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Autore: Exspeliarmus    05/02/2021    2 recensioni
Dovremmo considerare perso ogni giorno in cui non abbiamo danzato. E dovremmo considerare falsa ogni verità che non sia stata accompagnata da una risata.
Ed è così che Kara e Lena, due donne straordinarie, hanno vissuto la loro vita straordinaria...questa semplicemente è la loro storia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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13 GIUGNO 2018

L'amore è quando non riesci a dormire perché finalmente la realtà è migliore dei sogni.

 

Alle prime luci di quella tormentata alba, Kara, era già appoggiata al parapetto con l'ennesima sigaretta della giornata tra le dita. Dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi, non era certo così che si era immaginata quel risveglio. Aveva immaginato di svegliarsi avvinghiata alla donna che amava...aveva immaginato di portarle la colazione a letto...aveva immaginato di coccolarla per ore...aveva immaginato una giornata così dolce da cancellare tutto l'orrore degli ultimi 20 anni. I suoi piani erano però andati in fumo quando Lena era dovuta partire per lavoro, lasciandole la sola compagnia del tabacco. Il sole non era ancora del tutto sorto quando il suo telefono squillò, ridestandola dai suoi pensieri.

"Buongiorno Amore!" la voce dolce e gioviale dell'amata giunse alle sue orecchie come il più meraviglioso dei suoni.

"Buongiorno anche a te tesoro...come va a Washington?" domandò, mentre un sorriso si dipingeva sul suo volto.

"Benissimo! Tra un paio d'ore dovremmo ottenere il brevetto...se tutto va come dovrebbe dovrei riuscire a tornare per cena." 

"Davvero?!" esclamò prima di fare un altro tiro, dalla sigaretta che ancora le fumava tra le dita "Allora prenoto al solito posto?"

"Certo! Ma..."

"Ma?"

"A che numero sei?" le domandò con tono afflitto.

"Decima...anzi undicesima se consideri anche quella che ho acceso prima di mezzanotte." replicò Kara, con tono sarcastico.

"Non dirmi che hai fumato tutta la notte..." il tono della corvina era sempre più afflitto e preoccupato.

"Allora non te lo dico."

"Kara!" il tono del rimprovero era talmente alto che si ritrovò a scostare il telefono dall'orecchio.

"Cosa avrei dovuto fare?! Cazzo...mi hai lasciato da sola! Quindi non provare neanche a rimproverarmi!!" urlò la bionda, perdendo le sue precarie staffe.

"E' lavoro Kara! Non avevo scelta!!" 

"Hai sempre la scusa pronta vero Lena?! Otto anni fa era tuo padre...sette anni fa era un'abbraccio alla mia migliore amica e ora questo!!"

"Sei ingiusta Kara e lo sai!!"

"No Lena. E' solo la costatazione della storia che si ripete, sempre con la solita dolorosa costante: tu che ogni fottutissima volta mi lasci sola." il tono ora era diventato inquietantemente freddo "Ora devo andare. Alle 9 ho la call semestrale con la American Airlines."

"Kara...ti prego aspetta. Mi dispiace...non volevo..." la voce di Lena era sensibilmente incrinata dalle lacrime trattenute.

"Come sempre, oserei dire." così dicendo chiuse lapidaria la chiamata, lanciando poi il telefono dall'altra parte della stanza in uno scatto d'ira.

Non sapeva neanche lei da dove venisse tutta questa rabbia. Infondo Lena si era solamente preoccupata per lei, ma il non averla accanto la stava mandando fuori di testa. Mentre continuava a rimuginare su quel piccolo grande diverbio, si vestì meccanicamente con un tailleur a pantalone nero con una camicia bianca leggera per poi scendere a passo pesante verso il garage sotterraneo. Contemplò per qualche istante la piccola collezione di veicoli davanti a sé, prima di abbassare il tettuccio della Chevrolet Styleline Deluxe del '52, appartenuta a suo padre, e sfrecciare per le strade di New York godendosi il tepore dei raggi estivi sulla pelle. 

