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Autore: Il corsaro nero    14/02/2021    2 recensioni
Dopo James Potter e la sua banda, Gilderoy Allock è la persona che Severus Piton detesta più in assoluto... ma qual è la ragione di questo odio? Tutto risale ad un 14 Febbraio di tanti anni fa, quando Piton era solo uno studente del primo anno, mentre Allock al quarto...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gilderoy Allock, James Potter, Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il peggior San Valentino di Piton

 

Fu la sveglia del suo compagno di stanza a svegliarlo di soprassalto e, immediatamente, si alzò in piedi, eccitato.

Era arrivato, finalmente!

Non riusciva a contenere i battiti del suo cuore.

Veloce come il lampo, prese la divisa verde e argentata e il piccolo sacchetto di tela legato con un fiocco verde, per poi correre velocemente in bagno, mentre i suoi compagni di dormitorio si svegliavano, sbadigliando.

Una volta dentro, si fece una doccia più veloce del lampo, in modo che, per una volta, i suoi capelli non fossero unti come al solito, per poi indossare la divisa che, proprio la sera precedente aveva pulito con un incantesimo.

In fondo, per quel giorno, poteva fare un’eccezione…

Con il cuore che batteva a mille, si guardò allo specchio e si mise a pettinarsi i capelli con un pettine, per poi osservare attentamente il risultato.

Adesso sì che era presentabile… certo c’era quello stupido naso adunco che aveva ereditato da quello stupido vecchio babbano di suo padre, ma tanto ci aveva fatto il callo… inoltre, non era così stupido da farci qualcosa con la magia, anche se era più abile della maggior parte degli studenti del settimo anno… avrebbe rischiato di perderlo e quello stupido idiota di Potter ne avrebbe subito approfittato per prenderlo in giro assieme alla sua banda di deficienti.

Gli pareva già di vederlo, con quella sua aria arrogante, quei capelli scompigli e il sorrisetto dirgli: “Ehi, Mocciosus, sei molto più bello adesso! Perché non te lo sei fatto sparire prima, il naso?”

E tutti a ridere come idioti!

Perché era il più popolare, perché era abile a volo, perché i suoi erano ricchi sfondati, perché era un Grifondoro…

Era così furioso, da non accorgersi nemmeno di aver stretto la bacchetta con forza, ma, alla fine, si calmò.

Non doveva farsi prendere dalla rabbia… quello era il suo giorno!

Si era preparato con così tanta cura e passione per quel giorno… oggi nessuno, nemmeno quel cretino di Potter, glielo avrebbe rovinato!

“Ehi, Piton! Ne hai per molto?! Qui c’è gente che vorrebbe usarlo il bagno, sai?!” urlò una voce maschile dall’altra parte della porta e il giovane, con una faccia seccata, sbottò: “Ho quasi finito!”

Dopo essersi dato una sistemata, il giovane aprì la porta e sguisciò via, dirigendosi in Sala Comune.

“Sul serio?! Oh, Lucius, è molto carino da parte tua…” esclamò una voce femminile proveniente proprio dalla Sala Comune, facendolo fermare di colpo.

Prudentemente, si affacciò sulla Sala, cercando di non farsi vedere e vide un ragazzo coi capelli biondi e la divisa da Prefetto che stava mostrando ad una ragazza del quarto anno una collana con degli smeraldi che sembrava davvero preziosi.

“Oh, è solo un semplice pensierino per questo giorno speciale… ho pensato che si abbinasse all’incarnato della tua pelle, al colore dei tuoi capelli…” continuò Lucius con un sorriso arrogante che a Severus ricordò troppo quello di Potter, mentre la ragazza, con finta aria imbarazzata e timida, rispondeva: “Ma ti sarà costato un sacco di galeoni, non dovevi…”

Eppure, dallo sguardo, il ragazzino capì subito che, in realtà, lei era ben felice del dono ricevuto e non vedeva l’ora di mostrarla alle amiche.

