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Autore: Nico_Ackerman    10/01/2021    0 recensioni
“Buio. Era la prima cosa che ricordo. Era buio e faceva freddo. Avevo paura. ma poi, poi ho visto la Luna: era così grande, così grandiosa. Sembrava cacciasse via il buio e a quel punto non ho avuto più paura.
Perché fossi lì e quale fosse il mio scopo, non l’ho mai saputo e parte di me si chiede se lo saprò mai.
Mi chiamo Jeon Jungkook. come lo so? È stata la Luna a dirmelo ma è stata l’unica cosa che mi abbia detto ed è successo tanto, tanto tempo fa.”
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Storia Jikook ispirata dal cartone animato "Le 5 Leggende".
Fatti e dialoghi, per la maggior parte, sono ripresi dal film stesso
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Fatti e dialoghi, sono per la maggior parte, ripresi dal film, quindi troverete grandi somiglianze in ciò che andrete a leggere. 
Adesso una piccola presentazione dei personaggi per ritrovarsi con la lettura.

 
Jack Frost (Spirito dell’Inverno): Jungkook (Divertimento) 
Dentolina (Fatina dei denti): Jimin (Ricordi)
Nord (Babbo Natale): Namjoon (Meraviglia)
Sandman (Omino del Sonno): Taehyung (Sogni e Fantasia)
Calmoniglio (Coniglietto di Pasqua): Yoongi (Speranza)
L’Uomo nella Luna (Mannie): Seokjin (Saggezza)
Jamie: Hoseok 
Sophie: Dawon
Pitch Black (Uomo Nero): Hyon Su (Incubi) 

Rise of the Bagntans
 

“Buio. Era la prima cosa che ricordo. Era buio e faceva freddo. Avevo paura. ma poi, poi ho visto la Luna: era così grande, così grandiosa. Sembrava cacciasse via il buio e a quel punto non ho avuto più paura.

Perché fossi lì e quale fosse il mio scopo, non l’ho mai saputo e parte di me si chiede se lo saprò mai. 

Mi chiamo Jeon Jungkook. come lo so? È stata la Luna a dirmelo ma è stata l’unica cosa che mi abbia detto ed è successo tanto, tanto tempo fa.”

 

Apro d’improvviso gli occhi e sorrido quando una forte folata di vento mi colpisce e mi scompiglia i capelli bianchi. Rido, mi lascio cadere di spalle dal tetto sul quale ero fermo e mi faccio trasportare dalla lieve tempesta in arrivo verso “casa”: sono lo Spirito dell’Inverno, non ho una vera abitazione ed ho imparato a credere che sia il freddo la mia dimora.

Velocemente mi ritrovo nella città che più sento mia -Busan- e, felice, inizio a far nevicare e a far divertire i bambini. Ce n'è uno in particolare che attira la mia attenzione: si chiama Jung Hoseok e ha 10 anni. Di preciso non so cosa abbia di così speciale da interessarmi, ma decisamente lui sa come divertirsi.

Quando lo vedo raggiungere i suoi amici con lo slittino in mano, una buffa idea mi viene in mente e creo una palla di neve; la scaglio addosso ad Hoseok e poi con molte altre inizio a colpire gli altri bambini, i quali scoppiano immediatamente a ridere e a giocare.

Rido con loro e una grande gioia colma il mio cuore quando li vedo divertirsi spensierati, ma poi Hoseok inciampa con lo slittino e inizia a scivolare dalla collinetta verso la strada: gli amici sono tutti preoccupati per la velocità che la slitta sta acquisendo e per il pericolo imminente, allora prendo in mano la situazione e inizio a creare una pista di ghiaccio per direzionare il veicolo verso un luogo più sicuro.

Faccio scivolare Hoseok lungo il marciapiede, per la strada sotto un camion dei traslochi e alla fine, con un ultimo salto, lo faccio atterrare su un cumulo di neve sotto una statua nel parco. Ride ed è felicissimo e per la prima volta mi sento amato, come se credessero in me, però un divano colpisce in pieno Hoseok e gli fa saltare un dente: finisce la magia visto che subito l’attenzione ricade sul dente e di conseguenza sulla Fatina dei denti.

“No. NO! Fermi!” Urlo ai bambini con la speranza -vana- che possano almeno sentirmi. “Sono io che vi ho fatti divertire, non la Fatina dei denti. Sono io che ti ho fatto volare per le strade di Busan Hoseok, solo io Jeon Jungkook.” È inutile. Nessuno mi conosce, nessuno crede in me ed un forte vuoto mi attanaglia nel momento in cui Hoseok mi attraversa come fossi un fantasma.

Mi tiro su il cappuccio della felpa e me ne vado il più lontano possibile mentre tutto intorno a me si fa più cupo e freddo e inizia a nevicare violentemente: in fin dei conti l’inverno rispecchia il mio stato d’animo: se sono felice scenderà una calda e soffice neve, se invece il malumore si impossessa di me, una dura e ghiacciata tempesta si abbatterà sulla città in cui mi trovo.

 

È notte ormai e tutti sono a letto in procinto di dormire e sorrido pregustando l’arrivo del mio “amico” Taehyung: lui è l’Omino del Sonno, colui che crea i sogni d’oro -letteralmente- dei bambini.
Ogni sera mi reco in qualche città e attendo il suo arrivo perché poter osservare il suo operato -il modo in cui comanda i fili dorati connessi ai singoli sogni di ogni bambino- mi tranquillizza e mi rende felice, facendomi dimenticare il malumore del momento.

Anche oggi, quando Tae arriva, il cielo si colora di polverina gialla dando vita ai sogni dei bambini -ci sono dinosauri, mante, unicorni, aerei e navi- ma questa volta non bastano a tirarmi su di morale; mi lascio alle spalle lo spettacolo e mi avvio su una collina lì vicino per potermi sentire più vicino alla Luna.

“Ho fatto tutto ciò che è in mio potere per divertire i bambini e farli credere in me, ma niente pare funzionare.” Alzo lo sguardo verso il satellite grigio e inizio ad esternare i miei pensieri. “Sei tu che mi hai creato. Sei tu che mi hai mandato qui. E allora qual è il mio scopo? Il mio destino? -inizio a piangere e mi ritrovo a urlare e supplicare qualche risposta- Ti prego rispondimi, non ne posso più. Ti prego!” Tiro su con il naso e porto le ginocchia al petto stringendole con le braccia; mi dondolo cercando un po’ di sollievo o conforto, ma non lo trovo.

Ad un tratto sento una presenza alle mie spalle e immediatamente afferro il mio bastone -che avevo momentaneamente abbandonato al mio fianco- mi alzo e inizio a seguire l’ombra fino ad un vicolo cieco. “Ehi amico.” Sento una voce provenire dall’ombra e mi volto per capire a chi appartiene. “È dalla bufera del ’68 che non ci vediamo, la domenica di Pasqua, se non ricordo male.” La figura esce dal suo nascondiglio per mostrarsi alla luce e finalmente la riconosco: il Coniglio di Pasqua.

“Ehi Yoongi, ti sono mancato?” Chiedo ironicamente, ma la sua risposta non mi giunge poiché chiama qualcuno che mi prende alle spalle per mettermi dentro un sacco.
Sento un soffuso “Ci vediamo al polo” e poi un tremendo giramento di testa e una sensazione di nausea mi colpiscono in pieno.

 

Vengo sballottato a destra e manca, poi un atroce dolore mi parte dalla schiena e della luce mi colpisce in pieno volto; esco dal sacco e mi trovo in un'enorme sala e davanti a me si stagliano i quattro guardiani. Primo fra tutti è Namjoon -Babbo Natale- il primo ad essere stato nominato guardiano; mi aiuta ad alzare e in qualche modo cerca di farmi orientare. “Eccoti qui Jeon Jungkook, spero gli yeti ti abbiano trattato bene.” Allarga le braccia a mo’ di saluto e, ironico, mi tolgo di dosso le grandi zampe pelose dei suoi butta fuori. “Si, adoro essere sbattuto in un sacco e lanciato in un portale magico.” “Oh, Bene -dice mentre si volta verso gli altri- è stata una mia idea. Adesso vieni ti presento gli altri.” Vengono indicati Min Yoongi e Jung Hoseok. Io ovviamente già li conosco tutti e provo a spiegarlo anche a Namjoon, ma vengo immediatamente circondato da piccoli colibrì che -prontamente- iniziano ad esaminare i miei denti, bianchi come la neve.

