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Autore: crazy lion    15/02/2021    1 recensioni
Taylor Swift compie ventuno anni. Ha organizzato una festa a tema natalizio e aspetta il suo fidanzato,l'attore Jake Gyllenhaal. Le cose tra loro non vanno bene, ultimamente, ma lui le ha promesso che ci sarebbe stato. Arriverà? E come passerà Taylor il compleanno?
Questa è la storia della canzone The Moment I Knew per come me la sono immaginata.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Moment I Knew

 
Taylor stava indossando un completo rosso che le arrivava fino ai piedi. Era il suo compleanno e quella sera avrebbe dato una festa a tema natalizio, dato che li compiva il 13 dicembre.
"Ventuno anni" mormorò guardandosi allo specchio.
Diede alcuni, vigorosi colpi di spazzola per sciogliere qualche nodo ribelle dei suoi capelli biondi, poi scese in bagno e si mise il rossetto rosso. Quando tornò in salotto il suo cellulare vibrò. L'aveva messo in carica vicino alla televisione, ma lo prese e controllò i messaggi. Ce n'era uno da Jake, il suo attuale fidanzato.
Ci sarò alla tua festa, così parleremo e chiariremo. A fra poco.
Lei sorrise. Non le aveva scritto Ti amo e la cosa la fece stare male, ma almeno si era fatto vivo. Avevano litigato tanto, ultimamente e si stavano allontanando. Lui voleva tenere la relazione privata, mentre lei essendo una cantante era sempre sotto i riflettori.
"Tutta questa pubblicità riguardo la nostra relazione non mi piace" le aveva detto. "Perché non può essere tutto più semplice? Teniamola segreta."
"Non possiamo, ormai lo sanno."
"Quindi mi stai dicendo che ogni volta che sarò in giro con te dovrò avere il terrore di essere spiato dai paparazzi o dai giornalisti? Che dovrò pensare che ci fotograferanno mentre ci stiamo abbracciando o cose simili?" aveva urlato, battendo un piede a terra.
"Non è detto che succeda. Non mi seguono sempre. Jake, io sono disposta a tenere la relazione il più privata possibile, perché penso che là fuori la gente non debba sapere tutto, ma non puoi chiedermi di più, di lasciare il mio lavoro o cose del genere."
"Non lo farei mai, ma è proprio questo che ci sta allontanando."
Quel commento aveva fatto male, come una coltellata al centro del petto. Quindi era tutta colpa sua? La ragazza se n'era convinta.
Avevano continuato a discutere ed erano volate urla e parolacce. Si stavano allontanando, era evidente.
Il suono del campanello la distrasse. Aprì e si trovò davanti alcune amiche, poi arrivarono degli amici di Jake. Lei aveva già preparato con le sue mani un bouffet e accese lo stereo con dentro un CD di canzoni di Natale.
"Buon compleanno!" esclamavano tutti e le tiravano le orecchie.
"Allora," le chiese la sua amica Abigail, che conosceva dal liceo, "come si sta a essere un anno più vecchie?"
"Normale, credo" rispose distrattamente lei.
Prestava attenzione alle conversazioni, ma guardava spesso verso la porta sperando che il campanello suonasse. Jake le mancava e voleva chiarire. Non poteva perderlo.
And it was like slow motion
Standing there in my party dress
In red lipstick
With no one to impress
And they're all laughing
As I'm looking around the room
But there was one thing missing
Tutto andava al rallentatore, anche le persone parlavano più lentamente, o almeno questa era la percezione che aveva lei. Le ore passarono e Taylor cercava di chiacchierare con tutti.
"Come va al lavoro?" le chiese un amico di Jake.
"Bene, sto registrando alcune canzoni che usciranno presto."
"Fantastico, non vedo l'ora di sentirle!" rispose lui con un gran sorriso.
Lei lo ricambiò, ma il ragazzo si accorse che qualcosa non andava.
"Sembri tesa" disse, grattandosi la testa castana.
"No, va tutto bene."
Rispondeva con frasi a mezza voce.
"Sicura?"
Abigail le si avvicinò, si tirò indietro i capelli rossi e le prese la mano.
"Sto bene, Abs, davvero." Si avvicinò alla porta d'ingresso e guardò dallo spioncino. Non c'era nessuno. "Dove sei, Jake?" domandò mentre sospirava cupamente.
Se ci fosse stato, le avrebbe sorriso correndo in casa e lei si sarebbe sentita più felice che mai, ma non era così. Senza di lui, quel compleanno non era perfetto.
"Come mai il tuo ragazzo non è qui?" le domandò un'altra amica. "Pensavo che sarebbe stato presente al tuo compleanno. Mi sembrerebbe un gesto più che normale."
"Non lo so, aveva detto che ci sarebbe stato. Le cose non stanno andando alla grande, fra noi, ultimamente."
L'espressione della ragazza cambiò e si fece seria.
"Come mai?"
Taylor sbuffò.
"Scusa, non ho voglia di parlarne."
