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Autore: Mistress Lay    16/05/2005    38 recensioni
Inizio estate. Può un sogno unire Draco e Harry? Come promesso ecco una fic sulla coppia Harry/Draco! ^__^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hp - Lay

Come promesso ecco una fic sulla coppia Harry/Draco!

Ok, so che devo continuare altre due fic (“Raggi di Speranza” e “Le Pieghe del Tempo”) ma mi è venuta l’ispirazione e così… fatemi sapere comunque cosa ne pensate! ^^

So che avevo promesso una fic sulla coppia Harry/Draco a puntate ma presto, prestissimo arriverà anche quella!!! Promesso!!

 

Mistress Lay

 

 

 

Sogno in una notte di inizio estate

 

...Quando si è molto tristi si amano i tramonti*…

 


Draco sospirò.
La luna era appena sorta nel cielo di velluto blu e le stelle apparivano poco alla volta, brillando orgogliose così lontane che gli uomini non possono non pensare a quanto siano insignificanti rispetto agli astri del cielo.
Eppure erano così belle da vedere...
Draco sospirò di nuovo con lo sguardo rivolto verso l'alto, verso le irraggiungibili stelle che lo fissavano con mille occhi lucenti.
Non c'era freddo lì. Si stava bene.
Era la mezzanotte ormai e Draco era fuori, seduto contro quell'albero, davanti al lago malinconico da almeno tre ore e non accennava a tornare nella sua sala comune e abbandonarsi al calore delle coltri del letto e poter finalmente entrare nel delicato mondo dei sogni.
Ma a Draco piaceva quel luogo.
Ci andava ogni sera per vedere il sole tramontare e vi rimaneva anche quando la maestosa luna sorgeva e le stelle la salutavano festose.
Lì, riparato dagli sguardi indiscreti di chiunque, solo e pensoso, fissava quello spettacolo celeste e sentiva quella morsa allo stomaco venire meno.
Sì perchè tra tre giorni la scuola sarebbe finita.
Ultimo anno a Hogwarts. Ultimo anno sotto l'ala protettrice di Silente. Ultimo anno con LUI.
Infatti, solo una settimana prima, il padre, Lucius Malfoy, gli aveva scritto circa i suoi progetti: finita la scuola avrebbe subito sottostato alla cerimonia durante la quale avrebbe ricevuto il suo Marchio sull'avambraccio, con i suoi amici  e come suo padre prima di lui.
Avrebbe lasciato quel castello tra le cui mura erano successe di cotte e di crude, che lo avevano visto il tronfio e superbo Draco Malfoy che camminava altero e mai indietreggiava, che infieriva sui dolori degli altri e ne procurava, che provocava e disprezzava.
Ma tra quelle mura il Draco Malfoy pubblico, sprezzante e odioso, spesso, soprattutto nell'ultimo periodo, aveva visto sostituirsi a un Draco Malfoy malinconico.
Perchè c'era da chiedersi.
Lui la risposta l'aveva.
Odiava però pensarlo.

 

Non voleva divenire un Mangiamorte.

 

I perchè erano molteplice.
Ma una cosa era certa: non avrebbe disdegnato il marchio, mai, per nessuna ragione.
Perchè quel Marchio era potere, fama, gloria, un simbolo di forza e superiorità, era orgoglio, motivo per il quale combattere, era vita ma anche morte, era una scelta, anche se non la sua, era un simbolo della sua maturità, perchè per suo padre la sua maturità si sarebbe raggiunta con quel Marchio.
Ma era anche schiavitù eterna per un Signore Oscuro.
Draco non aveva paura di uccidere.
Cos'era uccidere innocenti, donne, bambini, uomini, padri o madri di famiglia, vecchio ormai inutili, piccoli frugoletti ingenui sui dolori della vita?
Niente.
Solo una cosa come un'altra.
Ma Draco aveva un'altra paura ed era di quella paura che aveva paura.

 

Qual'era?

