Eccomi con
un’altra Remus /Nymphadora...
Una Shot con 2
diversi , brevi,
finali...
Spero che vi piaccia.
Just look in Her eyes...
“ L'opinione pubblica
è un
tiranno assai debole
paragonata
alla nostra opinione personale.
Ciò che determina
il fato di un uomo
è
l'opinione che egli ha
di sé stesso.”
Nessuno lo
credeva possibile.
Accadde ugualmente.
Erano ormai
tutti abituati alle scenate di Remus John Lupin e Nymphadora Tonks.
Ed anche un po’ stanchi, in effetti.
Ogni riunione dell’Ordine era intervallata da una di esse da
ormai molto tempo.
All’incirca da quando Remus aveva rifiutato la giovane
utilizzando delle scuse,
secondo lei, banali e del tutto lontane da ogni verità.
Quali?
Semplicemente: sono troppo vecchio, sono
troppo povero, sono troppo pericoloso.
Sebbene sulle prime due si potesse tranquillamente passare
sopra, per la
terza era un po’ più difficile.
Si, perché l’uomo era un licantropo. Era un
qualcosa dal quale la maggior parte
delle persone si tiene ben lontana.
Era un dannato, un maledetto.
Tutto questo per il mago, già di per sé
scarsamente fiducioso nei propri
confronti, era una valida ragione per tenere la ragazza distante da lui.
Ovviamente a lei non importava.
Aveva sempre combattuto, con orgoglio, per riuscire a smuovere quella
situazione, le idee malsane dell’uomo.
A testa alta andava avanti, con la speranza che, si, lei ce
l’avrebbe fatta.
Ma quella sera, alla riunione, c’era qualcosa di diverso
nell’aria.
Mancavano 15
minuti all’inizio della riunione e quasi tutti i membri erano
presenti.
All’appello mancavano Sirius Black, temporaneamente impegnato
a nutrire l’ippogrifo
qualche camera più su, e Nymphadora Tonks, ma quella era
routine.
Generalmente arrivava trafelata all’ultimo secondo,
scusandosi in diversi modi
dopo aver rovesciato, nel tragitto dalla porta alla sala, il
portaombrelli
vicino all’ingresso, il candelabro sul caminetto al quale si
era attaccata per
non cadere e per aver risvegliato il delizioso
quadro dell’altrettanto deliziosa
zia.
Quella volta non
successe diversamente. Più
o meno.
Alle 19.59 precise, i membri dell’Ordine udirono una porta
sbattere e pregarono
che per una volta non cadesse.
Sia per la loro sanità mentale sia per
l’incolumità fisica della giovane.
Nello stesso istante sentirono dei passi affrettati per le scale
rimbombare tra
le pareti.
Sirius, cugino di Dora, correva a velocità inumana su di
esse, ed arrivò appena
in tempo per evitare che la ragazza si spiaccicasse al suolo,
scatenando l’ira
di sua madre.
Fu una novità, la prima di quella sera.
L’aveva afferrata per la vita, notando come fosse
più esile rispetto all’ultima
volta che l’aveva vista.
Poi alzò lo sguardo. L’avesse mai fatto.
Improvvisamente fu preso dall’impulso di lasciare
immediatamente quell’estranea,
ma ad un’analisi più accurata si accorse che
quella non era assolutamente una
persona a lui sconosciuta.
Era sua cugina, anche se irriconoscibile.
Completamente bagnata, fuori imperversava un temporale.
Le guance, anche se leggermente, erano più scavate.
Gli occhi, rossi e gonfi di pianto, erano spenti, non c’era
più la scintilla
che li illuminava.
I capelli erano di un cupo
grigio-cielo-in-tempesta-preludio-di-un-temporale.
Le spalle curvate in avanti, come se sopportassero un immane peso,
l’abbigliamento
non era di colori accesi, ma di un triste marrone scuro.
“Grazie...” mormorò la ragazza, per poi
dirigersi con passo malfermo verso la
sala in cui si sarebbe svolta la riunione, dopo essersi data una rapida
asciugatura.