“Ragazze un po’ di contegno. Non disonoriamo l’uniforme.” Una voce soave mi giunge alle orecchie e presto associo la frase ad un volto: Park Jimin, la Fatina dei denti. Rimango incantato a fissarlo per qualche secondo e posso giurare di non aver mai visto niente e nessuno di così bello prima di Jimin. Vengo svegliato da quello pseudo incantesimo da un colpo di tosse e subito mi ridesto cercando di capire come mai io sia qui.

“Devo aver fatto qualcosa di terribile se vi siete riuniti tutti.” Inizio a parlare camminando qui e lì per la sala e con tono saccente provoco i quattro guardiani. “Sono sulla lista dei cattivi?” Chiedo scherzosamente. “Ah. -comincia a parlare Namjoon avvicinandosi di poco mentre con la coda dell’occhio vedo il Coniglio di Pasqua sbuffare stufo della situazione- Lista di cattivi?! Tu hai battuto il record, ma non importa, sorvoliamo: ora ci mettiamo una pietra sopra.” Chiedo nuovamente perché sono lì e il primo a provare a spiegarmi la situazione è Hoseok che mostra sopra la sua testa una serie di immagini di sabbia d’oro sconnesse tra loro, ma è molto confusionario, perciò, è nuovamente Babbo Natale a riprendere parola. “Sei qui per diventare guardiano. Musica”.

Sento qualcuno dare fiato ad una trombetta e vengo circondato da elfi che suonano, yeti con torce, coriandoli che cadono come fosse pioggia e festoni compaiono d’improvviso decorando la sala in cui ci troviamo; non comprendo ciò che sta accadendo, uno degli elfi mi indica con volto minaccioso per poi mostrarmi delle scarpette celesti e fiocchi di neve bianchi come a volermi invitare -più che un invito sembra una minaccia- ad indossarle. Cerco di arretrare, ma vengo bloccato da uno yeti contro il quale sono andato a sbattere. 

Sono confuso, spaventato dalla situazione e in un momento di ira urlo un basta e, con un movimento del mio bastone, metto fine a quella che mi sembra una vera e propria pagliacciata: uno scherzo di pessimo gusto.

“Chi vi fa credere che io voglia essere guardiano?” Chiedo con tono presuntuoso -per tentare di mascherare un minimo l’ansia che mi sta attanagliando lo stomaco-. Guardo tutti negli occhi in ricerca di una risposta, ma tutto ciò che giunge alle orecchie è una risata divertita di Namjoon e un soffuso “Certo che vuoi. Musica”, poi nuovamente gli elfi prendono a suonare. 

Mi oppongo alla situazione: non voglio essere guardiano e sarà ciò che dirò ai presenti prima di andarmene.

“Sono molto lusingato, ma non faccio per voi. -inizio a parlare e faccio una piccola pausa prima e salgo, con un piccolo saltello, sul tavolo alla mia destra, poi proseguo- Voi siete tutto lavoro e doveri e io invece palle di neve e piaceri.” Mi siedo al bordo del tavolo e abbasso leggermente il capo per nascondere il lieve sorriso divertito che si è formato sulle mie labbra. 

Non sono un guardiano, lo affermo e subito Yoongi -che ce l’ha con me più di chiunque altro- mi dà ragione. Nuovamente un sorriso amaro mi dipinge il volto e mi alzo per potermene andare, ma subito vengo raggiunto e fermato da Jimin che prende parola, tentando di dissuadermi.

“Jungkook non credo che ti sia chiaro quello che noi facciamo.” Lo vedo spostarsi alle mie spalle, verso il globo di ferro e mi giro a mia volta per continuare a tenere lo sguardo fisso su di lui, come ipnotizzato. “Ognuna di queste luci è un bambino. Un bambino che crede.” il discorso viene portato avanti da Namjoon che si è avvicinato. “E buoni o cattivi, bravi o somari, noi li proteggiamo.”

Osservo ancora le luci sul globo e rifletto su cosa fare: sono ancora tentato di andarmene, non fa per me questa vita, ma poi una nuova sentenza di Babbo Natale attira la mia attenzione. “ Hyon Su -l’Uomo Nero- è lì fuori a fare chissà cosa e quando minaccia noi, sta minacciando anche i bambini”.

“Ed è un motivo in più per pescarne uno più capace.” Rispondo con arroganza poiché mi sono stufato della situazione, ma a quanto pare la decisione non spetta a loro “Sei stato scelto; siamo stati tutti scelti: da Uomo nella Luna.” 

La notizia mi sciocca alquanto, non posso credere a ciò che mi è stato appena rivelato e osservo la luna mentre mi spiegano che mi ha scelto la notte precedente. “Seokjin -l’Uomo nella Luna- parla con voi? Perché?” Mi porto una mano sul volto e mi massaggio gli occhi nella speranza di far passare il mal di testa che mi è venuto durante il trasporto al Polo Nord. “Perché non me lo ha detto lui stesso? E così dopo trecento anni è questa la sua risposta? Passare l’eternità a combattere come voi, rintanato in qualche caverna a pensare a nuovi modi su come corrompere i bambini?!” 

Sono sconcertato e la rabbia inizia a salire nel corpo, a farsi sempre più prepotente. “No, non fa per me, senza offesa.” Do le spalle ai guardiani e mi incammino nella speranza di trovare una porta per uscire dal palazzo e tornare alla mia vita, ma sento Yoongi saltellare e prendere parola. “Senza offesa?! Sapete che vi dico? Che l’abbiamo scampata bella: cosa ne sa questo buffone di come si porta gioia ai bambini?”

Sorrido sarcasticamente e, voltando solo il capo verso il Coniglio di Pasqua, ribatto “Pff. Mai sentito parlare di ?! Lo so, non è come un uovo sodo, ma ai bambini piace quello che faccio.” “Ma nessuno crede in te, vero? Tu sei invisibile amico, come se non esistessi.”

Le parole di Yoongi mi colpiscono dritto al cuore e fanno più male di quanto pensassi, ma non posso darlo a vedere: non posso mostrarmi debole davanti a lui, davanti tutti loro. Perciò faccio l’unica cosa che so fare: rispondere a tono e difendermi con il sarcasmo. “No, il canguro ha ragione.”  ed è così che inizia un bisticcio tra me e Yoongi che riesce a sedare solo Namjoon, ormai stanco della situazione. “Jeon vieni, seguimi.”

Ci incamminiamo per l’intero palazzo, prendiamo un ascensore e scendiamo di livello; io cerco di guardarmi intorno il più possibile e sono certo che i miei occhi sbrilluccicano più del solito: sono decenni, forse secoli che tento di entrare in questo posto per poterlo esplorare, ma sono sempre stato bloccato da Phil -uno dei numerosi yeti con cui si è instaurato un rapporto di odio-amore, per così dire-, perciò adesso che ne ho l’occasione voglio poter guardare ovunque e cogliere, in qualche modo, la magia che aleggia in quel luogo.

Alla fine, più velocemente di quanto pensassi, arriviamo in quello che dovrebbe essere lo studio di Babbo Natale: un tavolo in legno trona al centro della stanza, le pareti sono di ghiaccio ed è presente anche un abete con palline appese e a fianco delle credenze sospese su cui sono poggiate tutte statuette.

La porta si chiude da sola, sbattendo e Namjoon si avvicina a me con sguardo e tono intimidatorio: inizio seriamente a temere il peggio, tremo, arretro fino a scontrarmi con la porta a vetri e poi una domanda insolita giunge alle mie orecchie. “Chi sono io? Qual è il mio centro?” 

