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Autore: Jashin99    20/01/2021    0 recensioni
Terzo e ultimo capitolo della distopia di E.N.D.
La guerra tra umani e demoni è ormai iniziata, e non si fermerà fino alla vittoria di una delle due parti... e alla distruzione dell'altra.
Ormai è la fine.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Lisanna, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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Expressionless and cold, there’s a girl locked away
In the dark all alone, she finally breathes her last
Everywhere we look we see hopelessness
Pain and despair fills this life
Slowly we drown in this world that can never be changed
Open your eyes
Our reality is a shadow of itself
Broken and devoid of hope
What does it mean to have freedom
Every single feeling, every moment
All that I felt, longing and agony
Pleading in desperation it could be love
Throw me away, I don’t get to feel
Schadenfreude for you
Is there no passion left?
All of this drama seems so dead to me
Discord is all that’s left to see

(Asphyxia, english translation-Co shu Nie)

In una prigione
PWEEEEEEEW
PWEPWEPWEE
PWE-Hhhhh! Ok, non ce la faccio.- Cana respirò profondamente per riprendere fiato. Rimpiangeva di aver visto quella volta quel tale suonare una carta come un’armonica a bocca, ma d’altra parte non è che avesse avuto molto da fare negli ultimi… mesi?
-Non te la cavi male.-.
-Stai zitto. È umiliante.-.
-Eh?-.
Cana sventolò la carta da gioco, una normalissima carta da gioco: -Questo, darmi una carta comune solo per prendersi gioco di me.-.
-E allora che dovrei dire io? Un fiasco pieno di... bah, non so neanche cosa sia questa schifezza.- Rispose Bacchus, nella cella di fronte alla sua, rovesciando il liquido con sdegno.
-Fate silenzio umani!- Tuonò una voce: erano arrivate le due guardie, i soliti demoni in armatura con la lancia. Uno aveva le chiavi.
-Però comunque- Riprese Bacchus senza dar segno di averlo sentito: -non dovrebbero lasciarci degli oggetti così... contundenti!- lanciò la bottiglia verso le sbarre, sulle quali invece andrò a infrangersi.
-Azz!-.
-Ehi tu! Che volevi fare???- Uno dei due gli andò contro, lei allora gli lanciò contro la sua carta che picchiettò sulla sua nuca. Quello si voltò di reazione, e fu allora che Bacchus infilò le braccia tra le fessure e lo intrappolò in uno strangolamento; intanto diede un calcio alla sua lancia, che volò verso la sua cella. L'altro demone si voltò seguendone la traiettoria, lei scattò in avanti, prese la lancia al volo e...
-Ugh!- L'etherious traballò e crollò a terra, ferito fatalmente allo stomaco. L'altro smise di agitarsi e Bacchus lo lasciò cadere dopo qualche secondo e prese le chiavi dalla cintura.
I due maghi si scambiarono lo stesso sguardo. Adrenalina, decisione, paura, repulsione, rabbia. Mesi per riprendersi dal congelamento cerebrale e mesi per capire il momento più opportuno per colpire, ed eccoli lì alla fine. Ma nonostante tutto Cana non aveva mai ucciso nessuno prima di allora.
Poi, dal nulla, apparve un ragazzo... no, ne aveva solo l'aspetto: biondo, pelle d’ebano, ben vestito, e dall'immenso potere diabolico.
Come faceva a saperlo??? Lui è...”.
-Impatto.-.
Una forza immensa la scagliò indietro, addosso al muro. Fu come cadere dal quarto piano.
-Off...- Gemette, accasciandosi seduta. Dall'altra parte, Bacchus doveva essere più o meno lo stesso. Il biondo abbassò le braccia.
-Il mio nome è Tempestar l'Immortale. Sono il Cancello dell'Ade assegnato a questa prigione. Non permetterò a nessuno di fuggire. Attrazione.-.
SBENG
-Argh!- La faccia di Bacchus era sbattuta sulle sbarre, e le chiavi gli erano cadute dalle mani. Tempestar si chinò e le raccolse, mentre Bacchus continuava ad urlare.
-Basta! Lascialo, lascialo!!!-.
Bacchus cadde all'indietro. Tempestar la fulminò con due occhi gelidi.
-La prossima volta prenderai il suo posto. Io sono la vostra calamità. Inarrestabile. Non esiste umano che possa sconfiggermi. Voi non uscirete mai da qui.-.



???
-Dove… dove mi trovo?-.
-Urgh, cos’ha la mia voce?-.
Si schiarì la gola, la sua voce era strana. Un momento, com’era la sua voce di solito? E lei… lei chi era, qual era il suo nome?
Sé stessa” si guardò intorno, era come essersi svegliata all’improvviso dal niente. Non da un sogno, ma era come se non fosse esistita fino all’attimo prima.
E tutte quelle parole che pensava, quando le aveva imparate? Come sapeva che erano parole?
Il terreno che vedeva era brullo e desolato, cioè, in qualche modo sapeva che da qualche parte ce n’erano di migliori. Vedeva gente in lontananza, ma qualcosa le diceva di non andare da loro.
E c’erano tre tipe strane, che sembravano confuse quanto lei. Due sembravano dei… dei… piccoli mammiferi carnivori, ma più grossi… e un’altra, molto bella, aveva delle magnifiche ali nere.
-Scusate, uhm, voi sapete perché sono qui?-.
-Miao? Ci conosciamo? Tu per caso sai il mio nome?-.
-Vuoi dire che neanche voi sapete perché siete qui-dechi?-.
