Fanfic su attori > Benedict Cumberbatch
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Autore: Dangerina15    17/02/2021    0 recensioni
Non riesce a controllare i pensieri, sente il bisogno di dire ogni cosa che il cuore gli suggerisce e tutto si ricollega ad un sola parola: un giglio. Per la precisione, il suo giglio bianco.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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8.


I giorni sembrano correre verso una meta sconosciuta, veloci e impossibili da arrestare. La vita frenetica di un attore è ben nota e Benedict ci si è ritrovato nuovamente catapultato dentro; non appena possibile, David Attwood ha ripreso l’attività interrotta, continuando a filmare dalla mattina fino alla sera per cercare di recuperare il tempo perso a causa della brutta disavventura vissuta dai tre membri del suo cast. Benedict è felice di essere tornato sul set, gli da un senso di normalità, ma, ciò nonostante, c’è un pensiero fisso che gli si è inchiodato in mente e il suo nome è Lily. La ragazza migliora ogni giorno, le sue condizioni fisiche vanno assestandosi sempre di più e anche lei lo avverte dentro di sé. Ad ogni pausa pranzo concessagli durante le riprese, Benedict prende la macchina e si dirige verso l’ospedale per farle visita; lei lo aspetta, accogliendolo con un dolce sorriso e gli occhi pieni di gioia. I due trascorrono molto tempo a parlare, in certi momenti scherzando e ridendo come bambini; una simbiosi nata per caso tra le file di un dramma. Quel giorno Benedict è di ottimo umore; il suo agente lo ha contattato per proporgli il suo prossimo lavoro, che gli permetterà di tornare nella sua città, la sua amata Londra che mai come prima d’ora gli è mancata così tanto. Entrando nella stanza di Lily, trova la ragazza intenta a mangiare una zuppa calda.
«Tempismo perfetto, a quanto vedo.» inizia Benedict sorridendo, mostrando una busta con del cibo all’interno. Lily accenna una piccola risata, posando il cucchiaio a lato del piatto.
«Se tardavi un altro po', il pranzo lo potevi mangiare da solo!» risponde lei, indicando il suo piatto quasi vuoto. Benedict prende la sedia e si affianca al letto della ragazza, poggiando sulle gambe la busta e cominciando a spacchettare un panino. Lily lo osserva incuriosita.
«Ma gli attori mangiano sempre panini? Non dovrebbero pranzare al ristorante super lusso o qualcosa del genere?»
Benedict ride divertito; la purezza e l’ingenuità di Lily lo tiene allegro e di buon umore.
«Quando diventerò Benedict “sono una super star” Cumberbatch, allora potrò andare a pranzare in un ristorante “super lusso”, come lo chiami tu. Fino ad allora, credo che mi accontenterò dei panini fatti in casa.» conclude lui, facendo finta di darsi delle arie da grande star, facendo ridere Lily a crepapelle.
Non appena terminato il pranzo e superata la visita di controllo giornaliera del medico, abituatosi a vedere la ragazza in compagnia dell’attore, i due rimangono in silenzio dentro la stanza, persi per un attimo ognuno nei propri pensieri. I giorni trascorrono e Benedict non ha avuto alcuna notizia dall’Agente Cox sui sequestratori ma, soprattutto, se è riuscita a rintracciare i genitori di Lily. Le domande si affacciano alla sua mente una dietro l’altra: chi è in realtà quella ragazza? Cosa ci faceva in mano a quei delinquenti? Perché non riescono a trovare la sua famiglia? Mille domande e nessuna risposta. Benedict sa che l’unica che può risolvere i suoi enigmi è Lily, ma fino a quel momento non ha dato alcun segno di voler raccontare la sua storia o di concedergli davvero fiducia, al di là del benessere che il passare del tempo insieme gli concede. Ad un tratto i suoi pensieri vengono interrotti dalla mano di Lily che, delicata con un petalo, sfiora quella di Benedict; gli occhi della ragazza incrociano quelli dell’attore e in lei si legge un disperato bisogno di aiuto, di liberazione. Poi, in un attimo, lei ritrae la mano, come se avesse toccato qualcosa di viscido.
«Non ci riesco…» sussurra tra sé, stringendosi le mani al petto, come a proteggersi. Benedict la osserva, senza mai distogliere lo sguardo.
«Non hai nulla da temere, Lily. Non sono qui per farti del male…»
«Lo so…» ma lui non la lascia finire.
«Puoi fidarti di me.»
Tra di loro cade un lungo silenzio, che mescola l’attesa col timore. Lei abbassa gli occhi, a cercare le sue sicurezze in qualunque parte della sua anima, dei suoi pensieri esse possano trovarsi, ma non riesce ad abbattere quel muro che la separa da Benedict; non è pronta, non ancora. Lui la osserva attentamente, in attesa di un qualunque gesto, di una parola che possa cambiare la visione che lui ha della ragazza ancora sconosciuta. Lily scuote la testa, le mani le tremano.
«Mi dispiace…»