L'altra non insistette e la cantante le fu grata per questo.
Avrebbe solo voluto stare da sola, così si ritirò nell'ingresso e appoggiò la schiena contro la porta.
"Taylor, vieni a chiacchierare con noi" la chiamarono gli amici di Jake. "Dai, è la tua festa, devi divertirti."
Lei trattenne a stento un sospiro e tornò dagli altri. Per non farli preoccupare mangiò qualche tartina e bevve un bicchiere di tè freddo.
"Scusatemi un secondo" disse ad alta voce, in modo che la comprendessero tutti.
Si allontanò piano, per non destare sospetti, e salì le scale. Una volta di sopra corse verso il bagno e vi si chiuse dentro a chiave. Avrebbe potuto andare in quello al piano di sotto, ma voleva distanziarsi dalla festa e dalla musica. Si sedette sul water e rimase lì, con le braccia penzoloni, per eterni minuti che le parvero ore. Tirò anche qualche sospiro sofferto, ma era sollevata di essersi liberata almeno per un po' della confusione che regnava attorno a lei. Era contenta di aver invitato quelle venti persone alla sua festa , che compleanno sarebbe stato, altrimenti? Tuttavia, il fatto che Jake non fosse lì con lei aveva rovinato la serata. Non era giusto.
"Perché non sei venuto?" chiese ad alta voce, guardando fuori dalla finestra chiusa.
La strada era deserta. Certo, avevano litigato, ma magari avrebbero potuto parlare e chiarire se solo si fosse fatto vedere. Potevano trovare una soluzione, ne era sicura. Forse lei avrebbe potuto lavorare di meno per avere più tempo per loro e lui fare lo stesso, perché era necessario che entrambi facessero degli sforzi. Non avevano di certo problemi economici, quindi fare meno ore di lavoro non sarebbe stato un problema, anche se avrebbe ritardato molte cose. Ma pur di salvare la relazione, Taylor era disposta a fare dei sacrifici.
E Jake? pensò.
Non lo conosceva da molto, stavano insieme da ottobre e fino a poco tempo prima avrebbe detto che sì, anche lui l'avrebbe fatto, ma ora non ne era più tanto sicura. Amava il suo lavoro come lo faceva lei e forse la loro relazione non era ancora abbastanza stabile e lui avrebbe potuto pensare che, stando così le cose, non valeva la pena sacrificarsi tanto, non sapendo come sarebbe proseguito il rapporto.
"Se pensi queste cose non ti fidi di lui" le disse una voce interna.
Non le aveva scritto che la amava, non le mandava più il buongiorno per messaggio e non si vedevano da diversi giorni. Nessuna telefonata, nessun messaggio, niente, quando lei aveva provato a chiamarlo mille volte e gli aveva lasciato tanti messaggi, in segreteria come scritti. Non poteva finire così.
And there in the bathroom
I try not to fall apart
And the sinking feeling starts
As I say hopelessly
"He said he'd be here"
Un senso di nausea le invadeva lo stomaco, le risaliva lungo la gola e le procurava un saporaccio acido in bocca. Si alzò in piedi, ma le gambe non la sostennero. Le ginocchia batterono sul pavimento con un rumore sordo. Aprì il coperchio del water e vomitò quello che aveva mangiato, poi si trascinò fino al lavandino per sciacquarsi la bocca. Calde lacrime cominciarono a rotolarle lungo le guance, mentre si sentiva sprofondare. Il pianto si fece sempre più forte, tanto che dovette affondare la bocca nella manica del vestito per non far sentire i suoi singhiozzi. La testa le doleva, era come se mille martelli la stessero colpendo dall'interno e dall'esterno.
"Basta, ti prego" mormorò. "Fa' che questa serata finisca, Signore."
Ma mancava ancora tempo. La voce le era uscita roca e rotta. Si tirò su aggrappandosi al bordo del lavandino, si sciacquò la faccia e si lavò le mani, poi tossì un po' di volte e bevve qualche sorso d'acqua. Per sicurezza, per mandar via l'odore del vomito, si lavò anche i denti prima di uscire.
"Perdonatemi se ci ho messo un po', ho dovuto sistemarmi il trucco" mentì.
Ma tutti dovettero capirlo, perché il rossetto era sbavato.
Andò in cucina a prendere la torta. Era al cioccolato e panna e ci aveva messo sopra ventuno candeline.
"Soffia ed esprimi un desiderio" le dissero tutti quando la appoggiò sul tavolo.
Lei lo fece e chiese, in silenzio, che Jake arrivasse.
Dicono che se spieghi a qualcuno cos'hai desiderato questo desiderio non si avvera. Ma se non ne parli lo farà? pensò.
Ci sperava con tutta se stessa. Nonostante i loro problemi amava ancora Jake e lui era la persona alla quale teneva di più al mondo, dopo la sua famiglia. Ricordava ancora il momento in cui si erano conosciuti, l'amicizia che si era trasformata pian piano in amore, il loro primo bacio, le sue mani che la accarezzavano con dolcezza. Eppure, ora tutto questo pareva così lontano.