Quella mattina nessuno osò rivolgerle la parola, nemmeno J'onn che si limitò ad una pacca di comprensione sulla spalla, cosa che non fece altro che peggiorare il suo umore già nero, così lanciando occhiate poco amichevoli ai suoi dipendenti, si chiuse nel suo ufficio accedendo poi alla call con Fort Worth, sede centrale dell'American Airlines, e qualche istante dopo comparvero sul suo monitor cinque uomini in giacca e cravatta, che oramai aveva imparato a conoscere, seduti attorno ad un tavolo.

"Buongiorno signori."

"Buongiorno a lei, Miss Danvers. Abbiamo già avuto modo di controllare la documentazione fornita, ma vorremmo sapere da lei i dettagli dell'avanzamento del progetto." disse con tono apatico l'uomo seduto al capo del tavolo, saltando i convenevoli.

"Come di certo già saprete..." cominciò a spiegare la bionda con tono professionale "la fase di ricerca è terminata e proprio in questo momento alcuni nostri delegati insieme a quelli della L-Corp si trovano a Washington per ottenere il  brevetto."

"Mi auguro non ci siano problemi."

"No di certo. Dovrebbe diventare ufficiale entro la mattinata." ripose infastidita dall'inutile interruzione.

"In tal caso, che tempistiche di produzione prevedete?" venne nuovamente interrotta dall'uomo al centro.

"Entro l'autunno la metà dei velivoli richiesti. Il resto entro fine anno." replicò cercando di mascherare la sua irritazione.

"Molto bene Miss Danvers. A nome dell'American Airlines faccio i complimenti a lei e il suo team per il lavoro svolto."

"La ringrazio Mr. Johnson. Spero ci saranno altre occasioni di collaborazione." rispose con tono pacato la Danvers, sollevata dal fatto che la riunione volgesse al termine.

"Ci conti Miss Danvers." rispose sempre lo stesso uomo chiudendo poi la chiamata.

Fissò per qualche istante lo schermo, ormai nero, del suo computer per poi alzarsi e andare a passo spedito verso il distributore di caffè in corridoio. Stava aspettando che quello scempio, che qualcuno si ostinava a chiamare caffè, venisse erogato quando vide, con la coda dell'occhio, J'onn appoggiarsi alla macchinetta con le braccia incrociate al petto.

"Come è andata?" domandò con il suo solito tono profondo.

"Diciamo che dovrò sopportare quegli stronzi texani per qualche altro anno." rispose Kara prima di bere in un solo sorso l'espresso ancora bollente, storcendo poi la bocca in un'espressione di disgusto.

Un sorriso pieno d'orgoglio si formò sul volto dell'uomo, e prima che Kara potesse rendersene conto, si sentì stretta in un caloroso abbraccio in cui si concesse qualche minuto di pace, mentre alcune lacrime cominciavano lentamente a solcare il suo volto.

"Sono orgoglioso di te." bastarono queste quattro parole sussurrate al suo orecchio con una dolcezza infinita per far sparire qualunque sentimento negativo avesse provato nelle ultime ore. Dopo un tempo, che a lei parve infinito, J'onn sciolse lentamente l'abbraccio per asciugarle con un tocco delicato del pollice le lacrime che ancore le bagnavano il viso "Ora devo tornare al lavoro." Kara gli rispose con cenno della testa, per poi osservarlo allontanarsi lungo il corridoio.

Tornò in ufficio con un sorriso stampato sul volto e il suo sguardo cadde sul suo telefono, ancora spento da prima della call, e lo accese. Oltre ad un paio di chiamate perse di sua sorella, trovò almeno una trentina di chiamate e sms da parte di Lena. Stava per richiamarla quando notò un suo messaggio sulla segreteria telefonica.

