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Autore: Notte_Arcana    15/02/2021    1 recensioni
Yuma è stato invitato nella dimora Kastle dall'amico, il quale si fa prendere un pizzico dalla paranoia e nasconde ogni oggetto possa, secondo la sua logica, farlo apparire "infantile" o "debole" ai suoi occhi. Rio, in procinto di uscire, tenta di fargli capire come questa paura sia infondata. Il fratello, però, non le dà retta e ben presto quello che era un timore "assurdo" viene sostituito da una paura decisamente più seria.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rio, Ryoga/Shark, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                       Paure




 

 

 

La vecchia scatola marrone venne accuratamente chiusa con quattro giri di chiave e riposta sotto il letto. Shark si guardò intorno con occhio vigile, attento a catturare ogni più piccola svista. Tutti i pigiami con sopra squali e altri animali d’abbellimento erano stati individuati e nascosti, così come gli asciugamani compromettenti la sua figura.
La stanza appariva sicura.
Il ragazzo si guardò il palmo della mano, sopra il quale spiccava una chiave; conveniva chiudere in una scatola anche quella. Ma impossibilitato dal farlo si limitò a schiacciarla sotto i vestiti nel comò.
“Reginald!”
Shark ebbe a malapena il tempo di ricomporsi quando la gemella apparve sulla soglia della camera.
“Cosa vuoi Rio?” fece indisposto.
“Solo chiederti se avessi visto l’arricciacapelli”
“perché dovrei?”
“Perché quelle punte arrotondate non ti si formano certo da sole, allora dove lo hai messo?”
Shark sgranò gli occhi, inorridendo all’istante. “Io non uso certe cose!” esclamò fulminandola malamente. “Certo fratello, come no, ma si dà il caso che non stia nel posto dove l’avevo lasciato l’ultima volta e ne necessito istantaneamente.”
“Avrai visto male, ricontrolla.” il ragazzo sentenziò la parola fine a quell’inutile conversazione con un grugnito indignato. Rio gonfiò le guance per poi squadrare lui e la stanza. Un risolino le sfuggì dalle labbra.
“Non ho potuto fare a meno di notare come dal bagno siano spariti tutti gli asciugamani a fantasie colorate, e anche la carta igenica per pelli delicate....” il giovane incrociò le braccia al petto, ignorandola. Era il metodo migliore per mandarla via. Ma incurante, Rio mosse qualche passo, perlustrando la stanza, con espressione curiosa; seria e un pizzico cupa erano gli aggettivi giusti per descriverla. Linda, senza nemmeno un lembo del copriletto fuori posto. “Non sei un tipo disordinato, ma nemmeno uno molto ordinato e questa stanza lo è fin troppo.” commentò guardandolo con uno strano sguardo. Shark sbuffò “Ho solo ordinato un po’...”
“Capisco, vuoi mantenere l’aria da duro agli occhi del tuo futuro ragazzo.” la giovane sorrise facendo strozzare il gemello con l’aria. “Ma cosa cavolo stai dicendo Rio?!” sbraitò con gli occhi quasi fuori dalle orbite, lei si portò un indice sotto il labbro inferiore: “Io scommetto che assieme agli asciugamani ci sono anche i tuoi pigiami con gli squali.” asserì. C’era nervosismo attorno la figura dell’ex imperatore bariano, un leggero porpora traditore occupava quelle gote pallide, facendo nascere istantaneamente un sorrisetto sardonico sul volto di Rio.
“Ti ha visto nei momenti peggiori rimanendoti comunque accanto e temi ti possa giudicare per questo? Sul serio? Lui, Reginald?”
“Non temo nulla e stai sparando assurdità.”
“Dillo alla tua lucina da notte.”. La giovane lasciò la stanza a passo aggraziato e leggero, ovviamente dopo aver fatto rizzare ancora di più i capelli del fratello.
La luce da notte! Se la stava per dimenticare, la doveva togliere, ma...con il buio poi come avrebbe fatto?
 