 

Non era il dolore, nè il perdere potere, nè il padre minaccioso e violento, nè il Signore Oscuro suo padrone... ma era uccidere lui.
Ma lui chi era in fondo?
Solo un ragazzo, un ostacolo, una persona da uccidere prima di ogni cosa.

 

Ma era anche colui che amava.

 

Buffo? Idiota? Strano? Impensabile? Improbabile? Innaturale?
Draco lo sapeva.
Aveva tentato di togliersi dalla mente e dal cuore quel viso amato, quelle iridi innocenti, quel sorriso fiducioso, quel corpo, quella sua voce... ma non ci era riuscito.
Non era stato in grado di estirpare da dentro di sè quel sentimento, quel batticuore e quell'emozione che sentiva ogni volta che lo vedeva o parlava con lui.

 

Lo amava dal profondo del suo essere e non poteva evitarlo.
Ed era della sua morte che aveva paura.

 

Era sciocco ma Draco sapeva che l'Oscuro prima di qualsiasi cosa avrebbe dovuto uccidere quell'odioso ragazzo, lo avrebbe dovuto spezzare, spegnere il respiro, bloccargli il flusso del sangue, avvolgerlo nella luce verde e abbandonarlo alle tenebre della fredda morte.

 

E se invece il ragazzo sarebbe uscito vincitore dallo scontro?
Draco contemplò di nuovo quella possibilità.
No, inverosimile.
 
Harry Potter era forte.
Era potente.
Era distruttivo.

 

Suo padre glielo aveva detto. Potter era come un vulcano quiescente che prima o poi sarebbe scoppiato e che avrebbe esploso lapilli, pietre e gas nocivi e dal quale sarebbe uscito la lava che avrebbe spazzato e distrutto qualsiasi cosa avrebbe trovato davanti al suo passaggio.

 

Draco rabbrividì al soffio di vento particolarmente freddo.

 

- Freddo, Malfoy? -

 

Draco rabbrividì di nuovo, per la sorpresa questa volta. Per aver sentito quella voce.
Si alzò a sedere di scatto girando la testa alla ricerca di LUI.

 

E poi lo scorse.

 

Appoggiato distrattamente al tronco contro il quale Draco si era abbandonato, Harry Potter, l'amato e odiato,  lo fissava con un ghigno sulle labbra.

 

Facendo forza su sè stesso per non correre da lui e baciare quelle labbra invitanti e carnose e poter cancellare quel ghigno con le sue labbra, s'impose di ghignare scocciato.

 

- Sparisci, Potter, m'infastidisci - disse e si riappoggiò al tronco dell'albero, dominando il suo impulso di alzarsi e correre a perdifiato fino alla sua stanza, cadere in un sonno profondo e dimenticare quel Potter, quel suo ghigno, quelle sue labbra.

 

Sentì un fruscio e s'impose di nuovo di restare seduto.

 

Con sua sorpresa vide Harry Potter sedersi accanto a lui, sfiorando le sue spalle, con quel ghigno.
Soddisfatto questa volta.

 

Draco sentì il cuore cominciare a battere all'impazzata e s'impose di non arrossire e di assumere un'aria scocciata.

 

- Che diavolo ci fai qui, Potter? -

 

- Mi rilasso - rispose laconico quello, mettendosi comodo e alzando lo sguardo fissando le stelle.

 

- Non potrei dire lo stesso -

 

- Perchè? -

 

- Ci sei tu a infastidirmi - bugia!

 

- La cosa non mi tocca -

 

- Davvero? - sorpresa.

 

- Davvero. E TU cosa ci fai qui, Malfoy? -

 

- Non sono affari tuoi -

 

- Ah sì? -

 

Draco inarcò un sopracciglio e lo fissò.
Bè, rilassato lo era davvero.
Aveva chiuso persino gli occhi e non sembrava nè infastidito nè irritato.

 

Che cosa stava succedendo al Ragazzo d'Oro?

 

Che cosa potrebbe dire se lui, il Principe del Ghiaccio, si sporgesse e lo baciasse?