-Uh! Signore Sconosciute, piacere di conoscervi!- L'uccella si inchinò: -Sono desolata, ma non ricordo il mio nome per presentarmi.-.
-Ma sono vere queste?- Mammifera uno le tastò un'ala, e Uccella avvampò: -P-Per favore, n-non le toccare!-.
-Oh, scusami-dechi.-.
-Ah! N-No, scusami tu per aver urlato!-.
-Ehm, sentite, sembrate tutte molto simpatiche, ma forse dovremmo capire perché ci troviamo qui.- Disse Sé Stessa. Le altre annuirono.
-Più che altro- Mammifera due alzò il dito, aveva le pupille strette e alte tipo quei cosi striscianti: -questa storia è proprio strana, secondo me qualcuno ci ha fatto qualcosa-nya...-.
-Ma perché qualcuno dovrebbe cancellarci la memoria e metterci nel mezzo del nulla?-.
-Mmm... secondo me ci abbiamo combattuto qui.-.
-Come mai?-.
-Ho tutte le ossa a pezzi, e voialtre siete piene di botte-dechi.-.
-Ah, quindi siamo combattenti! Che figo!-.
-Non credo che mi piaccia combattere...-.
Sé Stessa squadrò meglio le tre, e poi sé stessa. Era, e si sentiva, piuttosto minuta.
-Ecco, voi due magari potete dare dei graffi, ma io cosa posso fare? Usare la magia?-.
...
-La magia, hai detto?-.
-Miao... mi suona familiare.-.
D'improvviso la colse un pensiero. Balzò indietro, agitando i pugni. La stessa cosa, in direzioni diverse, avevano fatto le mammifere. Uccella era rimasta presa in centro.
-E chi mi dice che non ci sia una di voi dietro tutto questo?-.
-Buffo, stavo pensando lo stesso-dechi.-.
-O forse è quello che volete farmi credere!-.
-Aspettate, ferme!- Uccella distese le braccia, girando su di sé per vederle tutte.
-Anch'io ci ho pensato, ma non dovremmo metterci l'una contro l'altra!-.
-Fatti in là, tu mi stai simpatica.-.
-Non fare tanto la gradassa!- La canzonò Mammifera: -Tanto tu cosa puoi fare?-.
-Per favore, possiamo ragionare!-.
-Ma io non voglio ragionare, io...- Sé Stessa aggrottò la fronte, a cos’è che stava pensando?
FLASH
I ricordi la sommersero come una cascata.
Seppe ogni cosa. E divenne furiosa.
-WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
Si gettò su Mattan Ginger, quello era il suo nome, voleva strapparle via le braccia, quelle stesse con cui lei l'aveva…
-MUORIIIIIIIIII!!!- Ginger si era lanciata contemporaneamente su Millianna, che invece stava puntando a Sé stessa, o meglio, Levy McGarden, che era il suo vero nome.
L'impatto fu tremendo.
Con un calcio Levy aveva rotto il naso a Ginger, che si sbilanciò indietro in una smorfia di dolore; quella era però riuscita ad assestare un pugno in mezzo alle scapole di Millianna, che si era intanto piegata in avanti per graffiare. Levy sentì i suoi artigli affondare nella sua coscia.
-Pagherai per quello che hai fatto!!!- Gridò Millianna con le lacrime agli occhi.
-Stai zitta zitta ZITTA!!!- Fu il turno di Levy di subire un colpo in pieno viso, un pugno o un treno. Ginger allora si rivolse all'altra, colpendola con una ginocchiata sotto il collo.
-Volevate ingannarmi bastarde!!!-.
Nonostante il dolore indicibile alla gamba e in volto la furia e l'adrenalina erano troppe per fermarsi.
Quello che era successo, le cose che le aveva fatto… avevano fatto, sì, c'erano tutte e due, con quelle mani e quegli artigli, su di lei!
-Uargh, gah, ZAAAAA!!!- Aveva cercato di urlarle addosso degli insulti, ma doveva avergli slogato la mandibola ed erano usciti solo grugniti. Le corse incontro, abbracciandola alla vita per buttarla a terra con sé; finì a baciare la sabbia, ma Ginger aveva incassato una brutta frustata alla schiena.
Le fu sopra, si urlavano addosso come animali; prima che potesse fare qualcosa, però, delle unghie già conosciute le perforarono la spalla. Si sentì tirare indietro e ruotare bruscamente; vide Millianna con la mano alzata per colpirla ancora, una tigre in pieno stato d’ira. Poi rosso, cadde sul fianco, accecata all'occhio sinistro; beh, non proprio accecata, vedeva fiori e fuochi d'artificio. Giacque stordita per una decina di secondi, poi arrancò per rialzarsi.
Ginger e Millianna si stavano scannando vive, una pugni e l’altra graffi, colpi casuali, dati per mutilare. Si allontanarono l'una dall'altra, concedendosi una piccola tregua.
-Anf, anf...-.
-Ah, ah...-.
-Hh, hh...-.
Si scambiarono delle occhiate di fuoco. Uno, due, tre, di nuovo all’attacco, voleva ucciderle, nel modo più atroce possibile, farle soffrire fino al loro ultimo respiro.
Una gamba, una mano, un pugno, pronte a colpire.
Ma qualcosa si frappose. Qualcuno.
-FERMATEVIIIIIII!!!-.
Troppo tardi.
“Yuki...no?”.



Crocus, salone reale
Hisui E. Fiore chiuse la porta alle proprie spalle. Mavis era già lì: -Siete già tornata?- le domandò. Lei era calma, Hisui no, ma non lo voleva dare a vedere.