 
“Shark va tutto bene?”
“Certo, non preoccuparti.”
Il maggiore dei due ragazzi sedeva sul divano come un pezzo di ferro da più di mezz’ora. Rigido e teso, ogni tanto gettava nervose occhiate per la stanza oscura illuminata solo dalla televisione.
Yuma, di canto suo, aveva iniziato a stranirsi seriamente quando dopo pochi secondi in cui si era allontanato per andare in bagno, lo aveva ritrovato mezzo inglobato dalla pelle del suo divano grigio scuro, trasformato completamente in una corda di violino.
Il giovane Tsukumo alzò un sopracciglio mentre si risiedeva accanto a lui, ora già meno teso.
“Sul serio, cos’hai?”
Shark schioccò la lingua “Ti ho già risposto Yuma” e nel guardarlo non potè evitare ai propri occhi di osservare, inquieti, anche il buio oltre la mingherlina sagoma di Yuma. Senza luce l’appartamento sembrava essere diventato un palazzo abbandonato, per la precisione uno di quelli infestati. Yuma, vedendolo guardare dietro di lui, si voltò a sua volta, ma non vedette altro che nero.
“Non è che hai paura del buio?”
“Ma figurati, sgranchisco solo un po’ il collo e faccio riposare gli occhi. Dovresti farlo anche tu, quando si sta al buio e si fissa per tanto tempo una luce gli occhi si affaticano.”
Yuma alzò anche l’altro sopracciglio sfoggiando sorpresa, poi, un sorriso affettuoso, radioso come solo i suoi potevano essere, gli spuntò sulle labbra. Gentile e amichevole, munito della purezza tipica di quel ragazzino, che lì, seduto accanto a Shark nel buio nero, sembrava cercare di rassicurarlo tramite quel piccolo sorriso caldo.
 
 
Rilassati, rilassati è tutto a posto. Tutto a posto!
Si ripeteva quella frase da un’infinità di tempo, ma i suoi nervi, anche con la luce ancora accesa, stridevano di già. Il pensiero che presto sarebbe stato immerso nel buio totale lo annichiliva. Si stava odiando per aver tolto dalla camera la sua fedele luce da notte e nacque in lui il bisogno di alzarsi per riprenderla da dentro l’armadio. Peccato per l’orgoglio che gli aveva bloccato le gambe vista la presenza del migliore amico. Quindi rimase sdraiato con una faccia che la diceva lunga, l’animo a pezzi per l’imminente nottata in bianco.
Quando d’un tratto sentì il materasso abbassarsi accanto al proprio corpo poi, Shark si agitò ancora di più; “Yuma cosa stai facendo?!”
“Dormo con te, così non ti spaventi”
“cos...ma....”
Anzichè mettersi nel letto a lui destinato, l’amico si stava sistemando tranquillamente alla sua destra. E Shark pregò ogni singola divinità esistente di non star arrossendo per quella imbarazzante – quanto piacevole – situazione. Loro due, l’uno di fianco all’altro nello stesso letto.
Ecco, adesso doveva sperare pure di non avere emorragie dal naso!
“Posso spegnere o hai bisogno ancora di un momento?” si premurò di domandare Yuma girandosi a guardarlo, il maggiore di riflesso voltò la testa nella direzione opposta, rispondendogli un laconico “spegni.”.
E fu il buio.
Immediatamente i suoi muscoli si irrigidirono ed i battiti del cuore presero a scandire lo scorrere del tempo come le lancette di un orologio. Deglutì serrando forzatamente gli occhi.
Cercava di imporsi la calma, ma non ci riusciva. Non gli era mai piaciuto il buio, lo faceva sentire indifeso ad ogni possibile pericolo in agguato; nonostante sapesse che quella paura fosse infondata, l’idea che qualcosa lo scrutasse, in attesa del momento più proficuo per afferrarlo, gli faceva venire i sudori freddi.
Sussultò quando la mano di Yuma trovò la sua, stringendogliela in una morsa sicura e allo stesso tempo delicata. Shark riaprì gli occhi.
“Stai tranquillo. - sussurrò indulgentemente il corvino – Non sei solo.”
Un caldo tepore andò a sedare la stilettata della paura nel petto dell’ex imperatore.
Tum tum.
La mano di Yuma era calda e morbida, il pollice carezzava lentamente la pelle di Shark, scaldandola.
Quante volte in passato si era ritrovato schiacciato dal fato malevolo, particolarmente avverso alla sua persona, da scelte sbagliate e laceranti, ma spesso imposte dall’inevitabilità degli eventi e sempre, sempre, c’era stata quella stessa mano tesa verso di lui? Pronta a tutto pur di aiutarlo, salvarlo, redimerlo... incurante di ogni ferita, anche quelle inferte da lui stesso.
Il battito del cuore non rallentò, però cambiò motivo di velocità.
All’inizio di tutto si fingeva cieco, ignorava quel ragazzo così buono non volendoci avere nulla a che fare, reputando il loro incontro quasi una sventura. Poi dopo la violenta smentita, aveva tentato di sopprimere l’amicizia e l’affetto maturato verso di lui per annullarlo totalmente ai propri occhi, ma non c’era riuscito. Una parte di Shark non aveva voluto.
Infine, mesi fa, a più di un anno dalla fine della Battaglia per i Tre Mondi, durante un amichevole duello pomeridiano con il corvino, Shark aveva capito di provare qualcosa di più di una semplice amicizia. Ma i propri sensi di colpa per quello che (gli) aveva fatto non permisero altri passi oltre l’accettazione di quel dolce sentimento. Che fossero ancora amici era già un privilegio immeritato per lo squalo, non aveva quindi diritto di pretendere altro. Quella piccola scintilla di luce era la cosa più bella, l’unica, che il malsano universo avesse deciso di concedergli e Reginald si era sempre reputato troppo impuro per toccarla. Ora però cominciava a non esserne più tanto certo.
Sentì caldo al viso e per la prima volta in vita sua gioì per l’assenza di luce.
“Va meglio?” chiese d’un tratto Yuma “Un po’.” rispose titubante l’altro. Shark non poteva vederlo ma fu certo che l’amico stesse sorridendo.
“Come mai hai questa paura?”
“Non c’è un motivo. Non mi piace il buio, fine.”
“Andiamo, c’è un motivo a tutto! Facciamo così; se me lo racconti, io ti parlo di una delle mie paure, ci stai?”
Era fortemente indeciso e propendeva più per il no, se non fosse stato per Rio. Il ricordo di ciò che la gemella gli aveva detto quel pomeriggio, quando stava adoperandosi a far sparire tutti i pigiami con animali, asciugamani colorati e la stessa luce da notte che da sempre gli aveva fatto compagnia, ricordò al ragazzo la cosa più importante di tutte:
 