“Se Seokjin ti ha scelto come guardiano, devi avere qualcosa di molto speciale in te.” Namjoon tocca il mio petto con l’indice, mi lancia un’ultima fulminante occhiata e poi si allontana per prendere e porgermi qualcosa: è una matrioska e rappresenta, chiaramente, il grande omone che si trova davanti a me.

“Tu mi vedi così, giusto? Grande, grosso, che incuto timore. Ma se mi conoscessi un po’ meglio… Continua tu la storia”. inizio a svitare la prima custodia di legno e vedo la seconda matrioska con un grande sorriso festoso, proseguo e ritrovo anche misterioso, impavido, premuroso.

“E il mio centro- svito l’ultima matrioska e vedo un minuscolo bambino di legno con occhi grandi- sono gli occhi pieni di meraviglia: sono nato con occhi che hanno sempre percepito la meraviglia in ogni cosa; occhi che vedono la luce negli alberi, magia nell’aria.” Fa una pausa e con un po’ di magia fa muovere i vari giocattoli posti all’interno della stanza. “Questa meraviglia è ciò che io porto nel mondo ed è quello che protegge i bambini ed è ciò che fa di me un guardiano.” 

Riporto lo sguardo sulla matrioska di legno e Babbo Natale mi ripropone la domanda iniziale: qual è il mio centro, ma io non lo so. Non so chi sono, quale sia la mia missione, lo scopo della mia vita. Sconsolato poggio la statuetta di legno sul tavolo che ho alla mia destra e, con sguardo basso, mi incammino verso la porta per potermene andare, ma un cinguettio e un rumore di alette catturano la mia attenzione e posso vedere, dalla finestra dello studio, Jimin e i colibrì volare via agitati.

Io e Namjoon ci guardiamo perplessi e ci avviamo lungo il corridoio dove ci incontriamo con il Coniglio di Pasqua e Taehyung, è il primo a parlare e ci informa di un problema al Palazzo della Fatina dei denti. 

Allarmati, seguiamo tutti Babbo Natale che inizia a impartire ordini e afferma di voler prendere il suo mezzo di trasporto per eccellenza; mi lamento perché mi rifiuto di salire su una vecchia e traballante slitta, ma decisamente non posso finire la frase che si parcheggia davanti a me una Troika di un rosso scintillante, guidata da renne maestose e impazienti. 

“Okay -dico convinto e affascinato- una corsa e basta.” Dico euforico mentre salto all’interno; Yoongi non vuole salire per paura, lo comprendo perché sta balbettando e utilizzando scuse per di non metter piede su quel mezzo per lui pericoloso e insicuro, ma Namjoon se la ride e lo prende dalla corda legata sulla schiena -con il quale tiene il suo boomerang- per caricarlo sulle sedute di legno posteriori. 

In un batter d’occhio, anche grazie all’uso di una delle scorciatoie di Namjoon, ci troviamo nel regno di Jimin e sono ancora euforico per il viaggio appena compiuto, me la rido per la nausea di Yoongi e per il volto felice di Taehyung -anche lui rallegrato dagli spericolati giri della morte fatti al momento della partenza, prima del salto- ma tutto il divertimento si smorza nel momento in cui vediamo dei cavalli scheletrici fatti di sabbia nera catturare nel proprio stomaco tutte le fatine dei denti.

Iniziamo ad eliminare i cavalli, per cercare di liberare più colibrì possibili, ma ci sono troppe brenne e stanno avendo la meglio; mi sento male ed impotente, ma quando vedo un cavallo che sta per intrappolare Dente da latte, mi lancio nella stessa direzione e riesco ad afferrarla prima dell’animale feroce e a proteggerla.

I mostri si dileguano e non possiamo più fare nulla se non raggiungere a tutti gli effetti il palazzo e cercare Jimin: dobbiamo comprendere la gravità della situazione e trovare una soluzione.

“Hanno preso le mie fate e i dentini, tutti quanti. Non hanno lasciato niente. Niente.” Jimin, disperato, si accascia su sé stesso, ma non possiamo dire nulla per consolarlo che una voce grave oscura il luogo. “Devo dire che è molto emozionante: i quattro grandi tutti insieme. Sono sopraffatto dalle stelle.” È Hyon Su a parlare, ne vediamo l’ombra proiettarsi sulle pareti -che piano piano si sgretolano- del palazzo, ora non più lucente, di Jimin.

La voce prosegue, ma l’Uomo Nero continua a non mostrare il proprio volto, non ancora per lo meno. “Ti è piaciuto il mio spettacolo sul globo Namjoon? Vi ho riuniti. Voglio che i bambini credano in me.” Hyon Su viene fuori dal suo nascondiglio e, alternandosi, i guardiani iniziano a colpirlo, ma invano. Io mi guardo intorno cerco di rimanere lontano dal gruppo per poterlo attaccare in qualche modo dalle spalle, ma, alla fine, mi nota. “Oh, ma quello è Jeon Jungkook. Da quand’è che siete tutta una combriccola?”

“Non lo siamo. ” Rispondo io; l’altro mi definisce sopra delle parti e decide di ignorarmi per poi tornare ad osservare i quattro.

Lo attacchiamo di gruppo, ognuno da un lato, ma un cavallo Nero ci viene incontro e impenna contro Jimin, quasi colpendolo. “Ti ricorda qualcosa Taehyung?! Ci ho messo un po’ a perfezionare questo trucchetto -spiega Hyon Su mentre calma e accarezza la sua bestia- trasformare i sogni in incubi purosangue. Loro fiutano la paura e, agitandovi, li eccitate ancora di più.”

L’Uomo Nero vuole tornare a seminare terrore nel mondo, vuole tornare nei secoli bui, prima dell’arrivo dei guardiani, quando le persone avevano paura, credevano nella sua esistenza e ciò gli permetteva di dominare la terra e per riottenere tutto questo, ci svela il suo piano, farà in modo che i bambini smettano di credere nei guardiani così da poterli indebolire e sconfiggere.

Nuovamente lo attacchiamo, ma senza successo: alla fine riesce a dileguarsi e noi ci troviamo al laghetto del mondo della Fatina dei denti.

Ci raccogliamo tutti intorno a Jimin che, nuovamente, si è lasciato andare disperato per la grave perdita.

“Se le avessi viste. Sapessi come si sono difese.” Jimin racconta com’è stato l’attacco e, in automatico, mi avvicino a lui per posargli una mano sulla spalla e per potergli comunicare, in qualche modo, la mia presenza. “Non capisco però perché abbia preso i denti.” Chiedo ad un certo punto non sicuro di cosa significhi. Jimin osserva una custodia dei dentini che ha tra le mani, poi osserva me. “Non gli interessano i dentini, ma i ricordi che contengono.”

Alla risposta della Fatina dei denti, rimango perplesso e chiedo spiegazioni “E’ per questo che raccogliamo i dentini Kkook, contengono i ricordi più importanti dell’infanzia. -con le poche forze rimastagli, si solleva in volo con le sue docili ali e si avvicina alla parete affrescata che racchiude lo stagno. Curioso, cammino sull’acqua, ghiacciandola, e lo raggiungo.- Io e le mie fate li custodiamo e se qualcuno vuole ricordare qualcosa di importante, noi lo aiutiamo. Avevamo i ricordi di tutti. -un lungo sospiro esce dalla bocca di Jimin e posso percepire la sua tristezza, poi si volta verso di me, osservandomi e gli si stampa sul volto un sorrisino sincero.- Avevano anche i tuoi, di quando eri piccolo, prima di diventare lo Spirito d’Inverno.”

Ed ecco l’ennesima notizia che mi sconvolge, ma questa -rispetto a tutte le altre delle ultime giornate- mi lascia ancora più sconcertato: significa che anche io ho una storia; non sono più nessuno, ma ho un’identità di cui ignoravo l’esistenza. Jimin continua a parlarmi, a dirmi come tutti, prima di essere scelti come guardiani, erano qualcuno. Fisso la Fatina negli occhi e poi una scossa positiva di emozioni mi percorre la spina dorsale. “Per tutto questo tempo tutte le risposte erano qui. -afferro Jimin per le spalle e lo scuoto leggermente.- Se trovassi i miei ricordi, saprei perché sono qui, devi farmeli vedere.” La consapevolezza che, però, anche i miei dentini sono stati presi da Hyon Su mi blocca e mi fa riflettere. “Dobbiamo riprenderli.” Dico convinto e osservo ogni guardiano, ma un rumore scricchiolante ci colpisce all’improvviso e ci riporta alla realtà: i bambini si stanno svegliando e non trovano sotto al cuscino il soldino, ma solo il loro dente; la Fatina dei denti non è passata, non esiste. Questo porta solo all’indebolimento dei guardiani e lo sgretolamento del palazzo di Jimin.

