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Autore: Shee    26/08/2009    6 recensioni
Sto tornando a casa dalla mia famiglia. Sto tornando a casa per lasciare mio marito.
Ciò nonostante lo amo ancora, in un modo o nell’altro.
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: She’s Everything I’m Not
Rating: Giallo
Pairing: Harry/Hermione, Harry/Ginny
POV: Ginny, 1st
Word Count: 1.755
Summary:
Sto tornando a casa dalla mia famiglia. Sto tornando a casa per lasciare mio marito.
Ciò nonostante lo amo ancora, in un modo o nell’altro.
Author Notes: sheesgotagun.tumblr.com/post/148279165

 


I was loosing myself to somebody else, but now I see
I don’t want to pretend so this is the end, of you and me
’Cause the girl that you want, she was tearing us apart
‘Cause she’s everything, everything I’m not
(Everything I’m Not – The Veronicas)

She’s Everything I’m Not

 

 

 

Gennaio 2012

Cammino lentamente per la strada, perché ho quasi paura di far rumore. La notte per me non ha il fascino che ha per lui. Harry ama la notte.

Siamo sposati da anni, ormai, e abbiamo tre figli meravigliosi. Ci siamo conosciuti prima ancora che io andassi ad Hogwarts: ero la sorellina del suo migliore amico, e, durante il mio quinto anno –il sesto per lui- è cambiato tutto. Ci siamo baciati dopo aver vinto una partita di Quidditch, sinceramente non ricordo quale. Tutto aveva perso importanza quando le sue labbra si erano poggiate sulle mie. Non vale la pena ricordare nient’altro che quella sensazione.

Ricordo poco di me ed Harry quell’anno. Ricordo la paura, qualche mese dopo, quando sono tornata a scuola senza di lui, che se n’era andato per cercare di salvare il mondo. Mi aveva lasciata indietro, aveva paura per me, mi amava troppo per rischiarmi. Sarei voluta andare con lui, ma lui non avrebbe voluto. Non sono neanche sicura di averglielo detto, forse l’avevo solo pensato.

Me lo ripetevo spesso, la notte, per dare un senso a quell’arrivederci che era suonato come un addio.

Avrei dovuto capirlo fin da allora.

In realtà lo amavo troppo stupidamente. Lo amavo da quando ero una bambina, per come si può amare a quell’età. Il migliore amico di mio fratello era diventato un amico per me, negli anni seguenti, ma non mi aveva mai dedicato più di uno sguardo e un sorriso cordiale. Poi sono cresciuta, e lui se n’è reso conto.
Sapete, no? Un po’ come un colpo di fulmine. All’improvviso ero sul mercato, non ero più la bambina che gironzolava attorno a Ron e gli altri Weasley ma una ragazza, donna magari, che aveva una sua vita. In cui lui era incluso in minima parte.
Ciò nonostante lo amavo ancora, in un modo o nell’altro.

Ora, ad anni di distanza da quei momenti, sto tornando a casa dalla mia famiglia. Sto tornando a casa per lasciare mio marito.
Ciò nonostante lo amo ancora, in un modo o nell’altro.

 

-

 

Il rumore della serratura che si apre mi è di conforto, mi è sempre piaciuto. Non avevamo una serratura alla tana, ma questo è un quartiere babbano e dobbiamo stare attenti. E’ più facile aprire la porta che fare incantesimi complicati ogni volta. Il terrore del periodo di Voldemort è finito, dopotutto.

Mi richiudo la porta alle spalle e sospiro mentre mi sfilo giaccone e sciarpa, sono quasi finite le vacanze di Natale e ho passato la giornata con mia madre, lasciando Harry a godersi i bambini da solo, per una volta. Lavora così tanto che dobbiamo quasi trascinarlo a casa per le ferie.
<< Sono a casa! >> dico ad alta voce, alta appena da farmi sentire sulle voci che provengono dal salotto. C’è la radio accesa, ma credo che stiano più giocando a scacchi che ascoltando la radio.

