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Autore: Flami151    17/01/2021    3 recensioni
Nessuno è fatto di sola luce o oscurità. In ognuno di noi alberga lo Spleen, un senso di noia, di disperazione, di male di vivere; e l’Ideale, la forza che ci spinge a sognare, lottare e amare.
Lo scopriranno insieme Hermione e Draco quando si troveranno a stringere un’inattesa alleanza, per svelare il mistero dietro la sparizione di Narcissa Malfoy.
Ancora una volta, sarà l'Amore a tenere le fila: amore per la vita, amore per la famiglia e amore di sé, spesso sottovalutato.
Dal testo:
«Narcissa, hai paura?» Le sussurrò Lord Voldemort.
Si era ripromessa che non si sarebbe lasciata piegare, che non avrebbe mai abbassato la testa se avesse dovuto difendere la sua famiglia. Ma il Signore Oscuro aveva ragione: lei aveva paura, talmente paura da non riuscire più a parlare.
«Eppure, non mi sembrava che avessi paura il giorno in cui mi hai pregato di risparmiare Draco dal Marchio Nero. Sapevi quali sarebbero state le conseguenze e ti sei fatta avanti comunque. Non dirmi che te ne sei pentita».
Lei scosse la testa. Non avrebbe mai rinnegato la sua scelta.
«Bene».
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Spleen e Ideale ~

 

 

CAPITOLO II

 
3 Agosto 1996:
 
Diagon Alley è cambiata.
Ripenso con nostalgia al mio primo anno qui: era la prima volta che mettevo piede in una comunità magica e guardandomi attorno non riuscivo a smettere di meravigliarmi. Ovunque girassi lo sguardo trovavo vetrine scintillanti stracolme di libri antichi, abiti da strega, manici di scopa e paioli per pozioni.
Ora le strade sono deserte e le vetrine ricoperte di cartelloni del Ministero della Magia, per lo più annunci mortuari, istruzioni per una condotta sicura e foto dei Mangiamorte ricercati.
 
Vedo Harry digrignare i denti di fronte l’immagine sbeffeggiante di Bellatrix Lestrange e sento il cuore contorcersi. Sono certa che si stia incolpando per la morte di Sirius. Harry è fatto così.
 
Ma non ha senso pensarci adesso. Siamo qui per due ragioni: comprare il materiale necessario per il prossimo anno scolastico e visitare i Tiri Vispi Weasley, il nuovo negozio di scherzi di Fred e George. Ovviamente non in quest’ordine.
 
La nostra piccola carovana (io, Harry, Ron, Ginny, Molly, Arthur e Hagrid) si ferma. C’è una piccola folla di fronte alle vetrine del negozio Weasley, sembrano tutti paralizzati dallo stupore.
E ci credo! L’edificio è grande e cangiante, ancora più eccentrico di quanto non fossero tutti i negozi di Diagon Alley anni fa. Ma l’attenzione di tutti è sull’insegna:

 
Perché hai paura di Tu-Sai-Chi?
MEGLIO avere paura di
NO-PUPÙ-NO-PIPÌ
La Sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!
 
Harry scoppia a ridere, Ron lo segue e io anche non trattengo un sorriso. La signora Weasley invece non è dello stesso parere. «Finiranno assassinati nei loro letti!»
Ma Fred e George sono così: combattono la paura con le risate. E c’è da riconoscerglielo, di coraggio ne hanno da vendere. Solo quest’estate due negozianti sono stati portati via dai Mangiamorte, Fortebraccio e Olivander, mentre tanti altri hanno chiuso i battenti per non fare la stessa fine.
Sento di nuovo quella stretta al cuore. Devo smettere di pensare a certe cose.
 
Entro nel negozio. La mia bocca si apre per lo stupore: dozzine di clienti si accalcano sugli scaffali pieni di ogni sorta di chincaglieria. Tutto intorno a me esplode, lampeggia, rimbalza o strilla e tutti, proprio tutti, ridono di gusto.
Tra gli oggetti esposti riconosco le Pasticche Vomitose e le Crostatine Canarine: come prefetto, l’anno scorso ne avevo sequestrate molte. Ma credo che quest’anno sarò più indulgente.
 