Namjoon urla e inizia a pensare intensamente poi, sguainando e rischiando di tagliare la gola a qualcuno dei presenti, ci indica tutti con le sue lunghe lame. “Idea!! AHAH. Noi raccoglieremo i dentini!” Lo guardiamo tutti un po’ perplessi e lui, allora, prosegue con il piano. “Se raccogliamo i dentini, i bimbi continueranno a credere in te. Jeon, se tu ci aiuterai, ritroveremo anche i tuoi ricordi.”

Mi accascio e osservo chi ho davanti: sono i guardiani, sono i migliori e proteggono i bambini; Babbo Natale consegna pacchi a tutti i bambini di ben sette continenti in un’unica notte, Yoongi fa lo stesso con le uova di Pasqua. Sogghigno e accetto: è un’ottima squadra e sono anche certo che ci sarà da divertirsi.

Incomincia, quindi, la gara a chi raccoglie più dentini e lascia monete, ma -se in un primo momento ci siamo focalizzati solo sulla raccolta, quando torniamo sui nostri passi, cominciamo a lasciare doni un po’ bizzarri: regali di Natale, decorazioni natalizie, uova di Pasqua,  bacchette di zucchero…

Mi ritrovo nella camera dell’ultimo bambino e sono con Jimin. “Incisivo centrale sinistro caduto in un incidente assurdo con lo slittino. Chissà com’è potuto succedere Kkook.” Rido mentre mi torna in mente il pomeriggio passato con Hoseok e i suoi amici. “Questi angioletti.” dico prima che Jimin si stringa nelle sue stesse braccia e osservi il bambino; mi ha confessato come gli mancasse scendere in azione e il suo sorriso triste mi fa tenerezza: mi avvicino e nuovamente sento l’istinto di abbracciarlo proteggerlo.

“Kkook- Jimin richiama la mia attenzione e anche lui si avvicina a me, quasi ipnotico- avrei voluto aiutarti, se solo avessi saputo dei tuoi ricordi avrei insistito a incontrarti, a parlarti… Invece ti ho lasciato andare.” Lo vedo mordersi le labbra e abbassa lo sguardo come fosse in torto e cerco di capire a cosa si riferisce con quelle parole: perché dice così? Parla come se mi avesse abbandonato.

Sto per chiedere spiegazioni, ma vengo interrotto dall’arrivo degli altri guardiani: subito la tensione tra me e la Fatina dei denti si smorza e comincia una discussione su chi abbia il sacchetto di “masticatori” più grande, ma il chiasso generato da Namjoon fa svegliare Hoseok, che subito punta la torcia nella nostra direzione.

È sorpreso di vedere i guardiani, ma non può vedere me e questo mi rattrista parecchio, ma non posso soffermarmi troppo su questo pensiero che presto accade il peggio: per tentare di riaddormentare il bambino, alla fine, la pallina di sabbia di Taehyung colpisce tutti tranne me e lui: ci scambiamo uno sguardo e scoppio a ridere, ma poi un’ombra oscura passa davanti la finestra della camera di Hoseok e decidiamo di corrergli dietro per sconfiggere Hyon Su.

Arriviamo al centro della città, ad un incrocio e veniamo ben presto circondati dagli incubi, iniziamo a combattere, ma sono decisamente troppi solo per noi due; la fatica è tanta e quando credo che sarà la mia disfatta, arrivano gli altri guardiani, ancora mezzi addormentati, in nostro soccorso.

Mettendo insieme le forze attacchiamo all’unisono gli incubi, cercando di scacciarne più che possiamo, ma d’un tratto qualcosa mi paralizza: Taehyung è avvolto da un tornado di sabbia nera e sta per essere sopraffatto; mi libero dai mostri contro i quali sto combattendo e cerco di volare il più velocemente possibile verso l’omino dorato, ma una freccia, scoccata dall’Uomo Nero, lo colpisce alle spalle ed è la fine. Gli incubi, la paura si diffondono dapprima nel cuore di Taehyung per poi avvolgere tutto il suo gracile corpo e lo assorbono. “Ti direi sogni d’oro, ma non ne è rimasto solo uno.” Dice l’Uomo Nero prima che Tae spirasse l’ultimo respiro. 

Mi ghiaccio sul posto e non posso trattenere il grido che graffia in gola: Hyon Su ha ucciso un mio amico e me la deve pagare. Irato come non sono mai stato, scatto nella sua direzione per combatterlo, ma mi scaglia contro i suoi incubi che mi avvolgono per distruggermi, non ci riescono. Mi raggomitolo in me stesso, come a cercare dentro di me la forza sufficiente e poi succede: sprigiono un’energia tale da ghiacciare gli incubi intorno a me per poi farli esplodere in una pioggia di cristalli taglienti.

Sento le energie venirmi meno, ma -prima che io possa cadere- Jimin vola nella mia direzione e mi afferra, posandomi all’interno della slitta, poi perdo i sensi.

Quando mi risveglio, sono in un letto all’interno di una stanza del palazzo di ghiaccio di Namjoon e vicino a me, a tenermi la mano e con la testa posata sul materasso al mio fianco, c’è la Fatina dei denti. “Come ti senti?” Mi chiede preoccupato quando nota che finalmente ho ripreso conoscenza; rispondo di stare bene e gli regalo un mezzo sorriso per poterlo tranquillizzare, poi mi chiede come io sia riuscito a fare ciò che ho fatto contro gli incubi. “Io… Io non sapevo di esserne capace.”. Ci fissiamo negli occhi mentre Jimin continua ad accarezzarmi la mano, poi si alza e mi annuncia che da lì a breve ci sarebbe stato un rito commemorativo per Taehyung; annuisco e ringrazio, ma gli dico di andare da solo, che quel momento apparteneva a loro e non a me. Esita, ma poi lo vedo uscire ed io mi alzo per andarmi a sedere sul davanzale della finestra: metto il cappuccio, porto al petto le gambe e poso la testa su di esse per poi lasciarmi andare allo sconforto e mi commisero, mi insulto per ciò che è capitato a Taehyung; se non avessi insistito per inseguire quell’ombra, lui sarebbe ancora vivo e i bambini dormirebbero sonni tranquilli, protetti dall’Uomo Nero.

Realizzo che l’elogio per Tae è finito quando vengo raggiunto da Namjoon che mi chiede di tornare nella sala controllo del suo palazzo; ci siamo nuovamente riuniti tutti per vedere il da farsi, ma la situazione è molto drastica: le lucine si stanno spegnendo molto velocemente, la paura sta conquistando tutti i bambini del mondo e c’è ben poco che possiamo fare.

Yoongi poi interviene, salendo sul tavolo di controllo. “Ehi… Su con il morale musoni. Possiamo ancora ribaltare la situazione: domani è Pasqua! Mi serve il vostro aiuto. Io dico di provare tutto il possibile e di far riaccendere quelle piccole luci.”

Osservo il Coniglio di Pasqua e sorrido sincero: ha ragione! Possiamo ancora farcela e, per una volta, la Pasqua è davvero più importante di Natale.

Tutti, armati di fiducia e speranza, ci rechiamo nel garage di Namjoon per salire sulla slitta, ma Yoongi lo blocca. “Oh, no amico, nella mia tana comando io. Allacciatevi.” Il gummy smile del Coniglietto la dice lunga e, battendo due volte la zampa sul terreno, si apre sotto di noi una grande voragine che ci risucchia e ci fa precipitare nelle lunghe e vertiginose gallerie che collegano il sottosuolo di tutto il mondo alla tana pasquale.