 

Draco scacciò quell'immagine dalla testa.
Che gli prendeva?
Era anche arrossito.

 

- Che fai, Malfoy, arrossisci? -

 

Voce canzonatoria di Potter.

 

Draco alzò lo sguardo infastidito.
Arrabbiato con sè stesso perchè era arrossito e con lui perchè lo aveva notato.

 

- Non sono arrossito! - bugia!

 

- Certo, e io sono un angelo del cielo...  - lo prese in giro Harry fissandolo ghignando.

 

"Il mio di certo..."
Draco scosse di nuovo la testa. Cosa gli prendeva?

 

- Ehi, Malfoy, mi stai ascoltando? -

 

- No. Tu parli e non pensi -

 

- E tu pensi ma non parli -

 

Draco lo fissò di nuovo.
Harry ghignava ancora.
Che cosa diavolo stava succedendo al Grifondoro?
Era ubriaco? Era drogato? Era impazzito?

 

Lo voleva?

 

Draco arrossì di nuovo nel pensare all'immagine che si era formata nella sua mente. Non del tutto pudica.

 

- Sei arrossito di nuovo! -

 

- Non è vero! - ribattè con forza.

 

Harry in un gesto repentino si portò a un centimetro dal viso del serpeverde.
Draco sbiancò e arrossì furiosamente.

 

Il cuore prese a battere così forte che minacciava di uscire dal petto.

 

Quegli occhi così vicini.
Quella labbra che sfioravano le sue.
Il suo fiato contro il suo.

 

Draco non riusciva a pensare, a connettere, a parlare.
Il profumo del grifondoro lo inebriava, lo stordiva.

 

Perchè si era avvicinato così tanto a lui?
Perchè lo provocava così?
Perchè?

 

- Sei arrossito ancora - sussurrò Harry e le sue labbra sfioravano quelle di Draco.

 

Draco cercò di dominare i suoi istinti.

 

- Che diavolo fai, Sfregiato? -

 

- Ti guardo - vero! Lo fissava!

 

- E cosa vedi? -

 

- Il tuo cuore -

 

Draco ghignò.

 

- Che diavolo dici? Non ci vedi, Sfregiato? -

 

- Sei tu che non vedi -

 

Draco inarcò un sopracciglio.

 

- Cosa? -

 

- Tu non vuoi diventare un Mangiamorte. Vuoi solo ubbidire a tuo padre -

 

Rabbia adesso.

 

- Che dici, stupido? -

 

- Quello che ho detto. Il tuo cuore me lo dice -

 

Draco sgranò gli occhi e sentì svanire la sua rabbia.
Situazione troppo surreale.

 

- Tu non sai leggere nel cuore delle persone. Ti sei montato la testa -

 

- Gli occhi sono lo specchio dell'anima - ribattè semplicemente Harry sempre a pochi centimetri dalle sue labbra.

 

Draco non ribattè.
Era arrabbiato.

 

- A te piacciono i tramonti, Malfoy? - chiese l'altro inaspettatamente.

 

- Perchè mi... -
 
- Rispondi -

 

- Sì - Draco non riuscì a capacitarsi di quell'affermazione.

 

Harry sorrise e si staccò un poco.

 

- Quando si è molto tristi si amano i tramonti -

 

Draco sgranò gli occhi.

 

- Cosa? -

 

Harry sorrise.
Non disse niente.

 

 

 

Draco aprì gli occhi e si ritrovò lì, solo.
Cos'era successo?
Si guardò attorno.
Potter non c'era.
Capì.
Si era addormentato lì e aveva sognato Potter, le sue parole, il suo respiro fuso al proprio.

 

C'era ancora la luna. C'erano ancora le stelle

 

C'era freddo.
Rabbrividì stringendosi nel suo mantello e abbassando la schiena.

 

Che cosa aveva sognato?
Potter che ghignava e parlava sibillino...

 

- Decisamente sto impazzendo... - mormorò.

