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Autore: love_cookies    02/02/2021    0 recensioni
Jesse Pinkman dopo Walter White ha cercato di ricominciare in Alaska, ma una nuova conoscenza lo porterà verso nuove strade ed una nuova vita, questa volta per davvero.
Post El Camino
[Jesse Pinkman/OC]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jesse Pinkman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Playlist a cui mi sono ispirata per scrivere:
Shattered-Trading Yesterday; Lovely-Billie Eilish e Khalid.


Mr. Driscoll quella mattina uscì di casa come faceva ogni giorno per andare a lavorare. Si strinse nella giacca per il freddo e sospirò, una nuvoletta di condensa uscì dalla bocca semi aperta. Si voltò per chiudere a chiave la casa e poi si diresse vero la macchina, si mise al volante e si diresse verso l’ufficio. Aveva preso l’abitudine di fermarsi a comprare un cappuccino al bar che si trovava vicino al luogo di lavoro, entrò e un dolce tepore lo investì permettendogli di rilassare, solo momentaneamente le spalle che teneva perennemente contratte. Lui si giustificava che era per il freddo, ma in fondo sapeva che non era la vera ragione. Raggiunse il bancone e ordinò il solito cappuccino medio con una goccia di caramello. Quando la bevanda fu pronta la prese e si diresse in ufficio. Era un normale mercoledì mattina per mr. Driscoll.

La sveglia iniziò a squillare, il calduccio sotto le coperte era così accogliente che l’idea di uscire da lì sotto e passare in mezzo alla neve dell’Alaska non mi piaceva affatto, ma dovevo. Mi ero trasferita per l’ennesima volta, trovare lavoro era diventata routine ed ancora di più accettare la prima offerta decente. In quella città dispersa nei ghiacci dell’Alaska avevo avuto fortuna, un bar, una nota catena, cercava una cameriera ed io ero capitata giusto a pennello. Erano le 5.30 di mattina, mi vestii con jeans maglietta e felpa, presi il cappotto e la sciarpa e mi diressi alla macchina. Il volante era ghiacciato, ‘avrei dovuto comprare dei guanti’ pensai e misi in moto l’auto. In pochi minuti arrivai a destinazione e parcheggiai, il sole stava già illuminando il cielo, entrai nel locale dove il titolare stava già sistemando le sedie e i tavolini. “Buongiorno Elizabeth! Ben arrivata. Oggi mi aiuti a tenere gli ordini e pulire, va bene?” io annuii, non che mi aspettassi molto di più, ero sicura che non avrei avuto difficoltà nello scrivere le comande e pulire un paio di tavoli. Andai nel retro e misi il grembiule, attaccai l’etichetta con il mio nome e mi misi a riordinare con il proprietario. All’orario di apertura mi fece girare il cartellino sulla porta con la scritta ‘Open’ e mi misi in postazione dietro al bancone in attesa di clienti, immaginavo che ne sarebbero arrivati perché il locare era vicino alla zona industriale della città. La prima ad entrare fu una donna, ben vestita ed evidentemente una cliente abituale perché salutò il titolare e chiese ‘il solito’. Dopo di lei altri clienti, uomini e donne d’affari si alternarono senza sosta dalle 6.40 alle 9.00 di mattina, tutti molto simili ai miei occhi. Vestiti eleganti con la punta del naso rossa dal freddo e molta fretta di andare al lavoro, tutti tranne uno. Un ragazzo circa della mia età, vestito con un maglione a collo alto sotto la giacca. Aveva evidentemente freddo, tutti gli altri non sembravano toccati dal rigido clima dell’Alaska, abituati ad anni di neve e ghiaccio, ma lui no. “ehm… il nome, metti Driscoll” mi disse mentre segnavo il cappuccino al caramello e passavo l’ordine al titolare.

All’ora di pranzo le stesse persone si ripresentarono per comprare bagels o panini mentre altri ancora caffè. Sembravano conoscersi tutti, del resto si vedevano ogni giorno da anni e probabilmente anche fuori dal lavoro. Nel poco tempo passato ad Haines avevo capito che le cose da fare di svago erano davvero poche, a parte l’infinita possibilità di pupazzi di neve e ghiaccioli i punti di ritrovo erano pochi e non molto accoglienti. Poi entrò di nuovo Mr. Driscoll, ordinò un panino e si sedette lontano da tutti, notai che in volto aveva delle cicatrici, ormai perfettamente guarite, ma che lo rendevano molto diverso da tutti gli altri. Qualcosa di lui, ancora non avevo idea di cosa, mi attirava. Sembrava il classico ragazzo di buona famiglia, un figlio modello, eppure nessuno gli parlava, appariva spaventato dal contatto con le altre persone. Si tolse la giacca e si sedette in disparte a pranzare, non parlava con nessuno e non guardava il telefono come facevano tutti gli altri. “Driscoll è relativamente nuovo qui” mi disse il titolare in un momento di pausa mentre il locale era vuoto, “sì, è arrivato qualche mese fa, forse un anno adesso, ma nessuno sa molto su di lui. Ci auguriamo tutti che tu sia più amichevole!” disse dandomi una pacca sulla spalla mentre mi passava a fianco andando a fumare all’esterno.
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Fatemi sapere cosa ne pensate, è la prima Fanfiction che scrivo su Jesse e sono davvero interessata a sapere cosa ne pensate! Ogni commento costruttivo è super-ben-accetto ^*^
   
 
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