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Autore: TittiGranger    25/08/2009    11 recensioni
Sequel di "Eri con me". - Hermione? - Sì? Lei lo guardò con aria interrogativa: Ron sembrava troppo pensieroso a quel punto. - No, no. Niente - le rispose, scuotendo la testa. Hermione sospirò, tornando a guardare sconsolata, la marea di carte che la circondavano. Ron se ne accorse e con uno scatto repentino, balzò giù dal letto, per andarle vicino.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era un pomeriggio non troppo caldo di inizio luglio

Era un pomeriggio non troppo caldo di inizio luglio.

Ron era nella sua stanza, sdraiato sul letto, intento a fissare il soffitto.

Ai piedi del letto, Hermione armeggiava con una serie di scartoffie. Fogli e cartine erano sparsi sul pavimento intorno a lei, e uno ad uno li passava pazientemente in rassegna.

Erano tutti i documenti che era riuscita a procurarsi riguardo la nuova vita dei suoi genitori.

 

Era giunto il momento di andarli a riprendere.

Per questo motivo stava cercando di prepararsi il meglio possibile. Cercando di capirci qualcosa.

Sarebbe partita nel giro di un paio di giorni.

E Ron l’avrebbe accompagnata.

 

Hermione aveva provato a protestare, dicendogli che la sua famiglia aveva bisogno di lui in quel momento, ma le sue proteste erano state assolutamente vane.

- Anche tu hai bisogno di me, adesso - le aveva detto con un tono che non ammetteva repliche, assolutamente non da Ron - E seppure non ne hai bisogno, scordati che ti lascio andare in Australia da sola.

 

Avevano continuato a parlarne ancora un po’, e alla fine lei aveva ceduto.

Per una volta, Ron era stato davvero irremovibile. Non che le dispiacesse, anzi.

Sapere che Ron ci sarebbe stato, placava il panico che cresceva in lei ogni volta che pensava al viaggio.

E alla possibilità di non riuscire a trovare i suoi.

 

Hermione posò a terra la cartina di Sidney, sbuffando. Con tutte quelle stradine non ci stava capendo più nulla.

Per di più, a forza di stare a gambe incrociate, le si stavano addormentando.

Si voltò verso Ron, che stava ancora fissando il soffitto, pensieroso.

Sembrava alquanto preso dai suoi pensieri.

Ad un certo punto, con uno scatto improvviso, lui si alzò a sedere sul letto.

 

- Hermione?

- Sì?

Lei lo guardò con aria interrogativa: Ron sembrava troppo pensieroso a quel punto.

- No, no. Niente - le rispose, scuotendo la testa.

Hermione sospirò, tornando a guardare sconsolata, la marea di carte che la circondavano.

Ron se ne accorse e con uno scatto repentino, balzò giù dal letto, per andarle vicino.

 

- Hermione, abbiamo letto e riletto queste carte un migliaio di volte - le disse, cingendole le spalle con un braccio - Sappiamo quello che ci serve.

- Oh… sì, lo so… stavo cercando di memorizzare qualche strada. Magari può servire.

Ron colse tutta la preoccupazione che la travolgeva. La strinse più forte.

- Li troviamo, piccola, te lo prometto.

 

Quelle parole, ma soprattutto la sicurezza con cui Ron le disse, la rincuorarono un po’.

Inclinò indietro la testa per poterlo guardare. Gli passò una mano tra i capelli scompigliati, che, naturalmente, si scompigliarono ancora di più.

Lui afferrò la mano con cui Hermione lo stava accarezzando e le baciò più volte le dita.

- Devi stare tranquilla - le sussurrò vicino l’orecchio.

- Lo sono - fu la risposta di Hermione, mentre con un movimento impercettibile, andava a colmare la poca distanza che si era intromessa tra loro due…

 

*

 

- Sarà meglio che vada a vedere se tua madre ha bisogno di qualcosa. E’ quasi ora di cena - Hermione si mise a sedere sul letto, risistemandosi i capelli, perché la coda si era leggermente scomposta.

Ron la osservava, da dietro, accarezzandole la schiena con un dito.

- Devi proprio? - le chiese.

Hermione si voltò a guardarlo, stando bene attenta a non cedere alla sua espressione di cucciolo bisognoso d’affetto - Sì, Ron. Devo.

 

E prima che lui potesse fare qualsiasi cosa per trattenerla ulteriormente, lei si chinò per stampargli un veloce bacio sulle labbra, e si diresse verso la porta.