 

Rabbrividì di nuovo.

 

- Freddo, Malfoy? -

 

Draco alzò di scatto la testa e fissò alla sua sinistra.
Potter appoggiato al tronco, un ghigno sul suo volto.

 

Come nel suo sogno...
La stessa posizione, le stesse parole...

 

- Sparisci, m'infastidisci, Potter - senza accorgersene uscì le stesse parole del suo sogno.
Si morse il labbro quando se ne accorse.
Cercò di darsi un contegno fissando davanti a sè.

 

Sentì un fruscio e si vide il ragazzo seduto accanto.

 

- Che diavolo di fai qui, Potter? - ecco, di nuovo la stessa frase.

 

- Mi rilasso - no, anche lui le stesse parole!

 

Non disse niente perchè sapeva che le labbra lottavano per chiedere "Non potrei dire lo stesso" e quelle parole erano le stesse del suo sogno.

 

- Sei agitato - oh, una frase diversa!

 

- Non è vero - ribattè Draco.

 

- Certo e io sono un angelo del cielo! - Harry ghignò ancor di più.

 

"No, le stesse parole! Lo stesso paragone!" pensò disperato Malfoy.
Che cosa stava succedendo?
"Figurarsi, adesso magari sporge di nuovo e..." arrossì.

 

- Che fai Malfoy, arrossisci? -

 

Di nuovo le stesse parole!

 

- Non sono arrossito! - oh mio dio, cosa stavano facendo, recitando un copione?

 

- Ehi, Malfoy, mi stai ascoltando? -

 

- No - si rifiutò di continuare a parlare.

 

- Tu pensi ma non parli -

 

Draco lo fissò.
Eh, no, basta!
"Adesso lo faccio smettere di dire le stesse fasi del sogno! Gli salto addosso e..." s'interruppe "Oh, Dio, che sto pensando?"
Arrossì senza accorgersene.

 

- Sei arrossito di nuovo! -

 

No, maledizione!

 

Si morse la lingua trattenendo la risposta che voleva dare.

 

Harry, senza preavviso rifece quel gesto repentino si portò a un centimetro dal viso del serpeverde.
Draco sbiancò di nuovo e di nuovo arrossì furiosamente.

 

Il cuore prese a battere ancor più forte che durante quel sogno.

 

Ma aveva quegli occhi così vicini.
Quelle labbra che sfioravano le sue.
Quel fiato contro il suo.

 

Draco non riusciva più a pensare al sogno e a tutte le cose che prima gli frullavano in testa.
Risentì il profumo del grifondoro e di nuovo si sentì inebriato.

 

Perchè si era avvicinato così tanto a lui?
Perchè lo provocava così?
Perchè di nuovo come nel sogno?

 

- Sei arrossito ancora - sussurrò Harry mentre le sue labbra sfioravano quelle di Draco.

 

Draco cercò di evitare di sbatterlo a terra e baciarlo.

 

- Che diavolo fai, Sfregiato? - oh no, non di nuovo!

 

- Ti guardo - vero! Lo fissava! Lo fissava come prima!

 

- E cosa vedi? - chiese rassegnato. Sapeva la risposta.

 

- Il tuo cuore -

 

Draco ghignò.

 

- Che diavolo dici? Non ci vedi, Sfregiato? - e va bene, se vuoi la guerra l'avrai!

 

- Sei tu che non vedi -

 

Draco non capì di nuovo quelle parole.

 

- Cosa? - "Cos'è che non vedrei?"

 

- Tu non vuoi diventare un Mangiamorte. Vuoi solo ubbidire a tuo padre -

 

Rabbia adesso. Ma quieta.

 

- Che dici, stupido? -

 

- Quello che ho detto. Il tuo cuore me lo dice -

 

Dracosentì la rabbia svanire.
Situazione troppo surreale. Troppo da sogno.
Era uguale identica. Stava per impazzire, forse?

 

- Tu non sai leggere nel cuore delle persone. Ti sei montato la testa - disse senza pensare.