La torta era buona, l'aveva ordinata da una delle migliori pasticcerie in città, ma ne mangiò una fetta controvoglia. Non ascoltava nemmeno più le chiacchiere dei suoi amici. Rispondeva a qualche domanda, ma per il resto se ne stava seduta immobile su un divanetto. Capendo che voleva essere lasciata in pace, gli altri rispettarono il suo desiderio, anche se erano preoccupati per lei.
La festa finì dopo un'ora, verso mezzanotte. Quando tutti se ne andarono e si ritrovò da sola, la ragazza sospirò per l'ennesima volta in quella serata infinita. Mise tutto a posto, diede una pulita e poi sprofondò nel divano. In quel momento le sarebbe piaciuto avere un animale da compagnia da coccolare. Era da un po' che stava pensando di prendersi un gatto.
"Magari con l'anno nuovo" si disse.
Aveva bisogno di stare da sola e in silenzio, eppure una parte di lei non desiderava altro che la confusione di prima, perché almeno le chiacchiere degli amici l'avevano un po' distratta.
Quanto è strana la mente umana pensò.
Prese una pastiglia per il mal di testa e si risedette, appoggiando il capo sul cuscino. Non dormì, ma si appisolò tanto era stanca.
You called me later
And said, "I'm sorry I didn't make it"
And I said, "I'm sorry, too"
And that was the moment I knew
Si svegliò di soprassalto quando sentì il telefonino squillare. Jake c'era scritto sul display.
"Pronto?" rispose, trattenendo a stento uno sbadiglio.
"Ciao. Scusami se non sono venuto, non ci sono riuscito."
"Perché?" gli domandò, la voce venata di dolore. "Ti aspettavo, l'avevi promesso."
Lui sospirò.
"Lo so, ti ho detto che mi dispiace." Il suo tono era freddo. "Senti," continuò raddolcendosi un poco, "io non so se tra me e te può funzionare. Siamo entrambe persone famose, io un attore, tu una cantante e forse è anche questo a dividerci, il fatto che siamo costantemente osservati, solo che per te non è un problema, per me invece sì."
Lei stava per piangere. Strinse gli occhi, ma qualche lacrima sfuggì al suo controllo.
"Mi stai… mi stai lasciando?" balbettò, con le corde vocali che le tremavano minacciando metaforicamente di spezzarsi.
"No. Voglio provare a far funzionare le cose, ma non so se ci riusciremo, Taylor. Forse è meglio che a Natale e a Capodanno non ci vediamo."
Il senso di sollievo che l'aveva pervasa quando lui aveva detto "No" sparì in un secondo.
"M-ma io pensavo di passarli con te." Le lacrime si stavano moltiplicando. "Pensavo che avremmo parlato e trovato una soluzione."
"E quale?"
Lei gli disse ciò su cui aveva riflettuto.
"Non posso lavorare di meno, Taylor. Sono preso da un nuovo film e non credo che questo risolverebbe il problema. Ne parliamo con calma un'altra volta, okay? Buonanotte. Ti amo."
Ma anche quel saluto fu distaccato, come se non provasse più quel sentimento.
"Jake?"
"Sì?"
"Se non mi ami più dimmelo in faccia!" sbottò, non potendone più di quella situaizone. "Ti ho aspettato tutta la sera, ho pianto, sono stata malissimo perché tu non eri qui, non puoi trattarmi in questo modo anche se abbiamo litigato. Non me lo merito."
La sua voce si era alzata di alcune ottave, diventando più potente.
"Ti ho detto che non ce l'ho fatta. Comunque è vero, non te lo meriti. Non mi pareva il caso di venire, dopo quello che è successo. Non volevo litigare" disse, mitigando il tono.
"Io speravo avremmo chiarito."
"Non mi pareva i momento."
"e quando, allora?” batté le mani. “Non mi rispondi mai!"
"Ho bisogno di un po' di spazio, Taylor. Ti richiamo io, okay?"
Lei fece qualche secondo di pausa. Non doveva finire così, ma al momento non poteva fare altro.
"Va bene, buonanotte. Ti amo!"
Lui chiuse la chiamata. La ragazza rimase ad ascoltare il bip-bip del telefono per qualche secondo, poi bloccò la tastiera.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio e pianse tutte le sue lacrime. Ancora non sapeva che lei e Jake si sarebbero lasciati nel giro di qualche mese.
 
 
 
CREDITS:
Taylor Swift, The Moment I Knew
 
 
 
 
NOTE:
1. non so se siano quelle le vere motivazioni per cui Taylor Swift e Jake Gyllenhaal si sono lasciati. Le ho prese da www.republicworld.com, spero siano accurate.
2. Abigail è una persona reale. Viene descritta nella canzone Fifteen.
3. Jake che dice che ha bisogno di spazio è un riferimento alla canzone di Taylor We Are Never Ever Getting Back together, che dice:
We hadn't seen each other in a month
When you said you needed "space" (what?)
   
 
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