"Sai una cosa Kara...vaffanculo!!" la voce registrata della corvina uscì con rabbia dal telefono, sommergendo la Danvers di sensi di colpa "Sarà la centesima fottutissima chiamata che ti faccio nel giro di un'ora!! BASTA!! Non ce la faccio più a rincorrerti costantemente per chiederti scusa! Poi scusa per cosa!? Per essermi preoccupata della tua cazzo di salute!?! O per essere qui a fare il mio...anzi il nostro fottutissimo lavoro!?! Cazzo non sei una fottutissima casalinga degli anni '50!! Kara hai superato il limite!! Non posso pensare di passare il resto della mia vita così...ho chiuso!!" quelle parole arrivarono come migliaia di pugnalate al petto della bionda, mentre grosse lacrime le bagnarono velocemente il volto.

"CAZZO!!" gridò scattando in piedi per buttare per terra qualunque cosa fosse sulla scrivania, in un impeto di rabbia.

"Direi che data la situazione...cazzo è un eufemismo." Kara alzò la testa di scatto trovando sua sorella appoggiata allo stipite della porta, con un'espressione preoccupata stampata in volto.

"Già. Ho rovinato la cosa più bella della mia vita." riuscì a sussurrare, in preda alla disperazione, mentre Alex correva a stringerla in un saldo abbraccio.

"Kara guardami." disse Alex con dono deciso, sciogliendo l'abbraccio e alzandole il mento con due dita "Non devi arrenderti. Mi hai capito?! Devi combattere per lei!"

"Come faccio Alex?" la sua voce era poco più di un sussurro incrinato dalle copiose lacrime, che non smettevano di scendere "Come faccio a rimediare ad una cazzata del genere?"

"Semplice." lo sguardo della bionda scatto curioso su di lei "Con una cazzata così spudoratamente romantica da farle dimenticare tutto il resto. Tutto qui."

"Tutto qui?!" un sorriso amaro si formò sul volto della più giovane.

"Si esatto...tutto qui. Lena ha solo bisogno che tu le dimostri di riuscire a mettere al primo posto lei invece che te stessa!"

"Okay...e cosa dovrei fare esattamente?" domandò Kara, lasciandosi cadere stancamente sulla sedia.

"Questo devi deciderlo tu. Pensa a cosa le piace." suggerì l'agente federale con tono rassicurante. Dopo qualche istante di riflessione Kara si alzò di colpo e afferrato il cappotto si incamminò a passo spedito verso l'uscita, trascinando con sé la sorella per un polso "Mi spieghi dove cavo stiamo andando?!"

"A casa tua."

"Per quale diavolo di motivo stiamo andando a casa mia?!?"

"Mi serve il costume di Halloween di due anni fa." rispose sicura la bionda, sedendosi al posto del guidatore sulla Chevrolet.

"Sul serio?!" esclamò sorpresa Alex, prendendo posto accanto alla sorella.

"Mai stata più seria." detto questo partì velocemente facendo rimbombare il suono del motore per tutto il parcheggio sotterraneo.

Il jet della L-Corp atterrò nel primo pomeriggio estivo a La Guardia, il sole batteva insistente rendendo la discesa dal jet decisamente poco piacevole. Lena usci per prima, con un braccio a proteggere gli occhi, ne tentativo di riuscire ad individuare il suo autista nonostante la forte luce solare, e nell'altra mano il suo trolley, quando della musica proveniente dalla sua destra attirò la sua attenzione.

All my instincts, they return
The grand facade, so soon will burn
Without a noise, without my pride
I reach out from the inside.

Si girò cercando di capirne la fonte, notando una figura, che a causa del sole non riusciva ancora a mettere a fuoco, appoggiata ad una strana macchina.

In your eyes
The light, the heat (in your eyes)
I am complete (in your eyes)
I see the doorway (in your eyes)
To a thousand churches (in your eyes)
The resolution (in your eyes)
Of all the fruitless searches (in your eyes)

Dopo qualche secondo i suoi occhi si abituarono alla luce, permettendole di distinguere la figura di Kara, con indosso un ridicolo impermeabile beige, e con un'enorme stereo anni '80 tenuto in alto sopra la testa, in quella che avrebbe dovuto essere un'assolutamente pacchiana e ridicola imitazione di John Cusack. La Luthor cominciò ad avvicinarsi lentamente, cercando di mantenere la sua espressione dura, mentre la bionda, avendo ottenuto il suo obbiettivo, riponeva lo stereo sui sedili posteriori.