 

- Gli occhi sono lo specchio dell'anima - ribattè semplicemente Harry e le sue labbra ancora sfiorarono quelle del biondo.

 

Draco non ribattè.
Era stufo di quella specie di sogno- realtà.

 

- A te piacciono i tramonti, Malfoy? - chiese l'altro.

 

- Perchè mi... -
 
- Rispondi -

 

- Sì - Draco non riuscì a capacitarsi di perchè tutto era tale e quale al sogno e perchè lui diceva quelle frasi senza pensarle.

 

Harry sorrise e si staccò di poco ma sempre era davanti a lui.

 

Draco si aspettò quella frase sibillina "Quando si è molto tristi si amano i tramonti" ma non venne

 

Draco sgranò gli occhi e lo guardò.

 

- Cosa? -

 

Harry sorrise.
Non disse niente.

 

Sorrise ancora e disse: - Cosa? -

 

Draco sentì come se qualcosa mancasse: - Hai detto qualcosa? -

 

- No -

 

Draco non capì. Perchè Potter non aveva detto quella frase sul tramonto?
E quella parte nel sogno non c'era.

 

- Aspetti che io ti dica qualcosa? -

 

Draco lo fissò senza parole. Non sapeva che dire ora che il sogno era finito. Il copione illeggibile.

 

- Aspetti che io ti dica qualcosa, Draco Malfoy? - chiese di nuovo Harry.

 

Draco annuì.

 

- Cosa? -

 

- Qualsiasi cosa - disse senza pensare.

 

- Ti amo -

 

Draco lo fissò stralunato, sorpreso.
Potter gli aveva appena detto che lo amava?

 

Ok, era uno scherzo.

 

- Ripeti -

 

- Ti amo - disse Harry e arrossì.

 

Draco ghignò.

 

- Ora sei tu ad essere arrossito -

 

Harry scrollò e le spalle e fece per alzarsi.
La mano di Draco lo fermò.

 

- Quando si è molto tristi si amano i tramonti - disse sorridendo imbarazzato Draco.

 

Harry ricambiò il sorriso: - Lo so -

 

Draco era sorpreso: - Come fai a saperlo? -

 

- Te l'ho detto io - rispose quello.

 

- Quando? - chiese Draco con il cuore in gola.

 

- Nel tuo sogno -

 

Ok, ora le aveva viste tutte.

 

- Scusa? -

 

- Ti amo - ripetè Harry, ignorando la domanda.

 

Draco rimase zitto.
Le sue labbra rimasero serrate.

 

Harry sembrò dispiaciuto e si alzò, la mano di Draco non lo fermò.

 

- Dove vai? - chiese solo il biondo.

 

- Via -

 

- Via? -

 

- Buonanotte Malfoy, che i tuoi sogni non ti turbino più - e fece per andarsene, la morte nel cuore.

 

Ma non andò molto lontano, una mano lo afferrò e lo scagliò non molto delicatamente contro il tronco di quell'albero contro il quale si era precedentemente appoggiato.
Una mano pallida sul suo braccio, l'altra sulla sua spalla, morsa ferrea.
Il viso pallido di Draco Malfoy a due centimetri dal suo.
I suoi occhi che si persero nello smeraldo.

 

- Ti amo -

 

Un sussurro.

 

Draco non staccò gli occhi da Harry e vi vide una strana scintilla brillare prima che il ragazzo si sporse e lo baciò.
Draco non capì più niente e aprì le labbra per accoglierlo ancor meglio e il baciò si approfondì sempre di più e teminò una volta che entrambi rimasero senza fiato.

 

Harry sorrise e per Draco quel sorriso racchiudeva una ragione di vita.
- Mi stavo chiedendo quando avresti abbandonato il copione del sogno -

 

Draco spalancò gli occhi.
- Cosa? -

 

Harry era divertito.

 

- Dimmelo! - ordinò Draco.