Li raggiungo e sorrido alla vista di mio marito seduto sul tappeto di fronte ad una scacchiera, dall’altro lato Al se ne sta disteso a terra e guarda il padre con un sorrisino saccente. Gli altri due praticamente si stanno rotolando sul divano, litigando tra loro.
O facendo il tifo per uno dei due sfidanti, difficile a dirsi.

<< Dai Papà puoi farcela! >> strilla la piccola Lily saltando in ginocchio sui cuscini, ignorando il fratello più grande che la rimbrotta con aria torva.
<< Piccola ruffiana! >>
Lily gli molla un calcio e continua a fare il tifo per il suo papà. Lily stravede per Harry, invece James ha appena iniziato a contestarlo su qualsiasi cosa, anche quando non ha la minima idea di cosa Harry stia parlando. Sono buffissimi, perché Harry poi lo prende sul serio e finiscono a discutere con aria competente di cose di cui nessuno dei due sa niente.
E saltano addosso ad Hermione appena la vedono per chiedergli questo e quello. Scambiandosi linguacce.

Si assomigliano un sacco.

<< Chi sta vincendo? >> Chiedo accovacciandomi accanto ad Albus e sorridendogli quando si volta e mi guarda con tutta la saggezza dei suoi sei anni.

Convinto mi risponde: << Io. Papà non sa giocare, lo sai >>

<< E pensare che ha passato tanto di quel tempo a giocare a scacchi invece di studiare, a scuola >> dico, facendo ridere James, che in questo non assomiglia affatto a suo padre. James è un bambino studioso, e di sicuro più ligio al dovere di suo padre. E’ anche un po’ lo spione di famiglia, ma credo che sia solo perché è il più grande e si sente responsabile (e, sì, penso sia anche un po’ geloso dei fratelli più piccoli).
Albus si gratta il naso, cercando di nascondere la risatina che di lì a poco gli sfugge.

<< Si fa quel che si può >> commenta mio marito allungando una mano verso un pezzo e ritirandola subito dopo mordendosi un labbro. Lily fa una smorfietta e ci ignora tutti. Harry però allora alza lo sguardo e ammicca nella sua direzione, facendola ridere. Anche Harry stravede per la figlia, sarà dura per lui vederla crescere. Sarà una padre protettivo, me lo sento.

Però io l’ho sentita, quella nota di freddezza rivolta a me, nella sua risposta.

Credo che mi ami. Ma non nel modo che vorrebbe.

 

-

 

Controllo che i bambini siano addormentati e torno in cucina, dove Harry si sta facendo un po’ di quel the che a lui ed Hermione piace tanto. << Ne vuoi? >> mi chiede facendo dondolare la bustina che ha in mano, io scrollo la testa e mi siedo. Mi guarda per un istante, sorpreso. Beviamo sempre il the, la sera. E’ un’abitudine che ad Harry è rimasta da Hogwarts, oserei dire, quando con Hermione andavano a prendere il the dagli elfi domestici. Erano assurdi, da ragazzi.

Non sono certa di come si faccia. Certo, ad Hogwarts ho avuto qualche ragazzo, ed è capitato che li lasciassi io, ma non è la stessa cosa. Non posso dire che ‘è meglio così’, anche se lo è. Non posso parlare di nuove esperienze e non voglio fingere di amare qualcun altro.

Lui mi sorride e per un attimo mi chiedo se mi stia sbagliando. Suona il telefono però, e lui corre a rispondere. E’ Hermione, ultimamente chiama spesso, perché lei e Ron si sono lasciati da qualche settimana, e fino a ieri non sapevo neanche il perché. Non sono andata da lei a chiederglielo perchè non siamo rimaste molto amiche, negli ultimi anni meno che mai. Ma Harry, Harry ha passato un sacco di tempo da lei o da Ron dalla separazione.
O solo da lei, come ho scoperto qualche giorno fa.
Non sono stata da mia madre oggi, sono andata da Ron, perché dovevo sapere. In qualche modo sapevo che quello che aveva cambiato tutto per loro avrebbe cambiato tutto anche per me.