"Say anything...sul serio?" commentò con tono acido la corvina, sforzandosi per non piegare le labbra in un sorriso divertito.

"Questo o Love Actually...ma poi ho pensato che le carole natalizie sarebbero state un po' fuori luogo." ribatté ironica la Danvers con un'alzata di spalle, mentre Lena si lasciava sfuggire un rapido sorriso "Ascolta Lena...lo so che non posso pretendere di sistemare tutto il casino che ho combinato con uno stupido costume di Halloween..."

"Già."

"Ti prego...lasciami finire." Lena mosse la testa, in un tacito segno di consenso "So di essere stata una stronza e un'idiota. Una colossale idiota! Ti ho ferita. Ti ho ferita ingiustamente e so anche di non avere nessuna scusante, perché tu non hai fatto altro che dimostrare per l'ennesima volta quanto tieni a me e mi ami mentre io non ho fatto altro che dire e fare cazzate tutto il giorno. Ed ora sono qui ad implorarti di perdonarmi e sono disposta a fare qualunque perché questo accada. Qualunque cosa purché tu non esca dalla mia vita. Perché io ti amo Lena Luthor. Ti amo con tutto il mio cuore e se tu adesso decidessi di girare i tacchi ed andartene io smetterei di vivere. Quindi...ti prego non farlo. Odiami. Urlami addosso. Puniscimi per il resto della vita. Ma ti prego...non rinunciare a noi." una lacrima solitaria stava rigando la guancia sinistra della bionda, quando la sua corsa venne arrestata dal tocco delicato della corvina.

"Mi avevi già convinto a 'questo'...mi avevi già convinto a 'questo'." la Danvers ci mise qualche istante per elaborare quel dolce sussurro, quando ci riuscì non esitò nemmeno un istante prima di tuffarsi tra le braccia dell'amata, cercando con disperata passione quelle labbra che aveva temuto non non poter più assaggiare, staccandosi soltanto al suono degli applausi e dei fischi di approvazione dei loro colleghi, che avevano assistito a tutta la scena, con un sorriso smagliante stampato in volto.

"Andiamo?" Lena annuì con la testa, sedendosi nel posto passeggero accanto alla bionda, che partì velocemente con uno stridio di gomme. 

"Allora Miss Danvers...dove mi porta?" domandò Lena dopo qualche minuto di viaggio passato in un piacevole silenzio.

"Sa Miss Luthor...pensavo a qualcosa come una settimana isolate dal resto del mondo nella mia villa negli Hamptons." 

"Mhmm...mi piace come idea. C'è un unico problema."

"Quale?" domandò confusa la bionda.

"Nella valigia ho i vestiti per un paio di giorni, non una settimana!"

"Considerando che ho intenzione di passare la maggior parte del tempo nude non mi sembra un grosso problema." rispose maliziosa Kara, venendo subito colpita da una scherzoso schiaffo al braccio.

"Che scema!" commentò la corvina, scoppiando poi a ridere insieme alla compagna mentre i loro occhi si incrociavano per qualche istante, e come sempre Lena non riuscì a non annegare in quegli occhi cerulei. Improvvisamente un forte stridore di gomme ruppe quella magica bolla di felicità...e da lì fu solo caos. Rumori. Luci. Grida. Dolore. Buio.

 

Angolo dell'autore

Okay...prima che cerchiate di uccidermi vorrei ricordare ai gentili lettori che sono una fervente sostenitrice del romantico happy ending!! Istinti omicidi a parte...cosa ne pensate? Lo so è passato molto dall'ultimo aggiornamento, ma spero che riusciate a perdonarmi. Ah...per qualche ignorante cinematografico che se lo stesse chiedendo Kara sta imitando John Cusack nel film cult romantico "Non per soldi...ma per amore" (Say anything in originale) nella famosissima scena dello stereo e la canzone è In your eyes di Peter Gabriel. Come sempre lasciate un commento e...alla prossima!!!😉

 

P.S. questa volta chi è fortunato autore della citazione???

   
 
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