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Autore: SellyLuna    24/01/2021    1 recensioni
Lo sa, Cersei, quella è la fine. A testa alta, combatterà fino all’ultimo respiro, perché così le ha insegnato suo padre, così come le impone il nome che porta. Fiera come una leonessa.
[Cersei centric]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Quando arriverà la morte, avrà i tuoi occhi

 

 

 

 

Li sente marciare imperterriti, portando morte. Ne percepisce già l’odore acre e pungente invaderle le narici. Ode il trambusto che fa tremare la terra di un esercito che carica, sovrastato dall’inconfondibile ruggito dei draghi, creature mitiche considerate estinte da anni.

Non avrebbe mai pensato di vederne un esemplare vivo in tutta la sua vita e ora addirittura tre di essi planano decisi, puntando ad Approdo del Re, pronti a seminare fuoco e fiamme.

Non avevano mai stuzzicato la sua curiosità – da quello che aveva sentito è sempre stato quel nano di suo fratello a essere attratto dal loro alone di magia e mistero – per lei andava bene che fossero morti e sepolti, dimenticati; un problema in meno di cui preoccuparsi.

Nonostante le dicerie che le sono giunte alle orecchie, Cersei non riesce a credere ai propri occhi.

Li vede, dalle finestre del palazzo, tre ombre scure aleggiare minacciose all’orizzonte.

La giovane e esotica Targaryen, infine, li ha portati per davvero a Westeros.

Non può non constatare che in groppa a quell’enorme bestione nero come la pece, Daenerys appaia regale, oltre a incutere il giusto timore. E Cersei si chiede se il popolo acclami gioioso il ritorno della regina dimenticata.

In un angolo della mente risuona la voce rugosa della vecchia megera: sarai regina, fino a quando non verrà un’altra regina, più giovane e più bella di te, a distruggerti e a portarti via ciò che avrai di più caro.

Lo sa, Cersei, quella è la fine. A testa alta, combatterà fino all’ultimo respiro, perché così le ha insegnato suo padre, così come le impone il nome che porta. Fiera come una leonessa.

Forse ha sottostimato le capacità e le motivazioni di quello scherzo della natura che si ritrova come fratello, considera. E ora Tyrion a cavallo di un drago si trova all’esterno delle mura della città con un esercito di selvaggi, che appoggiano la conclamata rivendicazione della madre dei draghi.

Ha sempre temuto l’arrivo di questo giorno, ma non ha mai pensato sarebbe arrivato così presto. Forse, in fondo in fondo, ha sempre mantenuta accesa una piccola speranza di potergli sfuggire.

Si guarda intorno per l’ultima volta, come per memorizzare quel luogo che per molti anni è stata la sua casa – ma si è mai sentita davvero protetta? – i suoi occhi si posano sul lusso sfrenato dei mobili, della tappezzeria che da sempre l’ha accompagnata, che ha sempre ricercato e adorato, mentre fuori il rombo della fine si fa sempre più assordante.

Oro e rosso la circondano, la avvolgono, quasi la soffocano.

Un rumore di passi decisi squarcia per un’istante soltanto la tensione di quel momento, sospendendolo nel tempo.

A fiato sospeso, lentamente si volta e i suoi occhi verdi si rispecchiano in un paio gemelli, conosciuti e molto amati.

«Jaime…» sussurra, sorpresa.

Per un momento, crede a un finale diverso per lei. Per loro.

Jaime è tornato. Per me, questo è quello che si dice per convincersi.

«Cersei, mia adorata sorella!» la saluta lo sterminatore di re.

Il suo tono è lievemente velenoso a discapito delle sue dolci parole.

Cersei lo guarda, stupefatta. Non capisce. Perché sei qui?, vorrebbe domandargli, ma non le esce la voce. E, forse, nel suo cuore conosce la risposta.

«Non sei felice di vedermi?» le chiede, sprezzante, lui avvicinandosi. Di riflesso, lei fa un passo indietro.

È confusa, qualcosa non torna.