“Oh, non preoccuparti… per la mia famiglia, i soldi non sono importanti… inoltre, quando finirò la scuola, otterrò un lavoro molto prestigioso… ho già trovato un ottimo contatto… il quale mi permetterà di restare nella storia dei maghi per l’eternità… pensa, forse, combatterò in prima persona per far sparire quegli schifosi Sanguemarcio dal mondo…” continuò Lucius finché una voce femminile stizzita non commentò: “Ah! Credi davvero che uno come te sarà in grado di attirare l’attenzione di quel tizio che si fa chiamare Voldemort? Ma fammi il favore…”

Sdraiata mollemente sul divano e con le braccia sotto alla chioma corvina, c’era una ragazza del settimo anno che guardava con aria arrogante e seccata i due fidanzati e, subito, la bionda rispose: “Su, Bella, non dire così… Lucius è molto intelligente e dotato… sono certo che lui sarà molto contento di averlo tra i suoi uomini.”

“Sì, sì, certo… chissà, poi, cosa ci trovano quegli idioti in uno come lui… ha una faccia… ma che cavolo si è fatto per ridursela così? Bah, roba da matti…”

Cercando di non farsi notare, il piccolo Severus provò a scivolare verso la porta, ma la bionda lo intercettò subito: “Ehi, nanerottolo, sbaglio o hai un aspetto migliore del solito? Cos’è, speri di dichiararti ad una ragazza con quel naso? Ah ah ah! Nemmeno una babbana ti vorrebbe!”

Fumando di rabbia, Severus fece per tirare fuori la bacchetta, ma Lucius si mise in mezzo ai due litiganti: “Su, su, Cissy, non fare così… è uno degli studenti migliori della scuola e uno dei cocchi di Lumacorno a Pozioni, assieme a quella babbanastra della Evans… potrebbe essere utile al tu-sai-cosa.”

Per tutta risposta, Cissy diede un’occhiataccia di supponenza al ragazzino.

Non ci voleva un genio per capire che la disgustava perché suo padre era un babbano, in fondo era una Black e lui, coi Black, aveva già un brutto rapporto…

“Lui? Utile? Ah, Lucius, questa è proprio bella! Ha un aspetto troppo malaticcio per poter combattere… scommetto che è il primo a crepare! Anzi, ti dirò di più, il giorno, se mai dovesse arrivare, in cui gli chiederò aiuto, significherà che sono impazzita!” rise, divertita, Cissy, mentre Bella, si era messa a leggere una rivista, totalmente indifferente.

Se c’era un argomento che non le avrebbe mai potuto fregare di meno, era proprio quello di Voldemort e dei suoi tirapiedi!

Furioso, Severus le fece un’occhiataccia, mentre si dirigeva fuori.

Oh, come gli sarebbe piaciuto trasformarla in un rospo…

“Mi dispiace per il comportamento di mia sorella…” esclamò, alle sue spalle.

Severus si voltò e vide una ragazza coi capelli castani e un dolce sorriso, anche lei con indosso la divisa di Serpeverde.

Il ragazzino la riconobbe subito: era Andromeda, la sorella maggiore della fidanzata di Lucius Malfoy, la quale era del sesto anno, l’unica tra tutti i Serpeverde gentile con lui e l’unica, in quella famiglia di fanatici dei Black, che tollerasse.

“Allora, sei pronto?” gli domandò, dolcemente, la ragazza e Severus annuì con la testa.

“Ottimo. Buona fortuna.” Gli augurò la giovane e, proprio in quel momento, un Tassorosso del sesto anno che passava davanti a loro, inciampò su una piega del tappeto e cadde per terra rumorosamente, mentre il contenuto della sua borsa si spargeva da tutte le parti.

Ancora prima che il giovane fosse caduto per terra, Severus aveva già capito chi era, dato che la fama lo precedeva: quello era Edward Tonks, meglio conosciuto col suo soprannome, ovvero Ted, e per la sua incredibile capacità d’inciampare e di far cadere tutto quanto.