“Ti ha visto nei momenti peggiori rimanendoti comunque accanto e temi ti possa giudicare per questo? Sul serio? Lui, Reginald?”
 
Yuma non l’avrebbe mai giudicato.
 
“Quando avevo sei anni... – ma involontariamente Shark si bloccò; era difficile pur sapendo nel profondo che la sorella avesse ragione. Yuma avvertì il turbamento dell’altro e strinse di più la presa sulla sua mano, volendogli trasmettere forza.
– mi svegliai nel cuore della notte per dei rumori...a prima vista tutto mi sembrava normale, ma poi...vidi un’ombra apparire dalla porta della mia camera. Credevo fosse mio padre, però quando gli chiesi cosa ci facesse lì mi si avventò contro. Riuscii a gridare un istante prima di ritrovarmi una mano sulla bocca e un’altra attorno al collo...” il solo ripensarci gli faceva venire i brividi perché quella notte aveva rischiato di morire strangolato. Il ladro che si era intrufolato nella villa Kastle per rubare quanti più oggetti di valore, preso dal panico, aveva reagito d’istinto all’udire la voce del bambino, tentando così di zittirlo con una mano avanti la bocca, ma dato che Reginald si agitava e non la smetteva di opporre resistenza aveva tentato di calmarlo in un altro modo.
Se non fosse stato per il padre, probabilmente lui adesso non sarebbe vivo. Fu da quel momento in poi che Reginald Kastle non dormì mai più totalmente al buio.
Stupendosi di sé, si sentì incredibilmente bene nell’averlo rivelato a qualcuno. Yuma conosceva tutte le sue debolezze più serie. Questa del buio, sebbene lo fosse oggettivamente meno, faceva ugualmente parte delle più grandi ed imbarazzanti.
“Perché avevi timore di dirmelo? Non hai nulla di cui vergognarti Shark, con una motivazione del genere soprattutto.” si sentì dire da Yuma “Mi sembra più che logica questa paura dopo quella brutta esperienza, anzi! Il fatto che tu non abbia attacchi di panico dimostra già quanto sia forte.”
L’ex imperatore bariano si voltò stupito verso il corvino, le tenebre gli impedivano di venderne i tratti del viso che tanto avrebbe voluto osservare e carezzare. Gli parve di intravedere il meraviglioso scintillio del rosso cremisi dei suoi occhi, così luminosi da non farsi spegnere nemmeno dal buio. Si stavano guardando. Ne era certo.
“La paura è comune a tutti, umani, non umani, vuol dire che anche un grande imperatore come te ce l’ha e assolutamente non devi crederti debole o patetico per questo. Sai, io ho paura dei palloncini con le facce disegnate sopra.”
Un breve silenzio calò tra loro, interrotto poi da un: “cosa?” incredulo da parte di Shark.
“Sul serio! Mi inquietano moltissimo per via di un sogno che feci; c’era questo stregone malvagio che si nutriva delle anime delle persone trasformandole in palloncini, ed ero rimasto solo io da trasformare. Quando mi svegliai corsi da mia sorella, ma al suo posto nel letto trovai solo un palloncino con una faccia sorridente! Credetti che lo stregone l’avesse presa...”
“e invece?”
“Invece trovai Kari di sotto con la nonna e realizzai che quello era solo Steve, il palloncino che io e Bronk avevamo creato il giorno prima...anche se ancora oggi non mi spiego come ci sia arrivato nel letto di mia sorella. – rivelò Yuma, pensierosamente. – Ad ogni modo ogni paura può essere superata, anche a piccoli passi. Se il buio ti fa tanta paura perché non compri una luce da notte? Non c’è niente di male in un piccolo aiuto all’inizio e magari avendo la stanza parzialmente illuminata riuscirai a tranquillizzarti e successivamente a toglierla.”
 