Benedict le accarezza i capelli dolcemente, poggiando la sua mano in modo delicato sulle ciocche. Istintivamente, lei si scosta ma il calore di quella carezza la incita a resistere, a godere di ogni attimo e accogliere a pieno l’affetto che quell’uomo le dona. I capelli rossi scivolano tra le dita di Benedict, che le mette una ciocca dietro l’orecchio. Le sorride.
«Non devi scusarti. Quando sarai pronta e vorrai parlare, io sarò qui ad ascoltarti.»
«Posso chiederti una cosa?»
«Certo.»
Lily incrocia lo sguardo profondo di Benedict.
«Mi porteresti un album da disegno e delle matite colorate?»
Benedict rimane interdetto da quella richiesta, stupito dalla semplicità della voce della ragazza ma allo stesso tempo di quel lieve tremore che la rendeva sottile e flebile. Gli fa cenno positivo con la testa, sorridendole.
«Domani la tua richiesta sarà esaudita.» le risponde, facendole un principesco inchino, per farla ridere, «Oh, e per me, cameriere, un gelato al triplo cioccolato e una porzione gigante di patatine fritte. La signorina qui dice che mangio solo panini a pranzo!»
I due scoppiano in una fragorosa risata, alleggerendo la tensione che aleggia nell’aria dopo quegli attimi di silenzio.
Lily saluta con la mano Benedict diretto nuovamente sul set, girando leggermente il viso per nascondere le risate; la sua pausa pranzo è durata più del previsto e, guardando preoccupato l’orologio come il Bianconiglio di Alice in Wonderland, lo sente ripetere ‘ è tardi, è tardi’ correndo all’impazzata da un capo all’altro della stanza, recuperando tutto ciò che ha portato con sé e sfrecciando fuori dalla stanza, dandole appuntamento al giorno dopo all’ora di pranzo, con la sua richiesta esaudita. Rimasta da sola, sospira pensierosa. Appoggiandosi ad una stampella che ha di fianco a letto, si avvicina a piedi nudi alla finestra che dà sul giardino dell’ospedale, osservando Benedict correre verso la macchina e andare a tutto gas per tornare al lavoro. Lo segue con gli occhi fin quando non scompare, inghiottito dalla linea dell’orizzonte; il suo viso si incupisce, gli occhi le diventano piccoli e malinconici.
Si sente in colpa. Lui è l’unico amico che ha e lei non è capace di aprirsi con lui, le manca il coraggio ma soprattutto la forza di dar voce all’oscurità che porta dentro di sé. Il dolore che ha cuore è troppo grande, così forte da essere un macigno che la opprime e non la fa respirare. Le attenzioni che Benedict le riserva sono preziose e benefiche, ma la sua mente si oppone ad accettarlo. Ricorda la sensazione che ha provato sulla sua pelle quando lui le ha sfiorato la mano, i capelli e non vorrebbe fosse così, non con lui! Le immagini sono ancora troppo chiare nella sua mente, impresse come un marchio a fuoco, il suo pensiero corre sempre lì, a quel momento, a quegli uomini.
Le loro mani.
I loro fiati sul collo.
Il rumore dei vestiti strappati e il gelo che il suo corpo e il suo cuore hanno provato.
L’immobilità e l’impotenza alla quale è stata costretta.
Il suo corpo. Violato.
Le lacrime le scendono sul viso una dietro l’altra; sente il peso di una macchia che la tormenta e che non riesce a cancellare. Si vergogna di rivelarlo a Benedict; si è sentita umiliata, spogliata del suo essere ragazza e donna. E se Benedict non la guardasse più con la stessa dolcezza? Se anche lui andasse via?
Non ha il coraggio di dirgli la verità, né su questo né sui suoi genitori. Come fa a dirgli di essere davvero sola? Come fa a raccontargli di aver perso tutto il giorno del sequestro? Adesso lei è lì da sola, senza un futuro davanti a sé.
Spera solo che quell’ultima porta che le è rimasta da aprire non sia sparita insieme a tutto il resto.
Ne ha bisogno.
La sua arte è la sua vita. Non vuole perdere l’ispirazione, non vuole perdere la cosa che la rende viva, non vuole e non deve.
I suoi occhi si perdono tra il cielo azzurro, osservando lo scorrere delle nuvole bianche. Non smette di pensare a quell’attore, alla sua bontà e a quell’affetto che le ha donato senza chiedere nulla in cambio, incondizionato e gratuito.
Allontanandosi dalla finestra, si inginocchia ai piedi del letto e, abbassando la testa, inizia una piccola preghiera.
‘Ti prego, dammi la forza di dirgli la verità. Dammi la forza di ritrovare la mia arte. Dammi la forza. Non posso e non devo crollare al suolo. Io voglio tornare a vivere.’



ANGOLO DELLO SCRITTORE:
Ciao amici lettori. Scusate l'assenza di questi giorni, impegni di vario tipo mi hanno tenuta lontana dalla scrittura. Ma adesso sono tornata per portare avanti questa storia che mi sta molto a cuore. Se volete, sarei felice di leggere qualche vostra recensione, per sapere cosa ne pensate. Vi ringrazio già per aver intrapreso con me questo viaggio nel mondo di Benedict e Lily.
A prestissimo
Dangerina
  
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