Sirius rimase senza parole, lì, dove l’aveva
afferrata, con in testa un unico
pensiero: quella non era Tonks.
Si avviò perplesso nella stanza, dove trovò altre
persone che, come lui, la
fissavano allibite.
Tra queste vi era Remus.
L’espressione sul suo viso era shockata.
Aveva pensato che quelle sera l’avrebbe aspettato, come
sempre, una bella
litigata nella quale avrebbe dovuto affermare convinto i motivi per i
quali
loro non avrebbero mai potuto stare insieme.
Invece no. Si era sbagliato. Il perfetto Remus Lupin aveva commesso un
errore.
Nymphadora prese posto accanto a Molly Weasley e a suo cugino, che nel
frattempo li aveva raggiunti, e partecipò passivamente alla
riunione.
Capì poco di quel che dissero. Afferrò solo il
fatto che due giorni dopo l’assemblea
molto probabilmente sarebbero comparsi dei Mangiamorte ad Hogsmead e
qualcuno
di loro avrebbe dovuto essere là, a sorvegliare in caso di
attacco.
Quel giorno no, non avrebbero combattuto: stavano studiando delle
strategie e
non era possibile lottare contro di loro, se non necessario,senza che
queste
venissero ultimate.
In poco tempo molte persone si dileguarono, lasciando in casa solo
alcuni
componenti dellla Famiglia Weasley, Sirius e Remus.
Quest’ultimo era presente
sotto la richiesta-minaccia, del malandrino.
Erano seduti in cucina per la cena e mentre molti parlavano, un uomo
scrutava
preoccupato la giovane dai tristi occhi.
Nymphadora sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti, non
aveva dormito
molto, la scorsa notte, rammentò.
La testa le pesava sul collo, la vista si annebbiava leggermente.
Il comune tepore del sonno le si presentò gentile, calmo.
La cullava.
Forse avrebbe smesso di soffrire se si fosse addormentata...
Ormai però non riusciva più a creare pensieri
coerenti...
Era stanca...troppo.
Decise allora di abbandonarsi a quella sensazione di pace e
tranquillità,
posando le braccia sul tavolo, come a formare un cuscino e lentamente
si
accasciò su di esse...
Era in un mondo fatto di luce e colori.
Passeggiava mano nella mano con qualcuno.
Alzò piano lo sguardo dalle loro dita intrecciate e lo
puntò verso l’alto, trovando
delle iridi ambrate impegnate a fissarla ed un sorriso sincero sul
volto.
Era con Lui. Con Remus.
Era così che si sarebbe immaginata la loro realtà.
Era felice.
Poi accadde tutto velocemente. Tutto iniziò a girare
vorticosamente, in cerchi
concentrici, formando una spirale enorme, grigia. Cupa.
I suoi occhi erano tornati tristi, si sorprese a versare lacrime.
Una luce verde arrivò da dietro. Era stato scagliato
un’ Avada Kedavra, ma non
l’aveva colpita.
Sentì la presa sulla sia mano allentarsi, per poi svanire
completamente. Voltò
lo sguardo in quella direzione e la disperazione prese il sopravvento.
Remus Lupin giaceva a terra privo di vita, l’ultimo sorriso
che le aveva
rivolto ancora sul volto.
Sembrava addormentato, ma lei sapeva benissimo che non poteva esserlo.
Si accasciò al suolo, buttandosi su di lui, senza nemmeno
controllare se il
maledetto che aveva ucciso la sua ragione di vita fosse ancora
là, dietro di
loro.
Desiderava solo poter morire seduta stante per raggiungerlo.
Una ragazza
si svegliò di soprassalto, urlando.
Gocce perlacee le invadevano la fronte, mentre gli occhi si
spalancavano
impauriti.
Attorno a lei il buio.
Non riconosceva la stanza nella quale si trovava, ma era cerca che
fosse una
delle tante di Grimmauld Place n° 12.
Poi sentì dei mormorii soffusi, per non svegliarla qualcuno
parlava a bassa
voce, così bassa che non riuscì a capire di chi
si trattasse.
Poi si accorse che entrambe le sue mani erano strette da qualcuno.
