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Autore: Lunasyriana    23/01/2021    4 recensioni
Ciao a tutti! Una piccola one shot molto romantica.
L'idea nasce da un regalo che mio marito non riuscì a nascondere troppo bene. Eravamo appena fidanzati e conviventi. Negli anni è nettamente migliorato... chiede agli amici! Siccome poi è negato a comprare online (già beccato diverse volte, non cancella la cronologia come, invece, faccio io!!!) chiede anche quello. Per fortuna abbiamo un caro amico che copre le nostre pazzie!
La storia parla già dal titolo. Ryo sarà costretto a sbottonarsi un pò e Kaori... beh a rinunciare alle pulizie di primavera! ;-P
Buona lettura
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Era una tiepida giornata di fine inverno. La primavera era alle porte. Gli alberi cominciavano a rifiorire in gemme cullate dal vento.

Nel solito appartamento, nel solito palazzo dai mattoni rossi, una donna con un diavolo per capello stava inveendo a gran voce contro il suo socio, nonché coinquilino.

“Come al solito quello scansafatiche di Ryo è uscito!! Adesso devo spostare da sola questi scatoloni!! Uffa!! Quando rientra un bel kompeito non glielo leva nessuno!!”

E con quanti scatoloni possibili la giovane e iraconda ragazza dai capelli rossi saliva faticosamente le scale in direzione della stanza del nostro Ryuccio.

Con un pesante sospiro lasciò cadere il fardello davanti ad un armadio. Aprì le ante, un moto di sgomento davanti al disordine (e meno male che cercava di tenerlo ordinato!), le mani sui fianchi e lo sguardo rassegnato.

“Vediamo se riesco a prendere le scatole in alto senza la scala. Non ho proprio voglia di rifare le scale” disse sbuffando e cercò di allungarsi per tutta la sua altezza. Ovviamente mancavano sempre quei pochi centimetri che al suo socio naturalmente non mancavano. Ce l’aveva quasi fatta. Ancora un poco. Niente! Cominciò ad arrampicarsi e ovviamente accadde il prevedibile. Risuonò per tutto l'appartamento un PATAPUM di scatole e sedere a terra.

“Ahi! Che male!” disse la ragazza e mentre cercava di rialzarsi in mezzo alle scatole che l’avevano sommersa si massaggiava dolorosamente le natiche.

“Stavolta mi verrà sicuramente un livido. Ahi, ahi”

Si appoggiò al letto cercando di ricacciare il dolore e con sguardo ancora più desolante osservava il disordine che adesso imperava nella stanza. 

Sbuffando cercò di rialzare qualche scatola ed è lì che ad un certo punto le cadde l'occhio su un piccolo cofanetto.

Curiosa lo presa da terra e lo rigirò tra le mani.

“Chissà cosa c’è dentro? Non dovrei aprirlo sono cose di Ryo. Però… aaahhhh lo apro e basta. Tanto se lo rimetto nell’armadio non se ne accorge”

Con mano tremante aprì la scatolina e con suo sommo stupore il suo contenuto rivelò un bellissimo anello. Doveva essere oro bianco, aveva una montatura composta da tre pietre, forse diamanti che al riflesso della luce donavano effetti caldi di rosso. Mentre lo rigirava tra le mani notò una scritta. La lesse e una miriade di emozioni invase la sua mente.

In primis ci fu la rabbia. Poi lo stupore, poi la frustrazione, poi neanche lei più sapeva cosa. L’unica certezza era quella di tempestare Ryo di domande e ottenere risposte. Non si sarebbe accontentata dei mezzi silenzi così tipici del suo socio.

Così con tutte queste emozioni rimise a posto l’armadio e aspettò in silenzio in salotto il rientro dello sweeper e maniaco numero 1 del Giappone. 

La quiete prima della tempesta.

 

Verso ora di pranzo Ryo rientrò a casa, inconsapevole dell’uragano che stava per abbattersi su di lui.

“Ciao Kaori. Sono a casa” disse entrando. 

Il silenzio che lo accolse lo lasciò basito. Avvertiva la tensione e la presenza della sua socia. Si cominciava a chiedere che cosa avesse fatto per far arrabbiare la donna. E in quel momento il fulmine della consapevolezza attraversò il suo cervello.