«Che ci fai qui?» gli chiede imperiosa. È pur sempre la sua Regina, dopotutto.

«Ma come! Credevo attendessi con trepidazione il mio ritorno. È questo il tuo bentornato?» commenta, arrogante, il cavaliere.

È inutile negare che sì, Cersei ha sperato fino all’ultimo che il suo amato fratello tornasse da lei, ma oggi guardandolo negli occhi sa che non significa quello che si era immaginata, quello che si attendeva da lui. Perché Jaime torna sempre da lei, no?

Invece questa volta è diverso. L’ha perso per sempre, Cersei lo comprende alfine. Ed è sicura che la colpa è tutta di quella specie di donna che gioca a fare il guerriero.

«Ti sei forse stufato di fare il cagnolino di quella racchia di Tarth?» sputa, con veleno, la regina.

Per un breve istante, negli occhi di Jaime scorge fastidio, ma Cersei non sa dire se per l’allusione della sua subordinazione a una donna o per l’epiteto che ha utilizzato per Brienne di Tarth.  

Non sa nemmeno se sentirsi soddisfatta per averlo ferito o rammaricarsene, perché sa che il gemello non è più dalla sua parte, come se fosse svanito tutto quello che c’è stato fra loro, come se per lui non ha contato nulla.

Ed è questo, quello che più la ferisce.

I volti dei loro figli le passano davanti agli occhi, ma trattiene le lacrime. Lei è più forte di così.

In un battito di ciglia, l’uomo torna impassibile, assottiglia gli occhi e le lancia uno sguardo cattivo. O forse è la sua immaginazione che le gioca brutti scherzi. Jaime le ha sempre dedicato occhiate amorevoli e ammirate, come se lei fosse la creatura più bella al mondo, l’unica che conoscesse la verità.

Che cosa ci è successo?

Non registra pienamente l’ulteriore avvicinamento dell’uomo, che di fronte a lei la scruta attentamente, cercando cosa Cersei non ne ha idea. Ma intuisce che qualsiasi cosa sia, non lo ha trovato.

«Sai, vero, perché sono qui?» le domanda con voce grave.

Qualche idea se l’è fatta, Cersei, ma non ci vuole credere. Forse ha bisogno di sentirlo dalle sue labbra.

«Speravo ci fosse ancora una speranza…» le rivela con sentito dolore.

Forse la ama ancora, ma è una magra consolazione.

Anche lei lo ha sempre desiderato, che potesse eludere la propria disfatta, ma non è quello che intende Jaime.

«Per te è troppo tardi» annuncia laconico. Definitivo, come una sentenza di morte.

«Sai di aver oltrepassato il limite.»

Tutto quello che ha fatto, è stato per la sua famiglia, per i suoi figli, la sua eredità, il suo futuro. E che ne è stato?

Non è questo quello cha fa una madre?

Che ne sa Jaime di quel dolore struggente che ha provato a ogni perdita di un figlio, di come le mancasse sempre il respiro, lacrime roventi lungo le guance, notti insonni…

Sei ingiusta, le ingiunge una voce da qualche parte nella sua mente. In fondo sono anche suoi figli. Ma io sono la madre.

«Perché tu?» indaga poi. «Tyrion…»

«Cosa?» Jaime alza un sopracciglio biondo.

«Ha ucciso nostra madre, nostro padre, Joffrey…» ricorda lei. E ogni volta le sale la bile in gola.

«No, Joffrey no. E lo sai anche tu.»

Cersei lo guarda storta, non le è mai piaciuto essere contradetta.

Perché dovrebbe credergli? Quel nano malefico è venuto al mondo solo per rovinarle la vita. Le ha portato via tutto, persino Jaime non è stato completamente suo, perché da sempre ha avuto un debole per il folletto, disprezzato e incompreso dalla sua stessa famiglia, come se Jaime non fosse in grado di vedere Tyrion per quello che è in realtà.

E, prima di darle il colpo di grazia, le vuole soffiare il trono per donarlo alla figlia mentecatta del re folle.