Una era una stretta decisa e forte, ma allo stesso tempo delicata, che
riconobbe come quella di suo cugino, mentre l’altra era senza
dubbio più dolce,
timorosa perfino: quella di Remus.
Sorrise nell’oscurità per quella piccola vittoria.
Almeno non l’aveva
abbandonata.
Tentò di riaddormentarsi, ma era difficile.
Sentiva caldo sul viso, ma il corpo aveva freddo.
E sentiva umida la fronte. Molto probabilmente aveva una pezza bagnata
su di
essa.
Forse era per colpa della febbre, anzi, si, era per forza per colpa
della
febbre.
Evidentemente l’acqua che aveva preso, non aveva avuto buone
conseguenze.
Lentamente ricadde nel torpore tipico del sonno, accorgendosi vagamente
che
Sirius e Remus stavano ancora parlando sommessamente.
Si rese tristemente conto però che il sonno non la
distoglieva dalle sue
preoccupazioni...
Anche il sonno è mio nemico...
Pensò, prima di riaddormentarsi.
Due ore dopo.
Finalmente Nymphadora riaprì gli occhi e fu felice
di constatare che si
sentiva meglio rispetto al giorno precedente.
Fece per girarsi, ma si bloccò alla vista di due ragazzi,
due uomini,
addormentati su delle sedie e con il capo appoggiato al suo letto. Le
mani
ancora intrecciate. Sorrise intenerita, nonostante fosse ancora ferita
dal
comportamento di Lupin.
Voltò poi lo sguardo verso il comodino e vide una tazza
fumante, evidentemente Molly deve essere
stata qui da
poco, pensò la giovane. Santa
Donna...
Facendo attenzione a non svegliare i due, sciolse le mani dalle loro,
prese la
tazza e bevve un sorso del contenuto, facendo in seguito molte smorfie
di
disgusto. Era davvero orribile!
Se non altro, però, la riscaldò dentro.
La schiena però le doleva , forse per la posizione scomoda
che aveva assunto
negli ultimi minuti e per le ossa deboli, così si costrinse
a muoversi, facendo
il meno rumore possibile, impresa pressoché impossibile per
lei.
Infatti mise un piede in fallo e si ritrovò
in pochissimi istanti stesa sul pavimento, avvolta nelle
coperte come un
fagotto.
Remus Lupin e Sirius Black aprirono gli occhi di scatto, pensando che
fosse
successo qualcosa.
Pensarono entrambi ad un terremoto o ad un possibile attacco e si spaventarono quando
videro che Dora non
era più nel suo letto.
Si rilassarono immediatamente, invece, quando videro una ragazza stesa
a terra,
imprigionata dalle coperte e dalle quali cercava di liberarsi,
imprecare
silenziosamente.
Moony si alzò e le porse una mano, per aiutarla, ma si sa,
con Nymphadora ogni
semplice azione diventa un pericolo.
Si issò facendo leva sulla sua mano, ma nel tentativo di
mettersi in piedi
incespicò nel tappeto finendo dritta dritta tra le braccia
del licantropo, che
la guardava perplesso e curioso.
I suoi capelli, all’incontrare quello sguardo, cambiarono
velocemente colore,
passando per le diverse sfumature del rosso e stabilizzarsi su un rosa
acceso.
Ma non erano soli, cosa che entrambi pensarono nel momento in cui i
loro
sguardi si incrociarono.
Sirius cercò di richiamare l’attenzione dei due,
ma erano persi nel loro mondo,
fatto di amore e felicità.
“Va bene! Ho capito...me ne vado” disse questo,
sbuffando, ma segretamente
contento per il suo migliore amico e la cuginetta.
Intanto il licantropo e la metamorphomagus si stavano ancora fissando,
ignorando Padfoot che uscì contrariato dalla stanza.
“Dora...”
“Remus...”
Dissero contemporaneamente.
“Prima tu” disse lui
“No, vai...” rispose lei.
“Davvero, non importa” riprovò Moony
“Insisto, prima tu” ribadì Dora.