“Ted, tutto bene?” domandò, immediatamente, Andromeda, preoccupata, e il Tassorosso, massaggiandosi il naso dolorante, la rassicurò: “Tranquilla, tranquilla. Sto bene.”

Per un attimo, Severus ebbe l’impressione che le punte dei capelli di Ted da biondi fossero diventati rossi, ma scrollò le spalle.

Doveva essere stato un effetto della luce, non c’era altra spiegazione… i capelli di una persona non cambiavano così su due piedi e senza un incantesimo, soprattutto nel caso di un Nato Babbano…

In ogni caso, non gliene importava niente dei capelli strambi di Ted… aveva una cosa più importante da fare.

Mentre scendeva le scale per raggiungere in fretta la Sala Grande, sentì una voce fastidiosa che lo costrinse a nascondersi dietro ad un’armatura, per non doverlo sentire.

“…San Valentino è la mia festa preferita. La festa dell’amore… quest’anno riceverò un sacco di valentine, proprio come l’anno scorso… e, d’altronde, come potrebbe non essere così? Coi miei capelli biondi, il mio sorriso affascinante e il mio splendido viso… tutte le studentesse della scuola cadranno ai miei piedi, vedrete! Ho anche provato a chiedere al professor Vitious di fare una festa, ma non me l’ha voluta fare… che peccato… e pensare che avevo preparato per l’occasione un abito rosa perfetto!” blaterò, senza fermarsi un attimo, il Corvonero del quarto anno coi capelli ondulati biondi, mentre i suoi compagni di Casa facevano una smorfia che era un misto tra lo seccato e l’esasperazione, e Severus li capiva perfettamente.

Non avrebbe mai creduto possibile che nella scuola ci fosse qualcuno che odiava tanto quanto James Potter e i suoi amichetti, ma Gilderoy Allock era riuscito ad ottenere quel risultato.

Odioso, spocchioso e insopportabile… perfino i suoi compagni di Casa e gli insegnanti non lo sopportavano.

Fece un ghigno, ricordando di aver sentito Lucius Malfoy ridacchiare sul fatto che l’anno scorso, nonostante dichiarasse di averne ricevute migliaia, Allock aveva avuto una sola Valentina, da parte di sua madre.

Stava per uscire dal suo nascondiglio, quando vide una ragazza del quarto anno grassottella che camminava verso la Sala Grande.

Quella, per certi versi, era persino peggio di Allock… un’impicciona di primo grado e più stupida di un troll!

Non si sarebbe di certo stupito se, un giorno, avesse saputo che Bertha Jorkins avrebbe fatto una brutta fine!

Intanto, però, era meglio evitare che quella stupida oca scoprisse cosa avesse in mente di fare o, in pochi secondi, l’avrebbe saputo l’intera scuola!

Una volta che l’ebbe superato, Severus uscì dal suo nascondiglio e si mise una mano in tasca.

Sorrise non appena sentì il tessuto ruvido del suo sacchetto.

Tutto era al suo posto, non poteva fallire!

Adesso doveva solo…

“Ciao, Sev!” lo salutò, all’improvviso, una voce cristallina e pura alle sue spalle, facendolo trasalire.

Si voltò lentamente e vide la più bella ragazzina su tutta la Terra, la cui pelle pallida sembrava brillare alla luce del sole, i lunghi capelli rossi che sembravano fatti con mille petali di una rosa dallo stesso colore del sangue e gli occhi di un verde così bello intenso e profondo da sembrare un prato.

Se c’era una cosa che a Severus adorava di Lily, anche se, ad essere sincero, lui adorava tutto di lei, erano i suoi occhi.

Così belli, profondi… rischiava sempre di perdersi, ogni volta che li guardava…

“Allora, andiamo a far colazione? Muoio di fame…” esclamò l’amica, completamente ignara del turbamento che gli stava procurando nell’animo, prendendolo per un braccio e Severus, cercando di nascondere il fatto che quella presa gli stava facendo perdere i battiti del cuore.

