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Autore: Shannara_810    16/05/2005    6 recensioni
Forse c'è speranza anche per quelli come me: soli e incompresi
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Uno come me"

Disclaimer: Tutti i personaggi non appartengono a me ma a sua eccellenza, l'illustrissima Rowling. Io sono solo una sua umile seguace. Molto medievale, vi pare? È una cosuccia molto dolce, scritta dal punto di vista di Draco Malfoy. Sto studiando per la maturità e ho un calo di zuccheri, quindi ho pensato che ci voleva un po’ di miele. Spero di aver rimediato alla mia lunga assenza con questa one-shot. Naturalmente, è sulla coppia Draco/Hermione.

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Era difficile da accettare, ma lei la sua scelta l'aveva fatta... aveva scelto lui.

Ero io quello che avrebbe potuto offrirle tutto, davvero tutto. Mi sarei strappato il cuore con le mie stesse mani; avrei affrontato anche Voldemort se solo avessi potuto averla. Ma lei non è mia... è di Potter.

Lui ha tutto: la fama, la gloria, una grande reputazione. Perché mai una splendida creatura come te avrebbe dovuto innamorarsi, o anche provare un briciolo di ammirazione, per un ragazzo cui la stragrande maggioranza delle persone pensa prossimo a diventare un Mangiamorte… se non lo è già.

Se devo essere sincero, non ho mai avuto l'illusione di poter essere amato, essere felice. Credo sia una punizione per l'essere un Malfoy.

Ricordo il primo anno, quando ti sorrisi seduto al mio tavolo nella Sala Grande.                             

Tu aggrottasti la fronte come risposta. Nessuno mi aveva mai insegnato a sorridere, ma ci avevo provato così tanto per un ragazzino di undici anni. In seguito, venne la volta in cui spifferai che Potter e Weasley stavano violando le regole, restando fuori dal castello dopo il coprifuoco. Non avevo intenzione di mettere nei guai anche te, credimi. "Mi scusi professoressa, ma che vuol dire noi quattro?". Ricordi quella frase? Io volevo chiedere perché coinvolgere anche te, giacché eravamo chiaramente nei pasticci solo io, Potter e Weasley. Invece, passai per il solito bastardo arrogante. Ero pronto a prendermi tutta la colpa per te.

Al secondo anno non fu di certo meglio. Mi sono scusato un milione di volte con te nella mia testa, di notte, quando chiudevo gli occhi. Mezzosangue... che parola assurda!                            
Io, un purosangue, non sono nemmeno degno di guardarti negli occhi. Mi spiace non avertelo potuto dire di persona. Ero spaventato, giovane e stupido. Mi rendo conto solo adesso quanto mio padre non giochi più un ruolo importante nella mia vita, ora che è morto. Tu non mi perdonerai mai, lo so, ma è difficile lo stesso. Ho usato queste penne che scrivono intinte nel sangue, datemi da mio padre per imparare cosa fosse l'obbedienza, per incidere "Mi dispiace" ancora e ancora sul mio braccio fino a quando il dolore che provavo non si fosse avvicinato a quello che avevi sentito tu. Alla fine, mi è sembrato quasi di sentirlo il tuo dolore. Magari è solo la mia mente, finalmente impazzita del tutto, per il troppo amore che prova per te. Chissà.

Quando venne il terzo anno, ero solo un marmocchio idiota. Urlare e minacciare l'Ippogrifo, Fierobecco, non migliorò l'opinione che avevi di me. Volevo almeno la tua compassione, ma sapevo già che non potevi provarne per uno come me. Pansy Parkison fu quella tutta presa a fare l'infermiera con me per colpa di una stupida ingessatura, quando tutto quello che volevo era sorriderti e gridare "Hey, Hermione, mi sono rotto un braccio". E poi saremmo stati amici per sempre. Sapevo che mi avresti solo rivolto un'occhiataccia e rimbeccato con qualche commento pungente se mai avessi avuto il coraggio di rivolgerti la parola. Per questo preferii rimanere ancora una volta in silenzio. Mi si addice molto il silenzio, non trovi?