Hugo.

Hermione e Ron si sono lasciati; non vedo perché tra me ed Harry dovrebbe andare diversamente. Il nostro problema è lo stesso che hanno loro. Speculare.

Quando Harry torna in cucina, con un mezzo sorriso sul viso e gli occhi persi in un luogo che non conosco, lo percepisco e capisco esattamente qual è il problema.
Non è lei, non sono io. Non è Hugo.

<< Hermione dice che sarebbe felice di vederti, Gin. Magari potremmo andare da lei, una sera di queste. Ne ha bisogno, sai? Non fa che lavorare… >> Harry sospira e non mi guarda neanche mentre finisce di preparare il the << Sta in casa da sola, ogni sera. Hugo piange un sacco, vuole suo padre, e lei non riesce a contattarlo. Tua madre sa perché non va più a trovarli? >> Quell’ombra sul suo viso io non l’ho mai causata.

E’ il mio non essere coraggiosa, fragile o innamorata come lo è lei. Noi, che abbiamo cercato di cambiare le carte di tavola, e di innamorarci di chi volevamo. Noi che ora amiamo, ma non siamo più innamorati da molto tempo.
Forse non lo siamo mai stati davvero.

La differenza sta tutta lì.

<< Harry, devo parlarti >>

 

-

 

Quattro anni fa alla festa di compleanno di Fred e George per almeno un’ora e mezza nessuno aveva visto Harry ed Hermione. Hermione era uscita per prendere un po’ d’aria, ed Harry per raccogliere le scope e le palle rimaste fuori dalla partita di Quidditch del pomeriggio. Fuori si erano incontrati, avevano parlato. Si erano baciati, e, quando si erano resi conto di averlo fatto, l’avevano fatto ancora. Ed ancora.

Poi avevano fatto l’amore.

Harry me lo racconta più o meno così, in modo dolce, come non avrei mai immaginato di poter percepire la storia di come mio marito mi ha tradito con la moglie di mio fratello. E’ surreale, anche se è esattamente quel che mi ha detto Ron, con termini meno gentili. ‘Hanno scopato, quegli stronzi, non voglio rovinarti la vita, Ginny, ma Hugo è loro, e non so più come guardarlo negli occhi.’

Hugo non assomigliava affatto a Ron, ma nessuno ci aveva fatto troppo caso. Aveva i capelli castani di Hermione, i suoi occhi intelligenti e il suo naso stretto e all’insù, la sua pelle leggermente abbronzata e le sue rare lentiggini. Nonostante questo, sapendolo, il viso assumeva vaghi lineamenti da Potter, e il sorriso ricordava la felicità sempre distratta di Harry. Era figlio loro, e Ginny in quel momento avrebbe voluto guardarlo negli occhi, per vedervi il segreto di tutto l’amore da cui era nato, per magari imparare ad amare a quel modo.

Che Harry ed Hermione si amassero lo aveva sempre saputo. E anche che fossero innamorati.

<< La ami, Harry? >>
Ma lo so già.

Non era davvero cambiato niente, Harry aveva amato anche me, e probabilmente mi ama ancora. Ma io non sono Hermione, e voglio smettere di cercare di diventarlo. La piccola Ginny che ero è cambiata così tanto accanto ad Harry. Non sono più la stessa persona, non sono soltanto cresciuta e maturata. Il modello di donna, per Harry, era sempre stato Hermione.

Ginevra Weasley smetterà di adeguarsi.

E me lo ripeto finché Harry non si chiude la porta alle spalle, decidendo per entrambi che fosse meglio non dormire insieme. Decidendo per entrambi che era meglio lasciarsi subito, non litigare più del dovuto. Non abbiamo litigato affatto.
Andrà a dormire da Hermione, immagino, ma lo trovo giusto. Saranno felici, e lo sarò anch’io.
Non lo ero più e credo che valga la pena provare ad esserlo.

Harry ama Hermione, non me.
(Ciò nonostante lo amo ancora, in un modo o nell’altro.)

  
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