Si ritrovò a camminare in maniera automatica verso la Sala Grande, ma, proprio quando stava per varcare la soglia, il ragazzino si ricordò del pacchetto.

Che stupido idiota… per poco se n’era dimenticato… l’ultima cosa che voleva era consegnarlo davanti a tutti…

“Lily, aspetta!” esclamò, con improvvisa e inaspettata determinazione, il ragazzino, fermandosi di colpo, e l’amica, guardandolo sorpresa, gli domandò, leggermente preoccupata: “Cosa c’è, Sev? Non stai bene? Vuoi che ti accompagni in infermeria?”

“N-no… io… ecco… io… io…”

Cercando di calmarsi, il giovane fece un respiro.

“La verità è che io v… vole…” balbettò il giovane, ma, proprio in quel momento, un gufo si appoggiò sulla sua spalla.

“Ehi, Sev, c’è un gufo sulla tua spalla.” Fece notare, sorpresa, Lily, e l’amico, tentando di scacciarlo con la mano, esclamò: “Dubito che sia per me, Lily… nessuno mi manda mai una lettera…”

Aveva appena finito di dire quelle parole che altri due gufi gli si appollaiarono su di lui, uno sull’altro braccio e l’altro sulla testa.

“Ma si può sapere che cosa vogliono questi gufi?!” sbuffò Severus, maledicendoli mentalmente.

Possibile che, proprio quando stava tentando di fare la confessione della sua vita, dovevano arrivarne?!

A peggiorare il tutto, ci pensò un altro gufo, il quale, stavolta, atterrò sulla spalla di Lily e, prima che Severus avesse il tempo di mandarlo via, la rossa prese la lettera legata alla zampa.

“E’ per te?” domandò, immediatamente, Severus, cercando di contenere la forte gelosia che gli stava cominciando ad artigliare con forza e decisione il suo petto, come la zampata di un Ippogrifo offeso.

Nessuno si doveva anche solo azzardare ad inviare una lettera d’amore alla sua Lily…

“No, affatto. Anzi, è per Allock.” Esclamò, stupita, la rossa e Severus fece mentalmente un respiro di sollievo.

Il gufo si era semplicemente confuso sul destinatario… meno male…

“Non capisco…” commentò, sempre più incredula, Lily “Perché il gufo mi ha inviato una lettera per un altro?”

“Boh, si sarà smarrito…”

“Ascolta, Sev, posso consegnare questa lettera ad Allock? Dopotutto, è sua…”

“M-ma certo, nessun problema!”

“Oh, grazie mille. Faccio in un lampo!”

Non appena si fu girata, Severus fece un ringhio per la seccatura.

Perché, proprio quando stava per dare il suo regalo a Lily, era successo quello?!

Maledetto idiota che aveva mandato un uccello stupido e confuso…

“Oh, mamma…” esclamò, proprio in quel momento, la rossa e, immediatamente, Severus corse verso di lei, domandandole, preoccupato: “Che c’è? Che succede?”

L’unica cosa che riuscì a fare Lily, la quale aveva un’espressione incredula sul viso, fu d’indicare con l’indice davanti a sé.

Non appena il ragazzino ebbe guardato nella direzione indicata, sgranò gli occhi, incredulo.

Il tavolo dei Corvonero era letteralmente sommerso di gufi.

Non c’era un solo centimetro senza uno di essi… e la cosa peggiore era che non accennavano affatto a diminuire, anzi, tutt’altro!

In attesa che arrivasse il loro turno, i gufi che entravano sempre più a frotte andavano sugli altri tre tavoli, i quali stavano, a loro volta, trovandosi con sempre meno spazio libero e più di una persona cercava di scacciarli o tentava di salvare, inutilmente, la colazione.