Il quarto anno fu memorabile. Scaricare la mia rabbia su Potter, mi valse una trasformazione in furetto per opera di Malocchio Moody. Posso ancora vedere quelle espressioni di piacere e soddisfazione sul tuo viso, come sulle facce di quei due idioti che girano con te, specie quelle del tuo ragazzo. Dopo così tanti anni passati a mascherare questi miei sentimenti per te, lo facevo facilmente; come una seconda natura. Il primo e più importante, credi almeno questo, è senza dubbio quello di amarti. Prima della grande partita raccolsi tutto il mio coraggio e ti seguii in biblioteca per dirti cosa provavo, ma Weasley rovinò tutto.

Al quinto anno ti bloccai in un angolo per avere una spiegazione sullo strano comportamento tuo e di Potter. Diventasti livida di rabbia, urlandomi che non erano affari miei e di starne fuori. In pratica mi mandasti all'inferno. Ti dissi la prima cosa che mi passò nel cervello, "Tu sei mia". Realizzando velocemente ciò che avevo appena fatto, ti cancellai la memoria e ti portai nella Stanza della Necessità. Ti stesi sul letto e presi un libro dagli scaffali adagiandotelo sul grembo. Quando ti saresti svegliata, avresti pensato di esserti addormentata mentre leggevi. Ti conoscevo bene. Quando la professoressa Umbridge beccò quella ragazza sulla storia dell’ ES, pensai di dover obliare anche lei. Fui così orgoglioso della tua trovata ingegnosa. L'astuzia non è l'unica cosa che amo di te.

Il sesto anno fu anche peggio perché non avevo te. In altre parole avevo tutto, tranne quello che contava di più. L'anno seguente sarebbe stato l'ultimo ad Hogwarts, l'ultimo in cui ti avrei vista, e questo mi spaventava a morte. Silente fece lavorare i prefetti di case diverse insieme, accoppiando te e Zabini. Dopo un'estenuante trattativa, beh, riuscii a convincere quel bastardo di un italiano a farmi diventare il tuo partner, così avresti potuto conoscermi meglio. Mi costò quasi tutto quello che avevo. Zabini si portò via anche la mia Nimbus 2001, la cosa più preziosa che possedevo. Eccetto te. Ma tu non sei mai stata mia. Credo che, alla fine, gli ho fatto pena e me l'ha restituita. Se non potevo avere il tuo amore, almeno avevo la mia scopa per fuggire da quegli sguardi carichi di odio e disprezzo che la gente rivolge a quelli come me.

L'amore ti rende davvero un idiota smidollato, io ne sono l'esempio lampante. Ti sei mai chiesta del perché di quella sostituzione improvvisa?

Sorrido ogni volta che ci penso. Potevo scoprire nuove cose su di te, anche se tenevo quasi tutto quello che sentivo dentro questo cuore malandato. Alle volte, però, riuscivo a dimostrarti che c'era del buono anche in uno come me. Oh come ti amavo! Canzonarsi a vicenda era divertente e, di sera, sorridevo al soffitto, ricordando ciò che avevi detto ancora e ancora nella mia testa, creando un piccolo mondo solo per me e te. Se tu lo avessi saputo, non so cosa mi avresti detto.

È il settimo anno e sono qui a pensare se valga la pena mandare all'aria questa specie di legame che abbiamo per qualcosa che non potresti capire, qualcosa che potrebbe annientare il mio cuore già spezzato. Siedi sul tetto della torre d'astronomia accanto a me, aggrappata alla manica della mia tunica, spaventata di poter cadere e scherzandoci su. Passiamo tanto tempo insieme quassù, studiando a parlando del più e del meno. È il nostro piccolo angolo di Paradiso. Il mio sogno che si avvera. Sorrido segretamente quando guardi l'orizzonte, pensando a come questo momento sia perfetto, a come il mio amore possa ancora crescere fino a quando sarò costretto a confessartelo, ma so che non accadrà mai. Non sono un eroe io... tu il tuo eroe, lo hai già conquistato.

Così non posso fare altro che sedere qui e appassire, il mio amore non svelato che muore dentro me... insieme a me. Sorrido amaramente a me stesso. Credo di odiarmi. Sono un vigliacco e un codardo. Non avrei mai avuto partita contro Potter. Tutte le batoste che ho ricevuto a Quidditch in questi anni me lo hanno dimostrato. Tu meriti di meglio.

