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Autore: report    25/08/2009    8 recensioni
Molte volte, solo il pensare a te mi ha salvato dall'impazzire.Bramo il solo rivederti...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nasce puro, senza una macchia, senza un segno che ne deturpi la purezza, la limpidezza.
Una piccola pagina bianca, un foglio che in se racchiude un mondo e i sogni di chi lo sfrutterà, di chi da lì, creerà la sua storia personale.
Un piccolo pezzo di carta capace di gettarti in un mondo irreale, di consegnare alla storia ciò che non diresti mai.
Il pennino scivola leggero sul foglio. Ogni vocale un sospiro, ogni sillaba una lacrima, ogni lettera una concezione.
Piange il foglio.
Trema, quando il sangue sgorga dalle sue lettere cariche di terrore, di speranze, di sogni macchiati da una vita che non volevo, che non ho sognato perché i miei sogni erano altri, erano consistenti con occhi calorosi.
Molte volte ho usato quel piccolo bianco oggetto per i miei pensieri, i miei desideri e ciò che lì, nel mio cuore nessuno vedeva, ma che io volevo urlare. Far sì che volasse nel mondo fin dove il mio cuore voleva che giungesse. Superando le montagne nevose, i fiumi rigogliosi e quelle pianure un tempo verdi e adesso color amaranto
Servi a questo vero?
Tu sei lì puro per me, per far sì che i miei sentimenti attraversino i mari e giungano a voi.
Tu sei lì, perché tutti sappiano cosa io penso, cosa soffro, cosa mi fa ridere.
Lo leggo qui adesso e sorrido. Sorrido perché il foglio parla.
Parla di te che ridi sotto il salice piangente, mentre le foglie solleticano la tua fronte come per richiamarti alla vita, mentre tu, inerme, piegata, fai scivolare il pennino su di lui inglobandomi in quel momento. Non abbandonandomi mai.
Lo leggo e sorrido. Sorrido nel racconto d’amici felici e spensierati.
Nel resoconto delle tue giornate passate ad osservare un tramonto senza nuvole o una serata bagnata dalla pioggia improvvisa e lo sento.
Annuso quel foglio e non sento il foglio, la chimica che l‘ha generato, ma l’erba tagliata e la pioggia.
Quelle alternanze di consonanti e sillabe lo trasportano fino a me.
Quante pagine hai scritto?
Quante sono quelle che mai vedrò e che tieni nascoste in un cassetto?
Non le senti? Urlano.
Bramano la libertà perché un foglio pieno, logoro di quei segni non può non accettare di essere letto.
Qualcuno potrebbe disprezzarlo, ma se i sentimenti sono veri ne leggeranno la poesia, la vita che racchiude.
Mi chino e continuo, adesso è il mio turno.
Perdona o sì perdona la grafia traballante, ma l’appoggio trovato non era l’ideale, un tronco logoro, umido, ma loro non si offenderanno.
Mentre scrivo, le sento ridere, felici di essere espresse.
Scusa, questo ignorante che ha riempito il dono d’errori, ma ero in ritardo, dovevo scriverti, avevo già saltato un giorno e quelle dispettose battevano sulla mia testa e così si sono tuffate, senza ritegno nel bianco pur di far giungere a te il mio cuore.
Ignora, adesso, la scrittura inclinata, ma la candela che mi illuminava era misera e loro si nascondevano nelle ombre della notte.
Quelle ombre adesso tremano e fanno tremare me, ma niente impedirà di riempire questo foglio né l’oscurità che sembra inglobarmi per ostacolarmelo né il sangue che distratto cade sul bianco.
Lettere di sangue, spero solo che da te, non arrivi l’urlo disperato della parola maledetta. L’ho scritta, la vedi, so che la leggerai e che oltre al sangue, nel foglio si mischieranno le tue lacrime.
Questo non dovrebbe mai verificarsi. Scrivere per te dovrebbe essere bellezza e gioia e non morte e distruzione, ma l’importante è scrivere no?
Negli angoli più bui del mondo o nei giardini più curati, scrivere è vita.
L’ho visto sai chi vive di ciò e l’ho invidiato.
Ho alzato al cielo il suo capolavoro e lui intimidito mi osservava e anche se era solo un piccolo uomo, l’amore che ho letto in ciò, per un secondo ha riscaldato il mio cuore.
Lo farò anche io? Ti prego dimmi che ciò che leggi non ti crea dolore. Che i miei errori, le cancellature non pesano il tuo animo.
Adesso, mentre la luna lascia spazio al sole, la mia meta si avvicina.
Riconosco questo posto pur non avendolo mai visto.
Conosco ogni sensazione provata in ogni angolo, perché quel piccolo foglio che stringo tra le mani, come i suoi simili me le hanno trasportate tutte pur da lontano.
Ti ringrazierò a vita per non avermi abbandonato. Per aver ceduto i tuoi ricordi alle pagine bianche, per aver dato peso ad ogni sillaba, per aver trasmesso in ogni lettera l’amore per me e per il mondo intero.
Avanzo e noto che tra le mani, piccole e delicate, sporche d’inchiostro, stringi quei fogli come io stringo i miei.
I ricordi di una vita passata lontani, ma che così ci ha tenuto insieme.
Questa guerra immonda mi ha portato via da te mio unico amore per un anno intero, ma sembra ieri la promessa della carta.
Una lettera al giorno, anche se forse non tutte arriveranno al mittente.
Una promessa su carta, bagnata d’inchiostro e di sangue. Di lacrime e dolore. Di speranza e gioia.
I fogli adesso, abbandonati per terra si mischiano alla polvere, tornando all’origine, ma sento quelle piccole lettere ridere felici perché il loro compito è compiuto.
I sentimenti sono passati, tutti.
Ti stringo, con le mani coperte di terra, macchiando forse il tuo bel vestito blu, ma tu mi stringi più forte.
Affondo la mia testa nell’incavo del tuo collo, cullandomi di quel’odore che mi è mancato come il mio stesso respiro. Di quella fragranza che però in quelle lettere percepivo chiaramente e che mi ha impedito di impazzire, dandomi un ancora a cui aggrapparmi e senza indugi solevo il mio volto verso il tuo orecchio.
“Sono tornato mia unica stella”.



Ho inserito tutti i personaggi perché non ci sono nomi. Chiunque può vederci la coppia che preferisce.

Quindi aspetto pareri..... dite.... dite....
   
 
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