Con un ghigno, vide uno dei gufi la cui zampa si era impigliata ad una ciocca di capelli di Bellatrix Black, la quale urlava a squarciagola, tentando di staccarsi di dosso l’animale, mentre le sorelle minori cercavano di aiutarla, per poi notare Alice Fortescue, Grifondoro del secondo anno, conosciuta per essere una ragazzina  parecchio maldestra e pasticciona, inciampare sul suo stesso mantello e cadere rovinosamente per terra, mentre una civetta marrone si posava sulla sua testa, venendo poi aiutata a rialzarsi dal suo compagno di Casa Frank Paciock.

Ovviamente, la cosa non era sfuggita agli insegnanti, infatti, la McGranitt, Vitious, la Sprite, Lumacorno e Silente stavano cercando di far mantenere la calma generale, ma l’unico che era effettivamente calmo era Xenophilius Lovegood, il quale se ne stava tranquillo a mangiare il suo porridge, guardando per aria con la sua solita espressione stralunata.

Severus avrebbe scommesso il vecchio libro di pozioni di sua madre che quello stava cercando cose o creature che esistevano solo nella sua testa… magari qualcosa che giustificasse quell’ammasso di gufi…

Nel frattempo, gli studenti stavano tentando di uscire correndo dalla Sala oppure si nascondevano sotto ai tavoli, sperando che la baraonda finisse presto.

“Ma che diavolo succede?! Perché ci sono tutti questi gufi nella Sala Grande?!” esclamò, allibita, Lily e Severus rispose, adirato: “Scommetto che il responsabile è James Potter assieme alla sua banda!”

“Mi sa che hai ragione, Sev… solo loro potrebbero ordire un simile pandemonio…”

“Sono lusingato dal fatto che mi consideri degno di un tale scompiglio, Evans, ma, purtroppo, non sono io il responsabile e nemmeno uno dei miei amici… anche se devo ammettere che mi sarebbe piaciuto fare uno scherzo del genere…” ridacchiò una voce arrogante e sicura di sé alle loro spalle.

Facendo un ringhio soffocato, Severus si voltò e vide davanti ai suoi occhi, il muso più brutto e più odioso dell’universo… il solo vederlo, gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

Doveva sempre trattenersi per non lanciargli una maledizione tutte le volte che vedeva quella sua brutta faccia…

“Beh, devo ammettere che è davvero un capolavoro di scherzo, non c’è che dire…” commentò James, guardando in silenzio, la Sala Grande mentre Sirius Black, il secondo individuo che più odiava in tutta la scuola, aggiunse: “Già, dovrebbero dare un premio a chi ha combinato tutto questo… e io che già mi preparavo ad un San Valentino noioso… ma questo è davvero una forza!”

“Già, davvero divertente… proprio il genere di scherzo che organizzereste voi due…” sibilò Lily, ma un giovane con il volto pieno di cicatrici fece capolino da dietro James e Sirius e le disse: “Vero, ma stavolta non centrano niente con tutti questi gufi, Lily, te lo assicuro.”

“Davvero?”

“Sì.”

Mentre Lily tornava a guardare la Sala Grande, preoccupata, Remus si avvicinò a James e Sirius e sussurrò: “Voi due non centrate niente con questa storia, vero?”

“No, Remus. Avevamo in mente un altro scherzo per San valentino, ma qualcuno ci ha preceduti.” Ammise James, mentre Sirius, mettendogli un braccio intorno al collo, ridacchiava: “Sarà per l’anno prossimo, amico.”

“Già, potremmo mandare una lettera d’amore a Mocciosus…”

“Meglio di no, amico, sennò ci schiatta per l’emozione!”

“Ottimo, così libereremo il mondo da un mostriciattolo insopportabile untuoso e col nasone! Chissà, magari chi danno un premio per aver fatto un simile favore alla comunità!”