-Sì, Kagura non… non era in vena di parlare.-.
-Capisco. La situazione non è cambiata molto, tuttavia ad Hargeon sembrano essere sorti dei problemi.-.
-Oh… problemi, certo.- Hisui si avvicinò, fingendo di concentrarsi solo sulla lacrima, ma in realtà osservandola di sottecchi.
Spiegò il ventaglio, facendosi aria alla bocca.
-Principessa, vi sentite bene? Mi sembrate strana, forse dovreste riposare un po'.-.
-No, no, ho già tutto quello di cui ho bisogno.- Rispose cripticamente lei, avvicinandosi ad un cassetto. Lo aprì. Dentro c'era l'ultima dose delle sue pillole. Trattenne il fiato e giù.
-Ah... bene, immagino. Cosa state facendo?- Mavis l'aveva vista mettersi qualcosa in bocca, ma lei le dava le spalle.
Hisui abbassò appena lo sguardo, posandolo sul pugnale che teneva dietro al ventaglio. Quando lo vide illuminarsi di ethernano, si girò.
Mavis iniziava ad allarmarsi: -Siete sicura di sentirvi bene?-.
-Assolutamente.- Il cuore invece le batteva a mille: -Mavis-san, volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto fin'ora. Nonostante tutto mi mancherà parlare con Voi.-.
-Di cos-
PEW ZAK
Mavis si era buttata a terra e il pugnale si era conficcato nella parete.
-Pri-Principessa!-.
Hisui storse la bocca, sarebbe stato molto più semplice finirla qui. Iniziò a canalizzare la magia sul ventaglio.
-Basta con questa sceneggiata.-.
-Di cosa state parlando? Perché-perché fate così?-.
-Non insultiamo ulteriormente la nostra intelligenza. Ah, va bene…-.
-Un momento! Voi-voi siete la spia?!-.
Hisui sospirò. La spia, bene dunque, dopotutto aveva bisogno di tempo per il prossimo colpo.
-La spia, partiamo da questo. Per Erza-san e gli altri poteva essere un soldato qualsiasi, ma noi abbiamo dedotto il contrario. Doveva essere qualcuno di potente per poter ingannare la Barriera di rune, almeno del suo calibro. E doveva godere di una buona posizione perché sapeva quando colpire, e con attacchi dall'immenso terrore psicologico: un attacco di massa proprio qui, quando eravamo tutti riuniti, e poi tutti quei cadaveri che sono piovuti dal cielo. Di più, doveva avere una totale visione d'insieme, e doveva essere un brillante stratega. Abbiamo esaminato le guardie e la servitù, e non poteva essere nessuno di loro. Più ragionavamo, più il cerchio si stringeva attorno a noi.-.
Mavis stava impallidendo.
-E l'ultima azione...- Proseguì lei: -...è stata eseguita poco fa, con il demone degli zombi... quindi...-.
-...quindi il colpevole deve essere qui... qui nel castello...- Concluse Mavis con un filo di voce.
-E chi è rimasto qui? Anzi, chi è sempre stato qui, chi era qui ogni volta?-.
-...Voi...-.
Silenzio.
-La spia siete Voi!-.



Hargeon
-Mia sorella, sorellona, Sorano!-.
Piegata su sé stessa, Yukino si reggeva la testa tra le mani. I ricordi vorticavano impetuosa, ricordi di lei, di Sorano, e di loro, loro tre.
Sorella mia, sorella mia, ferme, non toccatela, non toccatela!!!”.
-Yukino, Yukino, scappa, fuggi, fuggi!!!-.
-NO!!! SORANO!!! NO!!!-.
Uccidile, uccidile, loro hanno fatto questo, sono dei mostri, dei mostri...”.
Ucciderle, devo ucciderle??? Ma, ma…”.
-Vendicami! Devi vendicarmi Yukino!!!-.
Loro sono i cattivi, è la loro parte… guardale, guardale…”.
Sorano, Sorano… sì, se lo meritano, io-io le…”.
Le…”.
...ucciderai!”.
Loro…”.
No!”.
Cosa fanno???”.
Fermatevi!!!”.
Uccidile!”.
Cosa state facendo???”.
-FERMATEVIIIIIII!!!-.



Crocus
-...la spia sarei io.- Ripeté la Principessa.
-Un'accusa pesante. Non sei la prima ad avermela lanciata contro.-.
-Chi...-.
-Arcadios è una persona saggia, ci aveva pensato da solo. Non voleva crederci quando me l'ha riferito, ma doveva togliersi quello scrupolo. Uno scrupolo, non che non volesse confermare una propria teoria... ma non è quella di cui stiamo parlando. E tu lo sai bene, no?-.
Mavis deglutì a vuoto.
L'attacco era pronto, Hisui le puntò contro il ventaglio e lo scagliò. Stavolta il fantasma scomparve, ma la principessa sapeva che era ancora nella stanza.
-Perché ti nascondi? Abbiamo previsto entrambe questo scenario, non insultiamo ulteriormente la nostra intelligenza.-.
Mavis riapparve, sopra al tavolino. La frangia le scendeva sull’occhio e aveva in viso un'espressione gelida.
-Quando hai iniziato a sospettare di me?-.
Hisui abbassò gli occhi per qualche secondo.
-Vorrei poter dire fin dall'inizio, ma la verità è che eri riuscita ad ingannarmi. Però non ci eri riuscita con Arcadios, e io mi sono sempre fidata del suo istinto: se secondo lui eri sospetta, allora lo eri.-.