Si affacciò in salotto, già pronto a chiedere scusa e lì la vide. Kaori era seduta con le braccia conserte, lo sguardo iracondo e una piccola scatola davanti a lei sul tavolo.

Ryo deglutì davanti all’espressione tempestosa della socia. Deglutì una seconda volta quando vide la scatolina.

Oh merda!” pensò

“Kaori dove hai preso quella scatola?” chiese con voce tremante

“Mi è caduta addosso insieme alle scatole dentro al tuo armadio” rispose secca lei

“Beh non dovevi ficcare il naso nella mia stanza”

“Che cosa?! - tuonò lei - se ti fossi ricordato che dovevi aiutarmi, io mi sarei volentieri risparmiata la caduta e l’amara scoperta di questo anello!!”

“Sei caduta?”  cercò di avvicinarsi e di cambiare discorso

“Si. E se lo vuoi sapere mi sono fatta parecchio male!”  rispose Kaori acidamente

“Fammi vedere”  e si mise dietro di lei per poter vedere

“No! Non distrarmi e cercare di cambiare discorso” si infuriò ancora di più la rossa

“Uff “ disse lui e si allontanò dalla furia della sua socia

“Voglio risposte!!!”

Ryo la guardò. Incapace di una risposta, anzi si perse momentaneamente nei ricordi. Prese la scatolina con l’anello e prese la via della porta.

“RYO! Dove pensi di andare?! Parlami” -

Nessuna risposta

“Se esci da quella porta me ne vado e questa volta non scherzo!” gli urlò dietro la socia.

Ryo si fermò per un istante sulla soglia, sorrise e poi si richiuse la porta alle spalle. 

“Scusa Sugar,  non sono ancora pronto”  pensò mentre si dirigeva verso il poligono.

“Stupido! Stupido!”  urlava intanto Kaori e le lacrime cominciavano a solcare le sue gote.

“No! Questa volta è troppo!” si disse e si alzò violentemente, buttando a terra la sedia.

Corse verso la sua stanza, prese un borsone dall’armadio, mise qualche vestito al suo interno e ridiscese al piano terra. Lasciò un biglietto sul tavolo della cucina, afferrò giacca e chiavi e lasciò la palazzina. Dopo poco era entrata al Cat’s Eye.

Nel frattempo Ryo si sfogava al poligono. Colpo dopo colpo. Un pensiero fisso… Kaori. 

Certo che era stato proprio sfortunato. A complicare la loro situazione ci voleva anche il ritrovamento di quell’anello. Ritornava al giorno in cui lo aveva comprato. Un sorriso comparve sul suo viso concentrato. Eppure, nonostante la consapevolezza del suo significato, Ryo aveva ancora dubbi e paure. Per essere lo sweeper numero uno del Giappone, nonché terrore indiscusso di Shinjuku era quasi un paradosso.

Finita l’interminabile serie di one hole shot, Ryo decise di risalire in casa con la speranza che a Kaori fosse un pò passata. Tuttavia quando entrò nell'appartamento si accorse che la socia non c’era. Possibile che avesse messo in atto la sua minaccia? Si recò verso la cucina e lì trovò il biglietto: Sono andata da Miki. Se vorrai rispondere alle mie domande ti aspetto lì. Domani lascerò la città. Sono stufa di questa situazione. Non voglio più aspettare che tu ti decida. Kaori

Si sedette pesantemente sulla sedia. Sbuffò. Questa volta aveva tirato troppo la corda e si era spezzata. Quel maledetto anello. Perchè non lo aveva rimesso nella cassaforte del poligono? Perchè tutte le notti dopo aver dato la buonanotte alla sua dolce socia, passava a rimirare quel gioiello e a chiedersi se avrebbe mai avuto il coraggio di donarlo alla sola donna che avesse mai amato.

Era pomeriggio inoltrato quando la porta del Cat’s Eye risuonò alla sua apertura. Annunciava l’arrivo di un cliente. Era Ryo. Si avvicinò a Kaori.

“Kaori, andiamo a casa”  il suo tono risultò più duro di quello che avrebbe voluto.

La donna lo vide, inarcò un sopracciglio e rispose 

“Vuoi parlare?” 

