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Autore: g21    25/01/2021    1 recensioni
Ser Brienne di Tarth e Ser Jaime Lannister. Due cavalieri uniti da un viaggio, da promesse e molto altro. Due anime affini. Allo stesso modo Giuramento e Lamento di Vedova, due spade nate da una lama in comune. A dividerli una sorella, un amore malato che non permetterà un lieto fine
- Questa storia partecipa al contest “Che bella parola ‘per sempre’” indetto da Pampa313 sul forum di EFP -
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dolore di due spade gemelle
 



Jaime sembrava non sentirsi più a suo agio in quella stanza. E sapeva benissimo che non era perché si trovava al nord, il freddo gli dava fastidio certo, ma c’era qualcos’altro. Il problema era che non sarebbe più potuto restare, nemmeno per chi giaceva nel letto alle sue spalle.

Il cavaliere si costrinse a voltarsi almeno un’ultima volta, sentiva che lo doveva alla donna che dormiva tranquilla sotto le coperte. Il suo respiro leggero era l’unico rumore che riusciva a percepire con chiarezza, anche più delle poche braci ancora calde che sfrigolavano nel camino.

Brienne sembrava una bambina, non assomigliava per niente alla donna in armatura che aveva imparato a conoscere. Un piccolo sorriso le illuminava il volto, probabilmente stava sognando. L’uomo, per un folle attimo, si chiese se stesse sognando lui.

 
Certamente non ti darebbe fastidio.

Scacciò subito quell’idea così assurda e si costrinse ad uscire da quella camera. Scese in fretta nel cortile di Grande Inverno sperando di non essere visto da nessuno. Di fatto stava scappando e non aveva voglia di dare spiegazioni. Era stato assolto una volta e dubitava che sarebbe stato perdonato di nuovo.

Trovò il cavallo con il quale era arrivato al Nord e iniziò a sistemare le bisacce e quello che sarebbe servito per il viaggio. Il freddo sembrava mangiargli le ossa dall’interno e non vedeva l’ora di arrivare ad Approdo del Re, certo che avrebbe fatto più caldo.

Stava perdendo troppo tempo, lo sentiva, ma non poteva fare di più con una mano sola. Guardò per un momento l’arto d’oro a cui aveva dovuto abituarsi e con la mente tornò indietro. Rivide sé stesso inginocchiato, un ceppo davanti e la sua mano che si staccava irrimediabilmente dal polso.

Quel giorno perse una parte di sé, perse la capacità di combattere. A cosa sarebbe servito un cavaliere incapace di battersi? Era davvero arrivato al punto di diventare inutile agli occhi della gente? Il grande Sterminatore di Re, incapace di fare quello per cui era nato.

 
Però qualcuno ti avrebbe guardato diversamente, in positivo.

Jaime ricordò due occhi, due meravigliosi zaffiri che risplendevano anche nella notte più buia. Era per quelli che aveva agito, quelle pietre preziose lo avevano convinto a mentire. Così aveva perso la mano destra, ma allo stesso tempo aveva salvato la donna che lo aveva cambiato.

Strinse maggiormente la cinghia per assicurare meglio una borsa di cuoio e qualcosa lo colpì, come un pugno in pieno stomaco. Aveva sentito chiaramente le parole della donna che lo aveva raggiunto. Non le ascoltò, il suo cuore aveva vacillato a risentire quel suono e non poteva permettersi di perdere altro tempo.

Prima che potesse montare a cavallo due mani forti e gentili allo stesso tempo gli presero il volto. Il cavaliere si trovò costretto a specchiarsi negli occhi blu che aveva imparato a conoscere. Arrivò un altro pugno non appena si rese conto che quegli zaffiri erano pieni di lacrime. Sapeva che era lui stesso il motivo di quel fiume che sarebbe straripato, nonostante conoscesse bene chi aveva davanti.

Brienne di Tarth lo supplicava, a parole e con gli occhi. Anzi, per essere precisi avrebbe dovuto chiamarla Ser Brienne. Era cavaliere adesso, la prima donna ad esserlo diventata, e il merito era solo dello Sterminatore di Re.