La tana di Yoongi rappresenta, letteralmente, il concetto di Pasqua e primavera e, alla vista, lascia una gradevole emozione. Rimango estasiato dall’ambiente che mi circonda che in un primo momento quasi mi perdo la preoccupazione che attanaglia il volto del Coniglio di Pasqua: qualcuno è nelle gallerie e subito ci armiamo, pronti alla battaglia. Alla fine, esce dal tunnel di fronte a noi -tutta sorridente con quel taglio di capelli trasandato, il pigiamino tutto sgualcito e alcune uova bianche tra le braccia- Dawon -la sorella di Hoseok.

Subito nascondiamo le armi e sorridiamo inteneriti quando l’attenzione della bambina viene catturata da uno degli elfi di Babbo Natale e inizia a rincorrerlo per tentare di catturarlo.

Yoongi si volta verso Namjoon e se lo guarda male poiché è con uno dei suoi globi di neve che la dolce bimba è finita qui sotto. “Cavolo, qualcuno faccia qualcosa.” Urla Yoongi nella speranza che qualcuno risolvi il problema; mi fissa, ma mi faccio indietro e alzo le mani divertito “Non guardate me, sono invisibile ricordate?” Me la rido sotto i baffi quando vedo il Coniglio di Pasqua sbiancare in volto, ma interviene Jimin certo di poter intrattenere la bambina e tranquillizzarla, ma riesce solo ad ottenere il risultato opposto.

“Sangue e Chewing gum? Quand’è stata l’ultima volta che avete passato un po’ di tempo con i bambini?” Chiedo stupito al gruppo davanti a me e osservo come imbarazzati abbassano lo sguardo; Namjoon cerca di giustificarsi, ma invano. “Siamo troppo occupati a portare gioia ai bambini. Non abbiamo tempo… Per i bambini.”

A quanto pare siamo messi peggio di quanto pensassi se una sola bambina può rovinare la Pasqua, perciò, giocherellando con le dita e creando un fiocco di neve, intervengo e lo faccio volare fino ai volti dei guardiani che subito si aprono in un gran sorriso e si lasciano andare al divertimento: è il momento di decorare milioni di uova.

“Tornerà la primavera, in ogni continente e porterò la speranza con me!” Esordisce Yoongi prima di incamminarsi per mostrarci il percorso compiuto dalle uova dove vengono abbellite in ogni modo: sono multicolore, alcune presentano dei riccetti realizzati grazie a dei rami attorcigliati, altre ancora invece presentano un ornamento brillante. Sono tutte diverse le une dalle altre, alcune vengono decorate da noi stessi e ci stiamo divertendo un mondo.

Le uova si andranno a nascondere ovunque: nelle fattorie, nelle vasche da bagno, nelle scarpe e nei campi caravan; manca solo condurle in superficie attraverso le gallerie e il gioco è fatto, la Pasqua sarà salva.

Quando scendiamo di quota, verso la destinazione finale, Dawon si accoccola al Coniglio di Pasqua e si addormenta stanca; vedendo la scena, li affianco e chiedo scusa a Yoongi per il modo odioso e arrogante con cui l’ho trattato in tutti questi decenni: in realtà non è niente male come guardiano e inizia a starmi simpatico.

Alla fine, decido di riportare la succhia pollici a casa sua, nel suo lettino, con la promessa di tornare a difendere le uova da Hyon Su il prima possibile.

Quando esco dalla camera della bimba, sto per volare verso le gallerie quando sento una voce bianca chiamare il mio nome: sembra un eco in lontananza, un tono nostalgico che attira la mia attenzione e decido di seguire il suono per scoprire da dove proviene.

Mi allontano sempre di più dalla meta che dovevo raggiungere e mi ritrovo in mezzo ad un bosco, ai margini di un lungo tunnel verticale; vinto dalla curiosità, mi ci lascio cadere dentro per scoprire dove conduce e, sorprendentemente, mi ritrovo nel nascondiglio dell’Uomo Nero.

Mi guardo intorno e vedo una montagna di custodie dorate contenenti i dentini di tutti i bambini e poi noto le gabbie con dentro i colibrì di Jimin; vado ad aprire le gabbie, ma le fate sono tutte troppo deboli per volare via, in salvo. Non so che fare, come aiutarle, ma poi -nuovamente- sento la voce di prima richiamare il mio nome: stavolta è più forte, vicino e, cercandomi intorno, individuo finalmente la provenienza: la plica di dentini.

Salto sopra la montagna e inizio a scavare finché non trovo la scatola con il mio nome contenente i dentini e tutti i miei ricordi, la verità sulla mia vita passata.

Non faccio in tempo ad afferrarla che vengo attaccato da Hyon Su e provo a inseguirlo per combatterlo, ma sta parlando e sta cercando di scoraggiarmi, di farmi sentire una nullità, ma poi dice qualcosa che mi fa riflettere “Porti il caos ovunque tu vada e lo stai facendo anche adesso. La vera domanda è cosa hai fatto tu. AHAHAH.” Scompare poi nell’ombra di un corridoio e, nonostante io gli sia alle calcagna, quando entro a mia volta nel passaggio, lui si è dissolto come nel nulla e ritrovo ai miei piedi tutte le uova di Pasqua distrutte.

Mi metto a correre, sono spaventato e alla fine raggiungo il parco dove trovo i guardiani: vedo tutti bambini sconsolati andarsene -alcuni anche in lacrime- e senza uova nei cestini; Yoongi tenta disperatamente di farsi notare e lasciare dei doni ai fanciulli lì intorno, ma a quanto pare nessuno lo nota: nessun bambino crede più in lui, è diventato invisibile ai loro occhi.

Osservo la scena e mi sento male: è tutta colpa mia. Sarei dovuto rimanere con i guardiani nelle gallerie, a difendere le uova, avrei dovuto far accompagnare Dawon da Jimin e solo così avrei potuto sconfiggere Hyon Su e salvare la Pasqua e il mondo, invece mi sono fatto abbindolare come un allocco dall’Uomo Nero e dal mio egoismo di scoprire chi io sia veramente.

Yoongi mi urla contro e non posso fare nulla se non incassare i suoi insulti e il secondo duro colpo nel giro di 12 ore, alla fine, lo vedo andare via amareggiato e lo stesso fanno anche Namjoon e Jimin, a loro volta delusi dal mio comportamento.

 

Sono sulla cima di un’alta montagna innevata, isolato da tutto e sono frustrato per com’è andata a finire: tengo in mano la scatola con i miei dentini e vorrei buttarla dal burrone, ma non ce la faccio, sono un debole o forse semplicemente un egoista. Se non fosse stato per il desiderio di attenzioni, di spavalderia a quest’ora Taehyung sarebbe ancora vivo, le uova ancora intatte nei cestini dei bambini e i guardiani sarebbero ancora nel pieno delle loro forze.

“Sapevo sarebbe finita così.” Una voce ben nota richiama la mia attenzione. Non sono più solo, ma Hyon Su è alle mie spalle e sta giocando con la mia mente: nuovamente ferisce il mio ego, la mia sofferenza. “Nessuno che crede in te; desiderare una famiglia.” Lo combatto. Non voglio stare ad ascoltarlo, sono furioso e sprigiono la mia massima energia contro di lui con l’intendo di disintegrarlo. Non ce la faccio, riesce a ripararsi dietro la sua polvere nera.

 “Tutti questi anni nell’oscurità ho pensato che nessun altro sa come ci si sente, ma ora so che mi sbagliavo.” Si avvicina di qualche passo, mi gira intorno e mi mostra ciò che possiamo fare insieme. “I bambini crederanno in te. Niente si sposa con il freddo meglio dell’oscurità. Noi li costringeremo a credere e gli daremo un mondo in cui tutto è-” Lo interrompo e continuo io la frase “Nero come Hyon Su…” “…E freddo come Jeon.”

Loro non crederanno in noi, in me. Loro avranno paura di entrambi e di certo non è ciò che voglio.