James, Sirius e un ragazzino grasso scoppiarono a ridere a crepapelle, mentre Remus cercava, con aria imbarazzata, di farli smettere, anche se piuttosto debolmente: “Ragazzi… su, ragazzi… non è molto divertente…”

Nessuno si accorse che gli occhi di Severus stavano mandando lampi, mentre nella sua mente apparivano varie maledizioni con cui poteva farla pagare a quei dannati idioti…

Proprio in quel momento, i gufi della Sala Grande cominciarono a riunirsi nel corridoio, generando ancora più confusione rispetto a prima, tanto che Lily esclamò: “Qui è un vero e proprio inferno! Andiamocene, Sev!”

Senza farselo ripetere due volte, il piccolo Serpeverde si mise a correre il più lontano possibile da quel macello, assieme a Lily, seguito a ruota da un centinaio di altri studenti appartenenti a tutte le Case, la cui unica cosa che desideravano era scappare da quel manicomio.

 

“Il prossimo!” tuonò, inferocita, la Sprite, in direzione della lunga fila piena zeppa di studenti dal primo e dal settimo anno, tutti sporchi e coperti di piume di gufi, proprio come il cappello dell’insegnate d’Erbologia, il quale era sempre sporco e malridotto.

Lentamente, Severus si avvicinò alla donna, con il suo piatto davanti a sé e la Sprite, di solito allegra e gentile come una vera Tassorosso, glielo afferrò bruscamente e lo riempì, con fare furioso, con un enorme cucchiaio di metallo, con la minestra contenuta nell’enorme pentolone di metallo, il quale veniva mescolato da due elfi domestici con la loro magia.

Una volta riempito, la Sprite passò il piatto al ragazzino e ripeté, ancora adirata: “Il prossimo!”

In quel momento, si sentì un tonfo e, voltandosi, Severus vide Ted steso per terra, coi frammenti del piatto e la minestra sparsi per il pavimento.

“Misericordia, Tonks, ma non può stare attento un attimo?!” urlò la Sprite, per poi rivolgersi a Severus, immobile davanti a lei: “E lei cosa ci fa ancora qui, Piton? Si sposti che sta bloccando il passaggio!”

Severus obbedì prontamente.

Di solito, la Sprite era gentile, ma il macello che era accaduto in Sala Grande mezz’ora prima, doveva averla proprio seccata e non le dava di certo torto… chiunque fosse stato il responsabile l’avrebbe pagata molto cara…

Severus camminò con diverse difficoltà nell’immensa cucina del castello, la quale era piena zeppa di studenti che mangiavano in silenzio la loro “colazione”, invece dei soliti elfi domestici che lavoravano lì e degli studenti in punizione.

Finalmente, Severus riuscì ad individuare la sua testa rossa preferita e, veloce come il lampo, si sedette accanto a lei.

“Ciao.” La salutò e Lily mugugnò, mescolando la sua minestra distrattamente: “Ciao…”

“Credi che Vitious riuscirà a pulire tutto?”

“Ma certamente! E’ il nostro insegnate d’Incantesimi, no? Farà sparire tutto in un baleno.”

“Vorrei proprio sapere che diavolo è successo… magari, Pix ha mandato qui i gufi della guferia per fare uno scherzo…”

“Magari…”

“Che intendi, Lily?”

“Intendo dire che il responsabile di tutto questo macello è quel Corvonero insopportabile e altezzoso, addirittura peggio di James Potter, e ce ne vuole! Gilderoy Allock!”

“Che ha combinato, stavolta, quello stupido? Non gli è bastato far apparire nel cielo notturno la sua stupida faccia grande e luminosa come il Marchio Nero, terrorizzando a morte sia il castello che i dintorni? Sono persino venuti qui i giornalisti della ‘Gazzetta del Profeta’!”

“A quanto pare, si è spedito da solo ottocento gufi per dimostrare di avere delle ammiratrici… non credo di aver mai visto tutto il corpo docenti, compreso Silente, così arrabbiati… persino Lumacorno era seccato dal fatto che quei gufi avevano rovinato il suo vestito migliore…”

Severus si mise a mescolare la sua minestra, sbuffando.

