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Autore: PapySanzo89    10/01/2021    0 recensioni
Partecipa alla #fluffinessexplosion del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction
"Personaggio A vede per la prima volta Personaggio B nudo, e sul suo corpo trova un dettaglio terribilmente carino"
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio A ha il singhiozzo. Per ore. Giorni.

 

 

 

 

 

Tutto ha inizio su una scena del crimine.

È una tipica giornata uggiosa di marzo e nessuno si aspetta nulla di diverso da Londra e tutto sta andando a meraviglia.

O questo almeno si può dire dal punto di vista di Sherlock che corre allegramente avanti e indietro sulla banchina del fiume e osserva tre cadaveri che non hanno apparentemente nulla in comune tranne il fatto che a tutti mancano i calzini. Meno felice è John, costretto giù dal letto alle tre del mattino dopo dieci ore di turno in ambulatorio per coprire una collega e adesso infossato fino a metà polpaccio nel fango per dare uno sguardo più da vicino ai corpi perché Vossignoria aveva dei dubbi e non sia mai che si sporchi le costose Oxford appena comprate (e sia mai che faccia una spesa siccome ha soldi da buttare ma è un discorso che hanno fatto più volte e a quanto pare il buon gusto non è cosa per tutti, John. E chissà se il buon gusto si può mangiare per cena).

Fatto sta che Sherlock ha un’illuminazione e finalmente tutto gli diventa chiaro, tutto si collega, tutto ha finalmente senso.

“Lestrade!” urla anche se il DI è a nemmeno un metro da lui e il pover’uomo si avvicina, un caffè bollente in mano perché è sveglio da troppe, davvero troppe ore e non ha più l’età o le energie per stare dietro a Sherlock a quell’ora del mattino.

John si avvicina quasi trotterellando e Sherlock trova la scena adorabile ma tiene la cosa per sé e si riconcentra sul caso. Siccome sa che John è terribilmente stanco sarà magnanimo e farà meno l’esibizionista del solito (anche se questo toglie gran parte del divertimento, ma per John…), e non dovrebbero forse dargli un premio per miglior compagno dell’anno solo per quello? Sherlock è convinto di sì.

“Il caso è piuttosto semplice, oserei dire banale”

“Hic”

Il suono distrae Sherlock che si volta verso John che si è messo una mano davanti la bocca e lo guarda ad occhi spalancati come se avesse commesso un terribile oltraggio.

Sherlock lo guarda storto per qualche istante e poi torna a rivolgersi a Lestrade.

“Pensavamo non fossero collegati ma-”

“Hic”

“-è evidente la natura della loro-”

“Hic”

“-unione che deriva dal fatto che nessuno-”

“Hic”

“-indossi-”

“Hic”

“JOHN!”

 

***

 

Il singhiozzo di John continua per diverse ore e Sherlock si sente diviso tra la preoccupazione e la voglia di tappargli le vie respiratorie per sempre. Sono tre giorni che non dorme tra vari esperimenti e il caso di quella notte e adesso che è stato risolto e non ha più esperimenti da fare il suo corpo vuole solo riposare ma il continuo singhiozzare di John non glielo permette. E John non è un idiota e se ne accorge e inventa una scusa per lasciare la camera da letto e andarsene in soggiorno da solo con il suo singhiozzo, Sherlock si sente talmente in colpa che lo raggiunge, mette su il bollitore per fare il tè e va a circondare le spalle di John con un braccio portandolo a sé e con l’altro apre Chrome sul telefono e cerca dei rimedi contro il singhiozzo.

 

***

 

Rimedio numero uno: Fare prendere uno spavento/cogliere di sorpresa chi ha il singhiozzo.

 

Beh, questo consiglio certamente non è stato scritto da qualcuno che aveva come paziente un ex-medico militare.

 

Sherlock alza gli occhi dallo schermo del telefono e li porta a John, seduto pacificamente sulla sua poltrona mentre non riesce nemmeno a bere il suo tè  per colpa dei tremori dovuti al singhiozzo, e pensa a cosa potrebbe succedere se solo provasse a spaventare John.

Nel migliore dei casi si ritroverebbe con un naso rotto, nel peggiore John -colto di sorpresa- prenderebbe la pistola e gli sparerebbe.

Nessuna delle due gli sembra una grande idea.

Però… coglierlo di sorpresa…

Sherlock si alza dalla sua poltrona e appoggia il telefono sul tavolino, John alza gli occhi dalla tazza di tè per guardare cosa sta facendo l’altro ma vedendo che il consulente non fa niente di particolare posa di nuovo gli occhi sulla tazza come a far sì che questa resti ferma il tempo necessario per bere un tè ormai tiepido, e Sherlock ne approfitta per avvicinarsi e quando John meno se lo aspetta lo prende per il colletto della camicia. lo trae a sé e lo bacia. E se John non resta sorpreso da questo… Ma John semplicemente lo guarda, sorride e gli occhi fanno quella strana cosa che sanno fare solo gli occhi di John e sembrano illuminarsi (e qui è Sherlock che si sorprende, come ogni volta che John lo guarda in quella maniera perché è così… intensa) ma alla fine singhiozza di nuovo.

 

Sherlock torna a sedersi in poltrona e mette il broncio.

 

***

 

“Sei sicuro di non aver sollevato maiali quando non ti stavo guardando?”

“Sì, Sherlock, ne sono abbastanza sicuro. E dove diavolo avrei potuto trovarlo un maiale su una banchina in pien- hic- in pieno centro città?”

“Non lo so, tu riesci sempre a sorprendermi, sicuramente avresti potuto fare anche una cosa del genere”

John lo guarda per qualche istante come colpito da quello che Sherlock ha appena detto (perché?) e poi gli sorride, felice.