 

- Prima ero entrato nei tuoi sogni...- sussurrò Harry poi scoppiò a ridere.

 

Draco mise il broncio: - Grazie, io che non ci capivo più niente e tu che... e poi come sarebbe a dire che sei entrato nei miei sogni? -

 

- Era un esperimento. Silente me lo aveva insegnato ma serviva una "cavia" e ho beccato te -

 

- Coooosa? -

 

- Non fare quella faccia. È stato un piacere entrare nei tuoi sogni e poi... se non fossi entrato non saremmo così - rise ancora.

 

Draco sorrise e lo abbracciò d'impulso e, mentre le sue braccia gli cingevano la vita quelle di Harry erano allacciate al suo collo.

 

- Ti amo, Harry, da sempre - sussurrò sopraffatto dalla felicità.

 

- Ti amo, Draco, per sempre - sussurrò in risposta Harry il volto nascosto nell'incavo del collo dell'altro.

 

Draco gli sollevò il mento e lo baciò.
Rimasero a baciarsi per un po', godendo entrambi dell'amore e della completezza che sentivano.
Qualsiasi cosa sarebbe successo in quel momento loro erano insieme.

 

Poi Draco lo portò a sedersi dov'erano prima e fece appoggiare il capo del ragazzo moro sulla sua spalla mentre gli cingeva la vita.

 

- Io sarò sempre con te - disse.

 

Harry annuì.

 

- Lo giuro, Harry. Io non diverrò un Mangiamorte. Sarò con te nella battaglia con Voldemort e combatterò con e per te. Per un futuro -

 

Harry sentì le lacrime salirgli agli occhi. Quanto aveva desiderato quelle parole! Quanto aveva desiderato ascoltare quella voce amata sussurrare quella promessa!

 

- Lo so, Draco -

 

Draco sorrise e sentì gli occhi piangere: - Io voglio stare con te. Per sempre. Io ti amo, Harry, ti ho sempre amato e sempre ti amerò. Ricordalo. Io spero potrai dimenticare tutto quello che ti ho fatto in passato... -

 

Harry gli asciugò le lacrime sorridendo: - Ora comincia una nuova vita. E la voglio passare con te. Io sconfiggerò Voldemort per te -

 

Draco lo baciò e lo strinse a sè.
La solitudine non c'era più.
Ora aveva il suo tesoro e guai a chi voleva sottrarglielo!

 

Guardò la luna e ripetè il giuramento: "Con lui e per lui!"

 

E quella notte rimasero lì ad assaporare l'uno le labbra dell'altro. A parlare, a recuperare tutto il tempo perduto, a sigillare il loro amore.

 

 

 

Tre giorni dopo la scuola finì e tutti sapevano del loro amore e tre giorni dopo la fine della scuola ci fui il combattimento finale tra Ordine della Fenice e Mangiamorte.

 

Molti morirono

 

Voldemort e Harry combatterono fino allo stremo della forza e infine uno dei due morì.

 

Sopravvisse solo uno, come detto dalla profezia.

 

 

 

- Quando si è molto tristi si amano i tramonti... - Draco sussurrò quella frase mentre la mente tornava a quel cimitero che ospitava le spoglie delle persone che erano morte in quella battaglia.

 

Sentì due braccia cingergli la vita e un mento appoggiato sulla sua spalla.
- Ti piacciono i tramonti? -

 

Draco si girò e fissò due occhi smeraldo con grande amore.
Harry Potter.
Il salvatore del mondo magico, il redentore, l'eroe, l'uomo che amava, il suo neo sposo.

 

- Adesso no. Preferisco l'alba - disse sorridendo.

 

Harry sorrise.
Il ricevimento di nozze poteva aspettare.

 

FINE
Mistress Lay

 

 

 ­­__ Ehi, LadyBlood, qst è non la fic che avevo anticipato ma… che ne pensi? __

 

 

NOTA:

*La frase appartiene a Antoine de Saint- Exupéry (Piccolo Principe)

 

 

 

  
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