Facendomi largo tra la folla, mi ritrovo davanti al banco dei filtri d’amore. Istintivamente guardo Ron.
Dopo l’esperienza al Ministero e la morte di Sirius ho fatto le valigie e mi sono trasferita dai Weasley per il resto dell’estate, ci sembrava più sicuro. I primi giorni sono stati imbarazzanti, ma Molly sa come mettere a proprio agio gli ospiti.
 
Quello che nessuno sapeva però è che la notte ero tormentata dagli incubi. Sognavo le maschere dei Mangiamorte, sognavo le urla strazianti di Neville sotto l’effetto della maledizione Cruciatus, sognavo il volto bianco di Cedric Diggory e infine sognavo i miei genitori, torturati e poi uccisi a causa mia.
Quelle notti mi svegliavo urlando, ma nessuno sembrava farci caso. Forse erano tutti troppo abituati al fracasso del ghoul di famiglia.
 
Quando succedeva, scendevo in cucina a prepararmi un the e lì trovavo sempre Ron, anche lui perseguitato dai miei stessi demoni. Ci tenevamo compagnia fino all’alba, per poi fingere davanti al resto della famiglia di esserci alzati presto.
Durante quelle notti ci siamo confidati segreti e paure, ma ci siamo anche divertiti raccontandoci a vicenda storie babbane e non. Certe volte neanche parlavamo, combattevamo i demoni in silenzio, insieme.
 
«Io ne starei alla larga fossi in te. I filtri d’amore non portano mai a nulla di buono». Ginny era comparsa alle mie spalle. Annuisco ma mi sento avvampare. Speriamo non mi abbia vista fissare Ron.
 
Faccio per seguire Ginny al secondo piano del negozio, ma un viso familiare cattura la mia attenzione.
Solo per un secondo, vedo Draco Malfoy lanciare uno sguardo curioso dentro la vetrina, per poi allontanarsi in tutta fretta a testa bassa. Non mi piace, non mi piace per niente.
 
Esco dal negozio senza farmi notare: Hagrid e la signora Weasley non mi lascerebbero mai girare da sola per le strade di questi tempi. In effetti sarebbe stato meglio portarsi dietro il Mantello dell’Invisibilità, ma non voglio che Ron e Harry sappiano che sto pedinando Malfoy: sono convinti che con suo padre ad Azkaban, ora lui sia diventato un Mangiamorte, non parlano d’altro da quando Harry ci ha raggiunti alla Tana. Non voglio alimentare questa convinzione.
 
Comunque sia, credo di aver preso un abbaglio. Non riesco a vedere Malfoy da nessuna parte.
Mi addentro nelle vie minori, quelle meno frequentate, cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno stregone. Sto per rinunciare quando finalmente lo vedo: è seduto su un muretto in una via deserta, lontano dagli occhi di tutti.
Tiene la testa bassa e il cappuccio del mantello tirato fin sopra gli occhi. Sicuramente non l’avrei riconosciuto se non l’avessi cercato di proposito.
 
Non fa niente. Si limita a ciondolare le gambe e a guardare verso il basso.
Guardandolo bene, non è solo il volto coperto a renderlo irriconoscibile. Gli manca il solito portamento borioso, il sorriso beffardo e l’immancabile compagnia di Tiger e Goyle.
Forse dovrei chiedergli se sta bene.
 
Ma indugio troppo e lui si accorge della mia presenza.
Mi guarda come un animale osserva il suo predatore prima di darsi alla fuga. Ma non si muove, continua a guardarmi.
Vorrei chiedergli se sta bene, ma qualcosa me lo impedisce. Ripenso a suo padre la notte in cui Sirius…
 
Torno ai Tiri Vispi senza dire una parola.

 
 
Ci mancava solo questa.
 
Di tutte le persone che potevo incontrare li, di certo non mi aspettavo la Granger. Forse avrei dovuto dirle qualcosa. Che hai da guardare, Sanguemarcio sarebbe stato perfetto. Ma forse è stato meglio così. Lei non ha chiesto niente e io non ho dovuto rispondere.
 
In realtà nemmeno io so che sto facendo. So solo che è la prima volta che mi ritrovo a fare spese da solo e vedere Tiger e Goyle a passeggio per Diagon Alley accompagnati dalle loro madri mi ha fatto salire il sangue al cervello.
In fondo non ho motivo per essere arrabbiato: anche il padre di Tiger è ad Azkaban adesso.
 