Mavis alzò biecamente un angolo della bocca: -Ohh, avrei dovuto liberarmene prima. I miei complimenti per la recita, pensavo che non gli dessi peso. Non importa. Mmm, vedo che hai bisogno di altro tempo: su, continua, cosa hai fatto?-.
-Più gli eventi si susseguivano, più i miei sospetti crescevano. La rapida malattia di mio padre, il tuo piano di utilizzare Eclipse, il marchio della gilda…-.
-Il marchio?-.
-Già. Conferire il simbolo della gilda a degli estranei; proporre di fare una cosa del genere a Natsu-san, che è pur sempre membro di Fairy Tail; e poi un comportamento pressoché apatico nei confronti della tua famiglia. Hai letteralmente spedito Makarov-san e Gildarts-san in una missione suicida, e non ti ho mai vista interagire per più di qualche istante né Lisanna-san né Erza-san, né nessun altro. Era assurdo sospettare di Mavis Vermillon, il Primo Master di Fairy Tail, e quindi ciò lasciava spazio a una sola deduzione possibile. Che quella che mi trovavo di fronte era la persona a cui lei aveva creato un alibi, per tutta la durata della guerra.-.
Mavis” sorrise compiaciuta.
-Lei dov'è? Cosa ne hai fatto della vera Mavis, Zeref?-.
La figura della giovane donna mutò, diventando un ragazzo alto, moro, vestito di nero con un drappo bianco.
-Mmm, mi stavo abituando al vuoto in mezzo alle gambe. Mavis si trova al sicuro, diciamo. L'ho intrappolata in un certo posto all'inizio della guerra, per quanto farlo mi abbia spezzato il cuore. Sostituirmi a lei è stato semplice.-.
-E il tuo vero corpo dov'è?-.
-Nei sotterranei della gilda di Tartaros. Mi sono autoinflitto la mia maledizione e rinchiuso in un cristallo. C'erano abbastanza informazioni sulla nave di Hades per crearne uno, e così ho creato il mio Spriggan Heart.-.
-Quindi la “nostra” teoria era corretta.-.
Zeref allargò le braccia: -Ammetterai che il mio era un buon piano: sostituirmi allo stratega nemico e manipolare entrambe le parti. Facendo in questo modo, ho bloccato tutte le vostre armi più potenti, anche le chiaroveggenza di quell’exceed, e quando ho pensato che End avrebbe fatto qualcosa l’ho aiutato da qui. Sono riuscito a incastrare tutte le tessere del puzzle. Toglimi una curiosità, perché mi affronti solo adesso? Perché hai seguito sempre i miei consigli?-.
Quel tono compiaciuto era rivoltante. Per lui era tutto un gioco.
-Perché, nonostante tutto, avrei pensato alle stesse strategie. Inoltre mi serviva tempo per accumulare abbastanza potere da uccidere un fantasma.-.
Agitò il ventaglio, preparando il terzo attacco.
-Credi che non lo possa evitare?- Chiese Zeref, svanendo.
-Esattamente.- Hisui si voltò e lanciò l'incantesimo. Zeref riapparve addosso al muro, ferito all'addome.
-Eh sì, vedo anche dove ti trovi.-.
-Come hai fatto?- Arrancò dolorante.
-Come ti ho detto, mi serviva tempo. È da un anno che assumo concentrati di Ethernano, tutto per questo momento…-.
Hisui sentiva l'adrenalina pomparle nelle vene, e la magia traboccare con il sudore. Avrebbe impiegato anni a liberarsi della dipendenza.
-È finita, Zeref. Non puoi uscire da questa stanza, e i miei attacchi ti decimeranno.-.
-Vendicherò mio padre e tutti quelli che hai fatto soffrire!-.



Hargeon
Questa donna...”.
Questa donna...”.
Questa donna...”.
-U-Uh...-.
Era lì...”.
...quella sera...”.
...quando mi è successo quello...”.
-Urgh... gh...-.
La odio.”.
È malvagia.”.
Deve morire.”.
-Vi... prego...-.
Allora perché...”.
...perché...”.
...perché mi sento così???”.
Il corpo di Yukino si scosse, e lei sputò un altro fiotto di sangue. Era rimasta presa in mezzo dai tre attacchi, ed era ancora lì. Anche loro non si erano ancora mosse.
-Smet...tetela... non... dovete...-.
Yukino crollò in avanti, tra le braccia di Ginger. Ogni fibra del suo corpo le diceva di ucciderla.
Invece se la trovò stretta al petto con la faccia affondata nel suo fianco.
Alzò le mani, pausa, pensava di volerla colpire, invece la cinsero con dolcezza.
Non capiva più niente. Le altre due ragazze fissavano ipnotizzate la schiena insanguinata della giovane maga. Poi la loro immagine iniziò a vacillare, per un secondo pensò fosse una magia, ma poi delle strisce calde bruciarle le guance.
-Gin...ger...sa...ma...-.
-Yu...no... cosa ho...-.
Fu come se una scarica elettrica le avesse sovraccaricato il cervello, come un orgasmo, all'inizio, ma poi la sommerse una fiumana di nuovi ricordi. I suoi pensieri venivano scorrevano come sabbia in una clessidra.
Boccheggiò, perse la vista due volte, alla fine si inginocchiò a terra portando l'altra con sé.
Ricordava… Twilight Ogre, i Giochi della Magia, i draghi, tutto…
Tutto…
-
-
-
-Chi… ehi, ehi, cos’è successo?- Scosse il corpo che si era trovata addosso. Era una specie di ragazza, tutta insanguinata e priva di senso. Di sensi. La situazione era priva di senso.
