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Autore: Aky ivanov    22/01/2021    4 recensioni
Il monastero è esso stesso incarnazione dell’inverno.
Non un singolo angolo della struttura emana calore, neppure le camere multiple riservate per la notte.
Yuri lo sa.
Loro sono i bambini fantasma delle strade di Mosca, a nessuno importa realmente cosa facciano o come sopravvivono, nemmeno al monaco che ha aperto loro le porte.
Sono bambini come tanti altri.
Sostituibili.
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Boris, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Abbraccio ~

 

 

Il monastero è esso stesso incarnazione dell’inverno.

Non un singolo angolo della struttura emana calore, neppure le camere multiple riservate per la notte.
Yuri lo sa. Loro sono i bambini fantasma delle strade di Mosca, a nessuno importa realmente cosa facciano o come sopravvivono, nemmeno al monaco che ha aperto loro le porte.
Sono bambini come tanti altri.

Sostituibili.

Attraverso le fessure delle pietre il gelo esterno penetra irrigidendo l’aria, rendendo più accogliente l’immacolato e turbolento paesaggio oltre le finestre ove la tempesta di neve infuria e sbatte contro i vetri tremolanti della spoglia stanza.

Le quattro gelide mura in cui vive da ormai quattro mesi.

Il respiro diventa vapore davanti la sua bocca.
Yuri soffia di nuovo ma le mani restano intorpidite, il suo alito si disperde sotto alla coperta che non è in grado di trattenerlo, troppo leggera, troppo strappata per essere realmente utile.
Un pezzo di stoffa ricavato da una tenda dismessa, concessogli come “premio” per aver battuto il suo avversario ma rivelatasi inutile contro il rigido inverno moscovita.  

Ha freddo.

Un freddo insinuato fin nelle ossa, nei piedini ritratti sotto il tessuto alla ricerca di un modo per addormentarsi.
Abbandonarsi all’incoscienza è la via più facile.
Yuri ha capito che il freddo non arriva nei sogni dove può girare su sé stesso in mezzo alla tempesta di neve, senza preoccuparsi delle dita congelate.

Vuole dormire.

Le piccole gambe sono attirate al petto per non tremare.
Le guardie di ronda gli hanno detto di far silenzio.
L’ultima sentinella aveva sbattuto con rabbia la porta gettandolo giù dal letto, picchiandolo per il suo battere dei denti troppo rumoroso.

Lo stomaco fa ancora male.

Raggomitolato su sé stesso come una palla desidera il proprio mondo dei sogni.
L’orologio ticchetta ma il sonno non arriva, in compenso starnutisce.
Terrorizzato resta in ascolto pregando un dio che non conosce.
I passi rimbombano nel corridoio, si fermano davanti la sua porta e vanno avanti.

Sollievo.

Yuri sospira stringendosi la maglietta sul cuore sperando di non rendere udibili i battiti.
Lo spiffero gelido raggiunge la coltre di stoffa, si insinua e lo ghiaccia nella schiena facendogli disiderare disperatamente le immagini dell’inconscio. Vuole la sua luminosa landa innevata, la distesa in cui poter inseguire a piedi nudi lo splendido lupo dal manto bianco che da qualche notte ha iniziato a correre con lui.

Un magnifico lupo.

Non sa perché sogna quell’animale da cui si tiene costantemente alla larga nel bosco dietro il monastero, non sa perché è felice nello sfrecciare e rotolare con lui nella neve, non sa nemmeno come sia possibile che abbia due enormi ali fatte di ghiaccio.

Sa solo che vuole la sua compagnia.

Il lupo dei suoi sogni è umano, più degli stessi uomini del monastero.
Soffia fiocchetti di neve dal muso che si sciolgono a contatto con la sua pelle, gli lecca il volto quando va a trovarlo, lo fa salire in groppa dopo alcune reticenze innalzandosi in volo su paesaggi mozzafiato.
Yuri può rannicchiarsi contro di lui e sentirsi a casa, avvolto in un torpore accogliente che lo fa stare bene.

Calore.

Il corpicino smette di tremare e sussulta sul materasso scricchiolante.
Yuri si volta di scatto aggrovigliandosi nella coperta rendendosi una sottospecie di salame agli occhi di Boris sdraiatosi accanto a lui.
Il ragazzino più grande lo osserva con un risolino divertito aiutandolo a sciogliere la camicia di forza appena creata.

«Boris, se ti scoprono finirai nei guai!»

Il sussurro è infantile ma gli occhietti azzurri accigliati sottintendono il rimprovero che non viene ascoltato. Il bambino fa spallucce facendosi il più piccolo possibile nella parte di letto occupata, non tanto per evitare di cadere da un materasso fin troppo grande per i loro copri minuti, ma per rientrare al di sotto del tessuto che lascia scoperti i piedini nudi di entrambi.