Adesso voglio solo rimanere da solo e faccio per andarmene, ma l’Uomo Nero tende il braccio destro in avanti e mi mostra di avere Dente da latte come ostaggio. Mi chiede di consegnargli il mio bastone e solo allora libererà la fatina; ovviamente non esito neanche per un momento e gli consegno l’asta, ma invece di lasciare andare il colibrì, la scaglia il più lontano possibile e la fa cadere in uno strapiombo, poi spezza il mio bastone.

Nel momento in cui compie l’azione, mi sento come se mi stessi a mia volta rompendo in mille frantumi i cui cocci è impossibile recuperarli per rimettere insieme l’oggetto.

Ormai sono debole, non ho più la possibilità di sconfiggerlo e questo lui lo sa bene: lo ha fatto volutamente, per liberarsi di me una volta per tutte, poi fa cadere anche me nella voragine del terreno e se ne va.

Una volta ripreso fiato dopo la caduta, noto la presenza di Dente da latte e mi precipito da lei per accertarmi fosse viva, ma è piccolina e fa molto freddo ed io, ovviamente, non posso fare nulla per riscaldarla, ma, anzi, standole vicino le faccio sentire ancora più freddo.

“Hyon Su aveva ragione: rovino sempre ogni cosa.” Mi raggomitolo ancora più tra le mie stesse braccia e Dente da latte si mette nella tasca della mia felpa per cercare un po’ di calore, ma di certo non è quello il suo intento poiché, d’improvviso, un bagliore dorato si sprigiona dalla custodia; la tiro fuori e la fatina mi spinge per aprirla e per ricordare; mi lascio convincere e tocco l’apertura e subito vengo trasportato lungo tutte le mie memorie.

        ~~~~~~~~~~

Di colpo mi ritrovo in una landa desolata. Intorno a me c’è solo oscurità, ci sono alberi secchi, cespugli strappati e solo un debole bagliore, proveniente dalla Luna, permette di osservare un minimo il luogo; in lontananza però vedo una piccola luce e mi appresto: più mi avvicino più comprendo essere un villaggio di case di legno che si stagliano intorno ad un grande falò che ha il compito di diffondere luce nell’ambiente circostante. 

Sento delle risate, mi volto e vedo dei bambini ridere mentre osservano un ragazzo – il quale mi dà le spalle- che saltella su una gamba all’altra, con delle corna sulla testa e la cui ombra viene proiettata sulla parete di una casa.

Un timido sorriso si dischiude sul mio volto a quella scenetta, ma presto scompare quando il ragazzo dai capelli mori si gira: sono io. Ed allora tutto mi si fa chiaro: sono dentro i miei ricordi, Dente da latte mi sta mostrando chi ero. 

Continuo ad osservare, ma la scena cambia.

Adesso mi ritrovo su una collinetta verde, poco distante c’è il me del passato arrampicato a testa in giù su un albero con i bambini alle radici: c’è chi urla di gioia, chi di spavento. Poi lo vedo scendere, correre da un bambino imbronciato e regalargli un ovetto di Pasqua -probabilmente raccolto da uno dei nodi dell’albero sul quale era arrampicato- “Tieni piccoletto, così la smetterai di piangere.” Ride leggermente nel sentire lo sbuffo del bambino, ma poi un piccolo sorriso nasce sulle sue labbra e gli arruffa i capelli.

Di nuovo cambia scena. È estate, stavolta non ci sono bambini, ci sono solo io del passato mentre sono seduto in riva ad un lago con i piedi immersi nell’acqua. “Sei in ritardo” gli sento dire, rivolto a qualcuno che non vedo a causa degli arbusti che mi coprono la visuale, allora mi sposto leggermente per osservare meglio e rimango sconcertato da chi si presenta.

“Scusami, ma sai qual è il mio lavoro e quanto io sia impegnato.” Jimin parla e nel frattempo si siede al suo fianco per poi lasciargli un bacio sulla guancia. “Com’è andata la giornata?” Chiede il moro mentre afferra e stringe, nella sua, la mano della Fatina dei denti.

Mi distacco dalla realtà che sto guardando, non riesco più a sentire ciò che si dicono, sono ormai nel mio mondo e neanche mi accorgo di ritrovarmi, nuovamente, in un altro scenario.

Sono al centro di un lago ghiacciato, mi vedo mentre cerco di tranquillizzare il bambino di prima che sta immobile su una crepa e trema. “Sta tranquillo, andrà tutto bene. Non guardare giù: guarda me.” Si leva i pattini e fissa negli occhi quello che realizzo essere il mio amato fratellino -adesso, finalmente, mi ricordo anche di lui-.

“Jungkook, io ho paura…” Il bambino è terrorizzato e tenta di muoversi, ma la rottura sul ghiaccio comincia ad estendersi; allora il ragazzo dai capelli mori si osserva intorno e individua un bastone lungo e con la punta arcuata rivolta verso l’interno. “Lo so, lo so, ma andrà tutto bene, non cadrai lì dentro. Ci divertiremo un mondo invece.”

Il giovane ragazzo comincia a giocare a campana e inizia a spostarsi verso destra per poter afferrare l’asta legnosa e, a poco a poco, fa muovere anche il fratello, poi lo agguanta con la parte ricurva a lo allontana dalla spaccatura del ghiaccio.

Sorrido per il salvataggio, per come il me del passato è riuscito a tranquillizzare il bambino e a farlo divertire in un momento di paura, ma poi il ghiaccio si rompe completamente e il ragazzo dai capelli mori cade nell’acqua ghiacciata del lago e realizzo: è così che sono morto. È così che è nato Jeon Jungkook.

Mi volto intorno per cercare il mio fratellino e vedere come sta, ma non mi trovo più sul lago ghiacciato e invece vengo catapultato, negli ultimi mesi dell'anno, in riva alla spiaggia.

Vedo il me del passato essere, ormai, lo Spirito dell’Inverno, ma questo momento non lo ricordo, come se lo avessi cancellato dalla mia memoria: forse è successo troppo tempo fa, quando diventai Spirito, per questo non ricordo.

“Jungkook ti prego ascoltami -una voce conosciuta grida e cerca di attirare l’attenzione di quel ragazzo incappucciato, ma egli non si volta e l’altro continua a piangere- Perché non vuoi ascoltarmi, perché non vuoi credermi.”  Mi si stringe il cuore quando vedo Jimin, con le lacrime che scorrono lungo le guance, essere scacciato in malo modo: lui ed io, quando ero ancora vivo, stavamo insieme e dopo essere diventato uno Spirito mi sono dimenticato di lui, ma non ho voluto sentire ragioni e l’ho allontanato.

Mi distacco da quella memoria e inizio a camminare per il lungo mare riflettendo su ciò che ho visto: non posso credere di aver trattato così male Jimin, non se lo meritava. 

Poi mi torna in mente il vero motivo per cui Dente da latte ha voluto mostrarmi i miei ricordi: sono morto per salvare il mio fratellino e questo eroico gesto mi ha fatto diventare una leggenda e, in quanto tale, devo andare a proteggere i bambini dall’Uomo Nero. 

        

“Hai visto anche tu?” chiedo stupito a Dente da latte. Sono incredulo e il mio respiro è affannato, come se fossi stato in apnea per lungo tempo, fino a quel momento. “Quello ero io, avevo una famiglia, avevo un fratello e gli ho salvato la vita. -alzo il capo e mi rivolgo alla Luna e finalmente tutto mi è chiaro- È per questo che hai scelto me. Sono un guardiano.”

Sposto lo sguardo poco più in là, dove giacciono i due pezzi del ramo spezzato, mi avvicino per prenderli e tento di risaldarli insieme. È difficile e non riesco al primo tentativo, ma non mi arrendo, ci riprovo: metto maggiore concentrazione e volontà in ciò che sto facendo ed ecco che un luce bianca brillante circonda la spaccatura del legno e la risana; riesco nell’intento ed ora che ho riacquisito i miei poteri, posso volare alla ricerca di Hyon Su per sconfiggerlo.