“Per favore andiamo a casa”  rimarcò lui

“Perchè hai comprato quell’anello”  chiese in tono asciutto

“Kaori non sono pronto a risponderti” 

“Allora puoi tornare da dove sei venuto”  e si girò a fissare la tazza di caffè davanti a sè.

Miki e Umibozu assistevano a quel duello di nervi. Più che altro si chiedevano a quale anello si riferisse Kaori. Lei non aveva confidato questo particolare all’amica.

“Kaori non insistere. Andiamo a casa” 

“No”

“Kaori non farmi arrabbiare” 

“No” 

Kaori si era alzata dalla sedia e si avvicinava iraconda verso il suo socio. Anche Ryo preso dall’impeto della discussione si era avvicinato a Kaori.

Continuavano a urlare e a rinfacciarsi i detti e i non detti finchè cominciarono gli insulti.

“Sei un pervertito, un maniaco, uno scansafatiche, non so come ho fatto a rimanere al tuo fianco per tutti questi anni” 

“Ah si?! Tu sei una virago, un mezzo uomo, non riesci neanche a farmelo venire duro talmente sei poco attraente” 

“Sei … sei…. Un vigliacco!! È colpa tua se Hideyuki è morto!” 

Parole non furono più infelici. 

Lui la guardò come mai aveva fatto prima e inaspettatamente fece una cosa inaudita per lui.

SCIAFF

Kaori aveva una mano sulla guancia. Lo guardava allibito. In realtà anche Miki e Umibozu. Anzi la donna stava per tirare fuori un’arma e sparare all’amico, ma la possente mano del marito sulla spalla le fece capire di desistere nel suo intento.

 

Lei ripresasi dallo stupore lo guardò con tanto di quell’odio da incenerirlo con lo sguardo. E senza preavviso rispose alla schiaffo con un altro manrovescio.

“Io ti odio Ryo Saeba!!!”  gli sputò addosso dalla rabbia.

Ryo non si mosse di un millimetro, lo sguardo nero e impassibile.

Adesso erano tutti e due uno di fronte all’altro, le guance arrossate dai rispettivi schiaffi. I respiri ansanti che si mischiavano. Era stato uno scontro titanico, senza vinti né vincitori.

Continuavano a guardarsi in cagnesco. Nessuno dei due intenzionato ad abbassare per primo lo sguardo. Chi l’avesse fatto avrebbe perso. Cosa? In quel momento poteva essere tutto e niente.

Poi avvenne l’inaspettato, o almeno per chi stava assistendo a quello scontro tra titani.

Si afferrarono quasi simultaneamente il volto e si attirarono l’un l’altro per fondersi in un bacio rabbioso e impetuoso. Lentamente e quasi inesorabilmente quel sentimento di rabbia si tramutò in qualcosa di più dolce e alla fine divenne un bacio carico di amore e sentimento. Le loro lingue si erano unite e danzavano insieme, le loro labbra insaziabili del sapore l’uno dell'altro. 

Ad un certo punto, il tutto sotto gli occhi sbalorditi di Miki e il sogghigno di Falcon, Kaori si staccò un poco.

“Mi dispiace”  gli disse mentre tornava a baciarlo

“Anche a me” gli fece eco continuando a saziarsi di lei

“Non è vero che ti odio” 

“Lo so” 

“Ryo... io…” 

“Si” 

Poi uno sguardo, un cenno, un sorriso e via mano nella mano che correvano fuori dal locale. Ovviamente i loro amici erano rimasti letteralmente senza parole. Ma che diamine era successo? Certo che chi li capiva era bravo.

I due sweeper intanto con passo veloce si dirigevano verso casa. Ogni tanto si fermavano e si baciavano così alla luce del sole incuranti dei passanti e del mondo circostante. 

In quel momento per Kaori esisteva solo Ryo e viceversa. Non erano più City Hunter e tutto quello che quel nome evoca.

Giunsero finalmente a casa. Neanche il tempo di chiudersi la porta alle spalle che erano uno avvinghiato all’altro. Anni di sentimenti repressi esplosero come fuochi d’artificio.

