Non si era mai odiato così tanto come in quel momento.
Si era promesso, neanche qualche giorno prima, di andarci più piano con lui; di non sembrare più così impaziente e bramoso ogni qual volta l'avesse baciato di nuovo, eppure ci era cascato per l'ennesima volta.
Gli era bastato sfiorargli le labbra, per qualche secondo, per perdere la testa, per lasciare che la sua lingua prendesse possesso di quella bocca che tanto amava e per sovrastargli il corpo col suo, bloccandogli i polsi contro il materasso.
Per quanto volesse fermarsi, per quanto fosse conscio del fatto che non stesse dando retta alla propria mente, nemmeno un po', non riusciva a resistergli. La voglia di sentirlo più vicino a sé avrebbe sempre vinto sulla sua ragione, nonostante le sue pseudo-promesse che sapeva già non avrebbe mantenuto.
Si staccò lentamente, incrociando lo sguardo ansimante e arrossato di Leo. Dire che si sentisse in colpa era poco.
Non riuscì a fare in tempo a formulare una qualche frase di scusa che l'altro gli passò una mano fra i capelli e con l'altra lo tirò nuovamente a sé, quasi per abbracciarlo.
"Non devi preoccuparti, continua"
Leo gli sorrise, per quanto il suo padrone potesse vederlo, dato che poggiava il viso sulla sua spalla.
"Mi piace quando prendi il controllo in questo modo"
D'un tratto, Elliot sentì tutto il nervosismo scivolargli di dosso, come se non avesse avuto tutte quelle paranoie per settimane, forse mesi.
Si voltò appena per lasciargli un bacio sulla guancia e sorrise a sua volta.
"Anche io"
Il servitore sussultò appena, ricambiando l'ennesimo bacio.
"Cosa?"
Elliot si spostò nuovamente su di lui, guardandolo negli occhi.
"Ti amo anch'io"