Per colpa di quell’idiota vanesio, il suo tentativo di regalare dei cioccolatini a Lily era sfumato nel nulla!

E pensare che ci aveva lavorato per una settimana intera, aiutato da Andromeda Black e dagli elfi domestici…

“Quindi, per quanto riguarda San Valentino…” cominciò il ragazzino, ma la rossa lo interruppe: “Non parlarmi di San Valentino!!!!”

L’urlo fu così forte, da far voltare, per lo spavento, alcuni studenti.

Diventando rossa come i suoi capelli, Lily borbottò, imbarazzata: “Scusami, Sev, non volevo urlarti contro… t-tu non hai nessuna colpa… è solo che è stata una giornata così… così orribile…”

“No, figurati… mi dispiace…”

“Non so cosa diamine avesse in testa quello scemo… Vitious e Silente sono di sopra e, francamente, spero che lo strapazzino per bene! Se poi, venisse anche la McGranitt, formerebbero la serie d’assi perfetta.”

“Secondo me, andrà con loro… ho visto la McGranitt poco fa, ed era furiosa. Scommetto che non vede l’ora di dire la sua sul pasticcio.”

“L’unica buona notizia è che, per la prima volta da secoli, tutte le Case sono completamente d’accordo su qualcosa: questo è stato un San Valentino da dimenticare e Gilderoy Allock è un totale idiota!”

“Su questo non ci piove per niente, Lily…”

“Ehi, Evans!” esclamò una voce odiosa e fin troppo familiare alle loro spalle e i due amici, voltandosi, si trovarono davanti a James Potter, col suo solito stupido ghigno e la sua solita banda, anche se, in mezzo ai capelli ribelli c’erano due piume di gufi, che esclamava: “Visto che non centravamo niente col disastro della Sala Grande?”

“Sì, stavolta non centrate niente, ve lo concedo… ma scommetto tutti i miei galeoni che non resisterete a combinare uno scherzo di maggiori proporzioni!” sbuffò Lily e James, con aria divertita, la provocò: “E se, invece, scommettessimo un tuo bacio?”

Quelle parole bastarono a rendere furioso Severus.

Come… come osava quel… quel viscido arrogante, insopportabile, idiota di un Grifondoro…

Con la faccia livida dalla rabbia si alzò in piedi e si avvicinò furente, mentre Remus, cercava di sgridare, ancora una volta in maniera piuttosto vana, l’amico: “Su, James, non esagerare… basta solo un galeone…”

“Smettila d’infastidire Lily!” gli sibilò Severus, non appena so trovò davanti alla sua nemesi, e l’altro, con un ghigno, ribatté: “Potrei prenderti anche sul serio… se non fosse per quel tuo grosso e brutto nasone che usi fin troppo spesso per impicciarti di cose che non ti riguardano.”

“Piantala di prendere in giro Sev! Lui è di gran lunga più bravo di te, a Pozioni, mentre tu, non fai altro che far esplodere il calderone!” gli rispose la rossa, furiosa.

Nessuno aveva il diritto di prendere in giro il suo migliore amico per il suo aspetto fisico!

Certo, non era l’uomo più bello del mondo, ma era molto intelligente e studioso… e lei, francamente, preferiva una persona umile, gentile ed intelligente ad una arrogante, fin troppo sicura di sé e casinista come quella di Potter!

“Piton, Potter, Evans! Smettetela di litigare! E’ già una giornata pesante per tutti!” l’interruppe, proprio in quel momento, la voce seccata della Sprite.

Severus si diresse verso la porta, mentre Lily gli domandava: “Dove vai, Sev?”

“A lavarmi. Grazie a quell’idiota di un Corvonero, sono tutto sporco…”

“Ma se sei più bello del solito!” lo schernì Sirius, facendo scoppiare a ridere James e il ragazzo grasso, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Lily.

Dandogli a sua volta uno sguardo furioso e disgustato, Severus uscì, furente, dalle cucine, dirigendosi verso il bagno.