Sono entrato di soppiatto nella sala comune dei caposcuola e ora ti fisso mentre dormi beatamente sul divano. Non posso farci niente. Concedimi almeno questo. Poterti guardare nell'ombra come se non esistessi. Non è nemmeno un'ipotesi. Io non esisto se non per amarti. E quando lascerai questa scuola e ti dimenticherai di me, cesserò totalmente di vivere. Sfioro gentilmente i tuoi ricci ribelli, fitte acute che mi trapassano il petto, la mia gola che si stringe. Vorrei piangere ma non so come fare. Accarezzandoti la guancia, inizi a stiracchiarti ed io mi faccio prendere dal panico. Voglio scappare ma inciampo sul tappeto e cado rovinosamente dietro il divano.

"Chi c'è? Draco?". Sussurri. Resto zitto, immobile. Aspettando che tu lasci la stanza, appiattendomi sul pavimento pronto a sparire, ma tu non vai via. Anzi, continui dicendo, "Vorrei che fossi qui, Draco". Questa semplice frase mi colpisce profondamente, come se fosse una dichiarazione d'amore dal tuo cuore al mio. Pian piano mi alzo. Sfioro la tua spalla, prendendoti di sorpresa. Il tuo sguardo è nel mio. "Quanto hai sentito?"

"Abbastanza da sapere che provi qualcosa per me e non per Potter". Ti rispondo, un tenue sorriso che fa capolino sul mio volto.

Riconosco quell'espressione di colpa sul tuo viso mentre distogli lo sguardo senza dire niente.

 “È tutto ok". Tento di consolarti. "Scherzavo, non potresti mai provare qualcosa per uno come me. Lo so. Non ti metterò nei guai con Potter". Ma non posso mascherare, in questa mia voce, quel dolore lancinante che mi divora il cuore.

"Non è questo". Mi rispondi infine. "N-Non ho mai voluto bene a Harry in quel senso. Non so perché ho accettato di uscire con lui. Sono solo confusa. Perché d'improvviso sei diventato così gentile con me? Quando mi odiavi, era tutto più facile ma ora... queste stupide emozioni tornano a galla anche quando pensavo di averle dimenticate". Ti porti le mani al viso e mi fissi con quei tuoi occhi dorati così tristi.

"Ti ho sempre amata". Mi sono finalmente deciso ad uscire allo scoperto. "Fin dal primo anno. E poi quest'amore ha continuato a crescere sempre di più, sempre di più". Non riesco a credere di averlo detto.

Il tuo viso è attraversato da mille emozioni, shock, sorpresa, incredulità e confusione. So che è impossibile che tu possa ricambiarmi, così mi alzo e mi volto per andarmene. Non voglio che questo mio amore non corrisposto ti crei altri problemi. Ho capito che la tua pietà mi ucciderebbe solo prima.

Mi fermi. Afferri le mie spalle e mi baci come sognavo da tanto. È possibile che sia morto e non me ne sono accorto?

Continuiamo a baciarci; tu che mi accarezzi il viso, io che ti stringo forte pensando che se ti tengo vicino a me il più possibile tu non possa lasciarmi mai, mentre una stella cadente attraversa il cielo illuminato dalla luce della luna. Sono infantile, vero? Ma non ridere di me, ti prego. La verità è che non ho mai creduto che chiunque ci sia lassù possa aver voluto ascoltare le preghiere della gente come me.

"Ti amo anch'io". Mi sussurri, il mio desiderio finalmente realizzato. Una lacrima solitaria mi scende sulla guancia mentre tu, stupita, l'asciughi con le tue labbra morbide. Sorrido e arrossisco. Sono davvero goffo come un bambino, alle volte. Sorridi anche tu e mi sussurri tenere parole d'amore.

Forse c'è speranza anche per le persone come me: per quelli soli e incompresi.

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Note: ehi, questa è una piccola chicca che mi è venuta in mente, qualche giorno, fa durante una noiosa lezione di latino. Spero che vi sia piaciuta. Per quanto riguarda la mia altra fic, abbiate un pò di pazienza tra poco ho la maturità e i miei pomeriggi sono pieni. Intanto però ho modificato qualche cap. Date una riletta a "The Resorting Hat" e "Mending a Broken Hearth" ho aggiunto degli spunti interesanti: il perché del rapporto speciale tra Draco e Piton, come l'Ordine ha scoperto della morte di Narcissa e cos'è il Bagno Rituale. Spero di poterla aggiornare presto. Intanto commentate anche questa One-Shot. Bye!

  
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