Che idea geniale, proprio! Le è ancora incomprensibile questa sua decisione, cosa lo ha spinto a schierarsi al suo fianco.

«Mi ha portato via Myrcella…» quasi singhiozza.

Dell’adorata figlia non ha più notizie, non ha idea se è ancora viva o meno, ma sa, Cersei, di averla persa quel lontano giorno, quando piccola e indifesa ha lasciato Approdo del Re alla volta di Dorne.

Non ha più nulla, Cersei. Si sente sola, persa, sconfitta. Richiama a raccolta quel poco di dignità rimasta, ricaccia indietro le lacrime, indossa quella maschera di compostezza come una cara e vecchia armatura e così guarda in faccia il suo destino.

Vede quella mano che tante volte l’ha accarezzata dolcemente, che le ha stretto con passione alcune ciocche di capelli, che l’ha confortata, che l’ha trascinata sull’orlo del piacere, che l’ha cinta con tenerezza, la vede alzarsi per l’ultima volta e con un tocco soffice dall’orecchio scendere più in basso e posizionarsi intorno al suo candido collo.

È consapevole del suo peso sulla pelle, ma inizialmente non compie nessuna pressione.

Occhi negli occhi, si dicono l’ultimo addio.

Poi, piano piano, sente che le sue dita diventano sempre più pesanti, soffocanti e se abbassasse gli occhi è sicura di scoprire dei segni rossi. Il suo sguardo, però, rimane fisso nei suoi occhi, perché vuole vedere quello che Jaime non dice, vuole scoprire quanto può resistere, se ha davvero il coraggio di arrivare fino in fondo alla sua missione.

Non è certa se provare delusione, perché Jaime non ha nessun ripensamento, è deciso a compiere il suo dovere. Le sembra addirittura che il fratello non compia nessuna fatica; ha davanti a sé un uomo dal sangue freddo che non si fa nessuno scrupolo, come se fosse il suo lavoro, quello di uccidere una persona a mani nude, brutalmente, come un volgare e fottuto mercenario.

Non è così che doveva andare, riesce a pensare Cersei prima che la pesante mano d’oro di Jaime si aggiunga all’altra rubandole i suoi ultimi respiri, occhi sbarrati, rivolti per sempre sul volto dell’amato traditore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonsalve a tutti!

È la prima volta che scrivo in questo fandom, perché è da poco che ho scoperto Game of Thrones. Ho visto la serie, ma non ho ancora avuto il piacere di leggere i libri. Spero di recuperare quanto prima! ;)

So che può sembrare strano, ma la prima fic che pubblico riguarda un personaggio che detesto (e io che volevo provare a scrivere qualcosa su Sansa e Tyrion, la mia otp♥ Come si fa a non shipparli? *^*) e tra l’altro sulla profezia del Valonqar, che nella serie non è nemmeno citata. Ma credo che sarebbe stato importante inserirla, così si spiega meglio l’odio di Cersei per Tyrion.

Ad ogni modo ho scoperto che ci sono un sacco di teorie sulla saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

Alcune mi ispirano, come questa in cui la figura del Valonqar è rappresentata da Jaime. E questo scritto parte proprio da qui, dalla reazione di Cersei a tale scoperta. Lei così convinta che sarà Tyrion ad ucciderla. Che faccia farà, quando scoprirà che invece è proprio il suo amato Jaime? Ah, non vedo l’ora di scoprirlo… e mi auguro che la morte che Cersei avrà nei libri sarà più soddisfacente di quella della serie. u.u.

Comunque non mi dispiacerebbe nemmeno se fosse Arya… basta però che non mi uccida nessun Re delle Notte. Quella scelta proprio non riesco a digerirla.

E niente, credo di essermi dilungata troppo. Non sono più abituata a scrivere le note autore. In realtà è da anni che non scrivo nulla…

Che dire? Consigli, suggerimenti e critiche costruttive sono sempre ben accetti.

Grazie per l’attenzione. ♥

Alla prossima! C:

Selly

 

 

   
 
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