisco che sarei morto, sì, ma sarei morto da eroe. Adesso muoio, e muoio suicida.

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Terminata la colazione, esco dalla cucina e scendo giù nei sotterranei. Non sono mai stato un grande pozionista, però so come preparare dei veleni molto efficaci.
Rimesto l'ultima volta nel calderone che sobbolle, ne prendo una discreta quantità, che inserisco in una fialetta, e me la infilo in tasca.
Faccio evanescere le pozione e poi torno in salotto.

Mio figlio non c’è. Meglio.
"Cara, è una bella giornata oggi... ho deciso che andrò a fare una giratina per il bosco, se non ti dispiace!” annuncio, con una falsissima voce acuta.
Mia moglie sorrise radiosa, negli ultimi giorni avevano fatto di tutto per convincermi a uscire di più, a riprendere in mano qualche vecchia passione. Ho detto avevano, ma in realtà il termine esatto sarebbe 'aveva' visto che per mio figlio, ero apparentemente morto.
"Certo caro, sono contenta! Vuoi che ti accompagni?"
"No, non importa. Voglio andare a vedere se le more sono pronte, starò fuori solo un'oretta.”
“D’accordo. Ah, verso l’ora di pranzo dovrebbero passare i Milestone!”
Annuisco, un breve bacio e me ne vado. L’ultima bugia a mia moglie.

Vorrei, potrei fermare i passi che mi guidano per i corridoi. Però so che non devo farlo, che ho un obiettivo da portare avanti, e questa volta non fallirò.


In realtà non è la prima volta che penso al suicidio.
Quando fui destituito, ci pensai. Per un brevissimo attimo, neanche un secondo, presi in considerazione di compiere questo gesto estremo.
Ovviamente allontanai subito il pensiero, avevo troppe cose da fare, dovevo difendere l’onore dei Caramell e cercare, allo stesso tempo, di attutire la mia inevitabile caduta!
Poi Voldemort prese il potere ed io ero troppo occupato a difendere la mia famiglia per poter indugiare alla più bieca autocommiserazione.

Sono passati pochi mesi dalla sconfitta dei Mangiamorte ed in questo lasso di tempo, ho pensato al suicidio fin troppe volte.
Sono un debole? Forse, però è come se mi fossi risvegliato dal sonno della follia e non posso non smettere di pensare a tutte le vite che avrei potuto salvare.
Patetico, ancora una volta, ma è così.
Ma come fai a non pensare a toglierti la vita, quando tutto il mondo magico ti odia? Quando chiedi un posto, anche piccolo, al Ministero e questo ti viene negato, nonostante anni di onorato servizio?
Quando, mentre partecipi ai funerali delle vittime della Battaglia di Hogwarts, vieni talmente fischiato che, alla fine, sei costretto a scappare via, peggio di un ladro?
Come fai ad andare avanti, quando la tua famiglia ti disprezza, in silenzio? Quando tuo figlio ti guarda con ribrezzo?
Quando sei uno degli uomini più odiati in Inghilterra?
Quando non riesci a guardarti allo specchio e provi solo pena per te stesso?

La mia proprietà è molto bella, immersa nella natura. A poca distanza dal maniero c’è un piccolo lago, circondato da tanti cespugli di more selvatiche.
Il sole brilla, meschino.
Prendo una mora da un cespuglio e l'assaporo, come fosse la cosa più buona del mondo. Meravigliosa.
Osservo per l’ultima volta il meraviglioso paesaggio intorno a me, poi estraggo dalla tasca un biglietto che ho scritto ieri sera.
Lo rileggo, tanto per essere certo di aver copiato bene quella frase che mi aveva colpito così profondamente.

“O Morte, Morte, vieni a guardarmi, ora; ma anche laggiù sarò con te e potrò continuare a parlarti. Invece a te, fulgore di questo giorno splendente, e a te, Sole che avanzi sul tuo carro, voglio rivolgere il mio saluto: per l’ultima volta, certo, e mai più di nuovo per l’avvenire.

L’avevo letto su un vecchio libro babbano. Un po’ melodrammatico, forse, ma sicuramente di effetto.
Rimetto il foglio nella tasca ed estraggo la fialetta con il veleno.

Avessi qualche anno di meno, lotterei per ristabilire la mia reputazione. Ma sono stanco, stanco della politica, della mia stessa famiglia, del clima che si è venuto a creare contro di me.
Ancora adesso, nei miei incubi, vivo quei drammatici minuti del funerale delle vittime della battaglia di Hogwarts. Centinaia di occhi che mi guardavano con odio, con disprezzo. Fischi, cattiverie dette a mezza voce, mia moglie che piange e mio figlio che fa finta di non conoscermi.

Ho fallito, le mie ragioni di vita non valgono più nulla.
Stappo la fialetta e, senza esitazione, senza dubbio alcuno, bevo.

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Salve a tutti!
Questa fic partecipa al contest "Eroi tragici nel mondo magico - Contest" di matiscrivo sul forum di EFP.

Un contest che mi è piaciuto fin da subito. tra i tanti pacchetti ho scelto quello che tratta una tematica davvero delicata: il suicidio.
Questa tematica ha solo lambito il fandom di Harry Potter, però mi intrigava molto. Cercando e ricercando un personaggio che aveva delle forte motivazioni per togliersi la vita, ecco spuntare il buon Cornelius Caramell (Fudge)

Questa è una mini-long, il 2° capitolo uscirà presto ma intanto vi lascio con questo capitolo, sicuramente centrale nella vicenda.

  
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