Quando ci siamo incontrati, prima, sembravano davvero felici di vedermi. Non ho mai capito se gli piaccio sul serio o se hanno solo paura di me.
Comunque sia, mi sono liberato di loro dicendo “Ho delle faccende da sbrigare da solo”. Loro non hanno fatto domande, sembravano ammirati. Certo non immaginavano che mi sarei seduto a non fare niente. Ma con loro è sempre stato così, non ho mai dovuto fare niente di speciale, solo farglielo credere.
 
Gli altri Serpeverde pensano che io sia riservato. Girano storie su mio conto, dicono che nascondo molti segreti direttamente per conto del Signore Oscuro e io non li ho mai smentiti.
La verità è che se non parlo molto di me, è perché non ho nessuno con cui parlare, nessuno di cui mi fidi. Sono solo.
 
Ma piangermi addosso mi fa schifo.
Con un piccolo slancio scendo dal muretto e mi avvio verso casa. Cammino tenendo la testa bassa, non voglio incontrare nessun altro oggi, tanto meno il Trio dei Miracoli. Ma nessuno sembra fare caso a me: tirano tutti dritto per la loro strada, tenendo la bacchetta ben salda. Se arrivassero i Mangiamorte adesso, gli servirebbe a ben poco.
Ormai non si parla d’altro che delle sparizioni al Ministero, dei commercianti rapiti e dell’attentato al Millennium Bridge. Mi chiedo cosa si provi ad essere sulla bocca di tutti. Do un pugno al muro e proseguo.
 
Diagon Alley è davvero deprimente, fatta a eccezione per i Tiri Vispi Weasley: il negozio sembrava strapieno. E non hanno dovuto neanche finire la scuola! Se io dovessi aprire un’attività, non saprei proprio da dove cominciare.
Sto per tirare un altro pugno, ma una vetrina attira la mia attenzione. L’insegna dice:

 
Emporio Animale Vestra
 
Mi guardo intorno e mi accorgo di essere arrivato a Notturn Alley. Un negozio di animali qui è talmente insolito che la curiosità mi spinge ad entrare.
 
«Giovanotto! Benvenuto! Non sono molti i clienti di questi tempi!» Mi accoglie una signora alta, vestita con quello che sembrerebbe un abito di pelle di serpente abbinato ad una lunga stola di pelliccia. Anche se quello che attira di più la mia attenzione è l’enorme seno che fa capolino dalla scollatura.
 
«Sto solo dando un’occhiata». Mai dare confidenza ai negozianti di Notturn Alley.
 
Osservo gli animali esposti con attenzione: più li guardo, più sono convinto che abbiano qualcosa di strano.
Vedo delle civette con le ali squamate (potrei giurare che una abbia sbuffato fumo), dei rospi con otto zampe e un paio di tenaglie e dei ratti con le branchie. «Mi scusi signora, questi per caso sono ibridi?»
 
«Ibridi questi? Certo che no! Sarebbe contro la legge». Poi mi strizza l’occhio.
 
Ora ho molto più senso. Da quando Lui è tornato, qui a Notturn Alley si sentono liberi di smerciare di tutto, anche questi mostri, probabilmente nati dalla fusione forzata di animali e creature magiche. Fondere due corpi insieme non è affatto facile, richiede la mano di un mago oscuro davvero abile. Rabbrividisco al solo pensiero, questo è troppo persino per me.
 
Sto per andarmene, ma rimango catturato da una creatura in particolare. Un piccolo gatto grigio, l’unico di una cucciolata di gatti marroni e con gli zoccoli (provenienti da un Abraxan? Da un Thestral? Chi lo sa). «Sono fratelli?»
 
«Immagino di si, mi sono arrivati tutti insieme».
 
«E lui che fa?» Indico il gatto grigio.
 
«Niente, non fa niente. Non perdere tempo con lui, vieni piuttosto a vedere quest’aspide, credo che la troverai interessante».
 
Ma io non la seguo. Continuo a guardare il gatto grigio. È più magro degli altri e sta in disparte, il suo sguardo però è più vivo e vispo di quello dei suoi fratelli. Allungo una mano per poterlo toccare, ma vengo morso da uno degli altri gatti. Mi tiro indietro imprecando.
 