Mi reco nel nascondiglio dell’Uomo Nero, ma è vuoto: sono presenti solo i colibrì di Jimin -che però non riescono a volare- ed un globo di ferro il quale mostra tutte le lucine dei bambini che ormai non credono più, c’è però un bagliore che cattura la mia attenzione e subito realizzo di chi si tratta: è Hoseok e a quanto pare è l’unico bambino ancora a credere nei guardiani -avendoli visti di persona solo il giorno prima-.

Devo velocemente recarmi da lui, devo proteggerlo e salvarlo dall’Oscurità.

Quando arrivo alla finestra della sua camera, la trovo semiaperta e il bambino è sul letto con un coniglietto di peluche davanti a lui, lo sento parlare e, con il cuore dolorante, mi introduco nell’ambiente.

“Okay, senti, tu ed io ci troviamo davanti ad una specie di bivio, perciò, ecco cosa faremo. Se non è stato un sogno, se esisti davvero, allora devi darmi una prova, ma adesso subito.” Fa una pausa e osserva il peluche speranzoso. “Io ho creduto in te per tantissimo tempo, okay?  Tipo per tutta la vita, veramente, quindi me lo devi adesso. Non sto chiedendo molto, mi basta solo un segno. -prende in mano il peluche e lo fissa negli occhi, proprio come se stesse parlando con il vero Coniglio di Pasqua- Va bene tutto, un segno qualsiasi.” Quando realizza che non accadrà nulla, il suo viso si tramuta e un’espressione delusa dipinge il suo volto; abbassa il capo, le lacrime che iniziano a scendere lungo le guance e poi il peluche cade dalle sue mani e giace a terra.

Non posso permettere che anche Hoseok perda la speranza, devo fare in modo che continui a credere nei guardiani, perciò mi avvicino alla finestra, ghiaccio il vetro ed inizio a disegnare uova di Pasqua e un coniglietto, poi a questo gli do vita ed inizia a saltellare per la camera di Hoseok. Il bambino si riprende e d un sorriso sincero si spalanca sulla sua bocca; la sua felicità colma la crepa del mio cuore e, con uno schiocco di dita, comincio a far nevicare nella stanza: voglio rendere felice questo bambino e far in modo che la speranza non lo abbandoni mai, ma che, anzi, sia il suo cavallo di battaglia.

“Jeon Jungkook.” Il mio nome esce dalle labbra di Hoseok e mi volto nella sua direzione per trovarlo sorpreso, con occhi sbarrati e bocca spalancata mentre mi fissa. “Tu puoi vedermi. -annuisce con la testa- Tu puoi sentirmi” Annuisce di nuovo e allora assimilo ciò che sta accadendo: lui crede in me.

Con euforia iniziamo a parlare tra di noi e rievoco il ricordo di qualche giorno prima, il giorno in cui ha perso il dente. “Secondo te chi porta tutte le bufere e le giornate di neve? Io. Sono vero; siamo tutti veri, esistiamo davvero.”

Ci guardiamo sinceri negli occhi, stracolmi di emozioni, poi sentiamo in lontananza un rumore di campanellini seguito da un boato, come se qualcosa si sia schiantato a terra. Velocemente mi reco all’esterno dell’abitazione e trovo la slitta di Babbo Natale a terra dalla quale scendono, barcollanti e che si sostengono vicendevolmente, Jimin e Namjoon.

Mi precipito al loro fianco per farmi notare e, eventualmente, aiutarli. Aiuto Jimin a rialzarsi quando mi corre incontro, ma cade rovinosamente al suolo, poi Namjoon mi chiede cosa ci faccio io qui. “Quello che fai tu.” rispondo e mi volto verso Hoseok che sta uscendo dalla porta principale della casa mentre indossa un giubbotto, poi mi affianca e osserva i due guardiani, deboli, davanti a lui.

Sorrido osservando Hoseok euforico alla vista di Babbo Natale, ma ben presto mi accorgo dell’assenza del Coniglio di Pasqua e chiedo spiegazioni. “Perdere la Pasqua ha tolto qualcosa a tutti noi, ma a Yoongi più di tutti.” Mi dice Babbo Natale e poi si sposta di lato mostrando dietro di sé.

Vediamo una piccola palla di pelo saltare dal bordo della slitta sulle ali laterali: dall’aspetto sembra un innocente coniglietto, morbido, carino e Hoseok subito corre ad accarezzarlo, divertito dal fatto che solo 24 ore prima lo aveva visto, alto e forte.

“Jungkook mi ha detto che esistevi davvero -dice il bambino inginocchiandosi davanti al coniglietto- proprio quando stavo iniziando a non crederci più.” Hoseok si sente quasi in difetto ad ammettere questa sua colpa e Yoongi si volta verso di me incredulo ed è allora che lo vedo, il vero essere del Coniglio di Pasqua: si è sempre mostrato distaccato, indifferente, ma invece un cuore d’oro pompa nel suo corpo, prova forti emozioni e si affeziona alle persone. Mi guarda grato e riconoscente e, nelle parole che non pronuncia, sento la conferma della nascita di una grande amicizia quale sarà la nostra; un’amicizia fatta di battibecchi, scherzi, prese in giro e battute, ma un’amicizia sincera che trasmette fiducia.

Una tempesta all’orizzonte giunge su di noi e vediamo, a cavallo di una nube di incubi, Hyon Su che domina la scena: è il momento di pareggiare i conti e chiudere definitivamente questo capitolo.

Invito i guardiani ad allontanarsi e a portare con sé Hoseok mentre io mi preparo allo scontro diretto con l’Uomo Nero.

“Questo trucchetto non funziona con me, non più.” Dice Hyon Su dopo avergli sprigionato contro una scarica di ghiaccio. Il combattimento è estenuante e lui è troppo potente e mi scaraventa giù facendomi andare a sbattere contro dei palazzi e dei cassettoni.

“E’ più forte, non posso batterlo.” Osservo i guardiani abbassare il loro volto e un’oscura consapevolezza prende posto nella loro mente quando realizzano che Hyon Su avrà la meglio e porterà a termine il suo piano.

“Tutta questa confusione per un bambino che ancora si ostina a credere in voi.” L’ombra dell’Uomo Nero ci raggiunge, ci gira intorno e inizia a fulminare i lampioni circostanti. “Ci sono altri modi per spegnere una luce.”

I guardiani tentano un attacco, invano, mentre Hoseok trema, si aggrappa alla mia gamba e mi osserva in volto con due occhi lucidi e terrorizzati. “Jungkook… Io ho paura”. Mi abbasso alla sua altezza e gli prendo le spalle tra le mani. “Lo so, lo so, ma andrà tutto bene. -un ricordo lampante si stagna nella mia mente e finalmente comprendo ciò che devo fare- Ci divertiremo un mondo invece.” Mi alzo velocemente e lancio una palla di neve sul volto di Hyon Su, colpendolo in pieno. Hoseok, ma anche i guardiani, scoppia a ridere e approfitto del momento per prendere dei coperchi metallici dei secchi dell’immondizia alle mie spalle e per realizzare una lastra di ghiaccio e neve sulla quale scivolare. “Hoseok, andiamo a prendere i tuoi amici!”

Scivolano, divertiti, lungo il percorso che ho creato appositamente e nel frattempo recuperiamo anche gli altri bambini, poi arriviamo al centro della città e la nostra corsa si interrompe: una nube di incubi si sta per abbattere su di noi e nessuno dei guardiani è abbastanza forte per poterla contrastare.

Hyon Su ci raggiunge ed è convinto del fatto di poter trionfare, che non basterà una manciata di cuccioli d'uomo per sconfiggerlo.

“Pensate ancora che non possa esistere uno come l’Uomo Nero?” Hyon Su si rivolge ai bambini con tono minaccioso e poi sguinzaglia i brutti sogni contro di noi. “Io credo che tu esista -Hoseok avanza coraggioso- ma non mi fai paura.” Mette una mano avanti, scosta il volto e poi tocca un incubo: questo subito cambia colore e si trasforma in un sogno d’oro.