Jaime le aveva fatto quel regalo poco prima della battaglia, sapeva che era quello che lei aveva sempre sognato. Le aveva proposto di nominarla cavaliere e non era mai stato così serio. Si erano guardati per qualche istante, il verde nel blu, prima di vederla avvicinarsi e inginocchiarsi davanti a lui.

Il Lannister sapeva che nessuno meritava quel titolo più di lei. Incarnava tutti i valori adatti per ricoprire quel ruolo. Era giusta, leale, onorevole, coraggiosa, sincera, tutte qualità in cui il biondo aveva sempre provato a rispecchiarsi, ma non sempre c’era riuscito.
Tuttavia, sai di essere cambiato al suo fianco.

“Sei un uomo buono” riuscì a cogliere tra le tante parole di Brienne.

Quattro parole che fecero più male di tutto quello che aveva subito dal campo Stark ad Approdo del Re. Lui non ci aveva mai creduto, non era sicuro di essere mai stato anche solo lontanamente come la vedevano quegli occhi blu. Aveva commesso orrori che Brienne non si sarebbe nemmeno sognata, ne era certo.

Eppure quei due zaffiri non mentivano, Jaime sapeva che erano sinceri come lo era anche la voce della donna. E forse poteva darle ragione, dopotutto aveva fatto delle buone azioni, raggiungere Grande Inverno per combattere i morti tra le altre.

“Non hai bisogno di morire con tua sorella” ammise sicura la bionda nonostante la voce che tremava, non si sapeva se per il freddo o per altro.

L’ennesima stoccata da parte della sua donzella, un altro colpo che mise quasi all’angolo il cavaliere. Stava perdendo, ancora una volta, contro la Vergine di Tarth. Per un attimo si chiese se fosse brava lei o se fosse lui ad essere troppo arrendevole a chi aveva davanti.

Fu il ricordo di Cersei a mantenerlo in piedi, paradossalmente tutto il contrario di quello che era successo anni prima. Sapeva che non doveva cedere, non doveva far sì che le parole di Brienne lo distraessero dalla sua strada.

Allora decise di attaccare, non aveva intenzione di perdere un altro duello contro la donna. Sputò tutte le oscenità che aveva fatto tempo addietro, tutte cose fatte per poter tornare dalla sua gemella. Sapeva di star facendo la cosa giusta, ne era sicuro.

Gli occhi della bionda, però, non fecero altro se non riempirsi ulteriormente di lacrime facendo vacillare ancora una volta il cuore del Lannister. Jaime sapeva cos’era successo, capiva perché esitava, perché aveva perso tempo ad elencare gli orrori della sua vita.
Non possiamo scegliere chi amare, lo sai bene.

Era stato lui a dire quella frase alla donzella, anche se sul momento non ci aveva dato peso. Eppure era successo e lui non era riuscito ad evitarlo. Non aveva scelto niente, anche se credeva di averlo fatto anni prima.

Aveva sempre creduto di aver scelto Cersei, credeva che fosse la cosa giusta. Erano nati insieme e avrebbero vissuto insieme, ma le parole dello Sterminatore di Re gli si rivoltarono contro. Era stato il suo cuore a scegliere, lo aveva capito anche la sera dei festeggiamenti per la battaglia vinta.

Realizzò solo in quel momento il perché di tutto quello che aveva fatto dopo che si era messo in viaggio con Brienne. Quella donna, così diversa da tutte quelle che aveva conosciuto, così diversa da sua sorella, era riuscita a rompere le barriere del suo cuore.

Si ricordò anche di Giuramento, la spada che un tempo era stata sua. La lama che lui stesso aveva donato alla donzella affinché potesse proteggere le sorelle Stark. L’arma che si era rifiutato di riprendere, quando si erano ritrovati a Delta delle Acque, perché ormai era sua e lo sarebbe sempre stata.
È il tuo cuore ad essere suo, dovresti solamente ammetterlo.