Davanti a lei, altre due tipe strane. Una nana e una micia. Chissà perché a guardarle le fremevano le nocche. Ma dove cazzo era finita?
-Ehi, che cacchio ci faccio io qui-dechi? Perché questa era addosso a me?-.
-Kagura-nee, Kagura-nee, sei qui?- Si mise a strillare la gatta. Il gambero invece azzurro si era messa una mano sulla fronte e strizzava gli occhi.
-Ero alla gilda, non ricordo nulla… Gajeel… argh… che male… Yukino!-.
-Uh? La conosci? Ma chi sei-dechi?-.
La nana aveva preso “Yukino” tra le braccia.
-Non proprio, ma dobbiamo portarla via, sta perdendo molto sangue!-.
-Aspetta, rallenta, mi vuoi spiegare? Perché questa qui sembra un angelo e lei un gatto?-.
-Nya?- Quella smise di gridare sentendosi chiamata in causa: -Guarda che anche tu lo sei!-.
-Di che s… eek! Cos’è questa cosa???-.
-È la tua coda, è proprio carina...-.
Ginger diede uno strattone.
-Dechi???-.
-E poi, qui sopra...-.
Si tastò dove le faceva cenno, tra i capelli, e…
-Cos-ihh!-.
-AHH!!!- Senza alcun preavviso, la nana si era messa a urlare mettendosi anche lei le mani tra i capelli. Però non aveva delle orecchie extra, quindi perché diamine urlava?
-Le voci, non sentite queste voci???-.
Ecco, era impazzita. Forse era meglio allontanarsi…
-Mmm… shh...- La gatta aveva arricciato il naso con fare scocciato e poi si era messa a soffiare.
Per l’appunto.
Scrollò il capo, ora anche lei pareva sofferente.
-Unicorni… orsetti… folletti… che belli… eheheh...-.
-Nya… slurp… fa-fa-fame, dei bei topini per cena, chi ha dormito sul mio letto?-.
-Sentite… forse è meglio che mi occupi io di lei…- Abbassò lo sguardo per prendere Yukino in braccio, ma invece fece un salto all’indietro. La ragazza era... sveglia, più o meno, cioè, le tendeva una mano, ma era come diventata di ghiaccio: la sua pelle era color morte, i suoi occhi bianchi e le sue fauci spalancate in un crepito roco. Il crepitio diventò un gorgoglio, il suo corpo si incendiò e lei si alzò in volo come uno spettro dall'oltretomba. Guardando le altre due, anche loro erano diventate degli zombi infuocati dagli occhi vuoti, e il cielo, persino quello, persino quello stava bruciando!
-Non vi avvicinate! Io sono la regina del Ghiaccio e del Fuoco!!!- Qualunque cosa fossero, non si sarebbe tirata indietro dall'affrontarle. Ma, sbattute le palpebre, tutto era cambiato di nuovo, o meglio, tutto era tornato come prima: Yukino svenuta a terra e le altre due che deliravano.
Un-un'allucinazione-dechi? Aspetta, allora quello che stanno dicendo...”.
-Ohi, voi... tipe strambe, quello che vedete è fasullo-dechi!- Loro allora abbassarono le mani, ma il sollievo tornò paura quando le vide ritrasformate in mostri di ghiaccio. Serrò gli occhi per qualche secondo, e quando li riaprì l'inganno era svanito.
Abbassò il pugno, che non si era accorta di aver alzato. La prossima volta le avrebbe colpite?
-Ho fame...- Stavolta non sognava, la gatta la fissava con occhi… poco promettenti.
-Ne', signora sconosciuta, sembri proprio succulenta-nya! Ti dispiace se ti do un morsettino?-.
-Ascoltate, non ho idea di cosa diavolo stia succedendo, ma c'è qualcosa che non va nella nostra testa-dechi!-.
La gatta si morse le labbra, e annuì nervosamente: -Però... va bene... urr... ti vorrei saltare addosso... scusami ma è come se... miao?-.
La nana l'aveva presa alle spalle, lei se la scrollò di dosso e la guardò come a uno spuntino.
-Che bel peluche... fufufu...- Le stava accarezzando la guancia, e l’altra era troppo stupita per reagire.
-Posso... abbracciarti?-.
-Che?-.
!!!
-ALLONTANATI!-.
Le dita della ragazza si chiusero a vuoto, ma con una forza tale da fare rumore. La gatta doveva aver percepito il pericolo come lei.
-Come tenaglie di granchio... oh!- Si guardò intorno con aria confusa e spaventata.
-Dove sono quei… ma io ho...- La ragazza si coprì la bocca per l’orrore: -Io volevo… ho cercato di… no, no, no!-.
Ginger rabbrividì. No, era meglio dire che la attraversò un impulso. Voleva... voleva ucciderla, sì, ardentemente, e non perché si sentisse minacciata ma perché... senza motivo, voleva farlo e basta. Le si rivoltava lo stomaco al solo guardarla. Ed era una sensazione familiare. Non aveva alcun senso.
-Cosa ci sta succedendo-dechi? Ah, la testa!- Si piegò, altri flash le tranciavano la mente. Più avanti, oltre la gilda, era successo altro, qualcosa di terribile al mondo. Una-una guerra?! E i suoi compagni, il master, una battaglia, l'avevano presa e dei coltelli e…
E lei era…
Non è reale, non può essere reale! Sto impazzendo!”.
-Direi che è sufficiente.-.