“Va bene...-sospirò- ti amo” disse tutto
d’un fiato.
“E dovevi aspettare che mi venisse la febbre, per
dirmelo?” lo canzonò lei.
“Ehm...” disse imbarazzato.
Lei subito continuò.
“Comunque ti amo anche io...”
Si avvicinarono lentamente l’uno alle labbra
dell’altra, poi Tonks si bloccò.
“Remus?”
“Si?” sussurrò lui, vicino al suo viso.
“Che cosa ne è stato del “troppo
vecchio, troppo povero, troppo pericoloso”?”
Chiese la ragazza.
“Al Diavolo quelle
sciocchezze...non
importa.” Disse colmando la distanza che si era formata tra
loro.
La giovane sorrise.
Si, quella era la felicità.
Quella sera, quando si addormentò tra le braccia
dell’amato, non fece sogni
malvagi...
Anche il sonno era tornato ad esserle
amico... pensò felice.
Nymphadora Tonks, ritornò ad essere la Nymphadora Tonks di
sempre.
A volte basta solo guardare negli occhi la persona amata, per rialzarsi
dal baratro dentro al quale si era precipitati...
15 mesi
più tardi. I
La battaglia ad
Hogwarts era ormai
finita da una settimana, ma non tutti ce l’avevano fatta.
Il Signore Oscuro era stato sconfitto, ma molti aveva perso la vita
combattendo
contro di lui, per un mondo migliore.
Due di questi erano giovani genitori, sposati da poco.
I loro nomi erano Nymphadora Tonks e Remus Lupin.
Sirius li ricordava così, con le mani intrecciate e dei
candidi sorrisi sul
volto, il giorno che si erano sposati.
Quei sorrisi che mai più avrebbe visto perché un
terribili destino glieli aveva
portati via...
Piangeva silenziosamente inginocchiato davanti alle due tombe bianche,
mentre
portava in braccio il frutto del loro amore.
Guardò il bambino ed un sorriso gli increspò le
labbra bagnate di lacrime.
Pensò che loro sarebbero sopravvissuti nei suoi ricordi, ma
cosa più
importanti, sarebbero sopravvissuti in Teddy.
15 mesi
più tardi . II
La battaglia ad Hogwarts era finita da una settimana, ma non tutti ce
l’avevano
fatta.
Ora si alternavano i momenti in cui si piangevano i compagni caduti ad
altri
nei quali si esultava per la vittoria ottenuta.
Quella sera a Grimmauld Place n° 12 si era verificata la
seconda possibilità.
Tutti i membri dell’Ordine, Albus Silente, Minerva McGranitt,
Moody, Lux, Harry,
Hermione, Ron, la Famiglia Weasley, Sirius
Black, Nymphadora, Remus, Teddy, tutti insomma, festeggiavano contenti
l’evento.
Il Male era stato per il momento sconfitto.
L’amore aveva vinto.
Si, era quella la felicità, decisamente.
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Finita!
Bene...innanzitutto ringrazio coloro che sono arrivati a leggere fin
qui e non
hanno chiuso la pagina dopo due righe...
Vorrei chiedervi di farmi sapere cosa ne pensate, complimenti e
critiche sono
ben accetti...
Poi vorrei
ringraziare chi ha recensito la mia scorsa ff secondo_te_la_luna_si_sente_sola_lassù?
Quindi, grazie a:
DiraReal:
grazie per i complimenti! E si, hai
ragione, hanno fatto davvero una fine meschina...non sarebbe dovuta
andare così...bacio
Jadina94:
grazie anche a te, per i
complimenti! Ti do ragione...mi è venuta
l’angoscia quando ho letto quel passo...bacio
MsMontana:
Ti ringrazio! Già...dopo
tutto quello che hanno affrontato è orribile farli morire
così...bacio
Shoji:
grazie per il complimento e per la “bimba” -_-
...comunque provvederò a creare
uno stile...e grazie per averla messa tra le seguite ;)
bacio
Un
grazie anche a TonkseLupinxs per
aver inserito la storia tra le preferite...bacio
Spero
che anche questa sia di vostro
gradimento...
Vale