Il cavaliere non poteva farlo, non avrebbe mai potuto farlo. Ammetterlo avrebbe significato realizzare tutto quello che tra di loro non era mai stato detto. Non credeva che sarebbe riuscito a partire dopo quello, e aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere.

Era stato un codardo tutta la vita, o almeno era quello che credeva, e avrebbe continuato a fuggire ancora e ancora. Era certamente più facile rifugiarsi in tutto ciò che aveva sempre conosciuto, sapeva che non sarebbe cambiato niente. Preferiva la sicurezza all’ignoto.

“Lei è spregevole. E lo sono anch’io” soffiò con le ultime forze rimaste.

Guardò un’ultima volta gli occhi blu di Brienne, certo che non appena si fosse voltato per l’ultima volta quelli avrebbero liberato le lacrime che resistevano ostinate. Montò a cavallo e lo spronò ad uscire dai cancelli di Grande Inverno.

Gli arrivò alle orecchie il primo singhiozzo della donna, seguito da un altro e da un altro ancora. E, come un riflesso a cui non credeva di poter dare un nome, anche gli occhi verdi del cavaliere si velarono di lacrime, quasi fossero legati.

Jaime non avrebbe pianto, a differenza del suo cuore che sembrava straziato. Stava tornando da Cersei, solo questo importava, solo la donna con cui aveva condiviso tutto, fin dal primo istante di vita. Sarebbe tornato dalla sua anima gemella, dalla sua metà che credeva perfetta.

Al fianco del cavaliere era assicurata Lamento di Vedova, la spada che era stata regalata al suo primo figlio come dono di nozze. Lui non ci pensava, non lo aveva mai fatto, ma quello era solo l’ennesimo segno del legame tra lo Sterminatore di Re e la Vergine di Tarth.

Giuramento, la spada che ora era di Brienne, e Lamento di Vedova, adesso del Leone, provenivano dalla stessa arma. Ghiaccio era stata la lama di Eddard Stark, poi forgiata in due, quelle stesse impugnate dai due cavalieri che si erano appena lasciati.

Forse mai ne sarebbero venuti a conoscenza, e probabilmente sarebbe stato meglio così, ma forse qualcuno si sarebbe ricordato dei due cavalieri. Uniti da molto più di due spade gemelle, separati dall’amore malato per una sorella.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 





Angolo autrice


Valar Morghulis

Sono Giulia e questo è il mio primo tentativo nel fandom. Sì, sono una tra i tanti che non hanno apprezzato il finale riservato a Jaime (e in generale molto di quello che ci è stato fatto vedere nell’ultima stagione). Per me è stato solo un codardo a tornare da Cersei e non credo cambierò mai idea.

Tornando alla storia, banalmente è nata grazie ad un contest. So per certo che non mi sarei messa a scrivere del Leone autonomamente, perché è vero che i Lannister sono i miei preferiti, ma ho sempre avuto un debole per Tyrion. Spero di essere riuscita a dare un tono angst alla storia, spero più che altro di aver reso in maniera decente la fine della mia coppia di cavalieri preferita.

Ho voluto riprendere alla fine questa cosa delle spade gemelle (anche se non sono esattamente gemelle), un po’ per fare da contrasto con Cersei, che è la gemella di Jaime, un po’ perché è un dettaglio non trascurabile, almeno secondo me. Voglio dire, è vero che lui dona Giuramento, forgiata dalla spada di Ned, a Brienne, ma allo stesso tempo tiene Lamento di Vedova, che è esattamente la seconda (e ultima) spada forgiata da Ghiaccio. Ho voluto pensare che non fosse un caso.

Ho lasciato quelli che identifico come degli stralci di coscienza di Jaime (quelli in corsivo per intenderci) a fare da paletti, per dare una sorta di direzione alla mia scrittura. Non so se è il caso di lasciarli e non so se stiano bene, ma non credo di volerli togliere.

Niente, spero che questo scorcio possa piacere, io devo solo ringraziare questo contest e mio padre che ha deciso di mettersi a guardare GoT per la prima volta, così che ho potuto rivedere delle puntate per recuperarmi dei dettagli.

Vi saluto

Giulia
  
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