Sherlock sente qualcosa scaldarglisi nel petto e se lo sente che sta per aprire bocca e dire una di quelle cose assolutamente smielate e prive di ogni logica.

Ma John singhiozza di nuovo.

Cielo, se dovranno andare avanti vent’anni in quella maniera dovrà iniziare a portare i tappi per le orecchie.

 

***

Rimedio numero due: bere un bicchiere d'acqua a piccoli sorsi

 

Va bene, forse non è stata un’idea brillante fare bere a John quasi tre litri d’acqua (e ora John dopo il singhiozzo si ritrova pure attaccato alla porcellana del water a vomitare) ma a sua discolpa sembrava che la cosa stesse funzionando e John nemmeno lo ringrazia per gli sforzi che sta facendo nell’aiutarlo.

 

Sherlock si siede accanto al water con lui e gli massaggia la schiena mentre John riversa tutta l’acqua dello stomaco nel gabinetto.

 

 

***

Rimedio numero tre: trattenere il fiato il più a lungo possibile

 

“John, sappiamo entrambi che puoi fare di meglio!”

John, dopo il secondo tentativo fallito di trattenere il respiro, lo guarda col fiatone e Sherlock non è del tutto sicuro di trovare rassicurante quello sguardo.

“Se non ti conoscessi meglio, crederei che stai -hic- tentando di amm -hic- ammazzarmi” poi sembra riflettere su ciò che ha appena detto “Aspetta, in realtà non -hic- sono poi così sicuro del contrario”

Sherlock alza gli occhi al cielo e si siede accanto a lui sulla sedia in cucina.

“Proviamo ancora una volta” dice, mentre gli viene un’idea che potrebbe collegarsi benissimo col il rimedio numero uno (e John in quel momento non ha una pistola, quindi al massimo si può ritrovare con un naso rotto, ma a questo punto piuttosto di sentire un altro singhiozzo il naso rotto gli va benissimo)

John fa un respiro profondo e poi un altro e alla fine trattiene. Contano entrambi venti secondi e quando Sherlock vede che John sta per cedere allunga le mani e va a tappargli naso e bocca portandosi dietro la schiena di John così da non poter essere colpito facilmente.

John si dimena, tira delle gomitate ma Sherlock incassa i colpi con molta dignità.

Alla fine John gli sviene tra le braccia (Sherlock farà ammenda per questo ma è sicuro che anche John concorderà sul fatto che ne è valsa la pena con il singhiozzo finalmente fuori dalle loro vite dopo ore di sofferenza) e Sherlock lo distende sul divano, alzandogli le gambe sul bracciolo.

Il consulente lo guarda mentre pian piano John rinviene e un sorriso si fa largo sul viso di Sherlock

“Giuro su -hic- Dio che -hic- questa -hic- me la -hic- paghi!”

 

Sherlock è quasi tentato di gettare la spugna.

 

***

 

Sono dodici ore, trentadue minuti e ventiquattro secondi che John ha il singhiozzo e Sherlock è ormai convinto che l’unica cosa possibile da fare sia andare in ospedale.

Guarda John seduto sul divano con le occhiaie marcate, le spalle chine in avanti di stanchezza e il petto che sussulta ad ogni singhiozzo e Sherlock si sente stringere il petto.

Si siede per terra davanti a John e gli prende le mani, accarezzandole.

“Vuoi provare -hic- un altro rimedio trovato su internet?” John solleva un angolo della bocca e Sherlock solleva una mano per accarezzargli i capelli. John indugia su quel tocco e cerca di fare un sospiro profonda ma viene bloccato da un ulteriore singhiozzo.

“John, credo sia il caso di andare in ospedale”

Il dottore allora sospira (e questa volta ci riesce) ma non dice niente. Sherlock sa benissimo che -da paziente- John sopporta male gli ospedali quanto lui.

“Stavo pensando la stessa cosa” risponde dopo qualche istante, ben consapevole di non volerci andare.

Si alzano entrambi e vanno in camera a cambiarsi.

Sherlock sente gli occhi di John addosso non appena si toglie la maglietta e si volta verso di lui, le sopracciglia alzate e un mezzo sorriso.

“Ti pare il momento?” dice, anche se per la verità anche per Sherlock ogni momento è un momento buono per certe attività ricreative.

John sorride e gli si avvicina, cingendogli i fianchi.

“Volevo solo vedere il mio cuore porta fortuna”

“È una pesca!”

John rotea gli occhi.

“È un cuore, lo sai tu e lo so io e chiamerò tua madre per avere man forte su questo”

Sherlock sbuffa e lascia perdere la questione (per il momento) perché ci son cose più urgenti da portare a termine.

Ed è solo dopo qualche istante che si accorge del silenzio che regna in camera e del fatto che John sia riuscito a dire due frasi di fila senza singhiozzare.

Rimane in silenzio ancora qualche istante mentre John lo guarda con aria scettica, come non capendo cosa stia succedendo.

E dopo qualche altro istante Sherlock pare perdere la pazienza.

“Davvero? Bastava questo?!” dice indicandosi la voglia e poi John che se ne sta pacifico con le mani ancora attorno ai fianchi di Sherlock.
John fissa la voglia e poi gli occhi di Sherlock.

“Visto, dev’essere per forza un cuore, fa miracoli!”

Sherlock alza gli occhi al cielo e decide che siccome sono entrambi mezzi svestiti tanto vale continuare e vestirsi del tutto.

John non sembra avere rimostranze.

 

***

 

“Cuore”

“Pesca”

 

 

 

Fine.

   
 
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