«Ti piace proprio quel piccolo intruso, eh? Lo tenevo solo nel caso mostrasse qualche abilità nascosta, ma visto che sembra un gatto comune te lo regalo». Mentre parla, solleva il cucciolo e me lo getta in mano in malo modo. Lui non sembra turbato. Sto per controbattere ma vengo interrotto. «Non credo che tu voglia sapere che fine farà se non te ne prenderai cura tu».
 
Mi arrendo e compro anche una lettiera, una ciotola e del cibo, sperando che una volta ad Hogwarts impari a cavarsela da solo.
 
Sulla strada verso casa, tengo il gatto nella mano destra. Lui la mordicchia fino a farla sanguinare, ma lo lascio fare.
Non posso fare a meno di pensare che oggi anche lui si allontana dalla famiglia per la prima volta, senza sapere dove questo l’avrebbe portato.
Lui però non sembra preoccupato e forse non dovrei esserlo nemmeno io.

 
 
Narcissa Malfoy si osservava allo specchio. Aveva raccolto i capelli di lato e si chiedeva se qualcuno si sarebbe accorto che, sotto i suoi boccoli biondi, l’orecchio destro era sparito. Chissà se un giorno sarebbe riuscita a guardarsi senza rabbrividire.
Ma in fondo non le importava. Suo figlio era salvo, per il momento, e la sua vita non sarebbe cambiata solo per un orecchio mancante.
 
Qualcuno bussò. «Avanti!»
 
Severus Piton entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle. «Volevi vedermi Narcissa?»
 
«Si Severus, grazie di essere venuto qui tempestivamente. Oggi Draco è a Londra per le solite spese scolastiche e ho colto l’occasione per parlarti».
 
«Quindi si tratta di Draco». Piton ispirò dal naso per un paio di secondi. «Immagino non abbia preso bene la decisione del Signore Oscuro».
 
Narcissa sbarrò gli occhi. «Quindi tu…»
 
«Si, io sapevo. Nonostante alcuni mettano ancora in dubbio la mia lealtà, l’Oscuro Signore ripone grande fiducia nei miei riguardi». Fece una breve pausa. «Ma dimmi, perché hai richiesto di vedermi?»
 
«Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Veglia su Draco, ti prego. Cerca di sembrare forte ma è fragile. E vorrei che avesse qualcuno su cui contare, ad Hogwarts». In passato, Narcissa aveva messo in dubbio la lealtà di Severus nei confronti del Signore Oscuro, ma era certa di potersi fidare di lui per questo compito. «Tu sei il suo insegnate preferito e… So che tieni a lui».
 
«Non c’era neanche bisogno di chiederlo, Narcissa». Le sue parole erano di conforto, ma il suo tono era gelido come sempre. «Ho una domanda però: Draco è a conoscenza dell’incarico che gli sarebbe spettato se fosse diventato un Mangiamorte?»
 
La signora Malfoy scosse il capo. «No, e non deve saperlo mai. Non voglio che si metta in testa certe idee. L’Oscuro Signore ha deciso che sarà Bellatrix ad occuparsene, credo sia la cosa migliore».
 
Severus Piton accennò ad un sorriso. Si, Voldemort aveva chiesto a Bellatrix Lestrange di uccidere Albus Silente, ma Severus sapeva che alla fine avrebbe dovuto farlo lui, sarebbe stata una spontanea prova di lealtà, quello di cui il Signore Oscuro aveva bisogno per fidarsi davvero di lui.
 
«C’è altro?»
 
«No, grazie Severus». Il cuore di Narcissa era più leggero, ora che sapeva che qualcuno si sarebbe preso cura di Draco. Ma la felicità durò poco. Qualcun altro bussò alla sua porta.
 
«Cissy! Lui vuole vederti».
 
 

Nota dell'autore:
Ciao ragazzi!
Ho visto che alcuni di voi hanno già inserito la storia tra quelle seguite e mi fa davvero tanto piacere!
Ho una domanda per voi... cosa ne pensate del carattere che ho scelto? Troppo piccolo? Preferireste un formato più grande? Fatemi sapere cosa ne pensate!

Ci aggiorniamo la prossima settimana!
Flami151
  
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