«Due coperte sono meglio di una»

La fessura tra i denti fischia laddove l’incisivo è caduto e Yuri ricorda di averlo visto volare dall’altra parte della palestra dopo il pugno incassato al mattino. Sa che Boris sta mentendo, le due coperte addossate l’una sull’altra non cambieranno la percezione del freddo pungente alleggiante nella camera ma sospira sconfitto dichiarando la propria resa.

Gli occhi di Boris brillano vittoriosi alla fioca luce della luna e senza prima ottenere consenso afferra il neocapitano rannicchiandosi con lui al centro del materasso.
Le braccia cingono l’esile corpicino mentre la ispida chioma rossiccia sfrega sul cuscino solleticandogli il viso.
Yuri sbuffa sentendosi più simile ad un orsacchiotto che a una persona, le braccine più corte a malapena completano l’abbraccio strofinando gelide contro la schiena di Boris, fredde e scheletriche come i rami di un pupazzo di neve lasciato in mezzo alla tormenta.

«Diavolo quanto sei freddo Yu!»
«Che ci posso fare io?! Fa freddo!»

I sussurri concitati vengono soffocati dalle coperte.
Yuri storce il naso arrossato accoccolandosi contro il petto del migliore amico che contraddicendo le sue stesse lamentele lo stringe più forte. Boris lo trattiene lontano dalla parete ghiacciata a cui è addossato il suo letto, gli strofina la schiena e l’alito caldo gli scalda le spalle. Il malcontento per essere l’anello più debole cede il passo al sollievo degli arti che riconquistano vita. Ad occhi socchiusi può sentire il ronzio del vano caldaia dell’hotel in cui si sono abbracciati durante le ultime gelide notti in strada.

Il monastero è la loro nuova casa, l’unica regola vigente è l’essere più forte di tutti, ora devono lottare per un latro tipo di sopravvivenza.
Non deve esistere lo sciocco sentimento dell’amicizia, non deve essere mostrata debolezza.

Ma la notte tutto cambia, gli occhi di Vorkov non raggiungono le stanze.

Yuri può abbandonare senza timore la fredda corazza che il monaco pazzo gli sta forgiando intorno.
Può ignorare gran parte degli strani insegnamenti mentre ascolta il battito del cuore di Boris, facendo finta di non comprendere il perché del materasso cigolante e ulteriormente appesantito o il motivo della presenza di altre due paia di braccia che si uniscono a loro su quella brandina diventata improvvisamente troppo stretta.

Yuri solleva ed abbassa le palpebre sempre più pesantemente beandosi del calore ricreato sotto lo strato di coperte raddoppiato. Le dita si serrano saldamente attorno alla maglietta di Boris per non farlo allontanare, il visino si insinua nell’incavo della spalla e può sentire il braccio spostarsi e diventare il suo nuovo cuscino. Sergej ha rubato quello vero incassandolo tra Ivan e il muro e a Yuri infondo non importa, preferisce la presa leggera sui fianchi e il peso addossato sulla sua schiena del più piccolo della squadra al pensiero di vederlo congelare.    

«Buonanotte Yu»

Il sussurro di Boris soffia fra i capelli cremisi quando gli altri due sono già crollati.

«Buonanotte Bo»

Non importa il luogo, il tempo o la strana compagnia.
Le braccia al mattino saranno intorpidite per la posizione in cui sono bloccate, qualcuno di loro si ritroverà con un ginocchio piantato nella schiena o una gamba sullo stomaco ma nulla di tutti quei possibili scenari potrebbe eliminare la vera bellezza di quell’abbraccio caotico.

Il calore di sentirsi parte di quella nuova e particolare famiglia.

Il vento inquieto continua ad ululare nella desolata periferia.
I vetri stridono sul telaio sotto la pressione esterna.
Le temperature interne non sono cambiate.

 

Yuri però sorride, ha smesso totalmente di tremare.

_._._

 

Note

Cosa ho scritto?
Non lo so, in televisione hanno detto che il 21 gennaio è la giornata degli abbracci ed io volevo scriverci qualcosa. Non so esattamente nemmeno in che categoria far rientrare la fanfiction, perciò prendetela per quello che è: un esperimento.

Sì, lo so, l’ho pubblicata in ritardo ma sono le due di notte, in qualche parte del mondo sarà ancora il 21 Gennaio >.>

Un abbraccio virtuale a tutti voi (almeno questo possiamo concedercelo)
Aky

 

   
 
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