Le si rizzarono i capelli in testa e anche la coda, percepiva che qualcuno era apparso alle sue spalle.
-M-Mest?-.
Ginger si girò e c'era un tipo, un bel fusto, con le mani annerite dal fuoco.
-Carino-.
-Perché sono qui? Cos'è accaduto a Yukino? Dove-dove sono tutti gli altri?-.
-Giudicate da sole.-.
Dopo, arrivò tutto il dopo, era in una vasca e poi era fuori e voleva, voleva fare delle cose e le aveva fatte, e poi c'era la troia dai capelli viola, la lupetta l'aveva salvata, l'Espada, la capitale, Minerva, ma quelle cose, quelle cose erano ancora lì, sempre lì, la testa scoppiava, basta basta BASTA!
Si ritrovò di nuovo in ginocchio, con la sinistra immagine dell'uomo che la sovrastava.
-Mest, cosa hai fatto?- Chiese Levy con voce tremante. Quel nome…
-Mi sono divertito a studiare le vostre reazioni. Tuttavia non siete più di alcun uso.-.
-Stai scherzando? Mest... argh!- Dei nuovi ricordi la sconvolsero, lo sapeva perché stava succedendo lo stesso anche a lei. Lampi incomprensibili, ma tutti violenti, e tutti con lei come… carnefice.
No, non posso… io non sono così!”.
-Interessante, il vostro carattere è regredito a quello dell’anteguerra. Forse è quello che inibisce il vostro recupero, oppure è il contrario. Non volete tornare quelle di poco fa?-.
-Stai... stai zitto-dechi!- Stavolta cavalcò l'intento e gli saltò addosso.
-Mmm, il carattere ha la meglio sul volere...- Commentò Mest, evitando con facilità i suoi stanchi attacchi.
Non era facile mantenere il controllo, visioni e ricordi le annebbiavano la vista. Ghiaccio, fuoco nero, sangue, fiamme, cadaveri martoriati, lei.
-Ti ucciderò!!!-.
-Come hai fatto con quei bambini?-.
/
Bam
bini?
/
-Già.- Mest incrociò le braccia: -Quanti anni potevano avere?-.
Le si era mozzato il fiato. Quel giorno, si ricordò di quel giorno, era appena stata Cambiata, era ancora confusa, l'avevano scatenata contro della gente, lei, lei non capiva, non sapeva cosa le stava capitando, non riconosceva nessuno, non era stata colpa sua!
Mio... kami...” Si piegò e vomitò l'anima. Mest troneggiava su di lei, indifferente, indelebile.
-I tuoi ricordi sono piuttosto spiacevoli. Desideri espiare con la morte?-.
-Io, io...-.
Morte?
Forse...
-No!!!-.
Ginger guardò la compagna. Piangeva? Da quando la conosceva, non ricordava nemmeno quando l’aveva conosciuta, ma non di certo l’aveva mai vista così: così disperata, così spaventata, così inorridita. Anche lei doveva aver ricordato le sue stesse cose, anche Levy era come lei.
-Sta cercando di confonderci! Manipola i nostri ricordi come ha fatto prima! Qualunque cosa pensi di aver fatto non è reale!-.
...Non lo è?”.
-Non mi serve inventare nulla. Tutte e tre avete fatto delle cose orribili.-.
-Delle cose orribili...-.
-Sono un mostro...-.
-No! È una bugia! Ragazze, non dovete credergli!-.
Millianna la guardò con tristezza.
-Perché no? Ha senso, è quello che siamo. Guarda le nostre mani, guarda Yukino. Noi siamo questo-nya.-.
-Noi non siamo questo!!!- Levy era in lacrime e paonazza: -Io vi conosco, siete le mie migliori amiche!!! Dannazione, dannazione, voi siete la mia famiglia!!! Qualunque cosa pensiate di aver fatto, so che siete migliori di così!!!-.
-Come lo sai... se non lo so nemmeno io...-.
-Ora ascoltatemi, io, io, merda, vi affiderei la mia vita, anche in questo momento!!! Io mi fido di voi più di chiunque altro, ora voi dovete fidarvi di me!!!-.
-...-.
-Senza alcun senso.- Mest sollevò la mano per darle il colpo di grazia.
-Se lo dici tu, allora...-.
Sollevò lei il pugno, mirando in mezzo alle sue gambe.
-ALLORA MI FIDO-DECHI!!!-.
CRONCH
-Kkkhhhh!-.
Gli si erano girati gli occhi dal dolore, e non poteva vedergli la bocca da sotto il colletto, ma doveva stare schiumando.
-Fufufu! Credevi che un colpo del genere potesse essere solo un calcio???-.
L'uomo arretrò reggendosi i gingilli. Tutta la sua spavalderia era andata in frantumi, come le sue noci.
-Sono ancora un po' confusa, ma...- Millianna le si affiancò, battendo i pugni l'uno sull'altro: -Credo di doverti ringraziare-nya.-.
-Come fate?- Rantolò Mest: -Dovreste essere corrose dalla colpa e dal dubbio!-.
-Ma tu... sei sicuro di essere stato un membro di Fairy Tail?-.
Al suo sguardo confuso, Ginger proseguì: -Perché una cosa così semplice dovrebbe essere la base dalle vostre parti.-.
Mest borbottò qualcosa con chiara irritazione, ma il colletto ovattava tutto.
-Non abbiamo capito.-.
Millianna lo attaccò con un graffio, lui sparì, ma Ginger sapeva che le avrebbe attaccate alle spalle, così si voltò menando un pugno. Mest si spostò in tempo, ma ormai leggeva i suoi attacchi.