La luce da notte. Yuma stesso gliela stava consigliando. Oh lui non immaginava che una, blu, giacesse in verità buttata malamente nell’armadio dello squalo.
“E’ ridicola...” borbottò vergognandosi di averla ancora a sedici anni. Yuma schioccò la lingua: “Affatto! Se può esserti d’aiuto non lo è per nulla!”
“Quindi....secondo te dovrei...?”
“Non per forza quella se non la vuoi, ma si, dovresti pensare a un modo per iniziare ad affrontare la tua paura e non vergognarti del modo in cui lo farai!”
 
 
“Com’è andata poi la serata ieri? Sei riuscito a dormire senza la tua lucina?”
Shark mise su una faccia compiaciuta “Certamente.” disse soddisfatto di sé mentre sorseggiava il suo tea mattutino.
“E dimmi, com’è stato passare la vostra prima notte insieme? Era come immaginavi o addirittura meglio?” Rio sorrise maliziosa mentre sbucciava allegramente un’arancia. Vedere il gemello rischiare il soffocamento era sempre esilerante.
“Rio!”
“Buongiorno ragazzi!” Yuma, sbucato dal corridoio all’improvviso, sbadigliò talmente tanto da rischiare di slogarsi la mascella, Shark già rosso da prima, se possibile, prese ancora più colorito.
Che l’amico avesse sentito l’ultima frase della sorella?
“Ciao Yuma, dormito bene?”
“Non sono più abituato ai materassi, ma devo ammettere che quello di Shark è così morbido e confortevole da avermi fatto addormentare istantaneamente.” rivelò allegramente sedendosi accanto al maggiore, il quale stava desiderando vivamente di sparire per sempre. Lo sguardo di Rio divenne la manifestazione fisica della sua enorme depravazione, tanto che al posto dei suoi tratti a Shark parve di vedere quelli di Vector; da quando era diventata così poco innocente? Questa era tutta colpa di quelle fanfiction che leggeva online!
“Mi fa piacere che ti sia trovato bene, Reginald si stava tanto preoccupando per la questione “amaca” ieri, ma alla fine ha trovato comunque un modo per farti stare comodo anche senza”
Yuma agguantò un toast più affamato del solito: “Ahahahah già, però mi spiace averti dato il turbamento dell’“amaca”, ehi perché sei tutto rosso?” domandò ingenuamente.
“Il tea è bollente.”
“Ma se te l’ho prep-ouch!” Rio guardò esterrefatta il fratello. Era un calcio quello che le aveva appena dato all’altezza delle caviglie?!
Calcio, beh, era stato più un piccolo colpetto che un calcio, ma le intenzioni con cui il ragazzo l’aveva colpita furono le più avverse.
“Dai mangia, così andiamo a scuola in orario per la prima volta in vita tua...” disse risolutamente Shark a Yuma, ignorando lei. Non immaginava che Rio stesse già macchinando una vendetta. E quelle foto che gli aveva scattato durante la notte, immortalandolo abbracciato al braccio di Yuma e poi direttamente a quest’ultimo, sarebbero state le sue armi...











- A
ngolo Autrice - 

 

Salve a tutti! Mi presento; sono Notte_Arcana, piacere di potervi scrivere, finalmente, per la prima volta!  
Sono su questo sito da diverso tempo, ma non ho mai pubblicato nulla prima d'ora. Soprattutto per problemi tecnici. Quindi mi son sempre limitata a leggere silente e molto raramente a lasciare recensioni. Detto ciò! A quanto sembrerebbe son riuscita finalmente a pubblicare qualcosa come Notte_Arcana comanda e quindi ecco qua la mia prima fic! Ho notato che c'è una ENORME carenza di Sharkbaitshipping in questo fandom e la cosa non mi garba per nulla! C'erano delle autrici bravissime che decantavano questa spledida coppia, che però, ahimè, "puff", sono sparite lasciando il mio cuore in frantumi! Perciò ho deciso di smetterla di piangere sul latte versato e mi sono data da fare aggiungendo un mio piccolo contributo.
Spero possa allietarvi un minimo. 

 

- Ossequi da Notte_Arcana - 

   
 
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