I guardiani riprendono vigore e sono davvero pronti allo scontro finale, ma il vero asso nella manica sono i bambini che subito corrono verso i cavalli neri per toccarli e trasformarli in bei sogni e mentre loro si occupano degli incubi, io vado a scontrarmi contro Hyon Su: adesso siamo nuovamente ad armi pari.

Si nasconde nell’ombra e si disperde, svia la mia attenzione e -quando finalmente mi rendo conto della sua reale posizione- mi sta per colpire alle spalle, ma una frusta dorata lo afferra per la caviglia e lo scaraventa lontano. Alzo lo sguardo verso la collina da cui proviene un forte bagliore e scopro, con gioia, che è Taehyung: grazie ai bambini l’Omino del Sonno è tornato tra di noi.

Io, ma anche gli altri guardiani e Hoseok con i suoi amici, corro verso la collinetta e ci mettiamo tutti insieme a fare festa, abbracciandolo euforici. “Sei mancato a tutti TaeTae.”

Taehyung poi fa la magia e i bei sogni tornano a dominare i sonni di tutti, grandi e piccoli, e la sabbia dorata va ad assumere nuovamente le forme più assurde, dando vita ad una vera e propria sfilata di animali ed oggetti.

Comincio io a lanciare una palla di neve a Hoseok, ma da lì in poi inizia una battaglia di neve tutti contro tutti: ci sono urla divertite ed io corro qui e lì per preparare più punizioni possibile per tutti quanti; le risate dei bambini fanno da colonna sonora a questi piacevole momento.

“Come osate divertirvi in mia presenza. -una voce malvagia rompe il silenzio invernale e cerca di attirare l’attenzione dei bambini- Io sono l’Uomo Nero e voi dovete avere paura.” Hyon Su, ostile, si scaglia verso i bambini, ma questi non lo notano e gli passano attraverso: ormai è dimenticato, nessuno più lo teme ed è invisibile.

A questa consapevolezza scappa verso il lago ghiacciato e lo inseguiamo, lasciando i bambini a divertirsi. “Non potete liberarvi di me, non in eterno. Ci sarà sempre la paura.” Ci schieriamo davanti a Hyon Su: finché un solo bambino crederà ancora, noi saremo con lui a combattere la paura, siamo uno la forza dell’altro e questo ci rende invincibili.

Vede la presenza degli incubi e l’Uomo Nero si rivolge a noi guardiani “Davvero Namjoon? E allora cosa ci fanno loro qui?” Ma non siamo noi ad averli chiamati, non è la nostra paura che fiutano e quando finalmente anche Hyon Su si rende conto della situazione, scivola sulla lastra gelata, si spaventa e tenta la fuga, ma viene catturato dai suoi stessi cavalli neri e trascinato nel suo misero nascondiglio.

Siamo, alla fine, liberi dalla paura, abbiamo vinto e la felicità rasserena i nostri cuori. Mi allontano di poco e guardo i guardiani: è giunto il momento di ufficializzare il mio ruolo, devo fare il giuramento.

“Giuri tu -comincia Namjoon a leggere dal suo grande libro antico- Jeon Jungkook, di proteggere  i bambini di tutto il mondo, di difendere a costo della tua vita loro, le loro speranze, desideri e sogni? Perché sono tutto ciò che abbiamo, che siamo e che saremo per sempre.” Prendo un profondo respiro, chiudo per qualche attimo gli occhi e poi pronuncio il mio sì. “Lo giuro”.

“Congratulazioni Jeon Jungkook perché da adesso sei e sarai per sempre… Un guardiano.”

Scoppiano urla di felicità tutte intorno a me e poi due forti braccia si aggrappano al mio collo ed io, in automatico, afferro e avvicino a me i fianchi della persona che sto abbracciando: Jimin.

“Min- allontano di poco la Fatina dei denti per poterlo guardare negli occhi- Ti chiedo scusa per come ti ho trattato in passato. Quando sono diventato lo Spirito dell’Inverno, ho completamente dimenticato chi ero, ho perso tutti i miei ricordi, non sapevo fossi importante per me e ti ho allontanato.” Mi blocco, un nodo mi si forma in gola e non riesco più a dire altro; Jimin mi sorride dolcemente e mi accarezza una guancia.

“Non è colpa tua Kkook. Non sapevi chi fossi, che intenzioni avevo nei tuoi confronti. E, in realtà, dispiace a me di essermi arreso: dovevo capire che qualcosa non andasse, avrei dovuto insistere ed aiutarti a ricordare la tua storia. Ti sono venuto men-“

Interrompo il discorso di Jimin e lo bacio. Mi sono trattenuto a lungo e sentire quanto si senta in errore mi fa impazzire: non ha colpe e ho intenzione di ripeterglielo ancora e ancora, all’infinito se ce n'è bisogno. “Permettimi di rimediare al tempo perduto…” afferro la sua mano e mi dirigo verso la maestosa slitta di Babbo Natale con la promessa di amarlo per il resto della mia vita e di rimanergli al fianco.

Abbiamo finalmente sconfitto l’Uomo Nero e salvato tutti i bambini del mondo; il nostro compito qui è finito ed è giunto il momento di andare via, ma una mano strattona il mio pantalone e non mi lascia andare: è Hoseok e ha uno sguardo triste. “Ve ne andate. E se Hyon Su dovesse tornare? Se smettessimo di credere in voi? Se io non posso più vederti ho paura…” il bambino davanti a me china il capo sconsolato e subito lo blocco e riporto i suoi occhi nei miei “Frena. Tu smetti di credere alla Luna quando sorge il sole? E che fai, smetti di credere al sole perché le nuvole lo coprono?” Un sorrisino compare sul suo volto, illuminandolo e, a mia volta, gli sorrido di rimando. “Noi ci saremo sempre, Hoseok, e ora saremo sempre qui. -tocco il suo petto, a sinistra, all’altezza del cuore- In qualche modo questo rende anche te un guardiano.”

Mi abbraccia e mi sussurra ti voglio bene all’orecchio, poi lo lascio andare: è il momento, per tutti, di tornare a casa, ognuno con la speranza, nel proprio cuore, di rivederci presto; salgo sulla slitta e abbraccio da dietro Jimin che porta le sue mani sulle mie braccia per accarezzarle delicatamente, poi la slitta spicca il volo e salutiamo con allegria -e già una nota di malinconia- i bambini a terra.

        

“Mi chiamo Jeon Jungkook e sono un guardiano, una leggenda. Come lo so? Perché è stata la Luna a dirmelo.

Se la Luna vi dirà qualcosa, farete meglio a crederci.”

 



Note dell'autrice:

Prima di ogni altra cosa, come sempre, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno deciso di leggere la storia.

Questa One Shot è nata un sabato sera nel 2018, ma l'ho effettivamente scritta in questi primi giorni di gennaio 2021. 
Vorrei, inoltre, fare qualche piccolo appunto. Come ho scritto all'inizio, la storia presenta fatti e dialoghi ripresi dal film, ma -avendola trasformata in una Jikook- ho inserito alcuni momenti che, ovviamente, non sono presenti nel cartone originale. 
Inoltre, sono stata molto combattuta su chi associare a Jamie e a Sandman: sono stata eternamente indecisa se Jamie farlo interpretare da Taehyung o da Hoseok, alla fine però sono tornata alla bozza iniziale e ho lasciato Hobi come il bambino che salva i guardiani dall'Oscurità. 
Per concludere, come avete potuto notare, ho fatto una sorta di gioco di parole tra il titolo inglese del cartone (Rise of the Gardians) e i Bangtan, facendo anche riferimento alla loro discografia (진격의 방탄).

Probabilmente questa storia è una delle meglio riuscite e mi sono divertita -ed emozionata- tantissimo a scriverla, quindi, vi sarei eternamente grata se vi andasse di lasciarmi un piccolo commento (positivo o negativo) per farmi sapere se è stata di vostro gradimento e per potermi migliorare nella scrittura in futuro.
Non dovrebbero esserci errori di nessun tipo, ma in caso risultino, vi prego di farmelo notare per poterli correggere. 

Vi ringrazio ancora per l'attenzione e vi auguro il meglio per questo nuovo anno 
Buona giornata

Nico_Ackerman
  
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