Che le cancellasse pure i ricordi, il suo corpo e il suo istinto potevano bastare a sconfiggerlo. Era la sua smania di battaglia, lo avrebbe massacrato coi morsi se necessario.
Ad esempio, era ovvio che si sarebbe materializzato in mezzo a loro, dato che si davano le spalle a vicenda. Così ovvio che non l'avrebbe fatto, per non dare loro un'occasione. Quindi sarebbe andato da Levy.
-Solid Script: Fire!-.
Sogghignò, questa volta era rimasto ferito.
Bene bene, quale sarà la sua prossima mossa? Un altro drain memory? No, prenderà del tempo-dechi.”.
Infatti, lo vide riapparire e scomparire più e più volte, veloce come il click di un interruttore.
-Vuole disorientarci?-.
-“Non possiamo colpirlo perché è dovunque”.-.
Millianna rifletté per un secondo, poi schioccò le dita.
-E allora... colpiremo dovunque!-.
Si tirò indietro, posizionandosi di fianco a Levy e Yukino. Una barriera di rune le circondò, bene, sembrava abbastanza solida.
Ginger chiuse gli occhi e sospirò.
Io sono il demone...”.
Canalizzò il ghiaccio.
...e la regina...”.
Canalizzò il fuoco.
DEL GHIACCIO E DEL FUOCO-DECHI!”.
Tutto brillò come il sole. Le si sciolsero le interiora. La cosa più preoccupante era il senso di dejavu.
Riaprì gli occhi, in aria c'era ancora il riverbero del suo attacco. Eccolo lì Mest, stordito e accecato, e abbastanza vicino. Anche se non per lei.
-MEOW!!!- Una corda si insinuò attorno a lui, bloccandogli i polsi dietro la schiena e forzandolo ad alzare lo sguardo.
-Argh!-.
-Preso!- Raggiuntolo, Millianna lo bloccò dal lato destro; dopo qualche secondo, Levy lo prese da quello sinistro. Lei, invece, corse verso un'altra direzione, dove per terra vedeva scritto “Jump”.
Leggerci la mente, incasinarci i ricordi, teletrasportarsi: sono tutti incantesimi che richiedono concentrazione, anche solo per un attimo-dechi.”.
Mise il piede sopra la runa e si trovò catapultata in aria, con tale slancio quasi da perdere l’equilibrio.
Ma non avrà un attimo di tregua!”.
Intrecciò le dita sopra la testa e iniziò a scendere.
Ghiaccio e fuoco, ghiaccio e fuoco, ghiaccio e fuoco!!!”.
Un altro flash.
-Fermati onee-chan!!!-.
Trasalì, sentendosi le braccia diventare molli. Poi serrò i denti.
Non stavolta.
-KORRAAAAAA!!!-.
BOOM



Crocus
Rumore di passi. Tacchi, scarpe da donna. Cadenzati, non aveva fretta.
Arcadios si rimise in piedi. Dietro di lui, il portale dell'eclissi; davanti, la porta.
Principessa, non siete riuscita a fermarlo?”.
Sguainò la spada e si mise in guardia.
CLOMP CLOMP CLOMP
Avrebbe dovuto fermarla prima, sarebbe dovuto andare con lei. Anzi, fin dall'inizio, non avrebbe dovuto permettere che si sobbarcasse di un peso simile. Però lei era stata irremovibile.
Il portone si aprì cigolando.
Arcadios sbiancò.
P-Principessa?”.
Hisui E. Fiore, la Principessa del Regno, così come l'aveva lasciata: abito elegante, lunghi capelli verdi adornati da una tiara, portamento impeccabile. Ma c’era qualcosa di strano.
-Oh, ecco dov’eri.-.
-Tu...-.
-Puoi spostarti, per cortesia?-.
-Non muoverti!- Le intimò.
Hisui gli rivolse un sorriso asciutto, un connubio tra arroganza e divertimento.
-Cosa hai fatto alla Principessa, Zeref?-.
-Cosa le ho fatto?- Ripeté lui, inclinando un poco la testa: -Niente di permanente. Ma dovevo uscire in qualche modo.-.
-Devo riconoscerle- Prese a camminare, ma in circolo; lui la seguì con la lama cercando di non vedere Hisui, ma Zeref: -che aveva un buon piano. Sono sinceramente colpito. È solo trecento anni troppo giovane... beh, visto che ti ha mandato qui, duecentoottanta. In altre circostanze avrei potuto avere dei progetti per lei.-.
-Non ti lascerò farle del male!-.
-Quindi gliene farai tu?-.
Arcadios deglutì a vuoto. Zeref si fermò.
-Scommetto che ti ha ordinato di fermarmi ad ogni costo, anche a prezzo della sua vita. Ma non credo che lo farai.-.
Incrociò i suoi occhi, non verdi come quelli della Principessa, bensì rossi e con un anello nero attorno alle pupille.
-Ah, ma è per questo che sono qui i nostri cinque amici.-.
Arcadios si maledì: si era accorto di loro, non l’aveva distratto abbastanza.
I cinque membri dei Cavalieri Garou, Kama, Cosmos, Kamika, Uosuke e Neppa, si palesarono attorno a loro.
-Duecentocinquanta. Per rispetto all'intelligenza di Hisui, ve lo chiederò un'ultima volta: spostatevi, e godetevi gli ultimi giorni che vi restano.-.
-...no? Va bene.-.
Agitò il ventaglio che teneva in mano, nascondendo sibillinamente la parte inferiore del viso che aveva rubato.
-Incominciamo?-.