Sul pianerottolo non c’era nessuno, segno che anche Harry e Ginny  erano già scesi.

Hermione si stava quasi richiudendo la porta della stanza di Ron alle spalle, quando questa si spalancò di nuovo.

 

- Oddio, Ron! Mi hai spaventata!

Lui le sorrise, imbarazzato - Già… scusa. E’ che… volevo chiederti una cosa.

Hermione fu colpita da un misto di paura e curiosità. Aveva notato che Ron era stato pensieroso tutto il tempo, segno che stava macchinando qualcosa.

- Dimmi - riuscì a dire lei, con una scrollata di spalle.

 

Lui prese fiato, arrossendo - Bè… mi domandavo… insomma… noi cosa siamo?

Hermione lo fissò un momento senza capire - Scusa?

Ron si passò una mano nei capelli già scompigliati, cercando di spiegarsi meglio.

- Sì, io e te… adesso… noi, insomma… cosa siamo adesso?

Hermione dovette trattenne una risata quando capì il vero senso della domanda.

- Già - disse tentando di rimanere seria - Non ci avevo ancora mai pensato.

 

- No, perché… conoscendo i miei, soprattutto mia madre… - continuò Ron, mentre le orecchie diventavano di una graziosa tonalità porpora - … presto inizieranno a fare domande.

- Oh, capisco. Hai ragione - disse Hermione, annuendo seria. In realtà, pensava che nessuno avrebbe fatto domande, Molly meno fra tutti. Perché ciò che lei e Ron erano appariva chiaro a tutti. Cristallino, proprio. Insomma, non era certo difficile leggere certi segnali - Tu cosa pensi che dovremmo rispondergli?

- Ah… ecco… - Ron faticava a trovare le parole - Potremmo dire che noi… che io e te… ecco… che tu sei… sei la mia… insomma, la mia…

- Sì.

 

Di fronte all’espressione di Ron, Hermione stavolta non riuscì a trattenersi dal sorridere.

- Oh, bene. Perfetto - disse lui, sollevato. Poi, un pensiero sembrò attraversargli la mente - E cosa, esattamente?

Lei alzò le spalle e gli circondò il collo con le braccia - Tua. Qualunque cosa vuoi che io sia.

Ron le sorrise, stringendola per i fianchi - Mia - ripeté arrossendo.

-Tua - confermò Hermione, sorridendo.

 

- Vuoi dire che anche questi begli occhi sono miei? - disse lui, passandole un dito sulle palpebre.

- Sì.

- E questo nasetto così carino? - continuò lui, baciandole il naso.

- Anche.

- E questa bocca così… sexy? - arrossirono entrambi, mentre lui le baciava delicatamente le labbra.

- Che scemo - bisbigliò lei, ridacchiando.

- Non mi hai risposto - le ricordò lui.

- Sì… tua anche quella.

 

Ron prese ad accarezzarle il collo, delicatamente. Hermione rabbrividì.

Ben presto sostituì le labbra alle dita. Era la prima volta che si spingeva a tanto.

- Anche questo è mio? - disse posandole un bacio dietro l’orecchio.

- S-sì… - fu la risposta distratta di Hermione.

 

Ron sorrise, mentre continuava l’”opera” che aveva iniziato, soddisfatto dell’effetto che sembrava sortire su di lei.

- Quindi… anche i libri di Trasfigurazione Avanzata sono miei? - le chiese, tanto per verificare il suo livello di distrazione.

- Quelli te li scordi, Ronald.

 

Appunto. Come non detto.

Era ancora abbastanza lucida; d’altra parte, non sarebbe stato da Hermione non esserlo.

Ron annuì, spingendola di nuovo verso la sua stanza - Posso accontentarmi di tutto il resto…

 

A quanto sembrava, quella sera non sarebbe stata Hermione ad aiutare Molly ad apparecchiare la tavola…

 

 

 

Rieccomi!!!

In primis ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia fic precedente, “ERI CON ME”; siete stati gentilissimi e mi fa davvero piacere che vi sia piaciuta!

 

Naturalmente, spero che questa non vi abbia deluso. Pensando a Ron, mi sembrava un momento carino da raccontar!e.

Come sempre, se avete voglia di leggere qualcosa in particolare, sarò felice di accontentarvi!

 

Alla prossima! xoxo

 

 

 

   
 
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