Arrivarono nella stanza di Ryo. Lui, ritrovando un pò di lucidità, depose delicatamente Kaori sul letto. Si baciavano, si accarezzavano, si inebriavano uno dell’altro. 

Kaori percorse con le dita la schiena del suo partner, memorizzando le cicatrici nascoste dai suoi muscoli definiti e possenti. 

Ryo registrava tutti i gemiti di piacere che con i suoi tocchi provocava nella sua donna. Era tutto perfetto. Lui leggeva il desiderio negli occhi di lei e viceversa. 

Lei, finalmente, vedeva in quelle pozze nere tutto l’amore destinatole. 

Lui vedeva la stessa cosa negli occhi nocciola che lo avevano stregato da anni. 

E così con tutta la passione e l’amore di cui erano in possesso si amarono. Le loro anime si unirono in una sola. I battiti dei loro cuori risuonavano all’unisono. I loro corpi fusi in uno.

Passarono tutta la notte stretti nella danza più antica del mondo. Le parole erano superflue. Si parlavano con gli occhi. I sospiri e i gemiti risuonavano tra quelle pareti familiari.

L’alba li accolse con i suoi raggi abbracciati l’uno all’altro. I respiri regolari. 

La passione... una sfumatura di quell’angolo di paradiso.

I due amanti erano felici e appagati, tuttavia ancora una domanda aleggiava nell’aria: l’anello.

Quasi a leggersi nella mente, Ryo allungò una mano verso il comodino e prese il cofanetto blu. Si voltò verso la donna che amava. Un sorriso illuminava il suo volto.

“Sai… mi sono chiesto per molto tempo che cosa mi avevo portato a comprarlo”  cominciò a raccontare lo sweeper. 

Kaori catturata dal suo sguardo prestò attenzione alle parole dell’uomo.

“Mi ricordo che stavo guardando il riflesso di una donna sulla vetrina di un negozio e quando mi ero deciso a propormi beh… un luccichio attirò la mia attenzione” sorrise al ricordo e Kaori si chiese se era al pensiero del ricordo in sé o della bella donna. 

Ryo vedendo il sopracciglio alzato della donna si affrettò a giustificarsi. 

“Tranquilla Sugar, non mi ricordo nemmeno che faccia avesse quella...”  

“Lo spero per te” rispose lei facendo apparire un bel martello al suo fianco

“Come dicevo - riprese Ryo deglutendo a vuoto alla vista dell’arma diabolica - un luccichio mi attirò e misi a fuoco la cosa. Ero davanti ad una gioielleria e davanti a me stava risplendendo questo anello. E … beh…” Ryo cominciava a balbettare e arrossire 

“E?!” - lo incalzò Kaori

“E…. ecco mi è apparso il tuo sorriso, i tuoi occhi nocciola, il tuo viso… insomma ti ho visto di fronte a me. Inizialmente pensavo che fosse il tuo riflesso, infatti mi sono voltato a cercarti. Quando ho capito che era una visione, boh, non lo so sono entrato e l’ho comprato. Il gioielliere inizialmente cercò di vendermi un altro anello. Quando gli dissi che mi ricordava una donna speciale sai cosa mi rispose?! Che quella donna era davvero fortunata. Non gli capitava tutti i giorni di trovare uomini innamorati che trovavano l’anello giusto per la donna giusta. All’inizio ero talmente scioccato dalla sua insinuazione che neanche mi accorsi di avergli dettato la dedica.”

Kaori era commossa dal racconto di Ryo. Mai si sarebbe aspettata un tale epilogo. Si sentì amata ancora di più. Si allungò a baciare l’uomo. 

“Ti amo”  gli disse.

Lui la guardò fisso negli occhi. Si persero in quello sguardo per diversi minuti finchè lui non infilò l’anello al dito della donna e ricoprendola con il suo corpo le sussurrò all’orecchio.

“Ti amo anch’io mia dolce Kaori” 

E mentre i due amanti riprendevano la loro danza d’amore, la luce di un nuovo giorno li accoglieva con il suo calore.

Ma cosa c’era scritto su quell’anello da aver innescato tutto quel putiferio?!

C’era scritta la frase più bella del mondo agli occhi di una donna innamorata…

A KAORI CON TUTTO IL MIO AMORE - RYO - 26 MARZO 198X

   
 
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