Tuttavia, ad un tratto, si fermò e si sedette, furioso per terra, tirando fuori dalla sua tasca il pacchetto che aveva preparato apposta per Lily.

Gli era passata la voglia di festeggiare San Valentino… proprio come a tutta la scuola!

Non appena lo ebbe aperto, cominciò a prendere i cioccolatini e a mangiarli, con espressione adirata e borbottando, tra un boccone e l’altro: “Stupido Corvonero… stupido San Valentino… stupidi gufi… stupido disastro… stupido Corvonero… stupida giornata… stupidi biglietti… stupido Potter… stupida festa… stupido Corvonero… un giorno io… io gli darò una lezione per quello che ha combinato… gli lancerò un Expelliarmus così potente da farlo sbattere il muro! Così impara a mandare in fumo i miei progetti con la sua vanità e stupidità! Oh, se me la pagherà… lui e quell’altro deficiente di Potter… la vedremo, un giorno! Stupido Corvonero…”

 

Severus stava camminando per il parco della scuola, per raggiungere Lily così da fare due chiacchiere insieme, quando una fastidiosa voce familiare lo raggiunse: “…Non riesco proprio a capire come mai Silente e Vitious mi abbiano sospeso per un mese dal Quidditch in modo da aiutare Gazza solo perché ho ricevuto un sacco di Valentine… temo che sia stato la professoressa McGranitt ad insistere su questa punizione… non le sono mai piaciuto… probabilmente è per il fatto che sono di gran lunga migliore di lei a Trasfigurazione… ma anche perché così, in questo modo, può permettere a Grifondoro di vincere la coppa di Quidditch… sapete, senza di me e la mia bravura, Corvonero è segnato… dopotutto, sono così bravo che di certo farò parte della squadra nazionale, prima di diventare il Ministro della Magia più giovane di tutti i tempi…”

Severus si voltò, chiaramente infastidito e anche leggermente allibito, guardando Allock che stava parlando senza sosta a Lovegood, il quale se ne stava con un’espressione imbambolata a guardare il cielo, immerso in chissà quale stupidaggine alla Lovegood.

Era impressionante come quel cretino riuscisse a parlare con così tanta tranquillità e naturalezza, mentre tutti gli studenti di tutte le Case, non appena lo vedevano, si mettevano a fissarlo con puro odio e risentimento per tutto quello che aveva combinato tre giorni fa a San Valentino, camminando persino a testa alta come una specie di nobile!

Quanto gli dava sui nervi…

Prese la bacchetta e, con un’espressione omicida, la puntò verso Allock, continuava a blaterare senza sosta su quanto la scuola fosse ingiusta, dato che non comprendevano appieno il suo talento, e quanto era bravo in qualcosa.

A dir la verità, intendeva provare quell’incantesimo che aveva ideato il mese scorso su Potter, ma con Allock avrebbe fatto volentieri un’eccezione… soprattutto dopo aver mandato al diavolo il suo tentativo di dare il suo regalo di San Valentino a Lily…

“Languelingua.” Sibilò Severus e, immediatamente, Allock s’interruppe e cominciò a toccarsi la bocca, incredulo, mentre Lovegood continuava a guardare il cielo, con la sua solita aria idiota, incurante di quello che stava succedendo a pochi metri di distanza da lui.

Severus fece un sorrisetto di vittoria.

Il Principe Mezzosangue aveva colpito ancora…

Sempre con un grosso sorriso, l’undicenne si voltò e si diresse verso Lily.

Non appena l’ebbe raggiunta, con ancora il sorriso stampato sulla faccia, esclamò: “Ah, è una splendida giornata, non trovi anche tu, Lily?”

“Hai proprio ragione, Sev. E’ davvero ottima per essere Febbraio…” ammise la ragazza con un sorriso e Severus esclamò: “Già… inoltre, senza rumori insopportabili e molesti riesco a sentire il canto degli uccellini…”

   
 
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