Malva
-!!!-.
Azuma inspirò a pieni polmoni. Riaprì gli occhi, vedendo solo il terreno. Era svenuto per qualche secondo, o almeno pensava fosse qualche secondo.
-Pfui!- Sputò un grumo di sangue nero, che si spiaccicò a terra come un mollusco.
Il suo potere... è pazzesco...”.
-Perché non ti-
Qualcosa di contundente si abbatté sulla sua nuca, schiacciandogli la faccia a terra.
-Off!-.
-arrendi?-.
Azuma risollevò a fatica lo sguardo: Lisanna teneva la gamba alta in spaccata, pronta a farla calare di nuovo. Lo guardava come un leone la sua preda.
-Io non-
Ancora una volta, la terra gli spaccò il naso. Mangiò letteralmente la polvere. Fu ancora più dura stavolta risollevare gli occhi, e solo per vedere la punta della sua scarpa avvicinarsi a gran velocità.
-Arrenditi, arrenditi, arrenditi!- Prese a prenderlo a calci, prima sul viso e poi allo stomaco.
-Non è che, mi diverta, a fare questo, non sono, sadica, ma tu, sei troppo, pericoloso.- Smise, o meglio, gli diede un po' di tregua. Per com’era messo poteva scorgere solo i suoi piedi.
-Non ti posso perdonare per quello che hai fatto a mia sorella, e per due volte le tue esplosioni hanno quasi coinvolto Flare. Quindi devo colpirti fino a farti perdere i sensi.-.
Si piegò sulle ginocchia, ancora non riusciva a guardarla in faccia, solo i suoi shorts divaricati.
-Se mai vorrai la rivincita, torna da me. Ma per ora mi servi morto.-.
Azuma ansimò ancora. Sentì un senso di leggerezza salirgli per la gola: era soddisfatto, e perciò sorrideva. Avrebbe dovuto rodergli l’essere stato sconfitto da una ragazzina che la volta prima era solo riuscita a piangere, invece era il contrario.
-Ammetto la mia sconfitta. Mi hai battuto con lealtà, e io ti ho a malapena scalfito. Mi sei superiore.-.
Lisanna non rispose per qualche secondo. Si rialzò, e parve incespicare sull'andarsene. Probabilmente esitava a dargli il colpo di grazia.
Per quanto volesse mostrare il contrario, non era avvezza a simili cose.
-Non posso lasciarti cosciente.-.
-Appunto. Sei stata troppo lenta, mi dispiace per te.-.
-Uh? URGH!!!-.
I piedi arretrarono bruscamente e delle gocce di sangue lo bagnarono. Non era riuscito a colpirla in profondità, ma non era nemmeno un danno superficiale. La spina sulla sua schiena si ritrasse, e dei viticci per rinsaldarono le ossa rotte e i muscoli strappati. Si rialzò.
Lisanna si teneva lo stomaco, grondante di sangue, così come le sue labbra.
-Già, giusto, non sei nuovo a questi trucchi.-.
-Per me l'unica cosa che conta è vincere, con ogni mezzo. Anche se immagino che il mio Cambiamento abbia ulteriormente corrotto la mia morale.-.
L’albina tossì sangue: -Ora ho proprio voglia di picchiarti...-.
-Mi dispiace, ma devo tagliarla corta.- Azuma alzò un braccio, generando una radice esplosiva. Lisanna si mise in guardia, ma un urlo alle sue spalle l'avvertì che non era stata lei il bersaglio.
-Flare!!!-.
Si voltò d’istinto, e lui ne approfittò per concentrare una massa esplosiva sulla terra sotto i suoi piedi. Il terreno si gonfiò rapidamente e brillò.
BOOM
Si alzò un polverone, Azuma sapeva di non averla uccisa, però era abbastanza sicuro di aver-
CRANCH
Una mano era saettata fuori e lo stava stritolando.
Che forza!”.
CRACK
Il suo capo si inclinò come un ramo spezzato; libero dalla morsa indietreggiò barcollando, la sua testa oscillava come un pendolo.
Mi ha rotto il collo, cazzo. Fa male.” Con non poca difficoltà, si afferrò il cranio e lo raddrizzò, sostituendo i legamenti con rami.
SWISH
Un'ombra lo coprì: Lisanna, in salto, si apprestava a sferrargli l’ennesimo calcio in pieno viso.
-Urr!!!-.
Non ebbe il tempo di cadere, quella già si era messa al suo fianco. Con la coda dell'occhio, notò che il suo aspetto era leggermente cambiato: i suoi capelli erano diventati grigi e le erano spuntate due orecchie canine nere, e le sue iridi erano diventate giallo elettrico.
Avvertì un taglio netto sotto la spalla, che per poco non gli tranciò il braccio; il tempo di ruotare lo sguardo che lei si era già spostata, e stavolta una pedata gli spezzò la tibia; si piegò, e infine qualcosa lo trafisse da dietro all'altezza del cuore.
-Tsch!-.
Abbassato lo sguardo, vide la mano artigliata e insanguinata della ragazza spuntare dal suo petto.
-Se è ferita...- Gli ringhiò all’orecchio: -Non ti perdonerò mai!-.
Dei brividi lo attraversarono. Non era solo la ferita, e nemmeno l'eccitazione. Era paura. Quella ragazza era terrificante.
Ha senza dubbio raggiunto il livello di Erza di 10 anni fa. Tuttavia...”.
Ruotò la testa a 180 gradi, trovandosi faccia a faccia con quella stupita della ragazza.
...sei dove ti volevo!”.
   
 
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